LA MEDICINA FUNZIONALE E I DISTURBI DA STRESS IN PEDIATRIA

LA MEDICINA FUNZIONALE E I DISTURBI DA STRESS IN PEDIATRIA

I disturbi da stress nei bambini stanno diventando una condizione di malessere sempre più diffusa, principalmente nei bambini che affrontano l’inserimento nel mondo della scuola.
Questi segnali sono quasi sempre sottovalutati ritenendoli come una reazione normale alla vita quotidiana del bambino. La reiterazione continua di questi stimoli, porta nel tempo, all’alterazione dell’ equilibrio del bambino sfociando in un meccanismo di reazione su vari livelli, principalmente emotivo, psicofisico ed immunitario.

E’ molto facile prevedere questi eventi quando il bambino vive situazioni altamente stressanti come un lutto, la separazione dei genitori, il bullismo, una grave malattia ma rimane difficile la valutazione quando il bambino si deve approcciare a situazioni di stress continui ma di bassa intensità che però determinano, nei bambini più predisposti, un’ intensa risposta sul piano interiore. Si giunge purtroppo, quasi sempre, ad accorgersene quando il bambino inizia a presentare disturbi di tipo psicosomatico, come alterazione dell’apparato digerente con nausea, vomito, coliti e diarrea, dermatite atopica, difficoltà respiratorie, allergie o disturbi sul piano psico-emozionale con disturbi del sonno, della concentrazione e dell’attenzione arrivando fino a manifestazione di disturbi nella socializzazione.

La medicina funzionale offre un valido affiancamento per meglio capire non solo le cause del disturbo, ma soprattutto per valutare come il bambino reagisce a livello emozionale e, con quale emozioni entra principalmente in gioco nella reazione allo stimolo stressante.

Integrando diversi approcci (omeopatia, omotossicologia, fitoterapia, floriterapia ) la terapia sarà indirizzata non solo a sbloccare la sintomatologia emozionale espressa sul piano fisico, ma anche ad aiutare il bambino nella gestione dello stress e nel modificare schemi di comportamento al fine di interagire con i carichi in modo più equilibrato.

Dott. Mauro Piccini

 

Fiori di Bach: Rescue Remedy

Fiori di Bach: Rescue Remedy

Parola chiave: Emergenza

Livello transpersonale
Si tratta della combinazione di cinque essenze: Roch Rose, Impatiens, Clematis, Cherry Plum e Star of Bethlehem. Rescue Remedy è un marchio originale protetto, perciò ogni produttore è costretto a chiamarlo in maniera diversa.
Si tratta di una combinazione principalmente transpersonale, perchè non si relaziona con alcun tipo di persona, bensì con determinate circostanze.
Il suo obiettivo è essere d’aiuto in situazioni che rappresentano un’emergenza, un trauma o uno schock, sia fisico che psichico, grande o piccolo che sia. L’idea originaria fu quella di risolvere la maggior quantità possibile di situazioni di emergenza con una formula standard, cosa che rappresenta un’eccezione all’interno del sistema floreale.
Esistono due requisiti imprescindibili per accedere a questa èlite floreale, a questo reparto d’assalto per situazioni d’emergenza:

a) Azione rapida. Si tratta di una formula per le urgenze.
b) Ampio spettro d’azione. Deve servire per agire in tutte le emergenze di tutti gli esseri viventi.

L’effetto del Rescue Remedy (RES) è dato sia dall’azione di ognuno dei suoi componenti che dal prodotto della somma di cinque energie compatibili che lavorano in sinergia in uno stesso flacone. Il motivo della presenza di ognuna delle essenze nella formula è il seguente:

Star of Bethlehem: Per il trauma e per ripararne le conseguenze.
Clematis: Per lo scoraggiamento e lo stordimento di uno shock. Per l’apporto energetico   necessario in molti processi di riparazione.
Rock Rose: Per il panico e la brusca paralizzazione che si verifica nei primi momenti di molte situazioni di allarme
Impatiens: Per lo stress, l’accellerazione e l’ansia. Per il dolore e l’infiammazione.
Cherry Plum: Per la mancanza di controllo o la paura di perderlo.

