FARMACI PER L’OSTEOPOROSI: TRA GLI EFFETTI COLLATERALI LE FRATTURE OSSEE

 

Tempi duri per i farmaci contro l’osteoporosi. Una ricerca pubblicata sull’autorevole Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism rivela che che la frattura del femore può essere un degli effetti collaterali del trattamento stesso con i bisfosfonati, tra i farmaci più prescritti per questo problema (Scneider JP et al, J Clin Endocrinol Metab. 2012 Dec;97(12):4324-8. doi: 10.1210/jc.2012-2590. Epub 2012 Oct 17).

Una specie di gatto che si morde la coda. Prendendo un farmaco per l’osteoporosi ci si aspetterebbe di rafforzare le ossa in genere, mentre si sta scoprendo che probabilmente si rafforzano solo alcune aree (il collo del femore ad esempio) mentre altre aree si indeboliscono e possono andare incontro a fratture spontanee, le così dette “fratture da stress” o in inglese “atypical low-energy femur fractures” (AFFs).

Lo studio, sempre difficile quando si studia qualcosa che potrebbe andare contro lo strapotere dei farmaci, è partito dall’analisi di un gruppo di donne (e di qualche uomo) con fratture atipiche del femore. L’attenta valutazione della storia clinica e farmacologica ha consetito di scoprire che in media queste persone stavano assumendo da almeno 9 anni dei bisfosfonati, i farmaci più prescritti contro l’osteoporosi.

In teoria avrebbero dovuto essere “superprotetti” mentre la maggior parte di queste persone aveva delle fratture complete in aree inusuali e il 20% del gruppo aveva invece delle fratture incomplete (da stress appunto).

Importante è notare che due terzi di queste persone avevano in realtà una semplice osteopenia (non un’osteoporosi) ma venivano trattate lo stesso, Il 33% di queste persone aveva avuto fratture del metatarso durante il trattamento con bisfosfonati e il 38% aveva avuto (sotto farmaco) un notevole ritardo nella guarigione delle fratture. Il 40% di questo gruppo ebbe anche fratture del femore opposto dopo una media di circa 10 mesi dalla prima frattura.

Anomalo considerare che qualunque medico avesse chiesto di “sospendere” il trattamento sarebbe stato tacciato di grave scorrettezza, mentre il trattamento stesso era probabilmente la causa della frattura.

Noi riteniamo che l’osteoporosi vera (derivante dallo Z score e non dal T score) sia da trattare correttamente. Purtroppo assistiamo ad una ricerca di casi di osteoporosi esagerata, legati al fatto che per la diagnosi di questa malattia le ossa di una donna di 60 anni vengono ad esempio confrontate con quelle di un paracadutista della “Folgore” di 20 anni

Una donna sana deve essere confrontata con donne sane della stessa età (Z score) non con un giovane maschio di 20 anni (T score). Questo porta a costi sociali esasperati e soprattutto alla dispersione del buono che c’è nei farmaci. Utili per i pochi malati. Quando si vuole per forza fare arrivare i farmaci anche ai sani, il corpo si ribella con reazioni, come quelle descritte in questo articolo, che sono solo una perdita di opportunità di salute.

Attilio Speciani

ECCO COSA PROVOCA REALMENTE LE MALATTIE CARDIACHE

 

Il Dr. Dwight Lundell, autore dell’articolo, è stato a capo del personale e Primario di Chirurgia all’Heart Hospital Banner, Mesa, AZ. Il suo studio privato, Cardiac Care Center si trova a Mesa, AZ. Recentemente il dottor Lundell ha abbandonato la pratica chirurgica per concentrarsi sul trattamento nutrizionale delle malattie cardiache. Egli è il fondatore della Healthy Humans Foundation che promuove la salute umana con particolare attenzione su come aiutare le grandi aziende a promuovere il benessere. Egli è anche l’autore dei libri “The Cure for Heart Disease“e “The Great Cholesterol Lie“.

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del Dr. Dwight Lundell

Noi medici con tutta la nostra formazione, la conoscenza e l’autorità spesso acquisiamo un ego piuttosto grande che tende a rendere difficile ammettere che abbiamo torto. Così, eccomi qui. Ammetto di aver sbagliato. Da cardiochirurgo con 25 anni di esperienza, dopo aver effettuato oltre 5.000 interventi chirurgici a cuore aperto, oggi è il mio giorno per riparare al torto fatto come medico e scienziato.

Ho studiato per molti anni con altri medici importanti etichettati come “opinion makers” (autorità del settore). Bombardati continuamente dalla letteratura scientifica, frequentando seminari di formazione, noi professionisti, abbiamo insistito che le malattie cardiache sono semplicemente il risultato della presenza di colesterolo nel sangue.

L’unica terapia accettata era prescrivere farmaci per abbassare il colesterolo e una dieta che limita fortemente l’assunzione di grassi. La limitazione di quest’ultimo, naturalmente, abbiamo creduto potesse far abbassare il colesterolo e quindi le malattie cardiache. Deviazioni da queste raccomandazioni sono sempre state considerate eresia e potrebbero apparire come negligenza medica.

Non funziona!

Ecco cosa provoca realmente le malattie cardiacheDr. Dwight Lundell

Queste raccomandazioni non sono più scientificamente e moralmente difendibili. La scoperta pochi anni fa che l’infiammazione della parete arteriosa è la vera causa delle malattie cardiache, sta lentamente portando ad un cambiamento di paradigma nel modo in cui le malattie cardiache e altre malattie croniche saranno curate.

Le raccomandazioni dietetiche, a lungo termine, hanno creato epidemie di obesità e diabete, le cui conseguenze fanno impallidire qualsiasi piaga storica in termini di mortalità, sofferenza umana e disastrose conseguenze economiche.

Nonostante il fatto che il 25% della popolazione prende costosi farmaci che contengono statine e nonostante il fatto che abbiamo ridotto il contenuto di grassi della nostra dieta, più americani moriranno quest’anno di malattie cardiache rispetto al passato.

Le statistiche dell’American Heart Association mostrano che 75 milioni di americani soffrono di malattie cardiache, 20 milioni hanno il diabete e 57 milioni hanno pre-diabete. Questi disturbi colpiscono le persone sempre più giovani in numero maggiore ogni anno.

In poche parole, senza un’infiammazione presente nel corpo, non c’è modo che il colesterolo si accumuli sulla parete del vaso sanguigno causando così malattie cardiache e ictus. Senza l’infiammazione, il colesterolo è libero di muoversi in tutto il corpo come natura vuole. È l’infiammazione che causa l’accumulo di colesterolo.

