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Carl Gustav Jung è stato lo psicoterapeuta che più di ogni altro si è occupato di simboli nella storia della psicologia del profondo. Per Jung il simbolo è portatore di un contenuto che non riesce ad essere espresso altrimenti.

Il simbolo” vivo “per Jung è intimamente collegato con qualche aspetto inconscio e a qualche cosa che sta cercando di emergere. Il riuscire a cogliere, almeno in parte questi contenuti nuovi,  dipende dall’atteggiamento della coscienza. E’ proprio nel momento di conflitto che si attiva la funzione trascendente, in grado di generare un simbolo che permette di procedere oltre con l’evoluzione spirituale dell’uomo. E’ nel conflitto e nel contrasto che si può generare qualcosa di nuovo, con la tensione tra gli opposti che viene superata proprio con quel simbolo in grado, come sottolinea l’etimologia stessa della parola (symbolon deriva da symbollein che significa congiungere, tenere insieme, unire ciò che è stato separato), di riunificare. Il vero simbolo è  sempre il frutto della cooperazione fra coscienza e inconscio. Il simbolo riesce tra queste polarità,  ad essere un “trasformatore di energia”  che fornisce nuovo slancio vitale alla persona. I simboli con questa loro capacità di riunire gli opposti, di andare oltre facendo intravedere nuove direzioni sono basilari ai fini del processo di individuazione, cioè quel lungo e tortuoso  percorso che porta a divenire se stessi. Il Sé che può sembrare un concetto astratto, si manifesta  con simboli di totalità come il mandala;  come il Tao, la Croce; con simboli che esprimono una personalità superiore come quella di un eroe o di un re. In ogni caso anche l’elemento più ampio e profondo della personalità si esprime con un simbolo (soprattutto nelle immagini, personaggi, eroi, presenti nei sogni), che è pur sempre il miglior modo possibile per esprimere ciò che non riesce ad essere espresso altrimenti.

Jung sosteneva che non era assolutamente facile per l’uomo comune capire ed ascoltare l’inconscio, ma se noi   solamente  prestassimo attenzione ai segni che il mondo esterno ci dona, sotto varie forme,( da un invito di un amico, un presagio, un avvertimento, un immagine, una parola, una farfalla,un sogno ecc.) potremmo raccogliere il messaggio che dietro di essi si cela. La verità è sempre velata da un simbolo, ma il vederlo, coglierlo o decifrarlo non è facile, proprio perché può avere molti segni e mille aspetti e nel momento in cui ne veniamo a contatto la sua luce si riflette su di noi  in modo particolare , attraverso percezioni sensazioni ed emozioni che l’immagine o la parola ci trasmettono. A seconda dell’emozione che esse ci comunicano (in negativo o positivo) possiamo cogliere uno spunto per il nostro cammino. Purtroppo la fretta di cui siamo vittime, ci impedisce di riconoscerli, impedendoci allo stesso tempo di ascoltare la nostra voce inconscia interiore, che ognuno di noi porta in sé; ma se al contrario aprissimo gli occhi e il cuore cercando di comprendere il significato del simbolo come realtà concreta, segno tangibile che rappresenta un idea astratta, difficile da scoprire o una verità nascosta, se solo lo sapessimo udire, solo allora potremmo agire con più saggezza e lucidità e fare scelte migliori e più giuste.

Come diceva Faust: “tutto quello che ci circonda ha valore di simboli, interpretarli è avvicinarsi alla verità” e come sottolineava Gustavo Rol: “i simboli posseggono significati psicologici, morali, religiosi: per interpretarli individualmente bisogna mettersi in uno stato d’animo disponibile e permeabile alle associazioni che i simboli stessi ci suggeriranno…..Questa eredità ricca e preziosa, da cui si può estrarre la conoscenza, quella che formò la saggezza degli antichi sapienti sarà alla portata di ciascuno di noi. Essi saranno una guida di comportamento, sui quali il tempo non avrà alcuna influenza.”

 

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