Il RES è una vera e propria formula di compensazione energetica, in un certo senso un modo per cavarsela in attesa di un trattamento di fondo.
L’elenco di situazioni che possono essere trattate con il RES sarebbe interminabile, ma vediamone alcune: incidenti, aggressioni, dolori, infiammazioni, cattive notizie, discussioni violente, forte tensione fisica o psichica, stordimento, agitazione, ansia, angoscia, stress, crisi nervose, svenimenti, affrontare situazioni impegnative come parlare in pubblico, colloqui che suscitano paura o ansia, esami, parto, interventi chirurgici, cure dentarie ecc.
Come si nota in questo elenco non si deve utilizzare RES solo in momenti estremamenti difficili. Infatti, Chancellor riporta casi in cui lo consiglia per esempio nei bambini piccoli che mostrano cambiamenti di comportamento (a volte quasi irrilevanti), perchè questi ultimi sono l’evidenza di scombussolamenti energetici che potrebbero portare in futuro alla malattia.
Anche all’inizio di una malattia infettiva, quando compaiono febbre e malessere, può essere di grande utilità, con l’aggiunta di Crab Apple.
Anche gli animali possono beneficiare del RES, e in effetti per loro è il rimedio più prescritto. La formula si può aggiungere all’acqua o ai pasti che consumano.
Anche nel caso delle piante si può ricorrere a questa formula. Un cambiamento di vaso e molte altre situazioni possono significare un trauma importante per la pianta, perciò bisognerà somministrare loro RES e Walnut, aggiungendole all’acqua d’irrigazione e, a volte, vaporizzandolo sulle foglie.
Il RES si può assumere dal comune flaconcino contagocce come gli altri rimedi oppure direttamente in bocca (2 gocce per volta dal flaconcino stock) o anche in un bicchiere d’acqua (4 gocce), precisando di berlo a piccoli sorsi intervallati. La frequenza di assunzione varia a seconda del caso: da ogni 30 secondi o meno (fino alla stabilizzazione del quadro) fino a 6 volte al giorno, in casi più cronici.
Quando la persona è incosciente, le si possono inumidire le labbra con alcune gocce di RES, mettergliele dietro le orecchie, sui chakra o sui polsi.
Il RES dovrebbe essere presente in tutti gli armadietti domestici dei medicinali, perchè può essere un valido rimedio per una vasta gamma di problematiche. Molte persone che non conoscono il sistema floreale di Bach sono assidui utilizzatori del RES, sia in gocce sia in crema. Esiste un Rescue Remedy in crema, preparato con l’aggiunta di Crab Apple. E’ concepito per trattamenti localizzati e unisce all’effetto detraumatizzante del RES l’effetto purificatore e depurativo di Crab Apple.
Risulta di grande efficacia in scottature, traumatismi, distorsioni, patologie dermatologiche acute molto diverse, punture d’insetti, allergie e molti altri casi.
In realtà, il RES è una meravigliosa formula sintomatica per cavarsela in una moltitudine di situazioni complicate, uno strumento accessibile ed economico che offre sollievo nei momenti duri e addirittura drammatici. Ma bisogna anche ricordare che costituisce una soluzione momentanea, in attesa di un trattamento floreale personalizzato.
In ogni caso, il RES dovrebbe far parte di tutti gli armadietti domestici dei medicinali…e di tutti i servizi sanitari di emergenza.

Abstract: Ricardo Orozco – opere

Fiori di Bach: Rock Water

Fiori di Bach: Rock Water

Descrizione originale di Bach

Per quelli che sono molto rigidi nel loro modo di vivere. Si negano molte delle gioie e dei piaceri della vita perchè ritengono che possano interferire nel loro lavoro. Sono severi maestri con se stessi. Desiderano essere sani, forti e attivi e faranno qualsiasi cosa reputano necessaria per conservare questa condizione. Sperano che il loro esempio induca gli altri a imitare le loro idee per diventare alla fine migliori.

Parola chiave: Ossessività, repressione, rigidità morale, puritanesimo, dogmatismo, metodocità, desiderio di essere preso ad esempio, sublimazione, perfezionismo, ascetismo, fanatismo, il martire, colui che porta il cilicio, cristallizzazione, rigidità statica, durezza.

Livello tipologico
E’ l’unica essenza che non deriva da un fiore, ma è acqua proveniente da diverse sorgenti, tanti quanti sono i produttori.

