Giu 21, 2011 | IPNOSI
Ansia, depressione, tristezza, non senso della vita, mal di vivere, apatia, perdita di scopo termini diversi per descrivere stati e situazioni legati al vivere quotidiano. Stati in crescita esponenziale che, a macchia d’olio, si stanno diffondendo sempre di più in ogni ambito sociale senza fare distinzioni di status economico e culturale.
Mai come oggi si sta assistendo ad una escalation continua di ” malessere” che sotto varie forme ed espressioni condiziona sempre di più l’individuo costringendolo a convivere con una sorta di compagno che come un’ ombra ci accompagna e non ci abbandona mai togliendoci poco a poco l’energia vitale che ci permette di vivere pienamente e con gioia la nostra vita.
La nostra società e il nostro modo di vivere sono giunti ad un punto di non ritorno. I condizionamenti ed i finti bisogni di una società spinta al consumo, all’esteriorità, all’apparenza hanno portato l’individuo a perdere il contatto con la sua parte più intima.
La realizzazione personale intesa solo come realizzazione sul piano lavorativo, economico, sociale ci ha fatto perdere di vista la nostra vera aspirazione che è quella della realizzazione del sè più profondo. L’affrontare la vita con l’uso esclusivo della mente e della ragione ci ha portati a non ascoltare e poco alla volta ci ha resi sordi a quello che il cuore e la nostra anima ci stavano continuamente dicendo. In un mondo di superuomini non potevano essere ammessi sentimenti di inferiorità, debolezza, sensibilità, amore : l’unico scopo era quello di emergere o comunque di apparire a tutti i costi ed il non riuscire a realizzarli ha portato ad uno stato di frustrazione in chi non ce l’ha fatta e uno stato di stupore e di rabbia in chi pur realizzandosi, continuava a vivere comunque un forte senso di malessere e disagio psicologico.
Il nostro modo di affrontare la vita ci ha portato ad accantonare tutto ciò che non riuscivamo a gestire e a metabolizzare. Nella nostra cantina interiore, anno dopo anno, abbiamo ammonticchiato emozioni di rabbia, rancore, non cosiderazione, mancanza d’amore che fin dalla primissima infanzia non siamo stati in grado di gestire ed elaborare, uniti a bocconi amari inghiottiti durante il nostro percorso di vita . La nostra cantina ormai stracolma ci ributta tutto ciò che pensavamo di avere eliminato definitivamente mettendoci davanti alla cruda realtà fatta di cose senza nessuna importanza e valore.
Solo recuperando il nostro essere noi stessi possiamo cercare di sbloccare il cumulo di macerie che ci sono piombate addosso. Solamente vivendo ed elaborando non razionalmente ma emozionalmente tutto ciò che abbiamo messo nella nostra cantina abbiamo la possibilità di recuperare il diritto ad una vita serena e felice.
L’apertura del cuore è un termine romantico, che indica in ipnosi l’approccio che porta il paziente a vivere e sperimentare il fardello emotivo tenuto nascosto o creduto dimenticato.
E’ un approccio non invasivo, dove il paziente senza perdere lo stato di coscienza, viene lentamente indotto e portato ad un livello cerebrale di frequenza di onde di tipo Delta, che corrispondono ad uno stato psico-fisico di rilassamento profondo ed allo stato di meditazione. Una volta giunto in questo stato è possibile da parte del terapeuta effettuare una decodifica di impulsi, segnali ed emozioni che attraverso una scarica emotiva detta abreazione permette al paziente di scaricare il sovraccarico accumulato permettendogli di riconoscere, manifestare, vivere appieno le sue emozioni lasciando andare tutto ciò che sarebbe di ostacolo alla sua evoluzione spirituale.
Giu 17, 2011 | IPNOSI, PILLOLE DI RIFLESSIONE
Carl Gustav Jung è stato lo psicoterapeuta che più di ogni altro si è occupato di simboli nella storia della psicologia del profondo. Per Jung il simbolo è portatore di un contenuto che non riesce ad essere espresso altrimenti.
