Condividi:

élite ‹elìt› s. f., fr. [femm. sostantivato di élit, antico part. pass. di élire «scegliere»]. – L’insieme delle persone considerate le più colte e autorevoli in un determinato gruppo sociale, e dotate quindi di maggiore prestigio: l’édella società o di una societàl’éintellettuale della cittàdel Paesefare parte dell’é. o di una é.; come locuz. agg., d’élite, destinato a una élite, e quindi particolarmente scelto o raffinato.

Da 200 anni nobili, papi, ricchi, borghesia, artisti, attori, professionisti, persone con formazione culturalmente elevata (quasi tutti laureati) moltissimi medici per sé e per i familiari, utilizzano anche farmaci omeopatici per curare le loro malattie. E’ una realtà. L‘élite si è sempre curata e continua a curarsi con la medicina omeopatica. Attori famosi come Penelope Cruz e Catherine Zeta-Jones per esempio si curano esclusivamente con l’omeopatia.

Recentemente il Principe di Galles Carlo ha dato il suo patrocinio alla Faculty of Homeopathy un organismo professionale britannico che regola e promuove l’omeopatia, scatenando molte critiche nel mondo medico britannico.

La famiglia reale inglese ha sempre avuto un medico omeopatico di corte e ha sempre utilizzato la terapia dei simili per curarsi.

Finché questa élite è l’unica a curarsi con l’omeopatia, non disturba i fatturati delle case farmaceutiche convenzionali per lo scarso numero di persone coinvolte e ciò viene tollerato.

Quando invece i numeri cambiano e il trend può avere una iperbole di gradimento, il pericolo di un significativo calo di business del mercato farmaceutico convenzionale diventa possibile.

In questi ultimi 30 anni altri gruppi sociali hanno cominciato a scoprire i vantaggi dell’omeopatia. La maggior efficacia sulle malattie croniche con buon miglioramento del quadro clinico e frequente guarigione completa, l’assenza di effetti collaterali, i costi contenuti, l’indipendenza dal farmaco quando si raggiunge la guarigione, la mancanza di impatto ambientale per la produzione dei farmaci, l’assenza di farmaco resistenza e l’impossibilità a brevettare i farmaci omeopatici unitari, hanno indotto molte persone ad avvicinarsi alla medicina omeopatica con buoni risultati .

L’altro aspetto della guarigione da patologie croniche è, però, la perdita di utili da parte delle aziende farmaceutiche convenzionali.

Ecco che allora la tolleranza che c’è stata fino a poco tempo fa, relegando l’omeopatia ad un fatto di moda e costume, è finita e l’equilibrio esistente tra la farmaceutica convenzionale e l’omeopatia si è rotto definitivamente.

Questa dinamica si era già presentata circa un secolo fa.

Nella seconda metà del 1800 l’omeopatia ebbe una vastissima diffusione in tutto il mondo. Alla luce dei suoi evidenti successi nelle grandi epidemie di colera negli USA e in Europa (Londra e Italia) dove chi si curava omeopaticamente moriva 5 volte meno rispetto agli altri e ai continui successi su patologie difficilmente curabili con la medicina tradizionale, vennero costruiti centinaia di ospedali omeopatici e moltissimi medici abbracciarono lo studio di questa medicina e di pari passo la popolazione cominciò ad abituarsi all’utilizzo di questi presidi.

Alla fine dell’Ottocento, negli USA, l’omeopatia annoverava: 12.000 medici (numero considerevole per quei tempi), 22 college, dozzine d’ospedali, dozzine di giornali.

Nel 1900, a Washington, s’inaugurava un monumento ad Hahnemann alla presenza del Presidente degli Stati Uniti McKinley; il discorso conclusivo della cerimonia fu tenuto da J. Griggs, Ministro della Giustizia.

Ecco allora che la risposta dei medici convenzionali, che vedevano in pericolo il loro status, fu, nel 1846, la fondazione dell’ AMA American Medical Association, che ebbe fra i suoi primi obiettivi la lotta contro l’omeopatia: l’iscrizione fu vietata ai medici omeopati, ai membri fu vietato, pena l’espulsione, persino di consultarsi con omeopati, fu negato il riconoscimento legale ai diplomi rilasciati da università dove vi fossero cattedre di omeopatia. Nel 1910 venne stilata una classifica delle scuole mediche americane (FlexnerReport), in base a criteri che davano alti punteggi alle scuole che privilegiavano l’approccio fisico-chimico e patologico al corpo umano, penalizzando l’approccio omeopatico Ovviamente i colleges omeopatici ottennero bassi punteggi e poiché solo i laureati nelle scuole con alto punteggio vedevano riconosciuto il titolo di studio, ciò rappresentò un colpo mortale all’insegnamento dell’omeopatia: infatti su 22 colleges omeopatici presenti nel 1900 solo 2 rimanevano nel 1923. Nel 1950 non vi erano più colleges che insegnassero l’omeopatia e si stimava che esistessero solo un centinaio di medici omeopati, tutti di età superiore ai 50 anni, in tutti gli Stati Uniti. Un parallelo declino, per vicende analoghe, subì la pratica omeopatica in Europa nei primi decenni del ‘900.

