LO STRESS UCCIDE IL SISTEMA IMMUNITARIO

LO STRESS UCCIDE IL SISTEMA IMMUNITARIO

Lo stress uccide il sistema immunitario

Lo stress influisce su molte funzioni del sistema immunitario e può ridurne l’efficacia in modo determinante. Gli effetti sono davvero pericolosi. Ce lo spiega Greta Manoni in questo articolo.

La relazione tra stress e sistema immunitario è stata considerata per decenni.

L’atteggiamento prevalente tra l’associazione di stress e la risposta del sistema immunitario è stato quello secondo cui le persone sotto stress hanno maggiori probabilità di avere un sistema immunitario compromesso e, di conseguenza, soffrono di malattie più frequentemente.

Oggi, dopo 30 anni di ricerca, è un’evidenza dimostrata che gli eventi mediati dal cervello (come lo stress psicologico e la depressione) possono alterare la funzione del sistema immunitario periferico; e che viceversa alterazioni del sistema immunitario periferico (come quelle che si verificano durante una malattia) possono influenzare il cervello determinando modificazioni dell’umore, stati d’ansia e alterazioni cognitive (Schwartz-Nemeroff).

L’immunità è un requisito della vita stessa: anche gli organismi più semplici dimostrano un’attività immune, in accordo con l’ipotesi che l’immunità sia comparsa precocemente nella scala evolutiva sulla terra. Esiste un’immunità innata aspecifica rapida che inizia dalla cute e dalle mucose del tratto gastrointestinale e respiratorio, e costituisce una barriera fisica e chimica all’invasione degli agenti patogeni esterni. Risposte immunitarie innate utilizzano cellule effettrici come i fagociti (macrofagi, neutrofili), cellule natural killer, mediatori solubili (complementi, proteine di fase acuta), citochine (tumor necrosis factor-a, interleuchina-1A e B, interleuchina-6).

La risposta immediata aspecifica mette in moto col tempo la formazione di una risposta immunitaria acquisita, che implica la formazione di una memoria per i molteplici fattori patogeni; la risposta immunitaria acquisita è più specifica ma più lenta. Essa consiste in risposte cellulari (linfociti T-helper 1, linfociti T citotossici, interleuchine-2. interleuchine-12, interferone-gamma) e in risposte umorali (linfociti T-helper 2, linfociti B, anticorpi, interleuchina 4, interleuchina 10).

Il sistema immunitario può essere condizionato dallo stress patologico

Negli anni 70, alcuni ricercatori hanno scoperto che il sistema immunitario è suscettibile al condizionamento classico pavloviano in risposta a stress psicologico (Ader e Cohen, 1975). Diversi studi hanno dimostrato che i mediatori dello stress (ormoni corticosteroidi), essendo rilasciati dalle ghiandole surrenali direttamente nel circolo sanguigno, sono in grado di agire sul sistema immunitario. I ricercatori hanno evidenziato che gli stress cronici e intensi attivano il sistema immunitario innato e indeboliscono le risposte del sistema acquisito.

Gli effetti per la salute di tali alterazioni immunitarie associate allo stress sono dimostrati in studi che rivelano:

  • una correlazione tra stress cronico e aumento della vulnerabilità al comune raffreddore
  • ridotta risposta anticorpale alle vaccinazioni
  • ritardata guarigione delle ferite e comparsa di herpes zoster

Inoltre lo stress e la depressione sono stati correlati ad un incremento di morbilità e mortalità per malattie infettive come l’HIV e malattie neoplastiche (tumore al seno e melanoma). Lo stress grave può infatti portare a malignità sopprimendo l’attività dei linfociti T citotossici e delle cellule natural killer, e condurre alla crescita di cellule maligne, instabilità genetica ed espansione del tumore.

Lo stress aumenta la noradrenalina, che uccide le nostre difese immunitarie

Altri studi hanno dimostrato che la concentrazione plasmatica di noradrenalina, che aumenta dopo lo stress indotto, ha una relazione inversa con la funzione immunitaria di fagociti e linfociti. Infine dalla letteratura è risultato che anche le catecolamine e gli oppioidi (rilasciati in seguito a stress) hanno proprietà immunosoppressive. Tuttavia, come riportato in precedenza, i glucocorticoidi prodotti per brevi periodi e a moderate dosi possono promuovere realmente certi aspetti delle funzioni immunitarie fisiologiche. Durante lo stress acuto o lieve svolgono un ruolo primario nel limitare un’attivazione infiammatoria eccessiva e prolungata. Questa proprietà si utilizza in medicina per il trattamento delle eccessive reazioni immuni in varie patologie: i glucocorticoidi sono ancora oggi i principali farmaci antinfiammatori.

