PREVENIRE L’OSTEOPOROSI

Da alcuni anni la carenza di vitamina D sta diventando un problema di massa colpendo non solo gli anziani o i giovani adulti ma anche e sempre di più i bambini.
Le variazioni ormonali, così come un’eventuale origine genetica sono fattori favorevoli ma non esclusivi nell’innescare il processo osteoporotico.
Anche la quantità di Calcio assunto con il cibo è sempre più che bastante per assicurare il corretto apporto quotidiano.
Sulla base di tutto ciò è inevitabile arrivare alla conclusione che le cause dell’osteoporosi siano individuate tra gli atteggiamenti alterati dello stile di vita e principalmente in un’alimentazione acidificante e in uno scarso uso del corpo dato da una ridotta attività fisica in tutte le età della vita.
Come azione di prevenzione o come mezzo correttivo vengono elencati alcuni punti utili .

1 ) SOLLECITARE L’ESPOSIZIONE SOLARE. Anche se una lunga esposizione estiva può agire da accumulo di vitamina D, esporre almeno il 30 % del corpo durante l’inverno si rivela importante per l’attivazione di questa vitamina.
2 ) CONTROLLO DEL PESO CORPOREO. Il sovrappeso è uno stimolo meccanico negativo per l’osso e l’eccesso di grasso porta ad un costante stato infiammatorio che è una delle basi di sottrazione di Calcio dalle ossa.
3 ) DIMINUIRE L’USO DI PROTEINE ANIMALI. Le proteine animali, anche quelle del latte,  hanno bisogno di un ambiente acido per essere digerite e questo porta ad attivare i Sistema Tampone per mantenere costante il ph del sangue , che è alcalino , e dei tessuti. Dopo i bicarbonati il Calcio è il tampone più efficace, a scapito della resistenza dell’osso.
4 ) SVOLGERE ATTIVITA’ FISICA. Il movimento fisico, non solo quello sportivo, è molto importante per mantenere il Calcio nelle ossa.
5 ) LIMITARE L’ASSUNZIONE DI CORTISONE E DI FANS. L’azione di questi farmaci è certamente deleteria per le ossa. Sono farmaci indispensabili in certe situazione e necessità ma molto spesso possono essere sostituiti con rimedi privi di questo forte effetto collaterale.
6 ) CORRETTO UTILIZZO DELL’INTESTINO. L’infiammazione cronica della mucosa intestinale riduce l’assorbimento del Calcio presente nei cibi.
7 ) LIMITARE CAFFE’ E CAFFEINA. La caffeina e l’acido fosforico contenuto in molte bevande gassate  e zuccherate ( Coca Cola e simili ) sottraggono Calcio alle ossa. Fondamentale eliminare questi prodotti dall’alimentazione dei giovani e bambini se si vuole  attuare una prevenzione primaria.
8 ) ELIMINARE IL FUMO. All’azione indiretta del consumo di antiossidanti si associa quella diretta di elemento acidificante, nocivo per l’osso.
9 ) RIDURRE IL CONSUMO DI SALE. Un eccesso di Sodio favorisce il distacco del Calcio dalle ossa. Non si dovrebbero superare i 5-6 grammi di sale al giorno.
10 ) RIDURRE L’ASSUNZIONE DI ALCOOL. Tutti gli alcolici interferiscono con l’assunzione del Calcio.
L’approccio della Medicina Funzionale permette di intervenire sulla maggior parte dei fattori scatenanti aiutando il paziente a ritrovare un peso forma, ristabilendo la funzione dell’intestino, diminuendo l’uso di farmaci ed impostando un’alimentazione ed una terapia deacidificante l’organismo.