Il simbolo” vivo “per Jung è intimamente collegato con qualche aspetto inconscio e a qualche cosa che sta cercando di emergere. Il riuscire a cogliere, almeno in parte questi contenuti nuovi, dipende dall’atteggiamento della coscienza. E’ proprio nel momento di conflitto che si attiva la funzione trascendente, in grado di generare un simbolo che permette di procedere oltre con l’evoluzione spirituale dell’uomo. E’ nel conflitto e nel contrasto che si può generare qualcosa di nuovo, con la tensione tra gli opposti che viene superata proprio con quel simbolo in grado, come sottolinea l’etimologia stessa della parola (symbolon deriva da symbollein che significa congiungere, tenere insieme, unire ciò che è stato separato), di riunificare. Il vero simbolo è sempre il frutto della cooperazione fra coscienza e inconscio. Il simbolo riesce tra queste polarità, ad essere un “trasformatore di energia” che fornisce nuovo slancio vitale alla persona. I simboli con questa loro capacità di riunire gli opposti, di andare oltre facendo intravedere nuove direzioni sono basilari ai fini del processo di individuazione, cioè quel lungo e tortuoso percorso che porta a divenire se stessi. Il Sé che può sembrare un concetto astratto, si manifesta con simboli di totalità come il mandala; come il Tao, la Croce; con simboli che esprimono una personalità superiore come quella di un eroe o di un re. In ogni caso anche l’elemento più ampio e profondo della personalità si esprime con un simbolo (soprattutto nelle immagini, personaggi, eroi, presenti nei sogni), che è pur sempre il miglior modo possibile per esprimere ciò che non riesce ad essere espresso altrimenti.
Jung sosteneva che non era assolutamente facile per l’uomo comune capire ed ascoltare l’inconscio, ma se noi solamente prestassimo attenzione ai segni che il mondo esterno ci dona, sotto varie forme,( da un invito di un amico, un presagio, un avvertimento, un immagine, una parola, una farfalla,un sogno ecc.) potremmo raccogliere il messaggio che dietro di essi si cela. La verità è sempre velata da un simbolo, ma il vederlo, coglierlo o decifrarlo non è facile, proprio perché può avere molti segni e mille aspetti e nel momento in cui ne veniamo a contatto la sua luce si riflette su di noi in modo particolare , attraverso percezioni sensazioni ed emozioni che l’immagine o la parola ci trasmettono. A seconda dell’emozione che esse ci comunicano (in negativo o positivo) possiamo cogliere uno spunto per il nostro cammino. Purtroppo la fretta di cui siamo vittime, ci impedisce di riconoscerli, impedendoci allo stesso tempo di ascoltare la nostra voce inconscia interiore, che ognuno di noi porta in sé; ma se al contrario aprissimo gli occhi e il cuore cercando di comprendere il significato del simbolo come realtà concreta, segno tangibile che rappresenta un idea astratta, difficile da scoprire o una verità nascosta, se solo lo sapessimo udire, solo allora potremmo agire con più saggezza e lucidità e fare scelte migliori e più giuste.
Come diceva Faust: “tutto quello che ci circonda ha valore di simboli, interpretarli è avvicinarsi alla verità” e come sottolineava Gustavo Rol: “i simboli posseggono significati psicologici, morali, religiosi: per interpretarli individualmente bisogna mettersi in uno stato d’animo disponibile e permeabile alle associazioni che i simboli stessi ci suggeriranno…..Questa eredità ricca e preziosa, da cui si può estrarre la conoscenza, quella che formò la saggezza degli antichi sapienti sarà alla portata di ciascuno di noi. Essi saranno una guida di comportamento, sui quali il tempo non avrà alcuna influenza.”
Giu 13, 2011 | IPNOSI
Tutti gli stadi della nostra coscienza sono dovuti all’incessante attività elettrochimica del cervello, che si manifesta attraverso onde elettromagnetiche dette onde cerebrali. La frequenza di tali onde , calcolata in cicli al secondo, o Hertz (Hz), varia a seconda del tipo di attività in cui il cervello è impegnato e può essere misurata con apparecchi elettronici . Le onde cerebrali si suddividono in quattro bande che corrispondono a quattro fasce di frequenza e che riflettono le diverse attività del cervello
ONDE DELTA: hanno una frequenza tra 0,5 e 4 Hz: sono associate al rilassamento psicofisico più profondo. Sono onde proprie della mente inconscia, del sonno senza sogni, dell’abbandono totale.