L’infiammazione non è una cosa complicata – è semplicemente una difesa naturale del corpo ad un invasore estraneo, come tossine, batteri o virus. Il processo di infiammazione è perfetto nel modo in cui protegge il corpo da questi invasori batterici e virali. Tuttavia, se esponiamo frequentemente il corpo ai danni da tossine o alimenti che il corpo umano non è stato progettato per elaborare, si verifica una condizione chiamata infiammazione cronica. L’infiammazione cronica è nociva tanto quanto l’infiammazione acuta è benefica.

Quale persona ragionevole vorrebbe intenzionalmente esporsi ripetutamente ad alimenti o altre sostanze che sono note per causare lesioni al corpo? Beh, forse i fumatori, ma almeno hanno fatto questa scelta volontariamente.

Il resto di noi ha semplicemente seguito i consigli della dieta tradizionale a basso contenuto di grassi e ad alto contenuto di grassi polinsaturi e carboidrati, non sapendo che stavamo causando lesioni ripetute ai nostri vasi sanguigni. Queste lesioni creano un’infiammazione cronica che porta a malattie cardiache, ictus, diabete e obesità.

Lasciatemelo ripetere: le lesioni e l’infiammazione dei nostri vasi sanguigni sono causate dalla dieta a basso contenuto di grassi raccomandata per anni dalla medicina tradizionale.

Quali sono i maggiori colpevoli dell’infiammazione cronica? Molto semplicemente, sono il sovraccarico di carboidrati semplici e altamente trasformati (zucchero, farina e tutti i prodotti derivati) e l’eccessivo consumo di omega-6, oli vegetali come soia, mais e girasole, che si trovano in molti alimenti trasformati.

colesterolo-in-arteriaProvate a pensare di strofinare ripetutamente con una spazzola rigida la nostra pelle morbida finché non diventa tutta rossa e quasi sanguinante. Pensate di fare questo più volte al giorno, tutti i giorni per cinque anni. Se si potesse sopportare questa dolorosa spazzolatura, si arriverebbe ad avere un’area gonfia, sanguinante e infetta che si aggrava dopo ogni ripetuto attacco. Questo è un buon modo per visualizzare il processo infiammatorio che potrebbe essere in corso nel vostro corpo in questo momento.

Il processo infiammatorio è lo stesso, indipendentemente da dove avviene, esternamente o internamente. Io ho guardato dentro migliaia e migliaia di arterie. La parete di un’arteria malata fa pensare proprio a qualcuno che la abbia ripetutamente strofinata con una spazzola. Più volte al giorno, ogni giorno, i cibi che mangiamo creano piccole ferite che si aggiungono a ferite, stimolando l’organismo a rispondere in modo continuo all’infiammazione.

Mentre noi assaporiamo il gusto di un dolce appena cotto, il nostro corpo risponde in modo allarmante, come se un invasore straniero fosse arrivato a dichiarare guerra. Gli alimenti carichi di zuccheri e carboidrati semplici o elaborati con oli omega-6 per la lunga conservazione, sono stati il pilastro della dieta americana per sei decenni. Questi alimenti hanno lentamente avvelenato tutti.

Come mai mangiando un semplice dolce l’infiammazione aumenta fino a farti male?

Immaginate di versare dello sciroppo sulla vostra tastiera e di avere una visuale di ciò che avviene all’interno. Quando consumiamo carboidrati semplici come lo zucchero, lo zucchero nel sangue aumenta rapidamente. In risposta, il pancreas secerne insulina il cui scopo primario è quello di guidare lo zucchero in ogni cellula in cui c’è fabbisogno di glucosio. Se la cellula è piena e non necessita di glucosio, lo zucchero in eccesso viene respinto per evitare di inceppare il meccanismo.

Quando le cellule già sature rifiutano il glucosio extra, lo zucchero nel sangue aumenta, viene prodotta più insulina e il glucosio viene convertito in grasso immagazzinato.

Cosa ha a che fare tutto questo con l’infiammazione? Il livello di glucosio viene controllato in un intervallo molto breve. Le molecole di zucchero in eccesso si uniscono ad una varietà di proteine che a loro volta vanno a colpire la parete del vaso sanguigno. Questo danno ripetuto alla parete del vaso sanguigno scatena l’infiammazione. Quando si supera il livello di zuccheri nel sangue più volte al giorno, ogni giorno, è esattamente come prendere della carta vetrata e strofinarla nei tuoi delicati vasi sanguigni.

Anche se non sei in grado di vederlo, ti assicuro che è così. L’ho visto in più di 5.000 pazienti sottoposti ad intervento chirurgico in 25 anni, che hanno tutti un denominatore comune – l’infiammazione delle loro arterie.

Torniamo al nostro dolce. Questo apparentemente innocente cibo, non contiene soltanto zuccheri, viene cotto in uno dei tanti oli omega-6 come la soia. Le patatine fritte sono immerse in olio di soia, prodotti alimentari trasformati sono realizzati con oli omega-6 per aumentare la durata di conservazione. Gli omega-6 sono essenziali: sono parte di ogni membrana cellulare e controllano ciò che accade dentro e fuori la cellula – però devono essere nel giusto equilibrio con gli omega-3.

Se l’equilibrio si sposta in un eccessivo consumo di omega-6, la membrana della cellula produce sostanze chimiche chiamate citochine che causano direttamente l’infiammazione.

La dieta americana tradizionale di oggi ha prodotto uno squilibrio estremo di questi due grassi. Il rapporto di squilibrio è nell’intervallo da 15:1 ad un massimo di 30:1 a favore degli omega-6. Questo indica l’enorme quantità di citochine che causano l’infiammazione. Un giusto, ottimale e sano equilibrio nella alimentazione, sarebbe un rapporto 3:1.

A peggiorare le cose, l’eccesso di peso provocato da questi alimenti crea cellule di grasso sovraccaricate che a loro volta riversano grandi quantità di sostanze pro-infiammatorie che vanno ad aggiungersi ai danni causati dalla presenza di zucchero nel sangue. Il processo che è iniziato con un piccolo dolce si trasforma in un circolo vizioso nel corso del tempo, portando a problemi cardiaci, pressione alta, diabete e infine, il morbo di Alzheimer, mentre l’infiammazione continua senza sosta.

Non può sfuggire il fatto che più si consumano cibi preparati e trasformati, più agiamo sull’interruttore dell’infiammazione giorno dopo giorno. Il corpo umano non è in grado di elaborare, né è stato progettato per consumare, cibi ricchi di zuccheri e imbevuti di oli omega-6.