 

ENERGIA DEGLI ORGANI E UMORE NELLA MEDICINA TRADIZIONALE CINESE

Avete mai cambiamenti di energia e umore nelle diverse ore del giorno? Potreste dormire di più ma vi alzate sempre alla stessa ora? L’orologio biologico degli organi ci può dare una risposta. La Medicina Tradizionale Cinese (MTC) ritiene che per ogni organo del corpo ci siano determinate ore del giorno in cui avviene un picco massimo nella sua funzionalità. L’ora di punta di un organo è quella in cui il Qi – l’energia vitale – fluisce maggiormente attraverso il meridiano legato a quel particolare organo. In medicina cinese a seconda che un disturbo compaia spesso (o sempre) nel momento in cui l’energia è massima in un determinato organo fornisce indicazioni molto utili per capire come ripulire quell’organo e quale emozione lo sta bloccando. Ecco allora lo schema degli organi in relazione alla loro specifica fascia oraria con riferimento all’ora solare:

3:00-5:00 POLMONE

Il primo ad attivarsi è il Polmone, responsabile di muovere il Qi attraverso tutto il corpo e anche di dirigere il sangue e quindi l’ossigeno nei vari organi. Questo è il momento migliore per ricaricare i polmoni se si desidera avere sufficiente fiato per parlare e abbastanza energia per affrontare la giornata. I polmoni governano la voce, il sistema respiratorio, il sudore, la salute della pelle e la salute del sistema immunitario; ricaricare i polmoni con il sonno è particolarmente importante se avete problemi con una qualsiasi di queste aree. Se vi svegliate o siete ancora svegli in queste ore senza alcun motivo apparente, è spesso colpa dell’angoscia, l’emozione principale legata al polmone. Allo stesso modo, se siete già svegli e sentite dei cambiamenti improvvisi di energia o di benessere, potrebbe esserci un sentimento correlato al dolore e al distacco. Sentirsi sereni indica la mancanza di problemi di questo tipo e che si ha polmoni forti e una voce forte.

5:00-7:00 INTESTINO CRASSO

Questo orario è il migliore secondo i cinesi per svuotare l’intestino perché è massima la forza in quest’organo e dunque migliore la capacità di espellere dal nostro organismo le scorie. Ottimo in questa fase bere acqua tiepida. L’ansia è l’emozione che danneggia questo organo.

7:00-9:00 STOMACO

A quest’ora la funzione digestiva è ottimale e quindi bisognerebbe fare una bella e ricca colazione. Se non si fa una colazione nutriente gli altri organi successivi non riceveranno energia e quindi ci sentiremo stanchi per tutta la giornata. Questo concorda con la medicina naturale che afferma che fare una ricca colazione attiva il metabolismo. Allo stomaco è legata l’emozione di preoccupazione. Qualsiasi cambiamento significativo sia fisico che emotivo di cui siate coscienti, in questo periodo della giornata può influenzare l’umore e la funzione digestiva.

9:00-11:00 MILZA

La milza, secondo i cinesi, è un organo molto importante perché in grado di trasformare il cibo in energia utile a tutti gli organi. Se non si è fatta una buona colazione quindi la milza non è in grado di fare bene il suo lavoro e si possono avere cali di energia. Ma siete ancora in tempo: anche questa fascia oraria è indicata per la colazione. Il rimuginare, il preoccuparsi, avere un’eccessiva attività intellettuale danneggia la milza. Questo può portare a un deficit di Qi di milza, causando a sua volta preoccupazione e conseguente affaticamento, letargia, e incapacità di concentrarsi.

11:00-13:00 CUORE

Questa fascia oraria interessa il cuore e bisognerebbe evitare al fisico ogni tipo di stress. E’ il momento ideale dunque per pranzare e poi rilassarsi un attimo. Non bisognerebbe dedicarsi ad esercizi fisici intensi e stare troppo al caldo. Le emozioni legate al cuore sono la gioia, l’entusiasmo e la quiete. Ciò significa che il cuore è più forte in presenza di queste emozioni, ed è ostacolata da quelle opposte (anche il troppo entusiasmo danneggia il cuore perché disperde l’energia). Qualsiasi problema fisico a quest’ora, come dolore o sofferenza, o cali di energia, possono essere collegati con dei blocchi energetici del cuore.

13:00-15:00 INTESTINO TENUE

Questa è una fase importante perché si sta assimilando il pranzo e per ottenere la massima energia da ciò che si è mangiato bisognerebbe evitare lavori pesanti o mentalmente stressanti. Nella prima parte della fascia oraria è ancora un buon momento per mangiare. L’intestino tenue è associato al cuore e quindi la sua emozione è la gioia.

