Mar 12, 2020 | ALIMENTAZIONE E SALUTE, MEDICINA FUNZIONALE, OMEOPATIA
La vitamina C è in grado di contrastare i processi di ossidazione che avvengono nell’organismo e che sono strettamente correlati con l’invecchiamento e con le malattie provocate da virus e batteri.
La vitamina C (acido ascorbico o ascorbato, nel caso in cui ci si riferisca al sale sodico derivato dall’acido) è, com’è noto, un nutriente essenziale per l’organismo dell’uomo che, contrariamente alla stragrande maggioranza degli altri mammiferi, non essendo in grado di sintetizzarla per proprio conto, deve garantirsene l’apporto mediante l’alimentazione.
Quali sono le funzioni della vitamina C?
Contenuta in minime quantità negli agrumi, nella frutta e in molti vegetali, e in maggiori quantità in alcuni frutti “esotici”, la vitamina C assunta con gli alimenti, viene solo in piccola parte assorbita per svolgere le sue funzioni, che sono molto complesse e ancora non del tutto chiarite, ma che, a grandi linee, si possono distinguere in:
A) funzione enzimatica o “antiossidante” o “fisiologica”. La vitamina C, è il coenzima di almeno otto enzimi fondamentali per le cellule dell’organismo. In questo ruolo è coinvolta nel metabolismo dei neurotrasmettitori, dei lipidi e del collagene e, più in generale, il suo effetto antiossidante protegge l’organismo dagli effetti tossici dei radicali dell’ossigeno, che causano danni alle strutture cellulari determinando una vasta gamma di patologie, che spaziano da raffreddore comune alle malattie neurodegenerative, cardiovascolari e neoplastiche;
B) funzione pro-ossidante o “farmacologica”, che, in vitro, si estrinseca con uno straordinario effetto tossico, specifico e selettivo, sulle cellule tumorali.
Vitamina C: scarso interesse per una molecola non brevettabile
Di fatto, le funzioni della vitamina C sono molteplici, complesse e, purtroppo, non ancora definitivamente chiarite, dato lo scarso interesse della “comunità scientifica” per questa molecola, dai costi molto bassi e non brevettabile.
Contrariamente a quanto tramandatoci dalla tradizione della Medicina moderna, questa sorprendente molecola è, al tempo stesso, “riducente” e, “ossidante”, proprietà che ci consente di inquadrarla nel più ampio gruppo di sostanze definite “redox” (dalla combinazione dei termini inglesi “reducing” e “oxidating”).
Come tale, la vitamina C, è in grado da un lato di contrastare i processi di ossidazione che avvengono nell’organismo e che sono strettamente correlati con l’invecchiamento e la malattia (incluso il cancro) accentuando i processi ossidativi all’interno della cellula tumorale che, diversamente da quella normale, non possiede meccanismi di difesa efficienti contro i processi di ossidazione.
Illustri scienziati, come Irwin Stone, Linus Pauling, Albert Szent-Gyӧrgy e moltissimi altri, raccomandavano l’uso quotidiano di dosi massicce di Vitamina C, per prevenire tutte le malattie e garantire uno stato di salute ottimale; ma, da oltre settant’ anni, continuiamo ad ignorare questo consiglio!
Dott. Mauro Piccini
https://www.scienzaeconoscenza.it/
Feb 11, 2020 | ALIMENTAZIONE E SALUTE, MEDICINA FUNZIONALE, OMEOPATIA
Occhio alle informazioni on line sui probiotici: nella maggior parte dei casi sono di carattere commerciale, derivano da fonti poco affidabili, nascondono gli effetti collaterali e promuovono impieghi non supportati da dati scientifici sufficienti.
L’allarme giunge dalle colonne di Frontiers in medicine per voce di un gruppo di ricercatori guidati dall’italiano Pietro Ghezzi che, dopo anni di lavoro all’Istituto Mario Negri di Milano, dal 2008 insegna alla Brighton and Sussex medical school in Inghilterra.
Alla luce del grande interesse che suscita l’argomento e della mole di dati circolanti, Ghezzi e colleghi hanno deciso di valutare le informazioni a cui il pubblico è esposto in caso di ricerche online.
