Condividi:

male-bruciore-acidita-stomaco

Dallo studio dei meccanismi fisiopatologici, l’elemento comune di questi disturbi sembra essere il contatto delle mucose con i succhi gastrici e con altre sostanze irritanti.
La soluzione più spesso proposta è l’inibizione della secrezione acida,  la quale comporta la rinuncia ai benefici apportati dalla presenza di acido nello stomaco.
Tra i farmaci più usati in farmacologia tradizionale nelle patologie acido-correlate si distinguono 3 gruppi fondamentali: gli inibitori della pompa protonica ( IPP ), gli antagonisti del recettote H2 dell’istamina e gli antiacidi.
Gli IPP sono i più potenti inibitori della secrezione acido-gastrica la cui produzione giornaliera è ridotta dell’80-95 %. Le molecole disponibili (omeoprazolo-lanzoprazolo-pantoprazolo ecc ) presentano caratteristiche farmacologiche simili e sono utilizzati principalmente nelle ulcere-gastroduodenali e nel trattamento del reflusso gastro esofageo.
Gli H2 antagonisti inibiscono la secrezione basale basale di circa il 70 % e appartengono a questa classe la cimetidina,la ranitidina,la famotidina ecc.
Gli antiacidi sono farmaci caratterizzati da un’azione rapida utile per l’uso occasionale nel trattamento della pirosi gastrica e i più comuni sono il bicarbonato, il carbonato di Calcio,gli idrossidi di alluminio e magnesio. Questi neutralizzano temporaneamente l’acido cloridrico presente nel lume gastrico.
Questo approccio porta alla drastica riduzione dell’acidità dei succhi gastrici che svolge un ruolo molto importante per la salute in particolare nella trasformazione chimico-fisica degli alimenti,avvalendosi da un lato di movimenti coordinati di miscelazione e triturazione e, dall’altro, di secrezioni digestive ricche di enzimi, in particolare di acido cloridrico.
Tra le varie funzioni dell’acidità, una delle principali è quella di barriera nei confronti dei molteplici microorganismi ingeriti.
In caso di riduzione prolungata della sintesi dell’acido cloridrico si assiste ad un aumento di proliferazione batterica sia nello stomaco sia nel tenue, aumento della carica batterica, rischi di infezioni gastrointestinali da Salmonella e Campylobacter, ridotto assorbimento di vitamina B12, aumentato rischi di fratture e malassorbimento di magnesio e come confermato da recenti studi anche la possibilità di innescare un quadro di insufficienza renale.
I disturbi connessi al tratto gastroesofageo sono molto comuni e si stima che interessino circa un terzo della popolazione europea . Le condizioni che richiedono più spesso un intervento terapeutico sono reflusso , gastrite e difficoltà digestive.
L’acido cloridrico è necessario alla complessa funzione del tratto gastroesofageo e la sua eccessiva inibizione porta inevitabilmente ad un cattivo risultato nel processo digestivo così come se si saltasse un importante e fontamentale passaggio nel processo di un oggetto in una catena di montaggio.
L’approccio della medicina complementare, mediante agopuntura, omotossicologia e medicina funzionale, volge invece che ad una inibizione, alla ricerca di tutti i possibili agenti esterni ed interni disturbanti, valutando l’aspetto alimentare, funzionale ed emozionale del paziente  e agendo con un approccio di terapia che guarda il più possibile alla ricerca di ricreare un normale assetto dell’organismo.

Vuoi rimanere aggiornato sulle nostre ultime news?


 

Iscrivendoti al servizio acconsenti al trattamento dei dati secondo l’informativa UE 2016/679 (Leggi di più)


Condividi:
Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.