15:00 – 17:00 VESCICA

L’orario migliore per fare le cose più importanti e impegnative della giornata, come studiare e dare il massimo sul lavoro. Naturalmente se ci si è nutriti e idratati bene nel resto della giornata. La vescica è legata alla paura. Segnali fisici e sintomi in questo momento della giornata potrebbero riguardare questa emozione.

17:00-19:00 RENE

Il rene è un organo chiave in medicina tradizionale cinese: è considerato la radice della vita, è la nostra fonte di energia . E’ proprio questo il momento in cui si possono avvertire cali energetici, in questo caso mangiare qualcosa di salato (non troppo) può stimolare il rene nelle sue funzioni. Il rene è l’organo del corpo più fortemente legato alla paura. Non solo le manifestazioni fisiche in queste ore possono essere correlate alla paura, ma è meglio evitare cose come i film horror in questo momento perché possono indebolire il rene. Il rene è anche strettamente collegato con la forza di volontà, la sicurezza, il senso di distacco e di isolamento. Quindi, eventuali sintomi che si manifestano in queste ore potrebbero avere a che fare con queste emozioni. (NOTA: il sistema Rene cinese include anche il sistema immunitario, endocrino ed ormonale, e le ghiandole quali la tiroide, la paratiroide e le surrenali)

19:00-21:00 PERICARDIO

Il pericardio è strettamente connesso al cuore (anatomicamente è la membrana sierosa che lo protegge), questo è un momento ideale per fare qualche pratica che aiuti a rilassare e conciliare il sonno come la meditazione, una leggera attività fisica, leggere, ecc. ma anche dedicarsi alla convivialità e alla famiglia. La sera bisognerebbe mangiare poco. Poiché il pericardio è strettamente legato al cuore anche ad esso è associata l’emozione della gioia. Sintomi e malesseri che si manifestano in queste ore possono pertanto riflettere il vostro stato emotivo.

21:00-23:00 TRIPLICE RISCALDATORE

Il Triplice riscaldatore è un meridiano di Medicina cinese che è in stretto rapporto con molti organi e visceri del corpo, che agiscono sotto la sua protezione e direzione. Durante questo orario dovremmo addormentarci (prima in inverno, un po’ più tardi in estate). Anche questo organo è legato alla gioia.

23:00-1:00 CISTIFELLEA

La cistifellea è strettamente correlata al fegato. La cistifellea è legata al coraggio e all’utilizzo saggio della capacità di giudizio. Segni e sintomi che si presentano in queste ore possono riguardare problemi nel prendere decisioni (che possono sfociare in decisioni avventate o indecisione) e timidezza.

1:00 -3:00 FEGATO

Il fegato è importante nella disintossicazione dalle tossine del corpo e, secondo la MTC, disintossica anche le nostre emozioni. L’emozione più fortemente legata al fegato è la rabbia, così come frustrazione, amarezza e risentimento. Dormire in queste ore è l’ideale per concentrate la massima energia nella funzione di disintossicazione. Questo spiega perché andare a dormire prima di quest’ora rende sani il corpo e la mente. E’ interessante notare che, se vi svegliate spesso in queste ore, oppure non vi siete ancora addormentati, e sentite un cambiamento di stato, esso può essere causato dalla rabbia o dalla frustrazione latenti che stanno mettendo sotto pressione il fegato mentre cerca di disintossicarsi da esse.

REFLUSSO GASTROESOFAGEO: SCOPERTI I VERI “PIROMANI” CHE INCENDIANO L’ESOFAGO

Finalmente confermato dalla medicina ufficiale ciò che la medicina funzionale di regolazione sostiene da alcuni decenni. Meglio tardi che mai, ma quanto tempo sprecato…

Dott. Mauro Piccini

I danni alla mucosa non sono provocati direttamente dall’azione corrosiva degli acidi dello stomaco, ma da molecole infiammatorie.

Per la prima volta sono stati identificati i veri “piromani” che incendiano l’esofago nei pazienti che soffrono di reflusso gastroesofageo: a scatenare i danni alla mucosa non è l’azione corrosiva dei succhi acidi in risalita dallo stomaco come si è sempre pensato, bensì l’azione di un gruppo di molecole infiammatorie prodotte nella mucosa in risposta all’acidità.