ONDE THETA: la loro frequenza è tra i 4 e 8 Hz.: sono proprie della mente impegnata in attività di immaginazione, visualizzazione, ispirazione creativa. Sono prodotte durante la meditazione profonda, il sogno ad occhi aperti e durante la fase REM del sonno. Nell’attività di veglia sono segno di una conoscenza intuitiva e di una capacità immaginativa radicata nel profondo. Vengono associate all creatività e alle attitudini artistiche.
ONDE ALFA : hanno una frequenza che varia da 8 a 14 Hz : sono associate ad uno stato di coscienza vigile, ma rilassata. La mente, calma e ricettiva, è concentrata sulla soluzione di problemi esterni, o sul raggiungimento di uno stato meditativo leggero. Le onde alfa dominano nei momenti introspettivi, o in quelli in cui più acuta è la concentrazione per raggiungere un obiettivo preciso. Sono tipiche, per esempio, dell’attività cerebrale di chi è impegato in una seduta di meditazione, yoga.
ONDE BETA : hanno una frequenza che varia da 14 a 30 Hz : sono associate alle normali attività di veglia, quando siamo concentrati sugli stimoli esterni. Sono alla base delle nostre fondamentali attività di sopravvivenza, di orientamento, di selezione e valutazione degli stimoli che provengono dal mondo che ci circonda. Esse ci permettono la reazione più veloce e l’eseguzione rapida di azioni. Nei momenti di ansia o di stress le onde beta ci danno la possibilità di tenere sotto controllo la situazione e dare veloce soluzione ai problemi.
Il cervello umano è suddiviso in due emisferi:
DESTRO- sintetico (comprende l’insieme delle parti), spaziale (coglie le relazioni nello spazio), intuitivo ( usa sensazioni ed immagini ), concreto, analogico (usa le metafore ), irrazionale, olistico ( percepisce le strutture d’insieme) atemporale e non verbale. E’ la sede delle atttività creative, della fantasia.
SINISTRO- astratto ( giunge al insieme partendo dal dettaglio), lineare ( lavora in ordine sequenziale), analitico( comprende i dettagli) simbolico,numerico, razionale, logico, verbale, temporale. E’ la sede di tutte le attività che coinvolgono il linguaggio, la scrittura e il calcolo.
Nell’adulto un emisfero è dominante sull’altro mentre nel bambino fino ai 6 anni i due emisferi lavorano in sincronia.
La mente può essere divisa in mente conscia e mente inconscia.
La mente inconscia è deputata alla registrazione delle abitudini ed delle esperienze aquisite = educazione.
La mente conscia è la nostra programmazione creativa= consapevolezza.
Il 95% della mente è dato dalla mente inconscia che è una componente essenziale della nostra psiche. Essa implementa sei funzioni : memoria, emozioni, azione, controlli vegetativi, controllo delle abitudini, immaginazione.
La mente inconscia si occupa anche di interagire con la mente cosciente. Tra le sue pecularietà troviamo in grande rilievo il fattore protettivo. Le reazioni istintive sia fisiche che emozionali, vengono appunto codificate da questa parte della nostra psiche e al momento del bisogno sono pronte ad agire con immediatezza. Dimenticanze, lapsus, errori ecc, sono effetti dell’attività inconscia. La mente inconscia è sempre presente ed attiva e gli stimoli esterni passano prima da essa
Mediante l’elettroencefalogramma ( EEG) è possibile misurare e visualizzare questi tipi di onda che hanno, nell’adulto, alternanza di fasi di più bassa e di più alta frequenza.
Nel bambino le cose vanne in modo completamente diverso. Da prima della nascita fino ai due anni l’attività cerebrale si trova nella fase più bassa ( onde delta). Nell’adulto le onde delta corrispondono alla fase del sonno profondo dove non c’è coscienza. Un bambino in questa fase non è non cosciente ma, siccome non è in grado di reagire, è come se si trovasse al di là di un vetro ad osservare il mondo senza potere reagire.