Da: https://www.igorvitale.org/lo-stress-uccide-il-sistema-immunitario/?fbclid=IwAR0W_EU4BY_oYAOkTlzIKCKjvob9UMTE3TN95FrnHjl7G540q1hROqK_PUA

Dott. Mauro Piccini

LA MEDICINA FUNZIONALE E I DISTURBI DA STRESS IN PEDIATRIA

LA MEDICINA FUNZIONALE E I DISTURBI DA STRESS IN PEDIATRIA

I disturbi da stress nei bambini stanno diventando una condizione di malessere sempre più diffusa, principalmente nei bambini che affrontano l’inserimento nel mondo della scuola.
Questi segnali sono quasi sempre sottovalutati ritenendoli come una reazione normale alla vita quotidiana del bambino. La reiterazione continua di questi stimoli, porta nel tempo, all’alterazione dell’ equilibrio del bambino sfociando in un meccanismo di reazione su vari livelli, principalmente emotivo, psicofisico ed immunitario.

E’ molto facile prevedere questi eventi quando il bambino vive situazioni altamente stressanti come un lutto, la separazione dei genitori, il bullismo, una grave malattia ma rimane difficile la valutazione quando il bambino si deve approcciare a situazioni di stress continui ma di bassa intensità che però determinano, nei bambini più predisposti, un’ intensa risposta sul piano interiore. Si giunge purtroppo, quasi sempre, ad accorgersene quando il bambino inizia a presentare disturbi di tipo psicosomatico, come alterazione dell’apparato digerente con nausea, vomito, coliti e diarrea, dermatite atopica, difficoltà respiratorie, allergie o disturbi sul piano psico-emozionale con disturbi del sonno, della concentrazione e dell’attenzione arrivando fino a manifestazione di disturbi nella socializzazione.

La medicina funzionale offre un valido affiancamento per meglio capire non solo le cause del disturbo, ma soprattutto per valutare come il bambino reagisce a livello emozionale e, con quale emozioni entra principalmente in gioco nella reazione allo stimolo stressante.

Integrando diversi approcci (omeopatia, omotossicologia, fitoterapia, floriterapia ) la terapia sarà indirizzata non solo a sbloccare la sintomatologia emozionale espressa sul piano fisico, ma anche ad aiutare il bambino nella gestione dello stress e nel modificare schemi di comportamento al fine di interagire con i carichi in modo più equilibrato.

Dott. Mauro Piccini

 

INQUADRAMENTO MULTIDISCIPLINARE DELLE PATOLOGIE DA RAFFREDDAMENTO

INQUADRAMENTO MULTIDISCIPLINARE DELLE PATOLOGIE DA RAFFREDDAMENTO

Inquadramento multidisciplinare delle patologie da raffreddamento

Novara, 24 Ottobre 2019
Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria.
Il seminario è riservato ai Professionisti del Settore Salute

Programma:

– Ruolo di comunicazione immunitaria delle superfici mucose (MALT-BALT-GALT)

– Abilità nel mantenere l’omeostasi e attivare la capacità di protezione dell’organismo nei confronti delle patologie invernali

– Importanza dell’equilibrio psico-emozionale per migliorare la comunicazione tra questi sistemi

Relatore
Dott. Mauro Piccini
Medico chirurgo – esperto di Medicina Complementare

Ideazione e organizzazione
Michela Tubiello
Informatore Medico Scientifico
Tel: +39 339 6106542
Email: michela.tubiello@vandaomeopatici.it

Hotel Cavour ****
Via San Francesco D’Assisi, 6 – 28100 Novara (NO)
tel. +39 0321 659889 – fax +39 0321 659230
e-mail info@hotelcavournovara.com

web www.hotelcavournovara.com 

Programma
Apericena ore 19.30
Inizio lavori in sala meeting ore 20.30
Fine lavori ore 22.30

IL SISTEMA ACIDO-BASE: ELEGANTE DANZA DELLA SALUTE

IL SISTEMA ACIDO-BASE: ELEGANTE DANZA DELLA SALUTE

a cura della dott.ssa Sabine Eck

Oggi voglio parlarvi di acidosi. Se ne sente sempre più parlare, ma senza approfondire mai troppo la questione. Partiamo quindi insieme dal capire bene di cosa di tratta.
Facendo un giro su internet, o tra i testi della letteratura cosiddetta “alternativa”, si trovano informazioni che descrivono l’acidosi tissutale latente come la principale causa di tante malattie: dal raffreddore all’artrite reumatoide.
Ricercando però informazioni su fonti più “ufficiali” si legge che non vi è nulla di cui preoccuparsi: ogni eccesso di acidi viene eliminato dai reni. Ma queste due visioni, come spesso accade, sono diametralmente opposte. Qual è dunque la realtà?

In medicina sappiamo che ogni evento può esprimersi in maniera acuta, cronica o con fasi intermedie a volte dette borderline. La divisione però tra acuto e cronico è meramente didattica, in quanto la vita reale gioca quasi sempre tutte le note intermedie ed è per questo motivo che la medicina è un’arte che usa le scienze: non può infatti essere una scienza dura come la fisica o la matematica… e questo vale – a ragion di logica – anche per il concetto di acidosi.