C’è solo un modo per spegnere l’infiammazione: tornare ai cibi più vicini al loro stato naturale. Per nutrire i muscoli, mangiare più proteine. Scegliere i carboidrati che sono molto complessi, come frutta e verdura. Ridurre o eliminare i grassi omega-6 come l’olio di mais e di soia e gli alimenti trasformati che causano l’infiammazione.

Un cucchiaio di olio di mais contiene 7280 mg di omega-6; uno di soia contiene 6.940 mg. È più salutare usare l’olio di oliva o burro da bovini allevati a fieno.

I grassi animali contengono meno del 20% di omega-6 e hanno molte meno probabilità di provocare una reazione infiammatoria rispetto agli oli polinsaturi apparentemente etichettati come sani. Dimenticate la “scienza” che vi è stata inculcata nella testa per decenni. La scienza che afferma che i grassi saturi provocano malattie cardiovascolari, non dice il vero. Il pensiero scientifico che dice che i grassi saturi aumentano il colesterolo nel sangue non è attendibile. Dal momento che ora sappiamo che il colesterolo non è la causa di malattie cardiache, la paura dei grassi saturi è ancora più assurda oggi.

La teoria sul colesterolo ha portato alle diete senza grassi, o a basso contenuto di grassi, creando cibi che stanno provocando un’epidemia di infiammazione. La Medicina tradizionale ha commesso un terribile errore quando ha consigliato di evitare i grassi saturi a favore di cibi ricchi di grassi omega-6. Ora abbiamo un’epidemia di infiammazione arteriosa che porta a malattie cardiache e ad altri “assassini silenziosi”.

Ciò che si può fare è scegliere alimenti integrali “della nonna” e non quelli trasformati e lavorati, che oggi “la mamma” acquista nelle grandi catene alimentari. Eliminando gli alimenti che provocano infiammazione e con l’aggiunta di sostanze nutritive essenziali da prodotti alimentari freschi e non lavorati, si invertirà il processo di anni di nutrizione sbagliata e conseguentemente, i danni alle arterie.

 Autore: Dr. Dwight Lundell – Fonte: www.sott.net

 

COME IL PENSIERO INFLUENZA IL DNA E OGNI CELLULA

EPIGENETICA:

Conversazione – Intervista con Bruce Lipton

Durante il periodo in cui Bruce Lipton lavorava come ricercatore e professore alla scuola di medicina, fece una sorprendente scoperta sui meccanismi biologici attraverso i quali le cellule ricevono ed elaborano le informazioni: infatti, piuttosto che controllarci, i nostri geni sono controllati, sono sotto il controllo di influenze ambientali al di fuori delle cellule, inclusi i pensieri e le nostre credenze. Questo prova che non siamo degli “automi genetici” vittimizzati dalle eredità biologiche dei nostri antenati.

Siamo, invece, i co-creatori della nostra vita e della nostra biologia.

Lipton descrive questa nuova scienza, chiamata epigenetica, nel suo libro “The Biology of Belief: Unleashing the Power of Consciousness, Matter and Miracles” (N.d.T.: Biologia delle Credenze: Liberare il Potere della Consapevolezza, della Materia e dei Miracoli) (2005: Mountain of Love/Elite Books). Pieno di citazioni e riferimenti di altri scienziati che conducono, in tale campo, ricerche all’avanguardia, questo libro potrebbe, letteralmente, cambiare la vostra vita al suo livello più fondamentale.

Fino alla scoperta dell’epigenetica, si credeva che il nucleo di una cellula, contenente il DNA, fosse il “cervello” della cellula stessa, del tutto necessario per il suo funzionamento. Di fatto, come hanno scoperto Lipton ed altri, le cellule possono vivere e funzionare molto bene anche dopo che i loro nuclei siano stati asportati. Il vero “cervello” della cellula è la sua membrana, che reagisce e risponde alle influenze esterne, adattandosi dinamicamente ad un ambiente in perpetuo cambiamento. Che cosa significa questo per noi, quali collezioni di cellule chiamati esseri umani? Man mano che incrociamo le diverse influenze ambientali, siamo noi a suggerire ai nostri geni cosa fare, di solito inconsciamente. I carboidrati ci fanno ingrassare? Sì,se lo crediamo. Saremo amati, avremo successo nel lavoro, saremo ricchi? Se ci crediamo, lo saremo.

Lipton ci mostra anche come Darwin avesse torto. La competizione non è la base dell’evoluzione; non è la sopravvivenza del più forte che ci permette di sopravvivere e prosperare. Al contrario, dice, dovremmo leggere l’opera di Jean-Baptiste de Lamarck, che venne prima di Darwin e dimostrò che la cooperazione e la comunità sono la base della sopravvivenza. Immaginate se ciascuna dei vostri trilioni di cellule decidesse di farcela da sé, di combattere per essere la regina della collina piuttosto che cooperare con le cellule compagne. Per quanto sopravvivereste ?

L‘INTERVISTA

Barbara Stahura: La premessa di base della tua ricerca e del tuo libro, The Biology of Belief, è che il DNA non controlla la nostra biologia.

Bruce Lipton: Sì. Ho cominciato a studiare questo verso la fine degli anni ’60. Da allora la scienza di frontiera ha iniziato a rivelare tutte le cose che avevo osservato. I biologi che fanno ricerca d’avanguardia sono a conoscenza di ciò che dico nel libro. Il pubblico, però, non ne ha comprensione alcuna perché, o gli arriva in forma abbreviata, o quello che gli viene venduto è la credenza che siamo controllati dai nostri geni, sebbene ciò non sia sostenuto dalla scienza d’avanguardia. Tutto il mio sforzo si è concentrato nel far giungere al mondo l’informazione d’avanguardia. L’orientamento mentale del pubblico è stato programmato secondo la credenza che siamo degli automi genetici, che i geni controllano la nostra vita, che ne siamo vittime, e via di seguito. Il punto, però, è che la scienza di frontiera – quella di cui parlo – si è stabilizzata da almeno 15 anni. È ora che sia portata nel mondo perché è lì che viene usata.

BS: Questa scienza relativamente nuova sulla quale tu scrivi viene chiamataepigenetica.

Ci spiegheresti di che cosa si tratta?

BL: L’epigenetica è quella scienza che mostra che i geni non si auto-controllano, ma sono controllati dall’ambiente. Si sa da circa 15 anni, e ora fa finalmente fa capolino da dietro l’angolo. Ti faccio un esempio. La Società Americana per il Cancro ha recentemente pubblicato una statistica che afferma che il 60 per cento dei tumori sono evitabili, cambiando stile di vita e dieta. Quest’informazione proviene da un’organizzazione che ha cercato per circa 50 anni i geni del cancro. E ora se ne viene fuori dicendo: è lo stile di vita, non sono i geni. Ci siamo focalizzati sul cancro come se fosse una questione genetica, ma solo il cinque per cento dei cancri ha una connessione genetica. Il novantacinque per cento dei cancri in effetti non ha nessuna connessione coi geni. La ragione (che ci fa dire che c’è una connessione genetica) è che tale spiegazione è fisica, tangibile, perciò preferiamo lavorare su di essa. E il 95 per cento che ha un cancro e non c’è una connessione genetica? Non è facile fare esperimenti su qualcosa sulla quale non puoi focalizzarti fisicamente.