Dai due ai sei anni si verifica l’attivazione di onde cerebrali più alte di tipo Theta e qui ci troviamo al livello dell’immaginazione. Ecco perchè i bambini dai due ai sei anni mescolano il mondo reale e quello dell’immaginazione nei loro giochi. Quando il bambino arriva a sei anni inizia un altro livello anche chiamato stato Alpha che equivale ad uno stato di coscienza tranquilla. Quando arriva ai 12 anni esprime tutte le gamme più una nuova frequenza detta Beta detta anche dell’apprendimento scolastico.
La coscienza, come la intendiamo, non è disponibile per un bambino fino ai sei anni.
I primi sei anni sono quelli dello stato detto programmabile. Questa fase di bassa attività è detta transipnotica o stato ipnagogico. Questo periodo importante è detto dell’inculturazione dove un bambino deve apprendere migliaia di fatti che riguardano il suo adattamento alla famiglia, alla società, all’ambiente. In questa fase la natura non dà coscienza ma attività cerebrale per fare un download dei fatti. Qualsiasi cosa accade in questi sei anni si struttura nella mente subconscia e il bambino vive in uno stato di superapprendimento. E’ in questa fase che impariamo le basi delle relazioni, dei legami. Qualunque cosa il bambino veda, senta o apprenda dalla famiglia andrà direttamente nella sua mente subconscia. E’ il periodo della nascita della nostra identità personale. Quello che i genitori ci dicono noi diventiamo. Impulsi positivi o negativi diventano un programma nel subconcio. Quindi tutti i programmi aquisiti nei primi sei anni modellano il modo in cui vivremo la nostra vita. Tutto questo avviene al di sotto della nostra coscienza .
La mente inconscia, più antica, elabora in contemporanea 40 milioni di bit al secondo provenienti dall’ambiente. E’ molto potente e rapida ma abitudinaria e non creativa e può fare solo un playback di ciò che ha imparato.
L’evoluzione , a livello cerebrale, dà la corteccia prefrontale che dà origine alla coscienza, piccola parte del cervello, una funzione aggiunta che può elaborare solo 40 bit al secondo e quindi è molto lenta. L’emergenza e lo stress sono gestiti dalla mente inconscia. La mente conscia può occuparsi di poche cose alla volta mentre la mente inconscia può gestire migliaia di informazioni nello stesso tempo.
Noi siamo coscienti solo del 5 % della nostra capacità cognitiva. Ogni giorno solo l’ 1 % che viene creato è creato dalla mente conscia. Quindi il 95% della nostra vita proviene dalla programmazione della nostra mente subconscia. Il subconscio elabora e manifesta un programma. Se siamo stati programmati negativamente per il 95% della nostra vita creeremo quell’esperienza. La mente conscia ed inconscia lavorano insieme e la mente conscia è in grado di controllare qualsiasi cosa su cui si concentra ma ciò su cui non ci si concentra è controllato dalla mente subconscia.
Durante il giorno pensiamo al futuro o al passato con la mente conscia e quindi non prestiamo attenzione al presente e tutto ciò che facciamo è gestito dal programma della menta subconscia. Dato che la mente conscia sta prestando attenzione non vede il programma fatto dalla mente inconscia.
Pensare positivo..qual’è la mente che crea il pensiero positivo? La mente conscia che opera per il 5 % della giornata con un processore di 40 bit al secondo . Quando siamo concentrtati cosa condiziona il gioco? I programmi esperienziali della mente subconscia che opera per il 95% della giornata con un processore di 40 milioni di bit al secondo. Qiundi secondo voi può il pensiero positivo funzionare? fate voi i conti. E’ veramente difficile pensare che un piccolo processore surclassi un processore migliaia di volte più grande e potente a meno che utilizzi il potere della volontà. Potere della volontà in grado di modificare il programma.Tramite l’attività consapevole e il pensiero e prestando attenzione e consapevolezza si può non eseguire quello che è registrato nel programma della mente inconscia cosa che diventa possibile applicando i concetti dell’attenzione consapevole della dottrina buddista. Vivere consapevolmente significa non mettere in funzione il nastro del programma inconscio.
