Mag 21, 2013 | FIORI DI BACH
Descrizione originale di Bach:
Per chi sente il bisogno di vedere più bontà e bellezza in tutto ciò che li circonda. Questo rimedio aiuta ad acquisire la capacità di vedere cosa c’è di buono anche nelle cose che sembrano loro sbagliate, al fine di diventare più tolleranti, indulgenti e comprensivi nei confronti delle diverse strade che ogni individuo e tutte le cose percorrono per raggiungere la propria perfezione finale.
Parola chiave: Pretenziosità, arroganza, aggressività, senso di superiorità, disprezzo, rigidità, irritazione, rifiuto, mancanza di capacità di adattamento, intolleranza, critica verso gli altri.
Livello tipologico
Concetto chiave il narcisismo. Si tratta di un individuo che per definizione si considera troppo importante e addirittura grandioso, una persona speciale chiamata ad occupare un posto glorioso, non solo nel futuro, ma con pieni diritti e privilegi particolari nel presente. Data la somiglianza tra il narcisista e le caratteristiche di personalità Beech, le seguenti descrizioni sono una sovrapposizione di entrambe le tipologie.
Molti Beech sono convinti di essere speciali e unici, credendo così di doversi relazionare solo con persone del loro stesso livello. Disprezzano quelli che considerano mediocri. Olte che presuntuosi, sono vanitosi ed esagerano i loro successi, quando non arrivano addirittura a inventarseli.
Molti sono attivi, affascinanti , ottimisti e, almeno di primo acchito, anche interessanti. Sono generalmente abili a stabilire contatti, ma non a stringere vere amicizie, perchè il loro atteggiamento sprezzante e spesso critico verso gli altri di solito suscita problemi di relazione. Queste attitudini possono portarli all’isolamento affettivo, perchè è molto difficile che trovino qualcuno alla loro “altezza” intellettuale, artistica, culturale, estetica ecc.
Evidentemente Beech è elitario e teme la dipendenza, che lo trasformerebbe in un essere vulnerabile e mediocre come gli altri. Molti di loro considerano le regole, le scadenze di lavoro e simili come convenzioni fatte solo per contenere gli altri, ma loro si considerano speciali e pertanto devono avere caratteristiche che li differenzino.
L’isolamento sociale dipende dai successi o dagli insuccessi. Certamente, esistono Beech di talento che possono spiccare in alcuni ambiti: disegnatori di moda, politici, medici, avvocati, attori, scrittori, economisti, sportivi e cosiì via. Diciamo che la nostra ricca società occidentale premia l’individualismo rispetto all’interesse del gruppo e offre un terreno idoneo a far prosperare questo tipo di individui, quindi sono intere legioni quelli che vogliono essere “famosi”. Chi riesce a ottenere un frammento di successo vede rafforzato il suo modello negativo con risultati reali, che naturalmente esagera nella sua campagna di autopromozione permanente. La maggior parte amano l’ostentazione e adorano esibire le loro conquiste, sia che si tratti di successi economici, sia accademici, che sportivi o nobiliari. Molti di questi Beech si trasformano in autentici sfruttatori e credono che quelli che lavorano per loro siano molto privilegiati. In fin dei conti, “gli altri” aspirano semplicemente a migliorare.
Oltre a essere presuntuosi, arroganti, critici e fatui, di solito sono pedanti e affettati, in ogni caso sgradevoli, con tendenza all’antipatia. Riassumendo, l’empatia non è il loro forte.
Molti di loro amano addirittura mettere in risalto gli errori e i difetti degli altri, lo considerano una specie di compito pedagocico che nessuno però ha richiesto loro.
Naturalmente nel loro sistema di credenze, la gente è un’astrazione, una massa anonima e comunque disprezzabile, soprattutto quando non lo ammirano in modo cieco e incondizionato.
D’altra parte, sono troppo difficili da compiacere, poichè hanno una scarsa capacità di adattamento a cene, luoghi in genere, comportamenti altrui, uscite ecc. Ricordiamo che pensano di meritare un trattamento speciale in tutti i settori della vita.
I Beech pensano di possedere un’ispirazione quasi divina. Queste presunte ispirazioni devono però concretizzarsi, ma i dettagli che portano a questa materializzazione, spesso penosi e umilianti, devono essere svolti da persone di condizione inferiore: mediocri formichine lavoratrici non toccate dalla grazia, che devono oltretutto indovinare cosa il grande uomo – o la grande donna – vogliono dire o pensare. Per questo non desiderano essere consultati nè importunati con banalità, senza dubbio prodotto dalla scarsa intelligenza di chi non comprende la loro genialità, e possono quindi reagire furiosamente.