Si tratta di persone rigide e dure, con un’esagerata brama di perfezione. Sono severe con se stesse e hanno punti di vista rigorosi e inamovibili. Molto represse, sono totalmente incapaci di godersi la vita, che dirigono verso il raggiungimento di determinate mete con dedizione esclusiva e una grande durezza, privandosi dei piaceri e rifiutando tutto ciò che secondo loro li allontanerebbe dagli obiettivi. Vivono una concezione ascetica e severa dell’esistenza.
Reprimono pensieri, sentimenti e azioni per non cadere in tentazioni che li potrebbero distogliere dai loro rigidi obiettivi. Se cedono a causa degli alti e bassi della vita, immediatamente nasce in loro il senso di colpa e l’autorimprovero, oltre ad una sensazione di sporcizia, vergogna e impurità. Questi sentimenti, già molto radicati, si accentuano di fronte alla possibilità di qualsiasi “depravazione”. Sono, in realtà, dei puritani .
Nella maggior parte dei casi, si arriva a Rock Water (RWA) da uno stile di personalità ossessivo (ossessivi puritani). Come in tutti gli ossessivi, vi è una lotta interiore permanente tra l’obbedienza e la sfida. Generalmente hanno ricevuto un’educazione troppo rigida e repressiva dove per sopravvivere era necessario sviluppare un ferreo controllo emozionale, reprimendo una serie di impulsi catalogati come sporchi e inadeguati. Molti sono cresciuti con un forte senso di colpa e una grande paura di perdere il controllo, insomma, con una notevole insicurezza e indecisione.
Degli ossessivi puritani, Millon scrive: “I loro istinti e impulsi sono così forti, ma nello stesso tempo reagiscono contro di essi con una tale intensità, che li porta a cercare protezione nella giustizia divina per purificarsi, trasformarsi e contenersi. La maggior parte sente la continua pressione di impulsi aggressivi e sessuali ripugnanti e irrazionali e adotta uno stile di vita ascetico e austero che gli proibisca i suoi oscuri impulsi e le fantasie.  Le emozioni  in questi casi risultano inaccettabili per il soggetto e vengono canalizzate in comportamenti approvati socialmente. Questo meccanismo di difesa è noto come sublimazione.
Vivono secondo teorie e dogmi troppo rigidi, invece di accettare con generosità e indulgenza le debolezze e i limiti umani. Il dogma costituisce sempre il salvavita degli insicuri.  Questo spiega perchè RWA soffra di una bassa autostima e manchi di autoaccettazione.
Molti RWA si creano un automodello di perfezione o ricorrono a qualche modello preesistente, per esempio una corrente religiosa o un suo equivalente. La meta da raggiungere, oltre che di natura religiosa, può essere spirituale, sportiva, alimentare, politica, estetica e così via. Quindi, per essere un vero RWA si deve possedere un requisito indispensabile: l’autorepressione. Sempre pronta a censurare e contenere gli impulsi naturali che cospirano contro la meta prescelta. In realtà, la meta sublimata è solo un pretesto per contenere gli impulsi “ripugnanti” che li tormentano.
Da qui deriva il loro alto livello di repressione e paura di perdere il controllo.
A differenza di altri ossessivi all’origine di RWA ci può essere una maggiore repressione degli aspetti sessuali e morali. In molti casi il puritanesimo dipende da un modo integralista di concepire la religione. Ma questo non è un requisito obbligatorio, perchè negli ultimi decenni lo stantio puritanesimo religioso è stato sostituito in gran parte da quello sportivo e politico. Esistono in parte non pochi RWA nelle palestre, molti ultranazionalisti e persino stalinisti. Anche altri sostituti delle religioni convenzionali hanno conquistato la loro fetta di mercato, ma mostrano lo stesso integralismo fanatico: sette pseudoreligiose, correnti alimentari, ecc. Sono le varie tendenze socioculturali di ogni epoca a canalizzare gli individui con queste caratteristiche di ossessività verso le offerte esistenti in quel momento.
RWA cerca di proteggersi da pensieri e tendenze “pericolosi” conducendo una vita metodica e rituale dove non può accadere alcun imprevisto. La sua capacità di adattamento è inesistente.
Visti dall’esterno appaiono un pò strani: troppo rigidi e freddi, riservati, meccanici e per niente spontanei, incapaci di rilassarsi e captare l’atmosfera emozionale interpersonale. Usano un linguaggio troppo metallico, senza sfumature emozionali. Da buoni ossessivi, sono molto perfezionisti e scrupolosi, terribilmente ordinati, metodici e affettati. La maggior parte sono avari e meschini dal punto di vista materiale.
I soggetti RWA possono arrivare a trasformarsi in martiri, mettendosi alla prova con discipline disumane. L’ascetismo passa naturalmente per la privazione di ciò che considerano piaceri impuri e debilitanti dello spirito, come il sesso, l’alimentazione, l’ozio o direttamente il divertimento. Possono persino mortificarsi, perciò ho deciso di mantenere nelle parole chiave “colui che porta il cilicio”, immagine che allude alle discipline che spingevano o spingono i devoti a martirizzare le loro carni con alcuni strumenti di tortura.
Un’altra caratteristica importante in RWA è la sua pretesa di servire da esempio agli altri. Una filosofia degna come il vegetarianesimo non nasce in RWA in modo naturale, guidata cioè dall’amore per gli animali o per la natura, o come scelta ecologica di impegno, salute e crescita personale, bensì piuttosto come un bisogno di sentirsi superiore agli altri per via della sua grande mancanza di sicurezza.
Un problema aggiuntivo è che, oltre ad essere dogmatici e intransigenti, possono essere fanatici e integralisti come gli antichi inquisitori o specializzarsi nella pignoleria, diventando burocrati implacabili che amano complicare la vita agli altri.
Li possiamo trovare in tutti i settori, dove rispetteranno e faranno rispettare le regole e le leggi a qualsiasi prezzo. Il fatto di non disobbedire alla legge non significa affatto che siano etici. Hanno dentro molta ira e risentimento da riversare sugli altri.
L’aggressività dei RWA si spiega con la rabbia interiore che sentono nel doversi reprimere. Sono dediti a seguire le regole, ma nello stesso tempo provano risentimento nell’essere così limitati da queste e li irrita ancor di più che gli altri possano infrangerle. Spostano così la loro ostilità verso l’esterno. La maggior parte dei RWA sono eccessivamente critici verso le imperfezioni degli altri e quasi sempre dispregiativi con chi sta “sulla buona strada”.
L’attitudine mentale di RWA spesso si manifesta in modo fisico mediante mancanza di elasticità, rigidità varie e articolari.
Dal punto di vista emozionale è freddo e poco – o per niente – espansivo, perchè la vita affettiva potrebbe rappresentare un ostacolo per il raggiungimento dei suoi obiettivi. Per questo motivo, cercherà  (se è quello che cerca) partner sentimentali che seguano le sue stesse regole e abbiano obiettivi simili,  ma indubbiamente l’aspetto sessuale delle relazioni intime rimane di solito qualcosa che li ripugna.

Roch Water come stato
RWA è tutto il contrario della dispersione, perciò alcuni adolescenti o giovani possono, in qualche momento della vita, oscillare al polo opposto in cerca di compensazione. Anche altre personalità insicure possono cercare di diventare per un breve tempo dei RWA, giustificando così il loro isolamento difensivo.
L’essenza si può usare inoltre quando una persona presenta comportamenti irremovibili, per esempio nel caso di genitori nei confronti dei figli o viceversa, liti familiari o simili, anche se chi l’assume non corrisponde al profilo RWA.