È un dato accertato che le malattie croniche sono in continuo aumento e soprattutto quelle che coinvolgono il “sistema connettivale” (come le malattie reumatiche o le malattie autoimmuni).
Come abbiamo visto in un articolo precedente, la Matrix è parte del sistema connettivale e per molti aspetti sembra il suo cardine assoluto occupandosi appunto della salute di ogni singola (!) cellula parenchimale. Quindi qualche domanda ne deriva con urgenza.
Possiamo ancora permetterci di collezionare e aggiungere nomi di malattie sempre nuove e cercare il “colpevole” di turno per ogni singolo morbo?
O dobbiamo cercare la comune matrice dei tanti mal-esseri che colpiscono ormai tutte le età?
Ad oggi una delle principali condizioni attraverso la quale si giunge alla morte (da un punto di vista metabolico) è l’acidosi, anche se all’ interno dei referti siamo abituati a leggere come causa del decesso l’ultima o la maggiore, in ordine di gravità, tra le patologie diagnosticate durante la vita.

Quando si ragiona sul sistema acido base nelle situazioni acute è fondamentale soffermarsi sull’omeostasi del sangue, dove avvengono alcune delle valutazioni diagnostiche più importanti.
Il nostro sangue è considerato un organo a tutti gli effetti, anche se non ha una propria residenza fissa come per esempio il nostro fegato, il cuore o la milza: si comporta invece come un nomade, girando senza sosta da un distretto all’altro; ed è l’unico organo (oltre la pelle) che si espone ritmicamente alla luce, cioè quando transita per la retina dei nostri occhi: considerato e studiato ancora poco, anche se sappiamo che quando siamo più tempo all’aperto, specie in piena natura la nostra salute si rigenera velocemente.
Se il sangue è quindi elastico in questo suo movimento continuo, è invece piuttosto rigido per molti dei suoi parametri biochimici, soprattutto per quanto riguarda il suo pH che, come sappiamo, deve muoversi entro un range ben definito (pH 7.35-7.45). Nella sua fisiologia, quindi, il pH tende al basico (pH 7 = pH neutro): è per questo motivo che il nostro corpo dispone di potenti sistemi anti-acidi, detti sistemi tampone che possono essere veloci o lenti, a secondo della situazione corporea da gestire.

Il metabolismo acido base è quindi di tipo dinamico e discontinuo a secondo delle necessità: esso risulta un sofisticatissimo meccanismo di autoregolazione e di compensazione. Per mantenere il sangue efficiente sono coinvolti molti sistemi, in primo luogo polmoni-reni-cute-stomaco-matrice connettivale.
Risulta tra questi ultimi molto interessante il contributo del nostro stomaco: la produzione di acido cloridrico (succo gastrico, piuttosto acido, pH 1,5 – 2) va di pari passo con la produzione di bicarbonato (cosidetta “marea alcalina” ; pH basico) nel versante venoso dello stomaco, quindi a veloce e continua disposizione per il nostro metabolismo. In questo senso la produzione eccessiva di acido cloridrico può essere anche compresa come un tentativo di auto-alcalinizzazione: infatti il vomito eccessivo (perdita di idrogenioni) porta al pericoloso scenario di alcalosi metabolica. Questa a tutt’oggi innovativa focalizzazione sulle funzioni dello stomaco è stata sviluppata dal dr. Friedrich Franz Emil Sander, il quale ci fa conoscere lo stomaco non solo come luogo digestivo, ma come un “apparato di auto-generazione” di bicarbonato, quindi come protagonista di regolazione dei mecanismi del sistema acido-basico. Studiando Sander (medico e biochimico) scopriamo un meccanismo fisio-logico geniale che promuove lo stomaco come co-protagonista del bilancio acido-base del nostro metabolismo.
Sander scopre, tra gli altri aspetti, anche la ciclicità dell’eliminazione di acidi e basi attraverso le urine nelle 24 ore (chiamata curva a W): del resto nel nostro corpo tutto avviene con alternanze cicliche.
Se le nostre urine sono sempre acide (curva piatta, anziché a W) dobbiamo considerare una probabile acidosi tissutale latente, interamente a carico del sistema della matrice connettivale, spesso espresso sotto forma di dolori cronici.

Per aiutarvi nella comprensione, elenco alcune delle situazioni che favoriscono l’acidosi tissutale:

  • stress cronico,
  • dis-stress (catabolismo),
  • cibi raffinati e processati,
  • abuso di proteine animali, di cui carne e formaggi,
  • abuso di dolci,
  • bibite gassate,
  • alcool e fumo,
  • respirazione piatta e superficiale,
  • soggiornare in ambienti malsani,
  • mancanza di movimento,
  • andare tardi a letto.