Tuttavia, nella maggior parte dei casi, la presunta genialità dei Beech non corrisponde alla realtà. Le fantasie di grandezza possono essere state utili per affrontare alcune situazioni complicate o sgradevoli o anche per ridurre il livello d’ansia. Molti si servono di un meccanismo mentale: la negazione di tutto ciò che non vogliono ammettere (essere come gli altri, essere sfruttatori, dover lavorare giorno dopo giorno per ottenere le cose ecc.). Immaginiamo per un momento quei Beech che vengono più volte licenziati per la loro difficoltà di lavorare in gruppo e per la loro pretenziosità e superbia. Pensiamo a coloro per i quali la strada del lavoro autonomo non ha prodotto il “meritato” compenso. In questi casi, utilizzano un altro dei loro meccanismi mentali e di difesa più pratici: la razionalizzazione.
A un livello più patologico, possono arrivare a credere realmente che gli altri complottino per danneggiarli e soffrire di idee deliranti di persecuzione, come accade ai paranoici.
Questi Beech che non trovano riscontro ai loro presunti meriti innati possono sentirsi vuoti, umiliati, tristi e ansiosi, ma soprattutto risentiti e rabbiosi.
Parecchi Beech accusano problemi digestivi, soprattutto intolleranze alimentari. Ciò sembra dovuto ai loro limiti e alle loro complicazioni mentali che a qualcosa di organico. Da tempo viene inoltre descritta una tendenza alla rigidità nella parte alta della colonna vertebrale e della mandibola.
Riguardo alle allergie non sembra risultare più incidenza nei Beech che in altre tipologie floreali, nonostante l’essenza in questi casi si dimostri solitamente utile.
Ma cosa porta determinate persone a diventare Beech? Se consideriamo che molti di loro sono in realtà narcisisti, la genesi di questa tipologia sembra un po’ contraddittoria. Da una parte si ritengono più vulnerabili a questa condizione i figli unici o i primogeniti educati come se fossero essere particolarmente speciali. Venerati dai loro genitori, hanno visto come questi rinunciavano a ogni bisogno personale per adorarli, erano considerati un po’ come “Sua Maestà il bebè”. In questo modo, il bambino non ha appreso che gli altri sono essere indipendenti con le proprie necessità. Così il bimbo non deve dimostrare niente per essere ricompensato e potremmo quindi parlare di un evidente senso di superiorità.
Per spiegare come si forma un narcisista, esiste però un altro meccanismo evolutivo decisamente contrario al precedente, basato sull’apprendimento precoce e attribuito ad un ambiente familiare negligente o addirittura autoritario e punitivo, in cui il bambino ha dovuto sviluppare delle convinzioni compensatorie per superare la mancanza di aiuto e protezione e la scarsa autostima.
Beech come stato
E’ molto frequente vivere stati di intolleranza, soprattutto in determinati aspetti della vita: rumori, cani, moto, biciclette, certe persone, lavori in corso…Parliamo in questi casi di un Beech tematico. Le caratteristiche di questo stato sono in relazione con un livello variabile di intolleranza, irritabilità e rifiuto verso gli stimoli o situazioni implicate. Nel migliore dei casi, lo stato esploderà solo di fronte ad attivatori specifici, come il rumore di una moto, ma in troppe occasioni il Beech tematico è più limitante, sia perchè l’aspetto che non tollera (per esempio rifiuto verso uomini, donne, bambini ecc.) è molto ampio, sia perchè è raro incontrare persone di questo tipo che non uniscano varie intolleranze. In altre parole, è improbabile essere Beech solo per un’unica cosa.
Di fronte ad uno stimolo sgradevole si può reagire in modo sproporzionato. Sicuramente tutti noi siamo infastiditi da un motociclista incurante che circola per la città con una moto rumorosa. Si può persino misurare in decibel la magnitudo di questo inquinamento acustico. Tuttavia, la reazione può oscillare da una piccola smorfia di fastidio, del tutto proporzionata, a una catena di pensieri e sentimenti completamente ostili.