Livello spirituale
Per la Scheffer: “Il suo errore consiste nell’avere una grande ostinazione e obiettivi un pò materiali completamente equivocati. Egoisticamente vorrebbe imporre un’evoluzione, ma confonde l’effetto esterno con la causa interna. Ignora che un effetto esterno, per esempio un cambiamento nel modo di vivere, si produce da sè solo quando si creano le condizioni interne affinchè si realizzi.”

Come scive Barnard in questa analogia: “L’acqua sceglie sempre la strada di minor resistenza (…) si può adattare rispondendo al cambiamento, mentre la pietra è quella che si frappone sulla sua strada (…).”
Per Katz e Kaminski, l’essenza “aiuta a sviluppare una maggiore flessibilità interna e, in particolare, una capacità di sentire ciò che è vivo e le correnti impetuose della sua vita emozionale.”
Le descrizioni di autori così prestigiosi sono senz’altro molto interessanti e credo che tutti abbiano ragione nelle loro affermazioni, ma dobbiamo anche tenere in considerazione che RWA non cerca davvero un’evoluzione spirituale, nè un’eccelenza. Tutto sembra un paravento, un pretesto socialmente accettabile e persino ammirato, per nascondere quella serie di pulsioni indegne che lo tormentano.
Le descrizioni precedenti serviranno piuttosto a chi non è RWA come tipologia, ma adotta lo stato con dei presunti fini spirituali. Senza dubbio queste persone cadono in una vera e propria trappola dell’ego. Per Chancellor: “Non si tratta di dominio di se stessi, perchè il vero autodominio deriva dalla dimenticanza dell’essere e non dal concentrarsi su di esso.”
La disciplina che RWA applica a se stesso porta a un inevitabile autoaccentramento. In tal modo, sembra che l’unico a rafforzarsi sia l’ego…proprio il contrario di quello che prevede qualsiasi modello di evoluzione spirituale. In ultima istanza, l’apprendimento non si struttura in base a quando e come decide l’ego, quindi, con il suo atteggiamento pretenzioso e per niente umile, RWA riesce solo ad alimentare l’ego. La volontà di essere perfetto è già un indicatore di RWA. L’anima non pretende infatti che siamo crudeli e tirannici con noi stessi.
Comunque è sorprendente la grande quantità di persone che si credono più spirituali o evolute perchè non fumano, non bevono alcolici, fanno meditazioni ecc. In realtà, come abbiamo sottolineato in altri punti, dagli scritti di Bach si può dedurre che l’evoluzione spirituale dipende molto di più da ciò che che si è, che da ciò che si pretende di essere. Vale a dire, che deriva dallo sviluppo e dall’applicazione di certe virtù o lezioni che sono sempre, assolutamente sempre, legate ad un elevato livello di autocoscienza ed empatia, entrambe basilari per una buona intelligenza emozionale. E non dimentichiamo che i Fiori di Bach sono intelligenza emozionale liquida. Lo stesso veicolo con cui li assumiamo, l’acqua, è un esempio magistrale di flessibilità.
Bach scrisse saggiamente: “Dobbiamo mantenere un pensiero flessibile, perchè le idee preconcette e i pregiudizi non ci privino dell’opportunità di raggiungere una conoscenza più ampia e più nuova. Dobbiamo essere sempre disposti ad aprire la mente e a rifiutare qualsiasi idea, per quanto sia radicata, se l’esperienza ci mostra una verità migiore.”
In conclusione, l’assunzione di RWA, sia quando è una tipologia sia quando è solo uno stato momentaneo, tratta l’autoaccettazione obiettiva e umile, requisito indispensabile per iniziare qualsiasi percorso spirituale.

Abstract: Ricardo Orozco – opere

Fiori di Bach: Beech

Fiori di Bach: Beech

Descrizione originale di Bach:

Per chi sente il bisogno di vedere più bontà e bellezza in tutto ciò che li circonda. Questo rimedio aiuta ad acquisire la capacità di vedere cosa c’è di buono anche nelle cose che sembrano loro sbagliate, al fine di diventare più tolleranti, indulgenti e comprensivi nei confronti  delle diverse strade che ogni individuo e tutte le cose percorrono per raggiungere la propria perfezione finale.

Parola chiave: Pretenziosità, arroganza, aggressività, senso di superiorità, disprezzo, rigidità, irritazione, rifiuto, mancanza di capacità di adattamento, intolleranza, critica verso gli altri.