Dato che l’approccio filosofico buddista non è per noi occidentali di facile applicazione un modo efficace per sbloccare il programma è quello dell’ipnoterapia medica che è in grado di riportare il paziente nello stato cerebrale in cui si trovava durante il periodo dell’apprendimento dei 0 fino ai 6 anni dove il terapeuta potrà immettere un nuovo programma e riscrivere il nastro liberando il paziente da una serie di condizionamenti ed abitudini creata nella prima parte della sua vita.
Mag 11, 2011 | IPNOSI
Cos’è il dolore? L’ultima definizione data al significato di dolore risale al 1994, quando l’Associazione Internazionale per lo studio del dolore pose la necessità di tentare una sintesi che mettesse l ‘accento più sul soggetto che soffre, rispetto ai meccanismi scatenanti, e descrive il dolore come: un’esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata a danni tessutali reali o potenziali o descritta in termini di tale danno.
Nel passato il dolore era visto come unico sia sul piano fisico che morale, quindi era vissuto come un’esperienza unitaria. In seguito si è creata una scissura molto più ampia di questa terminologia ( dolore fisico, morale, esistenziale ecc).
L’esperienza del dolore è comunque reale e non esiste per il paziente un dolore psichico e uno somatico.
Il dolore non è una schema immodificabile e non è una sensazione che può essere annullata, ma è una struttura che può essere manipolata, che è data da un passato dell’individuo che ha creato il presente che in base alla reazione creerà il futuro.
Il nostro inconscio rappresenta una risorsa fondamentale ed insostituibile che in molte situazioni permette il controllo del dolore cronico. L’ ipnosi quando è diretta a produrre stati di controllo sulla sensazione dolorosa deconcentra dall’ attenzione che focalizza sull’agente lesivo e sull’area corporea interessata dal dolore portando ad una riduzione della percezione del dolore.
Attraverso la riduzione dell’ ansia associata decondiziona, destruttura e controbilancia le situazioni o i comportamenti anticipatori all’ insorgere del dolore.
L’ ipnosi oltre al controllo degli stati di dolori associati a malattie a carattere cronico o oncologico permette al paziente di modulare in modo rapido ed efficace il dolore , che creato da una situazione emozionale e psicologica, si manifesta con tutta la sua intensita attraverso la manifestazione su di un piano di dolore fisico che altro non è che lo scaricarsi di un dolore emozionale che il paziente non è in grado di gestire ( Es. tensioni e contratture muscolari, emicranie e cefalee, coliti ecc). Quindi attraverso l’ ipnosi, lavorando sullo sblocco del dolore morale si assiste alla scomparsa del dolore sul piano fisico.
Una delle considerazioni più importanti è quella di non usare mai l’ ipnosi per trattare il dolore prima di avere escluso, attraverso accertamenti diagnostici, una possibile alterazione patologica profonda che manifesta con il dolore la sua presenza (es. cefalea persistente = tumore al cervello) perchè trattare il dolore solo modulandone la sua percezione non tratta l’origine di esso nella malattia. Nel caso che il medico diagnostichi l’assenza di una problematica profonda di patologia organica, pur rimanendo il dolore, l’utilizzo dell’ipnosi è uno dei mezzi più efficaci per contrastarlo.
Mag 4, 2011 | AGOPUNTURA, IPNOSI, MEDICINA FUNZIONALE, OMEOPATIA

Mal di pancia, colite, sindrome dell’intestino irritabile…quanti modi per descrivere un disturbo tra i più diffusi. L’intestino è uno degli organi più bersagliati e colpiti dell’ era moderna. L’intestino tenue è quella parte del tubo digerente che viene dopo lo stomaco e il duodeno. La sua principale missione è quella di portare a termine la digestione del bolo alimentare, iniziata in bocca e proseguita nello stomaco, e assorbire quanto ne risulta attraverso le piccole pieghe della sua mucosa. Questa immane opera di riassorbimento svolta dal tenue è possibile grazie all’enorme superficie della sua parete che, se fosse dispiegata, sarebbe di circa 200 metri quadrati. Nel Colon avviene principalmente l’assorbimento dell’acqua e l’addensamento del materiale fecale. Alimenti disturbanti, farmaci, stress patologico, infiammazioni, uniti come in un esercito, agiscono giorno dopo giorno nel creare una disfunzione di questo organo.