La scoperta, che potrebbe imprimere una svolta nella lotta al reflusso, è annunciata sulla rivista Jama dai ricercatori del Dallas VA Medical Center in collaborazione con il Southwestern Medical Center dell’Università del Texas.

«Probabilmente questa svolta radicale nella comprensione del reflusso gastroesofageo non modificherà a breve l’approccio terapeutico, che continuerà a basarsi sui farmaci anti-acidi, ma a lungo termine potrebbe avere importanti implicazioni», afferma Stuart Spechler, professore di medicina interna all’Università del Texas e direttore del dipartimento di gastroenterologia presso il Dallas VA Medical Center. «In futuro – gli fa eco la collaboratrice Rhonda Souza – forse potremo curare il reflusso con farmaci diretti contro le molecole e le cellule infiammatorie che danneggiano realmente l’esofago».

La scoperta dei ricercatori texani nasce da una semplice osservazione, fatta sui topi di laboratorio: le lesioni alla mucosa dell’esofago non compaiono subito dopo il contatto con i succhi gastrici, ma dopo alcune settimane. «Se le lesioni fossero causate da un’azione chimica corrosiva dovrebbero svilupparsi immediatamente, come quando l’acido di una batteria ci finisce per sbaglio sulla pelle della mano», spiega Spechler. Da qui, l’intuizione che forse i succhi gastrici non siano i “piromani” dell’esofago, ma che in fondo portino soltanto il “cerino” ai veri colpevoli.

Per verificarlo, i ricercatori hanno osservato come si sviluppano le lesioni dell’esofago nei pazienti con reflusso che sospendono il trattamento con farmaci inibitori di pompa contro l’acidità di stomaco. Osservando tutto il processo fin dall’inizio, hanno scoperto che le lesioni della mucosa non assomigliano per niente alle bruciature chimiche generate dall’azione corrosiva degli acidi. La loro insorgenza potrebbe dunque essere scatenata da molecole infiammatorie (chiamate citochine) prodotte dalla mucosa in risposta all’acidità.