Livello tipologico
Concetto chiave il narcisismo. Si tratta di un individuo che per definizione si considera troppo importante e addirittura grandioso, una persona speciale chiamata ad occupare un posto glorioso, non solo nel futuro, ma con pieni diritti e privilegi particolari nel presente. Data la somiglianza tra il narcisista e le caratteristiche  di personalità Beech, le seguenti descrizioni sono una sovrapposizione di entrambe le tipologie.
Molti Beech sono convinti di essere speciali e unici, credendo così di doversi relazionare solo con persone del loro stesso livello. Disprezzano quelli che considerano mediocri. Olte che presuntuosi, sono vanitosi ed esagerano i loro successi, quando non arrivano addirittura a inventarseli.
Molti sono attivi, affascinanti , ottimisti  e, almeno di primo acchito, anche interessanti. Sono generalmente abili a stabilire contatti, ma non a stringere vere amicizie, perchè il loro atteggiamento sprezzante e spesso critico verso gli altri di solito suscita problemi di relazione. Queste attitudini possono portarli all’isolamento affettivo, perchè è molto difficile che trovino qualcuno alla loro “altezza” intellettuale, artistica, culturale, estetica ecc.
Evidentemente Beech è elitario e teme la dipendenza, che lo trasformerebbe in un essere  vulnerabile e mediocre come gli altri. Molti di loro considerano le regole, le scadenze di lavoro e simili come convenzioni fatte solo per contenere gli altri, ma loro si considerano speciali e pertanto devono avere caratteristiche che li differenzino.
L’isolamento sociale dipende dai successi o dagli insuccessi. Certamente, esistono Beech di talento che possono spiccare in alcuni ambiti: disegnatori di moda, politici, medici, avvocati, attori, scrittori, economisti, sportivi e cosiì via. Diciamo che la nostra ricca  società occidentale premia l’individualismo rispetto all’interesse del gruppo  e offre un terreno idoneo a far prosperare questo tipo di individui, quindi sono intere legioni quelli che vogliono essere “famosi”. Chi riesce a ottenere un frammento di successo vede rafforzato il suo modello negativo con risultati reali, che naturalmente esagera nella sua campagna di autopromozione permanente.  La maggior parte amano l’ostentazione e adorano esibire le loro conquiste, sia che si tratti di successi economici, sia accademici, che sportivi o nobiliari. Molti di questi Beech si trasformano in autentici sfruttatori e credono che quelli che lavorano per loro siano molto privilegiati. In fin dei conti, “gli altri” aspirano semplicemente a migliorare.
Oltre a essere presuntuosi, arroganti, critici e fatui, di solito sono pedanti e affettati, in ogni caso sgradevoli, con tendenza all’antipatia. Riassumendo, l’empatia non è il loro forte.
Molti di loro amano addirittura mettere in risalto gli errori e i difetti degli altri, lo considerano una specie di compito  pedagocico che nessuno però ha richiesto loro.
Naturalmente nel loro sistema di credenze, la gente è un’astrazione, una massa anonima e comunque disprezzabile, soprattutto quando non lo ammirano in modo cieco e incondizionato.
D’altra parte, sono troppo difficili da compiacere, poichè hanno una scarsa capacità di adattamento a cene, luoghi in genere, comportamenti altrui, uscite ecc. Ricordiamo che pensano di meritare un trattamento speciale in tutti i settori della vita.
I Beech pensano di possedere un’ispirazione quasi divina. Queste presunte ispirazioni devono però concretizzarsi, ma i dettagli che portano a questa materializzazione, spesso penosi e umilianti, devono essere svolti da persone di condizione inferiore: mediocri formichine lavoratrici non toccate dalla grazia, che devono oltretutto indovinare cosa il grande uomo – o la grande donna – vogliono dire o pensare. Per questo non desiderano essere consultati nè importunati con banalità, senza dubbio prodotto dalla scarsa intelligenza di chi non comprende la loro genialità, e possono quindi reagire furiosamente.
Tuttavia, nella maggior parte dei casi, la presunta genialità dei Beech non corrisponde alla realtà. Le fantasie di grandezza possono essere state utili per affrontare alcune situazioni complicate o sgradevoli o anche per ridurre il livello d’ansia. Molti si servono di un meccanismo mentale: la negazione di tutto ciò che non vogliono ammettere (essere come gli altri, essere sfruttatori, dover lavorare giorno dopo giorno per ottenere le cose ecc.). Immaginiamo per un momento quei Beech che vengono più volte licenziati per la loro difficoltà di lavorare in gruppo e per la loro pretenziosità e superbia. Pensiamo a coloro per i quali la strada del lavoro autonomo non ha prodotto il “meritato” compenso. In questi casi, utilizzano un altro dei loro meccanismi mentali e di difesa più pratici: la razionalizzazione.
A un livello più patologico, possono arrivare a credere realmente che gli altri complottino per danneggiarli e soffrire di idee deliranti di persecuzione, come accade ai paranoici.
Questi Beech che non trovano riscontro ai loro presunti meriti innati possono sentirsi vuoti, umiliati, tristi e ansiosi, ma soprattutto risentiti e rabbiosi.
Parecchi Beech accusano problemi digestivi, soprattutto intolleranze alimentari. Ciò sembra dovuto ai loro limiti e alle loro complicazioni mentali che a qualcosa di organico. Da tempo viene inoltre descritta una tendenza alla rigidità nella parte alta della colonna vertebrale e della mandibola.
Riguardo alle allergie non sembra risultare più incidenza nei Beech che in altre tipologie floreali, nonostante l’essenza in questi casi si dimostri solitamente utile.
Ma cosa porta  determinate persone a diventare Beech? Se consideriamo che molti di loro sono in realtà narcisisti, la genesi di questa tipologia sembra un po’ contraddittoria. Da una parte si ritengono più vulnerabili a questa condizione i figli unici o i primogeniti educati come se fossero essere particolarmente speciali. Venerati dai loro genitori, hanno visto come questi rinunciavano a ogni bisogno personale per adorarli, erano considerati un po’ come “Sua Maestà il bebè”. In questo modo, il bambino non ha appreso che gli altri sono essere indipendenti con le proprie necessità. Così il bimbo non deve dimostrare niente per essere ricompensato e potremmo quindi parlare di un evidente senso di superiorità.
Per spiegare come si forma un narcisista, esiste però un altro meccanismo evolutivo decisamente contrario al precedente, basato sull’apprendimento precoce e attribuito ad un ambiente familiare negligente o addirittura autoritario e punitivo, in cui il bambino ha dovuto sviluppare delle convinzioni compensatorie per superare la mancanza di aiuto e protezione e la scarsa autostima.