La moderna gastroneuroimmunologia ha dimostrato l’esistenza nell’intestino di un apparato nervoso detto ” cervello addominale” composto da oltre 100 miliardi di cellule (più di quelle presenti nel midollo spinale ) che ha la funzione di mantenere ed organizzare la funzionalità di questo organo essenziale alla vita dell’individuo e ha dimostrato che la maggior parte della Serotonina (neurotrasmettitore deputato anche alla regolazione del tono dell’umore) è prodotta per oltre 80% in questo organo. E dulcis in fundo nell’intestino è presente circa il 75% delle cellule del sistema immunitario.
Quindi un intestino in equilibrio significa buon metabolismo, buon umore e sistema di difesa efficiente cosa che oggi, purtroppo, è appannaggio di pochissimi individui.
Appare chiaro a questo punto che sintomi legati al disturbo disfunzionale, non dimostrabili con accertamenti clinici o endoscopici, non possono e non devono essere sempre etichettati dai medici come problematiche psicosomatiche (curate con ansiolitici ed antidepressivi) ma devono essere affrontati valutando il paziente nella sua totalità ( alimentazione, emozioni, stress) al fine di cercare di portare il paziente ad un recupero il più possibile vicino allo stato primitivo di benessere.
L’approccio della Medicina Complementare ( agopuntura, omeopatia, fitoterapia e medicina funzionale, ipnosi), anche se con metodiche diverse, si pone come obiettivo , non solo il controllo del sintomo ma soprattutto l’eliminazione delle cause che hanno portato alla disfunzione. Questo non solo attraverso atti di terapia ma anche attraverso una informazione il più possibile dettagliata, data al paziente, di come gli atteggiamenti alimentari, psichici ed emozionali sono determinanti nel creare il disturbo ma soprattutto nel mantenere lo stato di benessere.
Apr 11, 2011 | IPNOSI
Secondo la visione medico-scientifica la malattia e i suoi sintomi sono visti ed interpretati come un nemico da distruggere.
Il messaggio nascosto che esiste nell’inconscio dell’ Uomo è che la malattia e quindi la sofferenza, è un avversario da combattere e da sconfiggere.
La sofferenza è vissuta come un uragano che ci travolge senza che noi ne siamo responsabili. La colpa è sempre fuori di noi: l’Uomo non si responsabilizza mai per quello che fa, ne tanto meno per quello che subisce. L’Uomo deve imparare a guardare dentro se stesso e capire i meccanismi inconsci che l’hanno portato ad ammalarsi o a soffrire nella sua esistenza, perchè la malattia è un processo di consapevolezza e di conoscenza di se stessi.
La malattia è energia complementare alla salute ed alla gioia. Complementare vuol dire che entrambi devono sussistere per il bene dell’Uomo.
L’Uomo vive in una dimensione di dualità, fatta di opposti, ( giorno e notte, bianco e nero, guerra e pace, ecc) dove non può esistere un polo senza il suo contrario. E quanto più si vuol negare un aspetto, paradossimamente, l’aspetto opposto affiora in maniera esplosiva. Più si ricerca la pace e più conflitti si innescano ( oggi sul pianeta si combattone 36 guerre ); negli anni ottanta la medicina dichiarò sconfitte le malattie infettive ed arrivò AIDS; oggi più si combatte la malattia e si nega la morte più ci si ammala e si muore.
La malattia, invece, vissuta come un processo di crescita, non sarà solo combattuta con forza ma dovrà essere capita e bisognerà andare alle sue radici, in modo che si possa ritrovare l’Unità perduta che è Armonia.