BSCosì il determinismo genetico – l’idea che siamo controllati dai nostri geni – è inevitabilmente incrinata, come dici nel libro.

BL: Sì.

BS: Hai scritto anche di Jean-Baptiste de Lamarck e della sua teoria dell’evoluzione – che sopravviviamo attraverso la cooperazione, piuttosto che la più recente idea darwiniana di competizione e sopravvivenza dei più forti. Che tutti i nostri trilioni di cellule devono cooperare per mantenere il nostro corpo in perfetto funzionamento, in quanto noi esseri umani non possiamo sopravvivere senza grandissime quantità di cooperazione gli uni con gli altri e con il nostro ambiente.

BL: Immediatamente, appena hai detto cooperazione, stavi violando la teoria darwiniana, che è competizione e lotta. Di fatto, si tratta di un’interpretazione erronea. La nuova scienza ci dice che quella credenza è sbagliata. La credenza di cui hai appena parlato, invece – la natura della cooperazione e della comunità – è in effetti il principio basilare dell’evoluzione.

Nel 1809 Lamarck ha scritto che i problemi che tormenteranno l’umanità verranno dal suo separarsi dalla natura, e ciò condurrà alla distruzione della società. Aveva ragione, perché la sua enfasi sull’evoluzione era che un organismo e l’ambiente creano un’interazione cooperante. Se volete capire il destino di un organismo, dovete capire la sua relazione con il suo ambiente. Poi ha affermato che separarci dal nostro ambiente significa assumere la nostra biologia e tagliarci fuori dalla nostra sorgente. Aveva ragione. E quando arrivi a capire la natura dell’epigenetica, la sua teoria ora ha trovato sostanza. Senza alcun meccanismo che, all’inizio, le desse un senso – e specialmente da quando abbiamo comprato il concetto dei biologi neo-darwiniani che affermano che tutto è controllato geneticamente – Lamarck sembrava stupido. Ma sai cosa? Aveva proprio ragione.

BS: La tua dimostrazione che il “cervello” della cellula non è il DNA ma, bensì, la sua membrana è affascinante. Che significato ha questa scoperta riguardo a ciò che pensiamo di noi stessi e della nostra vita, dal momento che siamo proprio una comunità di cellule?

BL: Se due cellule si uniscono e stanno comunicando, useranno i loro “cervelli” per farlo, giusto? E se dieci cellule si uniscono, useranno i loro cervelli affinché la loro comunicazione reciproca abbia un senso. Quando prendi un insieme di un trilione di cellule, come in un cervello umano, queste opereranno ancora secondo il principio del cervello cellulare. Beh, quando abbiamo comprato l’idea che i geni ed il nucleo formano il cervello della cellula – che ci porta fuoristrada – e la applichi come fosse un principio di neurologia o di neuro-scienza, ti sei già incamminato nella direzione sbagliata. Non puoi arrivare da nessuna parte perché quello non è il cervello della cellula. I nostri principi su come funziona l’intelligenza sono stati totalmente sviati. Ecco perché, dopo tanta neuro-scienza, se chiedi a qualcuno: “come funziona, veramente, il cervello?” La risposta sarà: “veramente, non lo sappiamo”.

Il Progetto Genoma Umano dice che quel modello è sbagliato. Pensavamo che ci volessero più di 100.000 geni per far funzionare un essere umano. Il fatto che ce ne siano meno di 25.000 ha messo un bastone tra le ruote dell’intero processo. Come può esserci un tale esiguo numero di geni a formare una cosa così complessa come un essere umano? La risposta è che ci vuole molto di più dei soli geni a farlo funzionare – che è l’apporto dall’ambiente che può alterare la lettura dei geni.

Ci sono 140.000 proteine in un corpo umano, e si credeva che ciascuna richiedesse un gene separato per prodursi. Di colpo, trovi che ci sono 25.000 geni e 140.000 proteine, e non ci siamo con i numeri. L’epigenetica rivela qualcosa di così sorprendente che la scienza stessa ha dei problemi a comprendere la forza di questo nuovo significato, e suona così: con il controllo epigenetico, che significa il controllo mediato dall’ambiente, un singolo gene può essere usato per creare 2000 o più proteine diverse dalla stessa matrice. Il controllo epigenetico è come un lettore che può leggere l’impronta originaria e ristrutturarla per produrne qualcosa di diverso. Ed ecco come un singolo gene può essere usato per creare molti prodotti proteici differenti. Non è stato il gene che ha prodotto ciascuna proteina, è stato il controllo epigenetico che l’ha fatto, e questo è il feedback diretto dall’ambiente. Ci allontana da quel meccanismo che dice che siamo solo macchine.

BSE ci dice invece che non siamo vittime.

Siamo co-creatori.

BL: Assolutamente.

BS: Per tanti l’idea che siano i nostri pensieri a creare la realtà, che è quello su cui si basa la Scienza Religiosa e altre tradizioni metafisiche e spirituali, è un’idea puramente spirituale. Ma la fisica quantistica ha aggiunto all’idea, il fatto scientifico. E ora, il tuo lavoro e quello di altri porta quel concetto a livello delle cellule. Che lo rende in qualche modo più reale, più tangibile.

BL: Se si definisce lo spirito più o meno su questi parametri si potrebbe ottenere una definizione del tipo “una forza motrice invisibile.” Se definisco la natura della meccanica quantistica, è una forza motrice invisibile. Di fatto afferma: “Sì, ci sono forze invisibili che modellano la nostra esistenza”. Poiché la nostra biologia è tradizionalmente basata su un concetto newtoniano e materialistico, la natura di quel sistema è di considerare le forze invisibili come non rilevanti. Però, quello che la meccanica quantistica ha stabilito è che le forze motrici invisibili sono tutto. Perciò, se la nostra scienza non si adatta alla nuova fisica, sta di fatto ostacolando il progresso in evoluzione. Quando si introducono nuove forze, si deve dar loro nuovo credito, e quando lo si fa, i ricercatori spirituali saltano su e dicono: lo sapevo! E i fisici quantistici saltano su e dicono, lo sapevo! Stiamo sempre parlando della stessa cosa. Se lo ammettessimo, l’opportunità di unione diventa così tangibile che è quasi fisica. Sì, possiamo sentirla! Ora possiamo essere tutti d’accordo. Tu la chiami come vuoi, io la chiamo come voglio. Ma siamo tutti governati da queste forze invisibili.