Sono state prese in esame le prime 150 pagine web risultanti da una ricerca su Google con la parola chiave probiotici. Diversi i criteri di valutazione. Innanzitutto, il profilo della fonte (commerciale, istituzionale, giornalistico-informativa, professionale e così via). Poi il cosiddetto punteggio Jama (Journal of the american medical association) basato su: presenza di firma/autore, data di pubblicazione e aggiornamento, indicazione del proprietario del sito e citazione delle referenze bibliografiche. E, ancora, presenza dell’HONcode, una certifcazione terza del sito basata su elementi quali, per esempio, autorevolezza, trasparenza, protezione dei dati, citazione delle fonti. Infine, gli autori annotavano se venivano indicate le specie dei microrganismi citati e se l’informazione fosse completa in termini di potenziali benefici ed effetti collaterali. Le evidenze scientifiche dei benefici promessi sono state verificate usando come riferimento la Cochrane library.
I risultati hanno evidenziato come soltanto il 10% delle pagine web soddisfaceva tutti i criteri di valutazione, solo il 40% riportava informazioni prudenti sui benefici, solo il 35% aveva riferimenti bibliografici e solo il 25% menzionava potenziali effetti collaterali.
“Tali dati ci hanno portato a diverse conclusioni” sottolineano gli autori. “Innanzitutto, le tipologie più frequenti di pagine web restituite da Google sono di carattere commerciale. Queste, poi, forniscono mediamente le informazioni meno affidabili e molti dei benefici dichiarati non sono supportati da prove scientifiche. In molti casi addirittura i risultati di ricerche sui topi sono stati utilizzati per sostenere affermazioni sui benefici dei probiotici nell’uomo”.
Non solo brutte notizie, però. Infatti, la cosiddetta Top10, ovvero i primi dieci risultati della ricerca on line, che poi sono quelli su cui si sofferma la maggior parte delle nostre scelte, è risultata quella con il giudizio qualitativo migliore, segno che Google ha impostato criteri rigorosi al suo algoritmo per la classificazione dei siti.
Così conclude Ghezzi: “E’ un bene che Google abbia sviluppato nel tempo parametri severi per valutare i siti web relativi alla salute. Ciononostante, però, dovremmo sempre chiederci da dove provengono le informazioni che stiamo ricevendo. Google dà la priorità alle pagine web contenenti le informazioni più complete e scientificamente affidabili sui probiotici e questi hanno un posizionamento più elevato rispetto ai siti web commerciali. Tuttavia, il fatto che vi sia una così grande quantità di informazioni orientate al mercato risulta un problema laddove i consumatori sono invece alla ricerca di risposte trasparenti e non condizionate”.
http://www.nutrientiesupplementi.it/index.php/attualita/item/713-le-trappole-del-web-nell-informazione-sui-probiotici
Dott. Mauro Piccini
Gen 9, 2020 | ALIMENTAZIONE E SALUTE, MEDICINA FUNZIONALE, OMEOPATIA, PILLOLE DI RIFLESSIONE
Lo stress uccide il sistema immunitario
Lo stress influisce su molte funzioni del sistema immunitario e può ridurne l’efficacia in modo determinante. Gli effetti sono davvero pericolosi. Ce lo spiega Greta Manoni in questo articolo.
La relazione tra stress e sistema immunitario è stata considerata per decenni.
L’atteggiamento prevalente tra l’associazione di stress e la risposta del sistema immunitario è stato quello secondo cui le persone sotto stress hanno maggiori probabilità di avere un sistema immunitario compromesso e, di conseguenza, soffrono di malattie più frequentemente.
Oggi, dopo 30 anni di ricerca, è un’evidenza dimostrata che gli eventi mediati dal cervello (come lo stress psicologico e la depressione) possono alterare la funzione del sistema immunitario periferico; e che viceversa alterazioni del sistema immunitario periferico (come quelle che si verificano durante una malattia) possono influenzare il cervello determinando modificazioni dell’umore, stati d’ansia e alterazioni cognitive (Schwartz-Nemeroff).
L’immunità è un requisito della vita stessa: anche gli organismi più semplici dimostrano un’attività immune, in accordo con l’ipotesi che l’immunità sia comparsa precocemente nella scala evolutiva sulla terra. Esiste un’immunità innata aspecifica rapida che inizia dalla cute e dalle mucose del tratto gastrointestinale e respiratorio, e costituisce una barriera fisica e chimica all’invasione degli agenti patogeni esterni. Risposte immunitarie innate utilizzano cellule effettrici come i fagociti (macrofagi, neutrofili), cellule natural killer, mediatori solubili (complementi, proteine di fase acuta), citochine (tumor necrosis factor-a, interleuchina-1A e B, interleuchina-6).