Qui sotto invece vi riporto anche delle situazioni che favoriscono l’alcalinizzazione:

  • condurre una vita serena e creativa (essere “crea-attivo”),
    riposo adeguato,
  • sonno regolare (andare a letto 2-3 ore prima di mezzanotte),
  • fare quotidianamente movimento all’aperto,
  • respirazione profonda (diaframmatica),
  • assumere cibi ricchi di sali minerali: verdure, frutta matura, mandorle,
  • seguire una dieta equilibrata con viveri stagionali, a km01, biologico,
    in caso di sete bere solo acqua (di buona qualità vitale),
  • evitare al massimo cibi processati-industriali, a lunga conservazione

Non si tratta comunque di parlare male sempre e a priori degli acidi e solo benissimo delle basi: non facciao il gioco del bianco e nero, del buono e del cattivo. Consideriamo comunque che il nostro corpo tende fisiologicamente verso l’alcalinità e regoliamoci in tal senso.
La stessa matrice connettivale oscilla secondo certi autori ritmicamente tra un pH di 7,36 e 7,44 (variazione fisiologica), parallelamente alle fasi di Ortosimpatico e Parasimpatico. Un dato certo è comunque che la maggior parte delle nostre “cattive” abitudini favoriscono il compartimento acido.

Il bicarbonato usato dai nostri nonni dopo i pasti domenicali, dunque, fa quindi risonanza logica con le pratiche di terapia intensiva (infusione di bicarbonato e di altre basi) e al nostro stomaco, il quale, in modalità fisiologica e riflessa, su richiesta produce questo prezioso ed umile alcalino. Di fatto è soprattutto il nostro stomaco che si attiva dopo che abbiamo ingerito troppo cibo spazzatura, o per compensare lo stress a seguito di una litigata o frustrazione vissuta.

La cosa più intelligente dunque è conoscere bene la natura dei due gruppi (acido-base) per poter bilanciare e compensare nel momento del bisogno: un pranzo ricco ed abbondante con amici, ad esempio, può essere compensato con una cena a base di passato di verdure o con un digiuno accompagnato da una bella tisana alcalinizzante. Un week-end di stravizi può essere compensato con qualche giorno di alimentazione vegetale, preferendo cibi ricchi di minerali (p.es. rape rosse, sedano-rapa, patate, carote), oppure di centrifugati freschi, che sono una piacevolissima e geniale fonte di sostanze alcalinizzanti. A tal proposito vi consiglio di leggere qualcosa sul metodo Boutenko.
Per chi, però, beve abitualmente bibite gassate al posto dell’acqua, snobba le verdure, si abbuffa di carboidrati processati e di derivati animali industriali, si stressa per nulla, passa il tempo libero sui social, guarda la tv e va a dormire sempre tardi, riuscendo ad arrabbiarsi anche in vacanza… temo proprio non possa compensare a sufficienza solo con qualche verdura qua e là o qualche integratore alcalinizzante o meditazioni speedy di 5 minuti.

L’uomo moderno sembra un “Fago insaziabile”, ovvero tende a fagocitare tutto e di tutto come modus vivendi: immagini 24 ore al giorno in televisione, like sui social, dolci dolcissimi e salatini salatissimi, vestiti sempre nuovi, viaggi, emozioni, macchine, corsi e ricorsi di illuminazione. Consumare di tutto, senza sosta e senza respiro… trainati da un’ansia generica indotta abilmente dalla fabbrica dei consumi.
Stacchiamoci da questa giostra della ricerca di gioia commerciale continua: chiamiamo i nostri amici per un pic nic in casa o sul prato condividendo qualche buon piatto fatto in casa con viveri stagionali della propria regione.
Appoggiamo i nostri piedi nudi sulla terra nuda… prendiamo lo zaino e andiamo a piedi….
I nostri umili saggi la chiamano la “giusta misura”, la “legge dell’armonia” dicono in oriente.
Proviamo ad essere meno acidi, iniziando anche dal guardarci per la strada, anziché squadrarci!

Note:
1 Una curiosità: in Germania ad Amburgo alcuni giornalisti hanno calcolato il viaggio che hanno svolto alcuni dei prodotti in commercio, dalla loro produzione sino ad arrivare nel carrello della spesa, e li hanno percorsi. Sono stati presi in considerazione prodotti misti: alcuni erano prodotti locali (sino a 4 km di distanza) e altri arrivavano da molto lontano (banane)… i giornalisti hanno percorso 45.461 kilometri! Sappiamo, infatti, che ad oggi la maggior parte dei guadagni su vasta scala provengono dai trasporti. Pensiamoci quando mettiamo certi prodotti nel nostro carrello!