di Elisa Buson
da OK salute e benessere

INFIAMMAZIONE CRONICA SISTEMICA

Questo tipo di infiammazione si distingue da qualla acuta, che risulta essere un evento comunque positivo per il nostro organismo, in quanto è inutile e dannosa perché non ha nella sua intenzionalità la risoluzione della malattia ma anzi, divenendone essa stessa il nucleo fondamentale, ne permette la progressione cronica e l’amplificazione sistemica che, coinvolgendo in maniera sempre più estesa l’organismo, può fungere da innesco, come spesso accade, di tutta una serie di problematiche di difficile risoluzione che troviamo normalmente associate tra loro.
L’obesità, le malattie del metabolismo quali diabete, le problematiche cardiovascolari, i tumori, le patologie come la fibromialgia, sindrome della bocca che brucia, sindrome da affaticamento cronico, non sono altro che manifestazioni nosologiche, apparentemente diverse, che però hanno tutte alla base L”Infiammazione Cronica Sistemica.
Lo stesso invecchiamento, quando avviene in maniera precoce, accelerata è determinato da una esuberanza di infiammazione cronica che supera il normale livello dovuto all’età anagrafica tanto che, in tali casi si parla di ” Inflammaging”.
L’infiammazione acuta è il primo dei meccanismi naturali del nostro organismo a far fronte ad un evento infettivo, virale o batterico, traumatico o tossico, di origine esogena od endogena. Essa è il primo mezzo di allerta e, indipendentemente dal tipo di causa scatenante, richiama in azione le cellule preposte alla sorveglianza e protezione che attaccano e distruggono gli agenti perturbanti; ripuliscono le cellule e riparano i tessuti fino a riprestinare il pieno stato di salute o, perlomeno, a ridurre al minimo il danno.
Quindi lo stato infiammatorio acuto è un evento in ogni caso positivo, benigno e benevolo per il nostro organismo. Rappresenta in pratica un dispositivo che, potremo definire fisiologico, con cui il nostro organismo ogni tanto cerca di ” ripulirsi” dagli immancabili accumuli tossici derivati dall’esterno o dall’interno. Il problema spesso consiste nel fatto che i sintomi che l’accompagnano sono appunt ” acuti ” e ,essendo poco tollerati, le conferiscono l’aspetto di ” malattia”, sollecitando un’azione di tipo repressivo basata principalmente sull’uso di farmaci ” anti ” che, invece di modularne il decorso portandola al giusto completamento, la bloccano interrompendone lo svolgimento e quindi trattenendo quelle scorie che avrebbero dovuto essere eliminate, oltre a produrne di ulteriori. Se l’infiammazione acuta avrebbe il suo ciclo naturale, gestendone la sintomatologia e ottimizzando la risposta dell’ospite in modo biologico, ci sarebbe una piena restitutio ad integrum e l’organismo ne uscirebbe ” depurato ” e rafforzato verso eventuali episodi successivi.
Agendo invece in modo repressivo non si risolve il problema causale ma si tacitano solamente i sintomi lasciando così il carico tossico all’interno dell’organismo e inviando, inoltre, un segnale al sistema immune che lo orienta verso una risposta meno acuta che però , allo stesso tempo, inefficace, dannosa e progressiva, senza un termine e uno scopo.
Questo passaggio da una risposta attiva ad una passiva, dall’esercitare l’infiammazione al subirla, dal quasi fisiologico al patologico conclamato, non avviene solo in caso del reiterato impiego di farmaci repressivi in corso di episodi infiammatori acuti l , ancor peggio, a scopo preventivo, ma anche per esempio, a causa di situazioni di vita o comportamentali quali lo stress cronico da cause molteplici come l’alimentazione eccessiva e/o inadeguata, gli stili di vita errati come la sedentarietà, la perdita o lo spostamento delle ore di sonno.
Infatti quando l’organismo è sottoposto a condizioni di questo tipo, anche di natura molto diversa tra loro ( farmaci, alimentazione, stress psicoemotivi ) che possiamo identificare con il termine unico di ” stressor”, reagisce sempre nello stesso modo, proprio come accade per l’infiammazione acuta e instaura un’infiammazione cronica che da latente diviene sempre più stabile e diffusa. Tutto ciò non accade in maniera repentina in quanto l’organismo ha ovviamente una capacità di fare fronte a tali insulti per un periodo di tempo dipendente dal singolo soggetto in relazione alle sue condizioni basiche e all’entità e varietà  degli stessi stressors. Solo quando il sistema di regolazione inizia ad esaurirsi ed a usurarsi avvengono degli shift immunitari che spostano la risposta immunitaria da un’azione adeguata, utile ed efficace, ad una inadeguata, inutile e dannosa che, iniziando e procedendo in maniera molto subdola, dà luogo a questo tipo di infiammazione quasi silente.
Questa , caratterizzandosi per tutta una serie di connotati biochimici e neuroendocrini, danneggia per lungo tempo, e in misura sempre maggiore, i tessuti, gli organi e i sistemi più nobili. Essa non dà chiari indizi di sé ma provoca solo una sintomatologia molto vaga, aspecifica e varia.
Nell’infiammazione cronica non vi è la corretta progressione biochimica a cascata come nell’infiammazione fisiologica, bensì ci sono reazioni caotiche che si ostacolano vicendevolmente e che reciprocamente potenziano la disorganizzazione, l’inefficienza e la dannosità degli altri. Questo persistente intervento di basso livello infiammatorio richiesto al sistema di difesa dell’organismo porta nel tempo ad un vero e proprio esaurimento  del sistema neuro-endocrino-immunitario a causa del quale i tessuti, perdendo la capacità di riconoscere le loro stesse cellule da quelle che non lo sono, le identificano come non self e le attaccano.
Tale processo nel tempo danneggia ulteriormente organi, vasi e tessuti innescando così una continua e sempre maggiore risposta immunitaria e autoimmunitaria. Va sottolineato che l’infiammazione cronica crea un’alta presenza di radicali liberi nei tessuti che impegna ed esaurisce i sistemi tampone antiossidanti ( osteoporosi).
Questa condizione di squilibrio, detta Stress Ossidativo, può facilmente generare una risposta infiammatoria nei tessuti miofasciali che, nuovamente, farà rilasciare ulteriori radicali liberi innescanti successivi processi infiammatori in un circolo vizioso senza fine.