La risposta immediata aspecifica mette in moto col tempo la formazione di una risposta immunitaria acquisita, che implica la formazione di una memoria per i molteplici fattori patogeni; la risposta immunitaria acquisita è più specifica ma più lenta. Essa consiste in risposte cellulari (linfociti T-helper 1, linfociti T citotossici, interleuchine-2. interleuchine-12, interferone-gamma) e in risposte umorali (linfociti T-helper 2, linfociti B, anticorpi, interleuchina 4, interleuchina 10).
Il sistema immunitario può essere condizionato dallo stress patologico
Negli anni 70, alcuni ricercatori hanno scoperto che il sistema immunitario è suscettibile al condizionamento classico pavloviano in risposta a stress psicologico (Ader e Cohen, 1975). Diversi studi hanno dimostrato che i mediatori dello stress (ormoni corticosteroidi), essendo rilasciati dalle ghiandole surrenali direttamente nel circolo sanguigno, sono in grado di agire sul sistema immunitario. I ricercatori hanno evidenziato che gli stress cronici e intensi attivano il sistema immunitario innato e indeboliscono le risposte del sistema acquisito.
Gli effetti per la salute di tali alterazioni immunitarie associate allo stress sono dimostrati in studi che rivelano:
- una correlazione tra stress cronico e aumento della vulnerabilità al comune raffreddore
- ridotta risposta anticorpale alle vaccinazioni
- ritardata guarigione delle ferite e comparsa di herpes zoster
Inoltre lo stress e la depressione sono stati correlati ad un incremento di morbilità e mortalità per malattie infettive come l’HIV e malattie neoplastiche (tumore al seno e melanoma). Lo stress grave può infatti portare a malignità sopprimendo l’attività dei linfociti T citotossici e delle cellule natural killer, e condurre alla crescita di cellule maligne, instabilità genetica ed espansione del tumore.
Lo stress aumenta la noradrenalina, che uccide le nostre difese immunitarie
Altri studi hanno dimostrato che la concentrazione plasmatica di noradrenalina, che aumenta dopo lo stress indotto, ha una relazione inversa con la funzione immunitaria di fagociti e linfociti. Infine dalla letteratura è risultato che anche le catecolamine e gli oppioidi (rilasciati in seguito a stress) hanno proprietà immunosoppressive. Tuttavia, come riportato in precedenza, i glucocorticoidi prodotti per brevi periodi e a moderate dosi possono promuovere realmente certi aspetti delle funzioni immunitarie fisiologiche. Durante lo stress acuto o lieve svolgono un ruolo primario nel limitare un’attivazione infiammatoria eccessiva e prolungata. Questa proprietà si utilizza in medicina per il trattamento delle eccessive reazioni immuni in varie patologie: i glucocorticoidi sono ancora oggi i principali farmaci antinfiammatori.
Da: https://www.igorvitale.org/lo-stress-uccide-il-sistema-immunitario/?fbclid=IwAR0W_EU4BY_oYAOkTlzIKCKjvob9UMTE3TN95FrnHjl7G540q1hROqK_PUA
Dott. Mauro Piccini
Nov 4, 2019 | MEDICINA FUNZIONALE, OMEOPATIA
I disturbi da stress nei bambini stanno diventando una condizione di malessere sempre più diffusa, principalmente nei bambini che affrontano l’inserimento nel mondo della scuola.
Questi segnali sono quasi sempre sottovalutati ritenendoli come una reazione normale alla vita quotidiana del bambino. La reiterazione continua di questi stimoli, porta nel tempo, all’alterazione dell’ equilibrio del bambino sfociando in un meccanismo di reazione su vari livelli, principalmente emotivo, psicofisico ed immunitario.
E’ molto facile prevedere questi eventi quando il bambino vive situazioni altamente stressanti come un lutto, la separazione dei genitori, il bullismo, una grave malattia ma rimane difficile la valutazione quando il bambino si deve approcciare a situazioni di stress continui ma di bassa intensità che però determinano, nei bambini più predisposti, un’ intensa risposta sul piano interiore. Si giunge purtroppo, quasi sempre, ad accorgersene quando il bambino inizia a presentare disturbi di tipo psicosomatico, come alterazione dell’apparato digerente con nausea, vomito, coliti e diarrea, dermatite atopica, difficoltà respiratorie, allergie o disturbi sul piano psico-emozionale con disturbi del sonno, della concentrazione e dell’attenzione arrivando fino a manifestazione di disturbi nella socializzazione.