BS: Ho letto una tua intervista nella quale hai affermato, “piuttosto che esser vittime dei nostri geni, lo siamo stati delle nostre percezioni.” Puoi aggiungere qualcosa su ciò che significa essere una vittima delle nostre percezioni?

BL: In un certo senso, sappiamo attraverso lo studio della membrana cellulare, attraverso lo studio dell’epigenetica, che questo è fondamentale. L’epigenetica dice che i segnali ambientali influenzano l’espressione genetica, e questi segnali ambientali talvolta sono diretti, e tal’altra sono interpretazioni, quando per es.le percezioni diventano credenze. Così, ho una credenza su qualcosa, che è una percezione, e aggiusto la mio biologia a quella particolare credenza. Come col cancro terminale, se credo a quello che i medici mi dicono, lo loro diventa una vera e propria predizione. Se dicono che ho il cancro terminale e sono d’accordo, allora essenzialmente morirò quando, a detta loro, accadrà. Quali sono le persone che non lo fanno? I casi di “remissione spontanea.” Almeno una persona, scommetto, non ha “comprato” quella diagnosi. E la sola ragione per la quale ne sono usciti è che avevano un altro sistema di credenze completamente diverso, e quindi sono stati capaci di cambiarlo.

BS: Come possiamo cambiare le nostre percezioni o credenze fino a quel punto?

BL: La prima cosa è acquisire le nuove percezioni

di come funziona la vita. Lasciare andare o riconsiderare le percezioni con le quali ci siamo formati, che, inevitabilmente, sono vittimizzanti: sono fragile, l’ambiente mi può attaccare, lo zucchero fa male. Queste sono credenze acquisite. Ma la questione è, sono veramente vereSono vere se questo è ciò che credi, dal momento che la percezione governa la biologia. Se sono programmato dalla percezione che lo zucchero è dannoso alla mia biologia e lo mangio, allora essendone a conoscenza intossico il mio sistema con la credenza, non con lo zucchero. La maggior parte di queste percezioni si manifestano come credenze limitanti o auto-sabotanti su quello che possiamo o non possiamo fare. Come l’auto-guarigione. La tendenza è, no, non ti puoi guarire da solo, devi andare da qualcun altro che ti guarirà. Santo cielo! Dopo parecchi miliardi di anni di evoluzione, il sistema fu progettato per auto-guarirsi. Per quanti milioni di anni gli esseri umani hanno fatto senza medici? Perché abbiamo bisogno di così tanti medici ora? Perché la percezione è che siamo deboli e fragili, ed abbiamo bisogno del loro aiuto. Bene, questa è una percezione. Quando eliminiamo questa percezione ed iniziamo ad immettere nuove percezioni, allora cambiamo la risposta della nostra biologia al mondo che ci circonda.

Man mano che cambiamo le nostre percezioni, cambiamo le nostre risposte. Le percezioni con le quali operi – ti danno sostegno o te lo tolgono? Ti rendono più forte o più debole?

“Ognuno di noi ha le potenzialità per creare

una vita piena di salute,

felicità e amore.

Anche tu puoi cambiare ed essere non più vittima,

ma creatore!”

Queste percezioni sono nel subconscio, che controlla il 95 per cento della nostra vita. E, quando lo fa, lo fa senza che noi ce ne accorgiamo. Non vediamo di fatto i programmi che sono automatici. Funzionano perché il conscio è occupato, ed i programmi automatici ne prendono il posto. Quando il conscio è occupato a fare qualcosa, non sta osservando se stesso. Ci sono due fattori che ci aiutano a capire questo. Uno, la mente cosciente opera con un processore da 40 bit, che significa che può interpretare ed elaborare 40 bit di stimoli nervosi – un bit è uno stimolo nervoso – al secondo. Il che significa che entrano 40 stimoli al secondo e la mente cosciente li discerne e li capisce. La mente subconscia in quello stesso secondo sta elaborando 40 milioni di bit. Da rilevare: se confronto l’elaborazione della mente conscia con quella subconscia, la subconscia è un milione di volte più potente nell’elaborare informazioni. Elemento numero due: i neuroscienziati cognitivi dicono che il 5 per cento del nostro comportamento giornaliero è controllato dalla nostra mente cosciente ed il 95 per cento dal programma subconscio. Perciò nella nostra esistenza quotidiana, la mente subconscia è la fonte più potente della nostra biologia. La mente subconscia è un nastro registratore. Non c’è nessuno lì. È praticamente un congegno di stimolo-risposta. Non c’è bisogno di esserne coscienti. Voi ve ne andate in giro per il mondo, e farà quello che deve fare senza che dobbiate pensarci.

Quando la mente cosciente è occupata, non sta osservando il subconscio. Ed il subconscio è composto dai programmi fondamentali che abbiamo ricevuto dagli altri nei primi sei anni. Mentre si vive la vita con le nostre intenzioni e i desideri della mente cosciente, il 95 per cento del comportamento viene dalla mente subconscia, che è stata programmata da altri.

E la maggior parte di tale programmazione è veramente limitante. Non ti puoi guarire da solo, non sei abbastanza intelligente, non ti meriti le cose buone, non sei bravo in disegno o quello che è. Queste affermazioni diventano programmi subconsci, che si attivano quando non faccio attenzione. La mente cosciente nella maggioranza è occupata a pensare al futuro o al passato. E se il conscio è occupato in questo, nel momento presente, si è veramente guidati dal subconscio. Il vostro cosciente è occupato a cercare di pensare: “Mi merito un aumento e di certo dovrei salire di grado in questa ditta.” Mentre lo fate di certo, state operando dal subconscio, e quello ha un programma che afferma che non vi meritate le cose. Qual è allora l’espressione del vostro comportamento? Il comportamento che è coerente con “Non mi merito.” Ciò significa che farete degli errori o altro che renderanno legittimo che non vi meritiate le cose. Non ve ne rendete conto perché non l’avete visto all’opera, e diventate frustrati riguardo la vostra vita perché ci provate così tanto ad avere successo e non andate mai da nessuna parte. E poi, ovviamente, la tendenza è, non sei tu, è il mondo ad ostacolarti. La grande e bizzarra sorpresa è che il mondo vi darà qualsiasi cosa. E’ il vostro stesso sé che è d’intralcio.

BS: Come facciamo a vincere l’opposizione della nostra programmazione subconscia?