Dott. Mauro Piccini

http://www.assis.it/il-sistema-acido-base-elegante-danza-della-salute/?fbclid=IwAR3aKtQ-Ts9SGVYZx3dL7AgvLoqAYhEupWMXcgnWUAepFyTChh2SlWILizE

OMEOPATIA MEDICINA D’ÉLITE

OMEOPATIA MEDICINA D’ÉLITE

élite ‹elìt› s. f., fr. [femm. sostantivato di élit, antico part. pass. di élire «scegliere»]. – L’insieme delle persone considerate le più colte e autorevoli in un determinato gruppo sociale, e dotate quindi di maggiore prestigio: l’édella società o di una societàl’éintellettuale della cittàdel Paesefare parte dell’é. o di una é.; come locuz. agg., d’élite, destinato a una élite, e quindi particolarmente scelto o raffinato.

Da 200 anni nobili, papi, ricchi, borghesia, artisti, attori, professionisti, persone con formazione culturalmente elevata (quasi tutti laureati) moltissimi medici per sé e per i familiari, utilizzano anche farmaci omeopatici per curare le loro malattie. E’ una realtà. L‘élite si è sempre curata e continua a curarsi con la medicina omeopatica. Attori famosi come Penelope Cruz e Catherine Zeta-Jones per esempio si curano esclusivamente con l’omeopatia.

Recentemente il Principe di Galles Carlo ha dato il suo patrocinio alla Faculty of Homeopathy un organismo professionale britannico che regola e promuove l’omeopatia, scatenando molte critiche nel mondo medico britannico.

La famiglia reale inglese ha sempre avuto un medico omeopatico di corte e ha sempre utilizzato la terapia dei simili per curarsi.

Finché questa élite è l’unica a curarsi con l’omeopatia, non disturba i fatturati delle case farmaceutiche convenzionali per lo scarso numero di persone coinvolte e ciò viene tollerato.

Quando invece i numeri cambiano e il trend può avere una iperbole di gradimento, il pericolo di un significativo calo di business del mercato farmaceutico convenzionale diventa possibile.

In questi ultimi 30 anni altri gruppi sociali hanno cominciato a scoprire i vantaggi dell’omeopatia. La maggior efficacia sulle malattie croniche con buon miglioramento del quadro clinico e frequente guarigione completa, l’assenza di effetti collaterali, i costi contenuti, l’indipendenza dal farmaco quando si raggiunge la guarigione, la mancanza di impatto ambientale per la produzione dei farmaci, l’assenza di farmaco resistenza e l’impossibilità a brevettare i farmaci omeopatici unitari, hanno indotto molte persone ad avvicinarsi alla medicina omeopatica con buoni risultati .

L’altro aspetto della guarigione da patologie croniche è, però, la perdita di utili da parte delle aziende farmaceutiche convenzionali.

Ecco che allora la tolleranza che c’è stata fino a poco tempo fa, relegando l’omeopatia ad un fatto di moda e costume, è finita e l’equilibrio esistente tra la farmaceutica convenzionale e l’omeopatia si è rotto definitivamente.

Questa dinamica si era già presentata circa un secolo fa.

Nella seconda metà del 1800 l’omeopatia ebbe una vastissima diffusione in tutto il mondo. Alla luce dei suoi evidenti successi nelle grandi epidemie di colera negli USA e in Europa (Londra e Italia) dove chi si curava omeopaticamente moriva 5 volte meno rispetto agli altri e ai continui successi su patologie difficilmente curabili con la medicina tradizionale, vennero costruiti centinaia di ospedali omeopatici e moltissimi medici abbracciarono lo studio di questa medicina e di pari passo la popolazione cominciò ad abituarsi all’utilizzo di questi presidi.

Alla fine dell’Ottocento, negli USA, l’omeopatia annoverava: 12.000 medici (numero considerevole per quei tempi), 22 college, dozzine d’ospedali, dozzine di giornali.

Nel 1900, a Washington, s’inaugurava un monumento ad Hahnemann alla presenza del Presidente degli Stati Uniti McKinley; il discorso conclusivo della cerimonia fu tenuto da J. Griggs, Ministro della Giustizia.

Ecco allora che la risposta dei medici convenzionali, che vedevano in pericolo il loro status, fu, nel 1846, la fondazione dell’ AMA American Medical Association, che ebbe fra i suoi primi obiettivi la lotta contro l’omeopatia: l’iscrizione fu vietata ai medici omeopati, ai membri fu vietato, pena l’espulsione, persino di consultarsi con omeopati, fu negato il riconoscimento legale ai diplomi rilasciati da università dove vi fossero cattedre di omeopatia. Nel 1910 venne stilata una classifica delle scuole mediche americane (FlexnerReport), in base a criteri che davano alti punteggi alle scuole che privilegiavano l’approccio fisico-chimico e patologico al corpo umano, penalizzando l’approccio omeopatico Ovviamente i colleges omeopatici ottennero bassi punteggi e poiché solo i laureati nelle scuole con alto punteggio vedevano riconosciuto il titolo di studio, ciò rappresentò un colpo mortale all’insegnamento dell’omeopatia: infatti su 22 colleges omeopatici presenti nel 1900 solo 2 rimanevano nel 1923. Nel 1950 non vi erano più colleges che insegnassero l’omeopatia e si stimava che esistessero solo un centinaio di medici omeopati, tutti di età superiore ai 50 anni, in tutti gli Stati Uniti. Un parallelo declino, per vicende analoghe, subì la pratica omeopatica in Europa nei primi decenni del ‘900.