Beech come stato
E’ molto frequente vivere stati di intolleranza, soprattutto in determinati aspetti della vita: rumori, cani, moto, biciclette, certe persone, lavori in corso…Parliamo in questi casi di un Beech tematico. Le caratteristiche di questo stato sono in relazione con un livello variabile di intolleranza, irritabilità e rifiuto verso gli stimoli o situazioni implicate. Nel migliore dei casi, lo stato esploderà solo di fronte ad attivatori specifici, come il rumore di una moto, ma in troppe occasioni il Beech tematico è più limitante, sia perchè l’aspetto che non tollera (per esempio rifiuto verso uomini, donne, bambini ecc.) è molto ampio, sia perchè è raro incontrare persone di questo tipo che non uniscano varie intolleranze. In altre parole, è improbabile essere Beech solo per un’unica cosa.

Di fronte ad uno stimolo sgradevole si può reagire in modo sproporzionato. Sicuramente tutti noi siamo infastiditi da un motociclista incurante che circola per la città con una moto rumorosa. Si può persino misurare in decibel la magnitudo di questo inquinamento acustico. Tuttavia, la reazione può oscillare da una piccola smorfia di fastidio, del tutto proporzionata, a una catena di pensieri e sentimenti completamente ostili.
In determinate fasi della vita si possono scatenare episodi Beech, fortunatamente limitati nel tempo, per esempio gli adolescenti che si indignano e vanno fuori dai gangheri per qualsiasi cosa dicano o facciano i loro genitori.
Molti stati di stress, d’ansia o depressivi possono accompagnarsi a un tipo di irritabilità compatibile con Beech. Alcune donne vivono stati Beech durante la sindrome premestruale.
Un aspetto interessante dell’azione di Beech si esplica nei confronti della tendenza alla critica negativa che hanno numerose persone, pur non presentando un profilo narcisita. L’essenza è stata ampiamente sperimentata in persone molto critiche verbalmente sia in persone che rimangono come intrappolate in pensieri critici e denigratori verso persone e istituzioni, anche se non li esteriorizzano.

Livello spirituale
Sono poche le descrizioni di Bach in cui si evidenziano così chiaramente come in Beech gli aspetti positivi dell’essenza. L’importanza che il dr. Bach attribuisce a questa essenza spiritualizzata, in cui esiste un anelito inconscio di pensiero positivo, sicuramente il messaggio dell’anima alla personalità: “Per chi sente il bisogno di vedere più bontà e bellezza in tutto ciò che lo circonda.” Questo impulso positivo ci porta a trasformarci in esseri più empatici, con la capacità di immedesimarci nell’altro e comprenderlo: “Questo rimedio aiuta ad acquisire la capacità di vedere cosa c’è di buono anche nelle cose che sembrano loro sbagliate.” In questo modo svilupperanno certe virtù “al fine di diventare più tolleranti, indulgenti e comprensivi nei confronti delle diverse strade che ogni individuo e tutte le cose percorrono per raggiungere la propria perfezione finale.”

Ma per ottenere i frutti che il maestoso faggio ci offre, dobbiamo prima affrontare la nostra imperfezione, raggiungere l’autoconsapevolezza e conoscere i nostri limiti. Fare una cura di umiltà per vederci riflessi nei nostri simili. Solo affrontando la nostra umanità imperfetta possiamo scendere dalla nostra torre d’avorio e sentirci affratellati con gli altri .
Autovalutandoci obiettivamente e riconoscendo i nostri difetti non abbiamo più bisogno di proiettarli e additarli negli altri e senza dubbio ci comporteremo con più indulgenza verso di loro. In questo modo, siamo in grado di accettare la diversità che ci porta a provare empatia: tutti diversi anche se uguali.
Come osserva giustamente la Scheffer: “Il senso di isolamento e di rifiuto è sostituito da una sensazione di unità nella diversità, di parentela tra le anime, di armonia, cosa che in fondo anche il Beech negativo cerca.”
Come sempre, Bach dà un tocco di grande maestria alla seguente descrizione: “E’ ovvio che nessuno di noi è in posizione di giudicare o criticare, perchè anche se il più saggio di noi vede e conosce un piccolo frammento del Grande Schema di tutte le cose, sapendo così poco, non possiamo giudicare come funzionerà il Grande Progetto..”

Abstract: Ricardo Orozco – opere

Fiori di Bach: Vine

Fiori di Bach: Vine

Descrizione originale di Bach:
Per persone molto capaci, consapevoli della propria abilità e fiduciose di riuscire. Essendo così sicure, pensano che gli altri farebbero bene a lasciarsi persuadere a fare le cose come le fanno loro stessi o come sono certi che sia giusto fare. Anche nella malattia dirigono la propria terapia. Possono essere persone molto preziose nei casi di emergenza.