BL: Diventane cosciente. Ci sono un paio di modi di farlo. Il modo più antico è quello dell’attenzione Buddhista. Se sei cosciente di essere qui in questo momento, mentre fai questo stupido errore, osservi l’errore, e potresti rimediarlo. La consapevolezza,però, è una cosa molto difficile da addestrare, ed è anche un processore da 40 bit che cerca di far funzionare completamente il processore da 40 milioni di bit. Perciò, per la maggior parte della gente è una procedura molto difficile perché le loro vite sono così indaffarate e sono talmente occupati che non riescono a prendere atto di ciò.

L’altro modo è, puoi ritornarci dentro e riscrivere il programma, ma ci sono due cose che devi fare:

A) Identificare il programma, e
B) Eseguire una procedura per riscriverlo.

Quello che riflette è qualcosa alla quale la maggior parte della gente non ha fatto attenzione e è da dove vengono la maggior parte dei problemi. Pensano che possono semplicemente parlare alla mente subconscia e che questo la migliorerà. Ma la mente subconscia è un nastro registratore. Mettete un nastro nel vostro mangiacassette, accendetelo, e poi ditegli di riprodurre qualcosa di diverso. Il fatto è, che lì, non c’è nessuno. Non farà niente. Ed il potere del pensiero positivo – la maggior parte della gente dice, il potere del pensiero positivo! Provalo! E quando non funziona si sentono peggio perché non possono neanche fare quello. Perché non funziona? Perché se il programma subconscio non è allineato con la direzione conscia, allora si ha un programma che funziona su un processore di 40 milioni di bit 95 per cento del tempo, che vi tira giù mentre voi impiegate il 5 per cento del vostro tempo nella vostra immaginazione pensando pensieri positivi, mentre il vostro subconscio sta conducendo lo spettacolo e sabotandovi proprio nel bel mezzo dei vostri pensieri positivi.

Il pensiero positivo funziona solo se le credenze nel subconscio sono in linea con esso, o se siete completamente attenti. Se siete totalmente attenti ed usate quel desiderio di essere positivi e far funzionare le cose, allora vi accorgerete quando il vostro subconscio sta facendo andare un nastro e voi potete cancellarlo. Ma se non siete attenti e pensate solo pensieri positivi, allora non state conducendo lo spettacolo. Da qui vengono i conflitti. E, ovviamente, se voi foste così positivi nella vostra mente e pensaste che state conducendo lo spettacolo e pensando che non funzioni, ovviamente il mondo vi è contro. No, il mondo non vi è contro, sono i programmi limitanti ed auto-sabotanti che acquisiamo in gioventù. Qui è dove dobbiamo azzerarci.

di Bruce H. Lipton 

Fonte: scienza e conoscenza/scienza/lipton biologia credenze

CEFALEA E MEDICINE COMPLEMENTARI

Le cefalee sono tra i dolori che più colpiscono gli individui quotidianamente. In alcuni casi si può trovare un legame causa-effetto e a determinare la causa che provoca il dolore ( intossicazioni, stress, insonnia ecc.) Nell’origine delle cefalee si deve ricordare che gli antidolorifici assunti per curarle possono rappresentare la causa del attacco doloroso successivo per il cosidetto effetto ” rebound”. La ricerca dell’origine dei meccanismi alterati che portano alla cefalea è un percorso difficile in cui vanno considerati anche fattori molte volte nascosti come frustrazioni, traumi emotivi, rimozioni oltre ai meccanismi psicosomatici.
Le cefalee possono essere divisi in due gruppi principali, primarie e secondarie:

Le cefalee primarie sono date da modificazioni vasomotorie ( spasmi con successiva vasodilatazione ) o metaboliche cerebrali ( alterato equilibrio tra sostanze eccitanti ed inibitorie ) e rappresentano il 90% delle cefalee. Questo dato ci dice che la maggiore parte delle cefalee ha un’ origine funzionale e non fisiologica.
Le cefalee primarie si suddividono in cefalea da tensione, emicranie e cluster ( emicrania a grappolo).
Le cefalee secondarie sono riconducibili ad alterazioni strutturali della testa o  a squilibri localizzati altrove spesso legati ad una patologia soggiacente ( tumore, aneurisma, embolo, meningite ).

DIAGNOSI DIFFERENZIALE TRA LE CEFALEE PRIMARIE

Le cefalee da tensione rappresentano il 90% dei casi e sono diffuse a tutta la testa e colpiscono circa il 3 % della popolazione . Allo stato attuale si pensa che i fattori di sovraccarico emozionale siano i principali responsabili. Gli stati di tensione nervosa uniti allo stress quotidiano, determinano una contrazione involontaria dei muscoli della regione del collo con ripercussioni sulla circolazione sanguigna cerebrale, che sicuramente contribuisce all’insorgere della cefalea.
Le emicranie colpiscono circa il 20% delle donne e il 5 % degli uomini e possono dare un insieme di sintomi premonitori e di accompagnamento di tipo neurologico detti aura , presente nel 25% dei pazienti. Il dolore è di solito localizzato in una zona della testa, è pulsante, accompagnato da nausea nel 40% dei casi, fotofobia, fonofobia e sensazione di formicolio nel viso e nelle mani.
Una sostanza coinvolta nel processo doloroso è la serotonina, generata dalle cellule nervose del tronco cerebrale, la cui produzione può essere stimolata da alterazioni del climaterio, mestruazioni e stress: gli impulsi generati raggiungono la corteccia cerebrale stimolando i neuroni  e li deprimono subito dopo dando luogo al fenomeno dell’aura. I fattori emozionali sono considerati i responsabili principali.
La cefalea può essere scatenata anche da determinati alimenti ( alcool, carne di maiale, agrumi, cioccolato, formaggio ecc) , sforzo fisico e medicinali.
Le cefalee a grappolo ( 0,5% ) provocano un dolore insopportabile, simile all’emicrania ma più localizzato e non pulsante. Il dolore può essere localizzato a livello di un occhio, con possibile arrossamento e lacrimazione, ptosi palpebrale, miosi e secrezioni nasali nello stesso lato del dolore.