Pochi anni più tardi, nel 1913, i college si erano ridotti a 10, diventeranno 5 nel 1919: tanto questi che i vari ospedali omeopatici nel giro di pochi anni si riconvertiranno in college ed ospedali regolari, mentre i giornali progressivamente sospenderanno le pubblicazioni.

Se non mettiamo la libertà di cure mediche nella costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una dittatura. E il tentativo di limitare l’arte della medicina solo ad una classe di persone rappresenterà la Bastiglia della scienza medica (Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d’Indipendenza USA).

Giambattista Vico, filosofo napoletano del 600, nelle sue teorie dei corsi e ricorsi storici anticipò la ricorrenza di questi eventi.

Ecco che allora, tornando ai giorni nostri, si comprendono gli imponenti investimenti economici nella crociata di disprezzo e dileggio verso chiunque utilizzi l’omeopatia (sia medici che pazienti) e di tutta la sofisticata architettura della costruzione delle identità delle fake news e della pseudoscienza, termini introdotti attraverso una astuta strategia di comunicazione: prima costruisco la figura artefatta, l’idea, il concetto razionale di bugia, falsità, bufala non casuale ma studiata, poi la uso contro il nemico additandolo come untore e truffatore.

Per esempio a ottobre uscirà un libro del ruspante e gettonatissimo (dalle case farmaceutiche) Prof Burioni, virologo di media fama scientifica, famoso, invece, per le sue campagne provax e sue sortite da fascismo intellettuale: “la scienza non è democratica”. Questo libro verterà sull’omeopatia, materia che il Burioni non conosce perchè non l’ha mai studiata e, tantomeno, mai applicata sui pazienti. Il titolo non lascia dubbi : “Omeopatia: la grande truffa”. E’ stata minacciata una querela da parte di chi si cura omeopaticamente e che non gradisce essere insultato e il Burioni, eroicamente, ha fatto subito marcia indietro modificando il titolo: Omeopatia: la grande illusione”. Il libro ovviamente non è stato scritto dal Burioni ma dai soliti ghostwriter stipendiati dalla case farmaceutiche che usano il Burioni come marionetta nel teatrino mediatico. Il risultato però è ridicolo. Se io, medico omeopatico con 40 anni di esperienza clinica, decidessi di scrivere un libro sulla virologia sarei sicuramente più preparato rispetto a quello che sa Burioni sull’omeopatia, ma risulterei comunque ridicolo. Che credibilità potrei avere se confrontato con i luminari della virologia come, per esempio, il Prof. Tarro insignito del premio di miglior virologo del mondo, avendo fatto io, per tutta la vita, un altro lavoro? Nessuna.

Ma questo è.

L’obiettivo è ridicolizzare e screditare questo approccio terapeutico attraverso il costante e martellante uso di molteplici vie di comunicazione (ormai è guerra e non si fanno prigionieri, vedi i medici radiati dai loro Ordini). L’obiettivo è convincere chi non ha strumenti critici sufficienti per avere una propria idea sulla medicina omeopatica a non usarla presentandola come un raggiro e truffa pericolosa.

Se 100 anni fa gli attori principali di questa dinamica erano i medici tradizionali oggi lo sono le multinazionali del farmaco.

Dal punto di vista scientifico, a fronte di un buon numero di lavori di qualità a favore dell’omeopatia che non vengono tenuti in considerazione, queste campagne fanno sempre riferimento, invece, a pochi lavori farlocchi e ampiamente screditati. Mai nessuno invece parla delle 5 metanalisi a favore della MO, dei lavori di Betti, Elia, Bellavite dell’impiego di omeopatia in campo agricolo, dove quindi si esclude l’effetto placebo. Si citano solo  Shang 2005 e Australian report (veri e propri falsi scientifici strumentalmente costruiti per raggiungere un risultato deciso a priori) e mai la recente metanalisi 2019 di Mathie. Il truffatore usa qualsiasi mezzo per raggiungere il risultato preposto. Del resto come dice Gregg Easterbrookgiornalista e scrittore statunitense: “Se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa.

Recentemente è stato pubblicato un libro che smonta pezzo per pezzo questi falsi scientifici. Lo ha scritto il Dott. Ciro D’Arpa di Palermo e si intitola OMEOFOBIA analisi dei documenti che affermano che l’omeopatia è solo un placebo. Ne consiglio la lettura. Ci sono buoni spunti di riflessione sulla scarsa serietà di questo mondo omeofobico.

Questa è la vera Pseudoscienza o scientismo.

Che in Francia siano riusciti, pagando opinion leader scientifici, lobbisti e politici, a interrompere il rimborso dei farmaci omeopatici dopo una consolidata storia lunga moltissimi anni, mentre in Svizzera da poco tempo si sia giunti ad un traguardo esattamente opposto, inserendola nel Sistema Sanitario Nazionale, è emblematico.

Pensate che in Francia l’omeopatia rappresenta solo lo 0,3% dei rimborsi sanitari (quindi incide minimamente sul budget), 1 medico su 5 prescrive farmaci omeopatici1 francese su 3 si cura omeopaticamente. Ma nella struttura che ha stilato il de profundis dell’omeopatia francese, l’HAS Haute Autoritè de Santè è presente un solo medico generalista mentre tutti gli altri membri sono soggetti più o meno legati a case farmaceutiche convenzionali.