Parola chiave: dominio, inflessibilità, autoaccentramento, autoritarismo, prepotenza, arroganza, aggressività, ira, disprezzo, egoismo, ambizione smisurata, avidità, freddezza estrema, malvagità, crudeltà, sadismo, durezza, rigidità dinamica.

Livello tipologico
Dalle descrizioni più diffuse della tipologia Vine si desume che ne esistono alcuni con un’alta autostima e altri con una bassa autostima.
Possiamo distinguere un Vine primario e un Vine secondario. Entrambi si possono considerare tipologici, perchè presentano tratti caratteristici di personalità, esistono però delle differenze significative tra di loro.
Il Vine primario è legato a tratti comunemente etichettati come psicopatici.
In questa sede  considereremo solo alcuni dati per chiarire la relazione dello psicopatico con il Vine primario.
La cosa più importante è capire che lo psicopatico soffre di una disconnessione gravissima tra la dimensione emozionale, la mente e il ragionamento.
Secondo un importante specialista, Cleckley: “Lo psicopatico mostra la più assoluta indifferenza di fronte ai valori personali ed è incapace di comprendere qualsiasi argomento correlato. Non è minimamente capace di interessarsi a questioni affrontate dalla letteratura o dall’arte, quali la tragedia, l’allegria o lo sforzo dell’umanità per progredire. Tutto ciò non conta nulla per la sua vita quotidiana. La bellezza e la bruttezza – tranne che in senso molto superficiale -, la bontà, la cattiveria, l’amore, l’orrore e l’umorismo non hanno un senso reale, non costituiscono alcuna motivazione per Vine. E’ incapace di riconoscere le motivazioni delle altre persone. Nonostante la sua acuta intelligenza, è come se fosse cieco ai colori per questi aspetti dell’esistenza umana. D’altra parte è inutile cercare una spiegazione, perchè non c’è nulla nella sua conoscenza che gli permetta di colmare questa lacuna con l’aiuto della comparazione. Può ripetere le parole – questo sì – e dire che comprende, ma non c’è modo che si renda conto che in realtà non le comprende.”
Millon attribuisce agli psicopatici: “Un’incapacità innata di capire ed esprimere il significato delle esperienze emozionali, perciò sono incapaci di comprendere la sofferenza che genera il loro comportamento. Non sviluppano una coscienza emozionale e pertanto mancano di empatia, senso di colpa o tanto meno di rimorso. Ma molti di loro sono intelligenti e calcolatori e possono apprendere la meccanica emozionale per mascherare la loro personalità e manipolare gli altri. Le cose corrette e quelle scorrette sono per loro astrazioni irrilevanti.”
Si tratta di individui, di solito uomini, con un’enorme freddezza. Molti sono estremamente intelligenti da un punto di vista cognitivo – come afferma Millon -, ma molto poco secondo i parametri dell’intelligenza emozionale.
Spesso indossano una maschera seducente e sofisticata. Usano la manipolazione fredda e machiavellica per soppiantare quelli che possono far loro ombra, persino senza infrangere la legge. Pensano che “è bello e divertente aprofittarsi degli imbecilli che lo consentono”. Il narcisismo e la magniloquenza sono caratteristiche che quasi sempre possono trovarsi negli psicopatici, perciò sembra superfluo insistere sul loro forte autoaccentramento ed egoismo.
Sentono la paura molto meno degli altri. Il rimorso, la colpa e l’etica possono esistere come concetti nel loro linguaggio, soprattutto quando sono interessati a manipolare ( cosa in cui riescono a meraviglia ), ma non riescono a comprendere la dimensione emozionale.
Sono prepotenti, orgogliosi, aggressivi e spesso sprezzanti con chi considerano inferiore. Pretendono obbedienza incondizionata, credono di avere il monopolio della verità, perciò considerano inutile discutere.
Una frase che ripetono spesso è: “Perchè lo dico io, punto!”
Gli psicopatici presentano queste caratteristiche in gran parte a livello costituzionale, “perchè in loro sono state individuate anomalie nel modo in cui il cervello elabora l’informazione emozionale secondo la divisione tra gli emisferi cerebrali.”
Senza dubbio, “risulta evidente l’influenza dell’ambiente circostante. Un’ambiente sociale in cui si impara la violenza e la durezza emozionale può portare una persona incline alla psicopatia a diventare un pericoloso delinquente, mentre un ambiente compensatore ed equilibrato può contenere la deviazione in termini moderati.”
La maggior parte dei Vine è avida e si considera superiore agli altri, cosa che li porta ad ambire a posizioni di potere. Certamente il mondo della politica e dell’industria sono un terreno ideale per riuscire nei loro obiettivi. La mancanza di scrupoli morali e la menzogna possono portarli molto lontano in una società che arriva a premiare queste attitudini, che di solito comportano un’importante scalata a livello sociale.
Molte azioni intraprese della grande industria del mondo capitalista e gran parte della politica internazionale sembrano guidate dalla più sfacciata filosofia psicopatica, mascherata ipocritamente di presunti valori morali, umanitari, patriottici, religiosi ecc. I risultati sono visibili a tutti. La maggior parte degli psicopatici sono crudeli e dispotici: amano dimostrare il loro potere e la loro intelligenza. Alcuni sono anche molto sadici e perversi. Molti criminali seriali, stupratori, persecutori morali, maltrattatori di donne hanno questo profilo. Vedere il panico che possono scatenare negli altri può risultare entusiasmante per loro e nello stesso tempo li fa sentire potenti.
In altri casi possono ricorrere ad una violenza che non è affatto impulsiva, bensì finalizzata, per esempio l’esecuzione di civili usata come monito per la popolazione in una guerra, campo in cui gli psicopatici trovano il loro paradiso, perchè possono trasformarsi, in caso di vittoria, in eroi nazionali. Ma l’ideologia è solo un alibi vuoto per i veri psicopatici, che sono assolutamente amorali.
Tuttavia, non è obbligatorio che trasgrediscano i limiti della legge, e infatti si possono incontrare psicopatici perfettamente integrati nel campo della politica e dell’economia. Possiamo anche imbatterci in prestigiosi chirurghi che trattano con molto disprezzo i pazienti e il personale sanitario, poliziotti e militari particolarmente duri,  giudici estremamente severi e un’infinità di altri Vine distribuiti in vari ambiti della società. Inquietante, vero?
Nella malattia i Vine primari pretendono di dirigere la terapia, cercando di dominare e controllare il personale sanitario.
Esiste però – come abbiamo detto – un altro tipo di Vine, quello secondario.
Si tratta in questo caso di un enorme meccanismo di difesa sotto cui si nasconde una grande insicurezza e, in molti casi, un’infanzia molto dura e traumatica dove, in un certo senso, il soggetto fu obbligato a diventare  insensibile e ad indurirsi per sopravvivere emozionalmente alle aggressioni, agli scherzi e alle umiliazioni degli altri.
Generalmente si tratta di persone che si portano dentro grandi frustrazioni e un forte risentimento, persone che hanno subito molte privazioni e umiliazioni e vogliono assicurarsi di non subirne mai più. Per paura dell’aggressione e della vergogna, preferiscono essere quelli che attaccano per primi. Spesso nei Vine secondari si possono riscontrare precedenti di maltrattamenti infantili o gravi complessi rispetto all’autoimmagine, al tono di voce, complessi d’inferiorità ecc.
La storia ci ha dato dittatori terribili. Molti erano chiaramente psicopatici (Vine primari), ma altri avevano precedenti infantili che ci permettono di catalogarli come Vine secondari.
La freddezza, durezza e sicurezza del Vine primario non sono sempre presenti nel Vine secondario, in cui predomina il senso di inferiorità e di vergona e la paura di perdere il controllo. Infatti molti di loro possono pentirsi dopo le esplosioni d’ira. La loro autostima, a differenza del Vine primario, è bassa.