Come per qualsiasi patologia il punto più importante è realizzare una buona diagnosi: conoscendo la causa si può determinare la cura. Questo processo di indagine deve prendere in esame tutte le varie ipotesi: farmaci, problemi emotivi, alimenti ecc.
Nella terapia delle cefalee la soppressione del dolore mediante farmaci non è sempre un atteggiamento corretto perchè cercare di diminuire o neutralizzare il dolore equivale a combattere l’effetto e non la causa, ossia la malattia o lo squilibrio che l’ha provocato.
Il dolore non deve essere visto come fatto negativo bensì un fenomeno positivo, che ci informa che nell’organismo o nella mente c’è qualcosa di disturbante. Il dolore svolge la stessa funzione delle spie del quadro di un’automobile: è il segnale di un problema al quale occorre porvi rimedio per riportare l’individuo allo stato di salute.
L’approccio terapeutico delle medicine complementari ( agopuntura, omeopatia, omotossicologia, medicina funzionale, ipnosi ) non maschera il quadro clinico, rispetta l’omeostasi fisiologica e se elimina il dolore è perchè tratta il processo scatenante soggiacente: rimuove la causa e non solamente la sua manifestazione.

ANCORA ANTIBIOTICI

Sono giornate in cui tanti, bambini e non, convivono con febbre, raffreddore, tosse, e, naturalmente antibiotici. Questi sono farmaci salvavita, un presidio efficace e prezioso nelle infezioni batteriche, ma sono inutili nelle patologie causate da virus, le più frequenti tra i bimbi. Non servono in caso di raffreddore, febbri di tipo influenzale, bronchioliti, e la maggior parte delle tonsilliti, comprese quelle associate a febbre molto alta, con dolore alla deglutizione e ingrossamento delle linfoghiandole del collo. Non bisogna assumerli solo perché la febbre dura più di tre giorni. Non ha senso usarli sempre in caso di febbre e dolore all’orecchio. In questi casi gli antibiotici non curano l’infezione, non riducono i sintomi, non abbreviano il decorso, non servono a far star meglio il bambino, e non sono utili a prevenire le complicanze. Non possono calmare la tosse. Non possono prevenire le complicanze broncopolmonari. Non abbreviano i tempi di guarigione. Si corre il rischio degli effetti collaterali (diarrea, eruzioni cutanee e vomito) e delle reazioni avverse.(la somministrazione precoce di antibiotici è associata a un aumentato rischio di asma e allergie nell’infanzia), e di alimentare il fenomeno della cosiddetta “resistenza” batterica.

tratto da Dott. Eugenio Serravalle – Pediatra

21 VACCINI ESAMINATI, 21 VACCINI CONTAMINATI DA POLVERI INORGANICHE

In altri paesi del mondo questa notizia avrebbe fatto saltare teste e poltrone di dirigenti sanitari, tecnici e politici, probabilmente sarebbe intervenuta anche la magistratura, ma in Italia no, questo non avviene. In questo paese una notizia del genere non viene diffusa e se si diffondesse verrebbe immediatamente ridimensionata attraverso la macchina del fango.

Il dottor Montanari e la dottoressa Gatti, quando a fine ottobre vennero ritirati dal mercato i vaccini della Novartis, riuscirono ad acquistare in extremis il vaccino antinfluenzale Agrippal S1, per analizzarlo. La dottoressa Gatti fece sette ore di viaggio per raggiungere il microscopio elettronico confinato a Pesaro, vedi articolo). Il risultato? Sempre lo stesso: vaccino contaminato da micro e nanoparticelle inorganiche (Acciaio, Bario, Titanio, Silicio, blocchetti di Calcio), tutte particelle solide, piccole e meno piccole, ma tutto come già riscontrato negli altri 20 vaccini che avevano controllato in precedenza.

NapoliTime ha contattato l’ufficio stampa della Novartis per ottenere una dichiarazione in merito. Abbiamo lasciato i recapiti, ma invano. Il Dottor Montanari della Nanodiagnostics di Modena invece ci ha risposto, ecco le sue parole:

Dottor Montanari, i vaccini. Le case farmaceutiche ci sono cascate di nuovo?

Io stesso non riesco a spiegarmelo: 21 bersagli centrati su 21 cominciano ad essere un bel punteggio.Mi chiedo anch’io come sia possibile che su 21 vaccini analizzati nel nostro laboratorio – in ogni caso, va detto, sempre su una sola confezione e non su lotti interi – ogni volta si sia rilevato un inquinamento da polveri inorganiche. Escludo subito, magari come atto di fede, che le case farmaceutiche introducano quella roba di proposito i loro prodotti. Non sono un tifoso delle dietrologie, e poi non ne vedrei lo scopo. Il fatto è che queste particelle ci sono e una spiegazione va trovata. Nascondere la testa sotto la sabbia come fanno troppi medici, soprattutto pediatri, o come fa con ingenua arroganza l’Istituto superiore di sanità affermando che le nostre sono indagini “estemporanee e non riproducibili” non solo non fa onore all’Istituto ma è senz’altro motivo di preoccupazione per la gente che si ritrova abbandonata da chi, invece, dovrebbe operare per la salvaguardia della salute.

Impossibile non chiedersi come si possa liquidare un’indagine, pur con tutti i limiti sulle quantità di campioni controllati, che, al di fuori di ogni possibile discussione, non può non far rizzare le antenne a chi è istituzionalmente chiamato a proteggere la salute pubblica. Tanto per chiarire, il nostro è uno dei laboratori di punta nell’ ambito della Comunità Europea e di questo testimonia la Comunità stessa. Insomma, piaccia o no, pur tra mille difficoltà e ristrettezze, noi sappiamo lavorare. A questo punto, sarebbe di estremo interesse poter analizzare tutti i vaccini disponibili almeno sul territorio nazionale, cosa che, purtroppo, non ci è possibile per varie ragioni, la sottrazione del nostro microscopio elettronico da parte di Beppe Grillo in primis, una situazione che ci costringe a veri e propri salti mortali per poter continuare le ricerche restando indipendenti.”

Le sue scoperte, presenza di particelle non biocompatibili nei vaccini, sono pubbliche da tempo. Perché secondo lei le case farmaceutiche non correggono questi errori di produzione?