In determinate fasi della vita si possono scatenare episodi Beech, fortunatamente limitati nel tempo, per esempio gli adolescenti che si indignano e vanno fuori dai gangheri per qualsiasi cosa dicano o facciano i loro genitori.
Molti stati di stress, d’ansia o depressivi possono accompagnarsi a un tipo di irritabilità compatibile con Beech. Alcune donne vivono stati Beech durante la sindrome premestruale.
Un aspetto interessante dell’azione di Beech si esplica nei confronti della tendenza alla critica negativa che hanno numerose persone, pur non presentando un profilo narcisita. L’essenza è stata ampiamente sperimentata in persone molto critiche verbalmente sia in persone che rimangono come intrappolate in pensieri critici e denigratori verso persone e istituzioni, anche se non li esteriorizzano.
Livello spirituale
Sono poche le descrizioni di Bach in cui si evidenziano così chiaramente come in Beech gli aspetti positivi dell’essenza. L’importanza che il dr. Bach attribuisce a questa essenza spiritualizzata, in cui esiste un anelito inconscio di pensiero positivo, sicuramente il messaggio dell’anima alla personalità: “Per chi sente il bisogno di vedere più bontà e bellezza in tutto ciò che lo circonda.” Questo impulso positivo ci porta a trasformarci in esseri più empatici, con la capacità di immedesimarci nell’altro e comprenderlo: “Questo rimedio aiuta ad acquisire la capacità di vedere cosa c’è di buono anche nelle cose che sembrano loro sbagliate.” In questo modo svilupperanno certe virtù “al fine di diventare più tolleranti, indulgenti e comprensivi nei confronti delle diverse strade che ogni individuo e tutte le cose percorrono per raggiungere la propria perfezione finale.”
Ma per ottenere i frutti che il maestoso faggio ci offre, dobbiamo prima affrontare la nostra imperfezione, raggiungere l’autoconsapevolezza e conoscere i nostri limiti. Fare una cura di umiltà per vederci riflessi nei nostri simili. Solo affrontando la nostra umanità imperfetta possiamo scendere dalla nostra torre d’avorio e sentirci affratellati con gli altri .
Autovalutandoci obiettivamente e riconoscendo i nostri difetti non abbiamo più bisogno di proiettarli e additarli negli altri e senza dubbio ci comporteremo con più indulgenza verso di loro. In questo modo, siamo in grado di accettare la diversità che ci porta a provare empatia: tutti diversi anche se uguali.
Come osserva giustamente la Scheffer: “Il senso di isolamento e di rifiuto è sostituito da una sensazione di unità nella diversità, di parentela tra le anime, di armonia, cosa che in fondo anche il Beech negativo cerca.”
Come sempre, Bach dà un tocco di grande maestria alla seguente descrizione: “E’ ovvio che nessuno di noi è in posizione di giudicare o criticare, perchè anche se il più saggio di noi vede e conosce un piccolo frammento del Grande Schema di tutte le cose, sapendo così poco, non possiamo giudicare come funzionerà il Grande Progetto..”
Abstract: Ricardo Orozco – opere
Apr 25, 2013 | ALIMENTAZIONE E SALUTE, PILLOLE DI RIFLESSIONE
La visualizzazione è la capacità di immaginare e costruire col pensiero in maniera voluta e cosciente. Immaginare cosa si dirà prima di un incontro importante è molto utile se lo si fa in maniera controllata, cioè senza ripetere le stesse scene ossessivamente per decine di volte e, soprattutto, senza scivolare nella tensione e nell’ansia (emozioni negative).
Anche ricostruire la scena di un incidente o il filo dei discorsi che si sono fatti in una certa occasione è molto utile ed è anche un buon esercizio di addestramento della mente, ma anche qui è indispensabile non farlo con il fine di replicare le stesse basse emozioni – il che rientrerebbe nell’immaginazione negativa.
Inoltre la visualizzazione è un elemento importante della creatività: gli artisti creano i mondi che poi rappresentavano nelle loro opere immaginandoli.
La visualizzazione creativa si è rivelata in più occasioni un ottimo metodo per realizzare obiettivi e desideri, per esplorare nuove realtà e rendere possibili i propri sogni e desideri. E’ uno strumento utile per eliminare comportamenti non desiderabili, come dipendenze affettive o mancanza di fiducia in se stessi. Si e’ rivelata inoltre utile per apportare dei cambiamenti personali a comportamenti, credenze e retaggi del passato.