Pochi anni più tardi, nel 1913, i college si erano ridotti a 10, diventeranno 5 nel 1919: tanto questi che i vari ospedali omeopatici nel giro di pochi anni si riconvertiranno in college ed ospedali regolari, mentre i giornali progressivamente sospenderanno le pubblicazioni.

Se non mettiamo la libertà di cure mediche nella costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una dittatura. E il tentativo di limitare l’arte della medicina solo ad una classe di persone rappresenterà la Bastiglia della scienza medica (Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d’Indipendenza USA).

Giambattista Vico, filosofo napoletano del 600, nelle sue teorie dei corsi e ricorsi storici anticipò la ricorrenza di questi eventi.

Ecco che allora, tornando ai giorni nostri, si comprendono gli imponenti investimenti economici nella crociata di disprezzo e dileggio verso chiunque utilizzi l’omeopatia (sia medici che pazienti) e di tutta la sofisticata architettura della costruzione delle identità delle fake news e della pseudoscienza, termini introdotti attraverso una astuta strategia di comunicazione: prima costruisco la figura artefatta, l’idea, il concetto razionale di bugia, falsità, bufala non casuale ma studiata, poi la uso contro il nemico additandolo come untore e truffatore.

Per esempio a ottobre uscirà un libro del ruspante e gettonatissimo (dalle case farmaceutiche) Prof Burioni, virologo di media fama scientifica, famoso, invece, per le sue campagne provax e sue sortite da fascismo intellettuale: “la scienza non è democratica”. Questo libro verterà sull’omeopatia, materia che il Burioni non conosce perchè non l’ha mai studiata e, tantomeno, mai applicata sui pazienti. Il titolo non lascia dubbi : “Omeopatia: la grande truffa”. E’ stata minacciata una querela da parte di chi si cura omeopaticamente e che non gradisce essere insultato e il Burioni, eroicamente, ha fatto subito marcia indietro modificando il titolo: Omeopatia: la grande illusione”. Il libro ovviamente non è stato scritto dal Burioni ma dai soliti ghostwriter stipendiati dalla case farmaceutiche che usano il Burioni come marionetta nel teatrino mediatico. Il risultato però è ridicolo. Se io, medico omeopatico con 40 anni di esperienza clinica, decidessi di scrivere un libro sulla virologia sarei sicuramente più preparato rispetto a quello che sa Burioni sull’omeopatia, ma risulterei comunque ridicolo. Che credibilità potrei avere se confrontato con i luminari della virologia come, per esempio, il Prof. Tarro insignito del premio di miglior virologo del mondo, avendo fatto io, per tutta la vita, un altro lavoro? Nessuna.

Ma questo è.

L’obiettivo è ridicolizzare e screditare questo approccio terapeutico attraverso il costante e martellante uso di molteplici vie di comunicazione (ormai è guerra e non si fanno prigionieri, vedi i medici radiati dai loro Ordini). L’obiettivo è convincere chi non ha strumenti critici sufficienti per avere una propria idea sulla medicina omeopatica a non usarla presentandola come un raggiro e truffa pericolosa.

Se 100 anni fa gli attori principali di questa dinamica erano i medici tradizionali oggi lo sono le multinazionali del farmaco.

Dal punto di vista scientifico, a fronte di un buon numero di lavori di qualità a favore dell’omeopatia che non vengono tenuti in considerazione, queste campagne fanno sempre riferimento, invece, a pochi lavori farlocchi e ampiamente screditati. Mai nessuno invece parla delle 5 metanalisi a favore della MO, dei lavori di Betti, Elia, Bellavite dell’impiego di omeopatia in campo agricolo, dove quindi si esclude l’effetto placebo. Si citano solo  Shang 2005 e Australian report (veri e propri falsi scientifici strumentalmente costruiti per raggiungere un risultato deciso a priori) e mai la recente metanalisi 2019 di Mathie. Il truffatore usa qualsiasi mezzo per raggiungere il risultato preposto. Del resto come dice Gregg Easterbrookgiornalista e scrittore statunitense: “Se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa.

Recentemente è stato pubblicato un libro che smonta pezzo per pezzo questi falsi scientifici. Lo ha scritto il Dott. Ciro D’Arpa di Palermo e si intitola OMEOFOBIA analisi dei documenti che affermano che l’omeopatia è solo un placebo. Ne consiglio la lettura. Ci sono buoni spunti di riflessione sulla scarsa serietà di questo mondo omeofobico.

Questa è la vera Pseudoscienza o scientismo.