“Bisogna essere realisti. Le case farmaceutiche sono imprese industriali e commerciali il cui unico scopo è quello di ottenere risultati economici che siano i più ricchi possibili. Io non le critico per questo: benché le nostre rispettive visioni etiche del mondo siano agli antipodi, io accetto la situazione. Sono gli organi di controllo che mi lasciano perplesso: dovrebbero fare il loro dovere e, invece, questo non accade. Se il fatto sia dovuto a denaro che circola sottobanco, a incapacità tecnica, a ignoranza, a chiusura mentale, a pigrizia o ad altro non potrei dire e, tutto sommato, m’interessa poco. A ottobre dell’anno scorso io fui chiamato dai NAS di Roma per raccontare di ciò che avevamo trovato fino ad allora in laboratorio. Andai, illustrai il tutto, lasciai la documentazione e non seppi più nulla. Il fatto è che troppo spesso ci troviamo di fronte a situazioni che – e lo dico da cittadino comune – avremmo tutto il diritto che non esistessero, non fosse altro che perché noi quella gente, i controllori, la paghiamo e abbiamo non il dovere ma il diritto di godere della loro affidabilità. Per venire più puntualmente alla sua domanda, fatta la premessa iniziale, le case farmaceutiche non intervengono per i motivi illustrati molto onestamente dal dottor Roberto Biasio, direttore medico della Sanofi Pasteur MSD, la distributrice del vaccino anti-papilloma virus che noi analizzammo nel 2011. Le sue parole a proposito delle nostre analisi furono: “Sono condotte con metodologia seria, ma non sono pertinenti agli standard di qualità richiesti dalle procedure di produzione e rilascio di lotti di vaccini” (Il Salvagente n. 38 pag 39). Tradotto, “nulla da dire sulle analisi del laboratorio Nanodiagnostics, ma nessuno ci chiede di fare quei controlli.” Devo dire di avere apprezzato la franchezza e, in un certo senso, la correttezza del dottor Biasio, un atteggiamento molto diverso da quello dell’Istituto superiore di sanità, e un atteggiamento direi quasi sportivo tenuto da qualcuno che proprio una nostra analisi aveva colpito. Insomma, per concludere, nessuno chiede ai produttori di far sì che le polveri non siano nei vaccini e nessuno, poi, controlla il prodotto finito sotto quell’aspetto.”

Ciò che ha trovato nei vaccini, che danni potrebbe provocare una volta inoculato?

“Ci sono differenze importanti tra vaccino e vaccino di cui va tenuto conto. L’ultimo prodotto che siamo riusciti ad analizzare è un antinfluenzale, l’Agrippal S1 della Novartis, uno dei quattro che hanno circolato per un po’ e poi sono stati ritirati. Nella stragrande maggioranza dei casi, somministrando il farmaco a un adulto, ritengo che non succeda assolutamente nulla. La piccola dose di liquido non può altro che contenere una quantità in assoluto molto modesta di polveri inorganiche, e sappiamo per esperienza che, in genere, perché s’inneschi una reazione patologica da particelle occorre che queste raggiungano una concentrazione critica, concentrazione critica impossibile da prevedere caso per caso, in un determinato organo o tessuto e in un determinato punto o in più punti. Un’eventualità teorica che meriterebbe approfondimento è quella che una o più particelle entrino nel nucleo di una o più cellule, fenomeno che noi dimostrammo possibile già una decina di anni fa e che fu poi al centro di una ricerca europea diretta da mia moglie, la dottoressa Antonietta Gatti. In quel caso, se avvenisse, si potrebbe avere un’interferenza con il DNA con tutto quanto ne può conseguire se una cellula si riproduce in modo patologico. Una cosa che io trovo buffa è l’avvertenza riportata in tutti i foglietti illustrativi che accompagnano i vaccini. Lì si scrive, del tutto giustamente, che il farmaco non va somministrato se il ricevente è allergico ad un componente o a più di uno. Impossibile non chiedersi come si faccia a sapere quali sono i componenti dei vaccini se, come avviene di norma, ne viene denunciata solo una parte. Quanto agli inquinanti, poi. Per esempio, quando nel prodotto c’è Nichel in polvere e il soggetto è allergico al Nichel, cosa tutt’altro che rara, ecco che né chi somministra il vaccino né chi subisce l’iniezione può essere al corrente di che cosa andrà ad accadere, non essendo messo al corrente della situazione reale. Comunque sia, la reazione avversa, quando c’è, si manifesta immediatamente o, al massimo, entro un giorno, rarissimamente due. Altro caso è quello tipico dei militari. A loro viene somministrato contemporaneamente un insieme di vaccini diversi, con questo costringendo l’organismo ad uno stress molto lontano dal normale.

Gli inquinanti particolati, poi, sempre che sino presenti, non possono certo avere un’azione benefica. Da qui ad ipotizzare che i vaccini somministrati in quella maniera, una maniera che pure è fuori da ogni ragionevolezza, possa indurre forme di cancro il passo è troppo lungo e non esiste la minima prova scientifica in proposito. Molto diverso è lo scenario nei bambini. Senza entrare nell’assurdità biologica di pretendere d’indurre immunità in un soggetto il cui sistema immunitario è ancora immaturo, c’è, molto semplicemente, la questione della massa corporea. Ammettendo di avere un vaccino inquinato, s’iniettano vaccino e particelle in un organismo piccolo per volume e, per questo, la loro densità sarà ben maggiore di quella che sarebbe in un adulto. Per di più, la fisiologia del bambino, spesso appena un lattante, è vivacissima.

Nessuna meraviglia se queste particelle arrivano al sistema nervoso centrale e, d’improvviso, il bambino manifesta irrequietezza, turbe del sonno, difficoltà di relazione, ecc. Malauguratamente, inutile illudersi: quelle forme patologiche sono croniche. Autismo? Narcolessia? Non c’è nessun fondamento scientifico per escluderli. Il mio parere, ma qui si tratta solo di un parere, è che anche quelle patologie siano a buon diritto inseribili nell’elenco degli effetti collaterali delle vaccinazioni.Voglio che il mio punto di vista sia chiaro: non è tanto il vaccino in quanto tale ad essere deleterio, ma tutte le aggiunte che vengono fatte, dai conservanti agli stabilizzanti, dagli antibiotici agli adiuvanti fino, ahimè, agli inquinanti.

A questo si aggiunge la stravaganza delle vaccinazioni multiple che sono quanto di più innaturale esista e le vaccinazioni praticate a soggetti troppo giovani o troppo vecchi per avere un sistema immunitario competente. Uno degli aspetti del dramma è il fatto incontestabile che oggi la quasi totalità della ricerca medica è finanziata dall’industria farmaceutica e i risultati ne escono inevitabilmente inficiati. Purtroppo i medici, specie i più giovani, non si rendono conto di questa distorsione e non sanno che il loro sapere contiene una parte distorta e una parte censurata. E la “capacità di convinzione” della grande industria arriva capillarmente dovunque, media compresi. Basta dare un’occhiata a Wikipedia e ci si accorgerà delle enormità che riporta in una goffa difesa dei vaccini anche laddove difesa non ci può essere.”

Abbiamo contattato il Ministero della Salute, ma non ha risposto. Invitiamo anche la Novartis a contattare la nostra redazione, per un confronto scientifico sereno e al fine della tutela della salute generale.

Tratto da http://www.napolitime.it

attraverso: http://www.dionidream.com/tutti-i-vaccini-analizzati-risultano-contaminati-da-particelle-inorganiche/

 

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