Vine come stato
Si tratta di comportamenti che si manifestano in determinate circostanze, ma che non combaciano con i tratti di personalità descritti in precedenza. Di solito sono il relazione con tensioni accumulate che si scaricano in modo inadeguato in un ambito sicuro, come la casa. E’ facile immaginare un padre di famiglia, sistematicamente umiliato sul lavoro dai suoi capi, che quando torna a casa scarica la sua rabbia trasformandosi in un tiranno domestico e sottomettendo la famiglia con atteggiamenti dittatoriali, oppure chi per esempio accede a un determinato incarico e mette sugli attenti i suoi subordinati, o anche il professore o la professoressa che, non riuscendo a farsi rispettare dagli alunni, impongono la prepotenza e seminano il terrore tra questi.

Livello spirituale
Come sarebbe un Vine positivo? Sicuramente un leader naturale ed empatico, seguito e scelto spontaneamente più per la solidità e la coerenza delle sue motivazioni che per la paura che impone ai suoi seguaci. Il Mahatma Gandhi ne è forse un buon esempio.
Per la Scheffer, il Vine negativo “evidenzia l’equivoco della personalità che utilizza le potenti forze che fluiscono verso di essa, per le quali non è sempre del tutto preparata, solo a proprio vantaggio, per soddisfare la propria volontà invece di metterla al servizio di un progetto superiore. A che serve essere un semidio se non si è un essere divino?”
Riferendosi alla pianta, Jordi Canellas, commenta nel suo libro: “Cresce e cresce verso l’alto, fino ai campi della mente e degli ideali, e nello stesso tempo i suoi fusti cercano l’acqua e sono condizionati da essa ( ne hanno bisogno, ma il suo eccesso li uccide). Hanno bisogno delle emozioni e nello stesso tempo le evitano, come hanno bisogno degli altri perchè la loro crescita è sempre alle spese degli altri.”
Bach scrisse: “L’avidità conduce al desiderio di potere e, pertanto, è una negazione della libertà e dell’individualità dell’anima. Invece di accettare che ognuno di noi sta su questa terra per portare a compimento i dettami della sua Anima, la personalità avida vuole imporsi, plasmare e dirigere, usurpando il potere del Creatore.”
Vine potrebbe considerarsi un vero e proprio analfabeta emozionale, perchè tutte le competenze dell’intelligenza emozionale sono seriamente compromesse. Nella sua ignoranza interiore, gli è impossibile mostrare il benchè minimo barlume di empatia, almeno nel Vine primario. Nel secondario, anche se non sempre l’ignoranza interiore è così esagerata come nel precedente, ogni tratto di comprensione e umanità è represso dalla paura di mostrarsi debole e vulnerabile. In questo caso non basta essere duri, bisogna dimostrarlo in continuazione.

Abstract: Ricardo Orozco – opere

 

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