La medicina funzionale offre un valido affiancamento per meglio capire non solo le cause del disturbo, ma soprattutto per valutare come il bambino reagisce a livello emozionale e, con quale emozioni entra principalmente in gioco nella reazione allo stimolo stressante.
Integrando diversi approcci (omeopatia, omotossicologia, fitoterapia, floriterapia ) la terapia sarà indirizzata non solo a sbloccare la sintomatologia emozionale espressa sul piano fisico, ma anche ad aiutare il bambino nella gestione dello stress e nel modificare schemi di comportamento al fine di interagire con i carichi in modo più equilibrato.
Dott. Mauro Piccini
Ott 21, 2019 | MEDICINA FUNZIONALE, OMEOPATIA
Inquadramento multidisciplinare delle patologie da raffreddamento
Novara, 24 Ottobre 2019
Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria.
Il seminario è riservato ai Professionisti del Settore Salute
Programma:
– Ruolo di comunicazione immunitaria delle superfici mucose (MALT-BALT-GALT)
– Abilità nel mantenere l’omeostasi e attivare la capacità di protezione dell’organismo nei confronti delle patologie invernali
– Importanza dell’equilibrio psico-emozionale per migliorare la comunicazione tra questi sistemi
Relatore
Dott. Mauro Piccini
Medico chirurgo – esperto di Medicina Complementare
Ideazione e organizzazione
Michela Tubiello
Informatore Medico Scientifico
Tel: +39 339 6106542
Email: michela.tubiello@vandaomeopatici.it
Hotel Cavour ****
Via San Francesco D’Assisi, 6 – 28100 Novara (NO)
tel. +39 0321 659889 – fax +39 0321 659230
e-mail info@hotelcavournovara.com
web
www.hotelcavournovara.com
Programma
Apericena ore 19.30
Inizio lavori in sala meeting ore 20.30
Fine lavori ore 22.30
Ott 21, 2019 | ALIMENTAZIONE E SALUTE, MEDICINA FUNZIONALE, OMEOPATIA, PILLOLE DI RIFLESSIONE
a cura della dott.ssa Sabine Eck
Oggi voglio parlarvi di acidosi. Se ne sente sempre più parlare, ma senza approfondire mai troppo la questione. Partiamo quindi insieme dal capire bene di cosa di tratta.
Facendo un giro su internet, o tra i testi della letteratura cosiddetta “alternativa”, si trovano informazioni che descrivono l’acidosi tissutale latente come la principale causa di tante malattie: dal raffreddore all’artrite reumatoide.
Ricercando però informazioni su fonti più “ufficiali” si legge che non vi è nulla di cui preoccuparsi: ogni eccesso di acidi viene eliminato dai reni. Ma queste due visioni, come spesso accade, sono diametralmente opposte. Qual è dunque la realtà?
In medicina sappiamo che ogni evento può esprimersi in maniera acuta, cronica o con fasi intermedie a volte dette borderline. La divisione però tra acuto e cronico è meramente didattica, in quanto la vita reale gioca quasi sempre tutte le note intermedie ed è per questo motivo che la medicina è un’arte che usa le scienze: non può infatti essere una scienza dura come la fisica o la matematica… e questo vale – a ragion di logica – anche per il concetto di acidosi.
È un dato accertato che le malattie croniche sono in continuo aumento e soprattutto quelle che coinvolgono il “sistema connettivale” (come le malattie reumatiche o le malattie autoimmuni).
Come abbiamo visto in un articolo precedente, la Matrix è parte del sistema connettivale e per molti aspetti sembra il suo cardine assoluto occupandosi appunto della salute di ogni singola (!) cellula parenchimale. Quindi qualche domanda ne deriva con urgenza.
Possiamo ancora permetterci di collezionare e aggiungere nomi di malattie sempre nuove e cercare il “colpevole” di turno per ogni singolo morbo?
O dobbiamo cercare la comune matrice dei tanti mal-esseri che colpiscono ormai tutte le età?