Ma oggi l’Uomo divide tutto in termini di Bene o Male, Giusto o Sbagliato e tutto viene incasellato e schematizzato.
Il corpo , in effetti, si ammala perchè non è in armonia con se stesso e col mondo esterno: si creano, quindi, dei vuoti energetici nel suo campo vitale che danno libero accesso ad agenti esterni come microrganismi, virus , allergeni che innescano la malattia ma non ne sono la causa. Dipende perciò dal nostro equilibrio se gli eventi esterni si possono manifestare.
Ma cosa cerchiamo di fare noi invece di cercare di capire la malattia e a che cosa risale, o indagare su quale meccanismo intrinseco è connessa? Sopprimiamo il sintomo e non vogliamo conoscerlo né, tanto meno, affrontarlo.
La malattia è quindi un insieme di azioni scorrette create dalla nostra mente deviante. Dobbiamo prenderne atto e correggere le azioni inconsapevoli.
Le basi su cui poggia la nostra società contemporanea è la PAURA DELLA MORTE.
Anche in questo caso la morte è stata contrapposta alla Vita, quale sua più grande nemica ed avversaria.
La malattia, INCONSCIAMENTE, non è che l’inizio della morte e per questo se ne ha paura. Solo i Maestri Illuminati ci hanno descitto il processo della morte per quello che è: un cambiamento totale del livello di coscienza. I Maestri e, solo loro, ci insegnano che è la nascita il processo più doloroso e non la morte.
Ma nei nostri inconsci individuali e nell’inconscio collettivo si è venuta a stratificare questa ossessione della morte, vista come la sofferenza più forte e dolorosa.
Questa paura così radicata ha tarpato le ali alla vita, perchè la paura di morire è tale che gli esseri umani non vivono più, si chiudono sempre più nella paura, si proteggono sempre di più, si isolano sempre di più e i loro cuori sono pieni di ansie, paranoie, sofferenze, che non permettono di vivere, se non si vive gioiosamente, è certo che non si morirà gioiosamente. Noi invecchiamo e moriamo così come abbiamo vissuto. Vivendo gioiosamente, possiamo morire in pace: se la paura di morire lentamente svanisce, allora svanirà l’80% delle malattie.
La gioia è nutrimento ben più grande del cibo.
Quanto è più sottile il nutrimento quanto più è fondamentale ed essenziale per vivere. Senza cibo possiamo vivere anche 40 giorni; senza acqua solo pochi giorni; senza aria solo pochi minuti. Senza sensazioni si muore immediatamente e per sensazioni si intendono tutte le emozioni e percezioni.
Il condizionamento che abbiamo subito è la paura della morte e quindi la paura della malattia e per ultimo la paura di vivere.
Su queste paure è fondata la società del consumo. Tu, singolo uomo, hai paura; quindi io, come potere, ti proteggo dandoti il lavoro con cui puoi guadagnare per avere una casa dove proteggerti, nasconderti e sentirti sicuro. Ma oggi il lavoro è diventato totalizzante, così non si ha più il tempo di pensare alle proprie paure.
Fermarsi vuol dire collassare. Si lavora sempre di più per non pensare alle proprie sofferenze. Per la mente è importante solamente essere occupati, attivi ed in movimento. Fermarsi vuol dire accorgersi del vuoto che abbiamo dentro. Più oggetti ci offre la società più siamo vuoti dentro. Più case, più amanti, più telefonini e Tv e altre fonti di eccitazione possediamo e più siamo vuoti dentro. Dentro c’è tutta la paura di ammalarsi e di morire. Pur negando la morte, inconsciamente, la viviamo come inevitabile e se non la consideriamo come parte della nostra esistenza, ma come male da combattere si innescheranno oltre alla paura, sentimenti di rabbia e repressione che condizionareranno la nostra vita non permettendoci di viverla in pienezza.
Attraverso l’ Ipnosi è possibile deprogrammare questo meccanismo inconscio automatico e, attraverso un percorso di conoscenza di se stessi, permette di sciogliere i blocchi emozionali legati a sentimenti di paura, rabbia per permettere all’individuo di scoprire e di vivere la sua vera essenza.