L’approccio della Medicina Funzionale di Regolazione mira a modulare l’infiammazione valutandone le cause scatenanti e modulandone l’effetto, impostando una terapia biologica che permette di mantenere in equilibrio l’organismo

DISTURBI DIGESTIVI

Dallo studio dei meccanismi fisiopatologici, l’elemento comune di questi disturbi sembra essere il contatto delle mucose con i succhi gastrici e con altre sostanze irritanti.

La soluzione più spesso proposta è l’inibizione della secrezione acida,  la quale comporta la rinuncia ai benefici apportati dalla presenza di acido nello stomaco.
Tra i farmaci più usati in farmacologia tradizionale nelle patologie acido-correlate si distinguono 3 gruppi fondamentali: gli inibitori della pompa protonica ( IPP ), gli antagonisti del recettote H2 dell’istamina e gli antiacidi.
Gli IPP sono i più potenti inibitori della secrezione acido-gastrica la cui produzione giornaliera è ridotta dell’80-95 %. Le molecole disponibili (omeoprazolo-lanzoprazolo-pantoprazolo ecc ) presentano caratteristiche farmacologiche simili e sono utilizzati principalmente nelle ulcere-gastroduodenali e nel trattamento del reflusso gastro esofageo.
Gli H2 antagonisti inibiscono la secrezione basale basale di circa il 70 % e appartengono a questa classe la cimetidina,la ranitidina,la famotidina ecc.
Gli antiacidi sono farmaci caratterizzati da un’azione rapida utile per l’uso occasionale nel trattamento della pirosi gastrica e i più comuni sono il bicarbonato, il carbonato di Calcio,gli idrossidi di alluminio e magnesio. Questi neutralizzano temporaneamente l’acido cloridrico presente nel lume gastrico.
Questo approccio porta alla drastica riduzione dell’acidità dei succhi gastrici che svolge un ruolo molto importante per la salute in particolare nella trasformazione chimico-fisica degli alimenti,avvalendosi da un lato di movimenti coordinati di miscelazione e triturazione e, dall’altro, di secrezioni digestive ricche di enzimi, in particolare di acido cloridrico.
Tra le varie funzioni dell’acidità, una delle principali è quella di barriera nei confronti dei molteplici microorganismi ingeriti.
In caso di riduzione prolungata della sintesi dell’acido cloridrico si assiste ad un aumento di proliferazione batterica sia nello stomaco sia nel tenue, aumento della carica batterica, rischi di infezioni gastrointestinali da Salmonella e Campylobacter, ridotto assorbimento di vitamina B12, aumentato rischi di fratture e malassorbimento di magnesio e come confermato da recenti studi anche la possibilità di innescare un quadro di insufficienza renale.
I disturbi connessi al tratto gastroesofageo sono molto comuni e si stima che interessino circa un terzo della popolazione europea . Le condizioni che richiedono più spesso un intervento terapeutico sono reflusso , gastrite e difficoltà digestive.
L’acido cloridrico è necessario alla complessa funzione del tratto gastroesofageo e la sua eccessiva inibizione porta inevitabilmente ad un cattivo risultato nel processo digestivo così come se si saltasse un importante e fontamentale passaggio nel processo di un oggetto in una catena di montaggio.
L’approccio della medicina complementare, mediante agopuntura, omotossicologia e medicina funzionale, volge invece che ad una inibizione, alla ricerca di tutti i possibili agenti esterni ed interni disturbanti, valutando l’aspetto alimentare, funzionale ed emozionale del paziente  e agendo con un approccio di terapia che guarda il più possibile alla ricerca di ricreare un normale assetto dell’organismo.