Questo attacco massiccio è il disperato colpo di coda di un mondo economico-finanziario consapevole della profonda crisi in cui versa la medicina moderna. La crisi del paradigma della medicina e del medico (quella ben descritta nelle 100 tesi degli Stati Generali di Ivan Cavicchi) che può generare conseguenti, ingenti, perdite economiche.

Come più di 100 anni fa i commercianti di cavalli cominciarono a intravedere, nelle prime carrozze a motore, gioco e diletto per pochi eletti di una società borghese, la loro fine nel momento in cui le grandi masse avessero avuto accesso a questo mezzi, nello stesso modo il medical industrial complex  vede nella crisi dei valori della medicina e in queste proposte alternative, come la medicina omeopatica, una futura preoccupante crisi economica.

Come già avevo detto in un precedente articolo, invece di cavalcare l’onda e cominciare a produrre farmaci omeopatici si ostinano ad investire nel marketing del discredito perchè la produzione non sarebbe altrettanto remunerativa rispetto ai farmaci convenzionali.

Certe dinamiche, però, talvolta, possono essere controproducenti.

Nel 1500 circa, grazie agli esploratori del nuovo mondo, arrivò in Europa  un tubero commestibile sconosciuto. Il tentativo di inserirla nella dieta europea non ebbe successo. Ma dopo 200 anni il re di Francia Luigi XVI ebbe l’intuizione di creare delle coltivazioni ad uso esclusivo dei ricchi e della nobiltà. Furono approntati grandi campi di coltivazione con guarnigioni di soldati a loro difesa.

Il successo fu garantito. Nel giro di pochi anni i tuberi furono trafugati e diffusi in tutta Europa. E’ così che la patata è diventata uno dei cibi più apprezzati dagli abitanti del vecchio mondo.

La curiosità per il proibito o esclusivo è irresistibile.

Questo potrebbe essere il risvolto di questa campagna diffamante architettata contro di noi, che i cittadini capiscano l’inganno di questa informazione esageratamente addomesticata al solo scopo di speculare sulla loro salute e si rivolgano in numero sempre maggiore all’omeopatia.

Peccato! Potremmo vivere in pace come prima, accettare il cambiamento graduale del paradigma e sfruttare positivamente le peculiarità dei diversi approcci alla malattia e costruire insieme una nuova medicina del terzo millennio ma, purtroppo, tristemente, business is business.

“Una sempre maggiore collaborazione che vada aldilà dei dogmatismi dei singoli saperi, la definizione di una semantica condivisa e lo sviluppo di un vero approccio multidisciplinare sono il solo metodo che abbiamo per affrontare le sfide del futuro.” Christian Greco

Posterity will judge!

PS. per tutti gli omeopati e pazienti omeopatici.

Come difendersi da questa montagna di guano che ci viene scaricata addosso quotidianamente? Ho trovato questa gustosa quanto realistica storiella. Leggetela. Può essere utile.

L’ insegnamento dell’asino

“Una mattina l’asino di un contadino cadde in un pozzo.. . L’ animale pianse fortemente per ore, mentre il contadino cercava di fare qualcosa per farlo uscire …

Alla fine, il contadino decise che l’asino era già vecchio e il pozzo era ormai asciutto e non serviva e che anzi era giunto il momento di essere tappato in ogni modo, e convinto che davvero non valesse la pena di far uscire l’asino dal pozzo invitò tutti i suoi vicini per essere aiutato a chiudere il pozzo per sempre.

Cosi’ afferrarono una pala e iniziarono a tirar terra dentro al pozzo… L’ asino rendendosi conto di quello che stava succedendo pianse orribilmente…

Poi, per sorpresa di tutti, si acquietò…

Il contadino guardò in fondo al pozzo e si è stupì di quello che videro i suoi occhi…

con ogni badilata di terra, l’asino stava facendo qualcosa di incredibile: si scuoteva la terra da sopra e la faceva cadere sotto di sé e poi ci camminava sopra appiattendo la terra…

Molto presto tutti videro con sorpresa come l’asino riuscì ad arrivare fino alla bocca del pozzo, è una volta passato sopra il bordo uscì fuori e se ne andò via trotterellando …

Se la vita sta per lanciarti terra, ogni tipo di terra… il trucco per uscire dal pozzo è usarla per fare un passo verso l’alto. Ognuno dei nostri problemi è un gradino verso l’alto… Possiamo uscire dai più profondi vuoti se non ci diamo per vinti… Usa la “ terra “ che ti buttano sopra per andare avanti.”


http://blog-appuntamento-con-l-omeopatia.it/omeopatia-medicina-delite/

https://www.facebook.com/StudioMedicoDottMauroPiccini/

Vuoi rimanere aggiornato sulle nostre ultime news?


 

Iscrivendoti al servizio acconsenti al trattamento dei dati secondo l’informativa UE 2016/679 (Leggi di più)


Condividi:
Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.