Ad oggi una delle principali condizioni attraverso la quale si giunge alla morte (da un punto di vista metabolico) è l’acidosi, anche se all’ interno dei referti siamo abituati a leggere come causa del decesso l’ultima o la maggiore, in ordine di gravità, tra le patologie diagnosticate durante la vita.
Quando si ragiona sul sistema acido base nelle situazioni acute è fondamentale soffermarsi sull’omeostasi del sangue, dove avvengono alcune delle valutazioni diagnostiche più importanti.
Il nostro sangue è considerato un organo a tutti gli effetti, anche se non ha una propria residenza fissa come per esempio il nostro fegato, il cuore o la milza: si comporta invece come un nomade, girando senza sosta da un distretto all’altro; ed è l’unico organo (oltre la pelle) che si espone ritmicamente alla luce, cioè quando transita per la retina dei nostri occhi: considerato e studiato ancora poco, anche se sappiamo che quando siamo più tempo all’aperto, specie in piena natura la nostra salute si rigenera velocemente.
Se il sangue è quindi elastico in questo suo movimento continuo, è invece piuttosto rigido per molti dei suoi parametri biochimici, soprattutto per quanto riguarda il suo pH che, come sappiamo, deve muoversi entro un range ben definito (pH 7.35-7.45). Nella sua fisiologia, quindi, il pH tende al basico (pH 7 = pH neutro): è per questo motivo che il nostro corpo dispone di potenti sistemi anti-acidi, detti sistemi tampone che possono essere veloci o lenti, a secondo della situazione corporea da gestire.
Il metabolismo acido base è quindi di tipo dinamico e discontinuo a secondo delle necessità: esso risulta un sofisticatissimo meccanismo di autoregolazione e di compensazione. Per mantenere il sangue efficiente sono coinvolti molti sistemi, in primo luogo polmoni-reni-cute-stomaco-matrice connettivale.
Risulta tra questi ultimi molto interessante il contributo del nostro stomaco: la produzione di acido cloridrico (succo gastrico, piuttosto acido, pH 1,5 – 2) va di pari passo con la produzione di bicarbonato (cosidetta “marea alcalina” ; pH basico) nel versante venoso dello stomaco, quindi a veloce e continua disposizione per il nostro metabolismo. In questo senso la produzione eccessiva di acido cloridrico può essere anche compresa come un tentativo di auto-alcalinizzazione: infatti il vomito eccessivo (perdita di idrogenioni) porta al pericoloso scenario di alcalosi metabolica. Questa a tutt’oggi innovativa focalizzazione sulle funzioni dello stomaco è stata sviluppata dal dr. Friedrich Franz Emil Sander, il quale ci fa conoscere lo stomaco non solo come luogo digestivo, ma come un “apparato di auto-generazione” di bicarbonato, quindi come protagonista di regolazione dei mecanismi del sistema acido-basico. Studiando Sander (medico e biochimico) scopriamo un meccanismo fisio-logico geniale che promuove lo stomaco come co-protagonista del bilancio acido-base del nostro metabolismo.
Sander scopre, tra gli altri aspetti, anche la ciclicità dell’eliminazione di acidi e basi attraverso le urine nelle 24 ore (chiamata curva a W): del resto nel nostro corpo tutto avviene con alternanze cicliche.
Se le nostre urine sono sempre acide (curva piatta, anziché a W) dobbiamo considerare una probabile acidosi tissutale latente, interamente a carico del sistema della matrice connettivale, spesso espresso sotto forma di dolori cronici.
Per aiutarvi nella comprensione, elenco alcune delle situazioni che favoriscono l’acidosi tissutale:
- stress cronico,
- dis-stress (catabolismo),
- cibi raffinati e processati,
- abuso di proteine animali, di cui carne e formaggi,
- abuso di dolci,
- bibite gassate,
- alcool e fumo,
- respirazione piatta e superficiale,
- soggiornare in ambienti malsani,
- mancanza di movimento,
- andare tardi a letto.
Qui sotto invece vi riporto anche delle situazioni che favoriscono l’alcalinizzazione:
- condurre una vita serena e creativa (essere “crea-attivo”),
riposo adeguato,
- sonno regolare (andare a letto 2-3 ore prima di mezzanotte),
- fare quotidianamente movimento all’aperto,
- respirazione profonda (diaframmatica),
- assumere cibi ricchi di sali minerali: verdure, frutta matura, mandorle,
- seguire una dieta equilibrata con viveri stagionali, a km01, biologico,
in caso di sete bere solo acqua (di buona qualità vitale),
- evitare al massimo cibi processati-industriali, a lunga conservazione
Non si tratta comunque di parlare male sempre e a priori degli acidi e solo benissimo delle basi: non facciao il gioco del bianco e nero, del buono e del cattivo. Consideriamo comunque che il nostro corpo tende fisiologicamente verso l’alcalinità e regoliamoci in tal senso.