Che in Francia siano riusciti, pagando opinion leader scientifici, lobbisti e politici, a interrompere il rimborso dei farmaci omeopatici dopo una consolidata storia lunga moltissimi anni, mentre in Svizzera da poco tempo si sia giunti ad un traguardo esattamente opposto, inserendola nel Sistema Sanitario Nazionale, è emblematico.

Pensate che in Francia l’omeopatia rappresenta solo lo 0,3% dei rimborsi sanitari (quindi incide minimamente sul budget), 1 medico su 5 prescrive farmaci omeopatici1 francese su 3 si cura omeopaticamente. Ma nella struttura che ha stilato il de profundis dell’omeopatia francese, l’HAS Haute Autoritè de Santè è presente un solo medico generalista mentre tutti gli altri membri sono soggetti più o meno legati a case farmaceutiche convenzionali.

Questo attacco massiccio è il disperato colpo di coda di un mondo economico-finanziario consapevole della profonda crisi in cui versa la medicina moderna. La crisi del paradigma della medicina e del medico (quella ben descritta nelle 100 tesi degli Stati Generali di Ivan Cavicchi) che può generare conseguenti, ingenti, perdite economiche.

Come più di 100 anni fa i commercianti di cavalli cominciarono a intravedere, nelle prime carrozze a motore, gioco e diletto per pochi eletti di una società borghese, la loro fine nel momento in cui le grandi masse avessero avuto accesso a questo mezzi, nello stesso modo il medical industrial complex  vede nella crisi dei valori della medicina e in queste proposte alternative, come la medicina omeopatica, una futura preoccupante crisi economica.

Come già avevo detto in un precedente articolo, invece di cavalcare l’onda e cominciare a produrre farmaci omeopatici si ostinano ad investire nel marketing del discredito perchè la produzione non sarebbe altrettanto remunerativa rispetto ai farmaci convenzionali.

Certe dinamiche, però, talvolta, possono essere controproducenti.

Nel 1500 circa, grazie agli esploratori del nuovo mondo, arrivò in Europa  un tubero commestibile sconosciuto. Il tentativo di inserirla nella dieta europea non ebbe successo. Ma dopo 200 anni il re di Francia Luigi XVI ebbe l’intuizione di creare delle coltivazioni ad uso esclusivo dei ricchi e della nobiltà. Furono approntati grandi campi di coltivazione con guarnigioni di soldati a loro difesa.

Il successo fu garantito. Nel giro di pochi anni i tuberi furono trafugati e diffusi in tutta Europa. E’ così che la patata è diventata uno dei cibi più apprezzati dagli abitanti del vecchio mondo.

La curiosità per il proibito o esclusivo è irresistibile.

Questo potrebbe essere il risvolto di questa campagna diffamante architettata contro di noi, che i cittadini capiscano l’inganno di questa informazione esageratamente addomesticata al solo scopo di speculare sulla loro salute e si rivolgano in numero sempre maggiore all’omeopatia.

Peccato! Potremmo vivere in pace come prima, accettare il cambiamento graduale del paradigma e sfruttare positivamente le peculiarità dei diversi approcci alla malattia e costruire insieme una nuova medicina del terzo millennio ma, purtroppo, tristemente, business is business.

“Una sempre maggiore collaborazione che vada aldilà dei dogmatismi dei singoli saperi, la definizione di una semantica condivisa e lo sviluppo di un vero approccio multidisciplinare sono il solo metodo che abbiamo per affrontare le sfide del futuro.” Christian Greco

Posterity will judge!

PS. per tutti gli omeopati e pazienti omeopatici.

Come difendersi da questa montagna di guano che ci viene scaricata addosso quotidianamente? Ho trovato questa gustosa quanto realistica storiella. Leggetela. Può essere utile.

L’ insegnamento dell’asino

“Una mattina l’asino di un contadino cadde in un pozzo.. . L’ animale pianse fortemente per ore, mentre il contadino cercava di fare qualcosa per farlo uscire …

Alla fine, il contadino decise che l’asino era già vecchio e il pozzo era ormai asciutto e non serviva e che anzi era giunto il momento di essere tappato in ogni modo, e convinto che davvero non valesse la pena di far uscire l’asino dal pozzo invitò tutti i suoi vicini per essere aiutato a chiudere il pozzo per sempre.

Cosi’ afferrarono una pala e iniziarono a tirar terra dentro al pozzo… L’ asino rendendosi conto di quello che stava succedendo pianse orribilmente…

Poi, per sorpresa di tutti, si acquietò…

Il contadino guardò in fondo al pozzo e si è stupì di quello che videro i suoi occhi…

con ogni badilata di terra, l’asino stava facendo qualcosa di incredibile: si scuoteva la terra da sopra e la faceva cadere sotto di sé e poi ci camminava sopra appiattendo la terra…

Molto presto tutti videro con sorpresa come l’asino riuscì ad arrivare fino alla bocca del pozzo, è una volta passato sopra il bordo uscì fuori e se ne andò via trotterellando …

Se la vita sta per lanciarti terra, ogni tipo di terra… il trucco per uscire dal pozzo è usarla per fare un passo verso l’alto. Ognuno dei nostri problemi è un gradino verso l’alto… Possiamo uscire dai più profondi vuoti se non ci diamo per vinti… Usa la “ terra “ che ti buttano sopra per andare avanti.”