MEDICINA INTEGRATA E NEUROTROFINE

L’utilizzo nella medicina integrata di sostanze e molecole che vengono somministrate ad un dosaggio “fisiologico” permette di poter avere a disposizione un approccio di terapia molto efficace la dove l’uso di queste sostanze a livello ponderale ( farmacologico) porta ancora ad avere delle grosse controindicazioni dato il maggior numero di effetti avversi rispetto al beneficio .  Ormoni, citochine, neuropeptidi e fattori di crescita possono essere utilizzati per regolare e riequilibrare l’organismo. Tra questi il Nerve Growth Factor (NGF) è uno di quelli che presenta un vasto campo di applicazione.

NGF E STRESS CRONICO

Gli ultimi studi evidenziano che le neurotrofine, ed in particolare il Nerve Growth Factor (NGF), possono essere un sistema di risposta allo stress che va ad aggiungersi a quelli storici come il Neuroendocrino (asse HPA, ipotalamo – ipofisi – surrene) e il Sistema Nervoso Autonomo. In pratica anche l’NGF rappresenta una risposta adattiva allo stimolo stressogeno che risulta maggiore in coloro che hanno maggiore capacità di adattamento e recupero. Tutto ciò non accade solamente durante l’età adulta, ma anche durante i periodi critici dell’ontogenesi, quando lo sviluppo cerebrale è particolarmente sensibile agli stimoli esterni. Infatti nell’infanzia gli stress psicofisici incidono sui livelli di NGF ed inducono la disregolazione dell’asse HPA condizionando lo sviluppo cerebrale e contribuendo alle differenze interindividuali nella vulnerabilità allo stress e nei disturbi psichiatrici.

NGF E DEPRESSIONE

Una recentissima metanalisi della letteratura scientifica ha evidenziato che nei pazienti depressi i livelli di NGF sono significativamente più bassi che nei soggetti sani. Esiste inoltre una correlazione inversa dei livelli di NGF con l’aumentare dell’età e la severità della malattia. E’ stato infine constatato che la quota di NGF non subisce variazioni significative da prima a dopo i classici trattamenti terapeutici. Altri studi hanno anzi dimostrato che i pazienti con depressione maggiore  trattati con duloxetina, vedevano i loro bassi livelli di NGF diminuire ulteriormente durante e dopo il trattamento.

NGF E SINDROME METABOLICA

Il campo delle neurotrofine, in particolar modo dell’NGF, ha visto nel tempo un grande numero di svolte e di novità. E’ stato evidenziato che l’NGF, ed anche il BDNF ( Brain Derived Neurotrophic Factor ) sono mediatori di molteplici fenomeni biologici. Oltre alla loro azione stimolatoria sulla differenziazione e sopravvivenza neuronale, le neurotrofine migliorano il metabolismo del glucosio e dei lipidi oltre al controllo del bilancio energetico e del comportamento alimentare. E’ stato da tempo riportato che i livelli circolanti e tissutali di NGF e BDNF sono diminuiti nelle malattie cardiometaboliche quali la sindrome metabolica, le sindromi coronariche acute, l’obesità, il diabete tipo 2, l’aterosclerosi e il diabete tipo 3

NGF E SCLEROSI MULTIPLA

La sclerosi multipla è una malattia cronica risultante dalla distruzione mirata della mielina nel sistema nervoso centrale. Sebbene i trattamenti attuali riducano la gravità della malattia e ne rallentino la progressione, essi non riparano direttamente i danni della mielina.  Le strategie terapeutiche più recenti sono concentrate sulle neurotrofine per la riparazione della mielina. L’NGF promuove la rigenerazione assonale, la sopravvivenza, la protezione e la differenzazione degli oligodendrociti e facilita la proliferazione e la migrazione dei precursori di questi ultimi nei siti di danneggiamento della mielina.

NGF E PATOLOGIE OCULARI-INFERTILITA’ MASCHILE E MORBO DI ALZHEIMER

Recenti trials clinici sulla somministrazione dell’NGF per via sistemica e topica dimostrano che l’NGF è efficace nel trattamento di parecchie patologie oculari come il glaucoma e la retinite pigmentosa.

E’ stato riportato che l’NGF è coinvolto anche nella fisiologia della riproduzione maschile e come ultima ipotesi anche come fattore, se carente, di sviluppo del morbo di Alzheimer.

Mauro Piccini

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