La stessa matrice connettivale oscilla secondo certi autori ritmicamente tra un pH di 7,36 e 7,44 (variazione fisiologica), parallelamente alle fasi di Ortosimpatico e Parasimpatico. Un dato certo è comunque che la maggior parte delle nostre “cattive” abitudini favoriscono il compartimento acido.
Il bicarbonato usato dai nostri nonni dopo i pasti domenicali, dunque, fa quindi risonanza logica con le pratiche di terapia intensiva (infusione di bicarbonato e di altre basi) e al nostro stomaco, il quale, in modalità fisiologica e riflessa, su richiesta produce questo prezioso ed umile alcalino. Di fatto è soprattutto il nostro stomaco che si attiva dopo che abbiamo ingerito troppo cibo spazzatura, o per compensare lo stress a seguito di una litigata o frustrazione vissuta.
La cosa più intelligente dunque è conoscere bene la natura dei due gruppi (acido-base) per poter bilanciare e compensare nel momento del bisogno: un pranzo ricco ed abbondante con amici, ad esempio, può essere compensato con una cena a base di passato di verdure o con un digiuno accompagnato da una bella tisana alcalinizzante. Un week-end di stravizi può essere compensato con qualche giorno di alimentazione vegetale, preferendo cibi ricchi di minerali (p.es. rape rosse, sedano-rapa, patate, carote), oppure di centrifugati freschi, che sono una piacevolissima e geniale fonte di sostanze alcalinizzanti. A tal proposito vi consiglio di leggere qualcosa sul metodo Boutenko.
Per chi, però, beve abitualmente bibite gassate al posto dell’acqua, snobba le verdure, si abbuffa di carboidrati processati e di derivati animali industriali, si stressa per nulla, passa il tempo libero sui social, guarda la tv e va a dormire sempre tardi, riuscendo ad arrabbiarsi anche in vacanza… temo proprio non possa compensare a sufficienza solo con qualche verdura qua e là o qualche integratore alcalinizzante o meditazioni speedy di 5 minuti.
L’uomo moderno sembra un “Fago insaziabile”, ovvero tende a fagocitare tutto e di tutto come modus vivendi: immagini 24 ore al giorno in televisione, like sui social, dolci dolcissimi e salatini salatissimi, vestiti sempre nuovi, viaggi, emozioni, macchine, corsi e ricorsi di illuminazione. Consumare di tutto, senza sosta e senza respiro… trainati da un’ansia generica indotta abilmente dalla fabbrica dei consumi.
Stacchiamoci da questa giostra della ricerca di gioia commerciale continua: chiamiamo i nostri amici per un pic nic in casa o sul prato condividendo qualche buon piatto fatto in casa con viveri stagionali della propria regione.
Appoggiamo i nostri piedi nudi sulla terra nuda… prendiamo lo zaino e andiamo a piedi….
I nostri umili saggi la chiamano la “giusta misura”, la “legge dell’armonia” dicono in oriente.
Proviamo ad essere meno acidi, iniziando anche dal guardarci per la strada, anziché squadrarci!
Note:
1 Una curiosità: in Germania ad Amburgo alcuni giornalisti hanno calcolato il viaggio che hanno svolto alcuni dei prodotti in commercio, dalla loro produzione sino ad arrivare nel carrello della spesa, e li hanno percorsi. Sono stati presi in considerazione prodotti misti: alcuni erano prodotti locali (sino a 4 km di distanza) e altri arrivavano da molto lontano (banane)… i giornalisti hanno percorso 45.461 kilometri! Sappiamo, infatti, che ad oggi la maggior parte dei guadagni su vasta scala provengono dai trasporti. Pensiamoci quando mettiamo certi prodotti nel nostro carrello!
Dott. Mauro Piccini
http://www.assis.it/il-sistema-acido-base-elegante-danza-della-salute/?fbclid=IwAR3aKtQ-Ts9SGVYZx3dL7AgvLoqAYhEupWMXcgnWUAepFyTChh2SlWILizE