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IL VIRUS EPSTEIN-BARR RESPONSABILE DI MOLTE MALATTIE AUTOIMMUNI

IL VIRUS EPSTEIN-BARR RESPONSABILE DI MOLTE MALATTIE AUTOIMMUNI

Il virus Epstein-Barr responsabile di molte malattie autoimmuniFinalmente è stato chiarito il meccanismo attraverso il quale il virus Epstein-Barr, quarto componente della famiglia degli Herpes, provoca numerose malattie infiammatorie croniche, conosciute anche come autoimmuni.La scoperta è stata pubblicata nel mese di Aprile 2018 su una rivista scientifica di grande prestigio a livello mondiale: NATURE GENETICS.Un Team di ricercatori guidati da John Harley, del Centro Medico dell’Ospedale pediatrico di Cincinnati ha condotto un’analisi genetica dettagliata per studiare la relazione tra infezione da EBV e malattie infiammatorie.Lo studio è stato supportato dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) e da diversi altri componenti del National Institute of Health (NIH).Il team ha scoperto che una proteina virale chiamata EBNA2 era collegata a quasi la metà delle regioni genetiche associate al rischio di lupus.EBNA2 è nota per lavorare attraverso i fattori di trascrizione umana, che si legano al DNA e influenzano l’espressione dei geni circostanti.I ricercatori hanno visto che EBNA2 si lega con le regioni associate con il rischio di sclerosi multipla, artrite reumatoide, malattie infiammatorie intestinali, diabete di tipo 1, artrite idiopatica giovanile e celiachia.Questi risultati fanno ipotizzare che l’infezione da EBV stimoli l’attivazione di geni che contribuiscono allo sviluppo delle malattie autoimmuni.Molti casi di malattie autoimmuni sono difficili da curare e possono portare a sintomi debilitanti.Studi come questo stanno contribuendo a chiarire i fattori ambientali e genetici che possono causare l’attacco del sistema immunitario del corpo ai propri tessuti.Istanze di legame al DNA allele-dipendente e ripercussioni a valle sui geni supportano meccanismi genetici dipendenti da EBNA2.I risultati di questa ricerca nominano i meccanismi che operano a livello dei loci genici suggerendo nuovi modelli per le origini delle malattie infiammatorie autoimmuni.Fonte: Ordine Nazionale Dei Biologi. Continua la lettura: http://www.onb.it/…/il-virus-epstein-barr-responsabile-di-…/

Publiée par Vanda. Integrative Medicine sur Mercredi 10 juillet 2019

Finalmente è stato chiarito il meccanismo attraverso il quale il virus Epstein-Barr, quarto componente della famiglia degli Herpes, provoca numerose malattie infiammatorie croniche, conosciute anche come autoimmuni.

La scoperta è stata pubblicata nel mese di Aprile 2018 su una rivista scientifica di grande prestigio a livello mondiale: NATURE GENETICS.

Un Team di ricercatori guidati da John Harley, del Centro Medico dell’Ospedale pediatrico di Cincinnati ha condotto un’analisi genetica dettagliata per studiare la relazione tra infezione da EBV e malattie infiammatorie.

Lo studio è stato supportato dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) e da diversi altri componenti del National Institute of Health (NIH).

Il team ha scoperto che una proteina virale chiamata EBNA2 era collegata a quasi la metà delle regioni genetiche associate al rischio di lupus.

EBNA2 è nota per lavorare attraverso i fattori di trascrizione umana, che si legano al DNA e influenzano l’espressione dei geni circostanti.

I ricercatori hanno visto che EBNA2 si lega con le regioni associate con il rischio di sclerosi multipla, artrite reumatoide, malattie infiammatorie intestinali, diabete di tipo 1, artrite idiopatica giovanile e celiachia.

Questi risultati fanno ipotizzare che l’infezione da EBV stimoli l’attivazione di geni che contribuiscono allo sviluppo delle malattie autoimmuni.

Molti casi di malattie autoimmuni sono difficili da curare e possono portare a sintomi debilitanti.

Studi come questo stanno contribuendo a chiarire i fattori ambientali e genetici che possono causare l’attacco del sistema immunitario del corpo ai propri tessuti.

Istanze di legame al DNA allele-dipendente e ripercussioni a valle sui geni supportano meccanismi genetici dipendenti da EBNA2.

I risultati di questa ricerca nominano i meccanismi che operano a livello dei loci genici suggerendo nuovi modelli per le origini delle malattie infiammatorie autoimmuni.

https://www.onb.it/2018/12/02/il-virus-epstein-barr-responsabile-di-molte-malattie-autoimmuni/

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