L’universo è un grande campo di energia, nel quale la realtà non è altro che la manifestazione di energie che vibrano a intensità e frequenza diversa; il pensiero è “una forma di energia rapida, leggera, mobile” e per questo motivo “esso si manifesta istantaneamente, a differenza delle forme più dense di energia come la materia”. Nell’essere umano è innato il potere infinito di creare qualunque cosa e di rendere manifesta qualsiasi immagine interiore. Questo può liberare la parte della mente intrappolata in blocchi emotivi del passato che determinano atteggiamenti o comportamenti di auto-sabotaggio non consapevoli. Spesso infatti i nostri comportamenti sono condizionati dalle reazioni emotive ad eventi traumatici lontani, che restano nella “memoria inconscia” e continuano a “riverberare”.
Così come dei meccanismi inconsci generano il sabotaggio della nostra felicità, altre parti di noi possono generare senso di appagamento e di benessere profondi. Possiamo decidere di valorizzare queste ultime parti e di usare il seguente percorso per accompagnare altri individui a percorrerlo.
Per consentire alla visualizzazione di esprimere al massimo la sua efficacia, è necessario trovarsi nello stato meditativo più profondo possibile, aiutati in questo dal respiro. Quando corpo e mente sono profondamente rilassati, le onde elettriche emesse dal cervello rallentano, il corpo conseguentemente si adegua alla nuova situazione celebrale, rilassandosi profondamente e rimanendo recettivo alle informazioni.
L’immaginazione è più efficace della forza di volontà ed agisce a livelli più profondi. La mente spesso non distingue fra un evento realmente accaduto e ad un evento immaginato in modo vivido; il corpo reagisce con modalità identiche mediante gli stati emotivi, creando le relative connessioni neuronali.
In uno stato di rilassamento raggiunto ad es. con la meditazione la mente produce “onde ALPHA”, rendendoci capaci di comunicare col nostro inconscio, la parte più profonda di noi, la parte misteriosa, dove sono contenute tutte le memorie della nostra esistenza, quella che genera molti dei nostri comportamenti. In questo stato di rilassamento, profondo ma vigile, possiamo comunicare consapevolmente con noi stessi per modificare le abitudini negative e trasformarle in positive.
E’ qui che trasformiamo le energie con l’attività della visualizzazione. La visualizzazione fa uso della creatività visiva. Durante la visualizzazione creativa utilizziamo tutti i nostri sensi: vista (immaginazione) con colori vividi ed immagini tridimensionali, olfatto (odori, fragranze e profumi), tatto (sensazioni e percezioni ed anche caldo o freddo), gusto (sapori) e udito (suoni, voci, rumori) ed attraverso l’immaginazione creiamo le situazioni che più desideriamo. Quando associamo all’immagine che stiamo visualizzando Emozioni stiamo facendo vibrare la nostra Anima. In questo modo agiamo non solo sul piano fisico con il pensiero mentale, ma anche sui piani sottili in ogni dimensione.
Tratto da: www.visionealchemica.com
Apr 10, 2013 | FIORI DI BACH
Descrizione originale di Bach:
Per persone molto capaci, consapevoli della propria abilità e fiduciose di riuscire. Essendo così sicure, pensano che gli altri farebbero bene a lasciarsi persuadere a fare le cose come le fanno loro stessi o come sono certi che sia giusto fare. Anche nella malattia dirigono la propria terapia. Possono essere persone molto preziose nei casi di emergenza.
Parola chiave: dominio, inflessibilità, autoaccentramento, autoritarismo, prepotenza, arroganza, aggressività, ira, disprezzo, egoismo, ambizione smisurata, avidità, freddezza estrema, malvagità, crudeltà, sadismo, durezza, rigidità dinamica.
Livello tipologico
Dalle descrizioni più diffuse della tipologia Vine si desume che ne esistono alcuni con un’alta autostima e altri con una bassa autostima.
Possiamo distinguere un Vine primario e un Vine secondario. Entrambi si possono considerare tipologici, perchè presentano tratti caratteristici di personalità, esistono però delle differenze significative tra di loro.
Il Vine primario è legato a tratti comunemente etichettati come psicopatici.
In questa sede considereremo solo alcuni dati per chiarire la relazione dello psicopatico con il Vine primario.
La cosa più importante è capire che lo psicopatico soffre di una disconnessione gravissima tra la dimensione emozionale, la mente e il ragionamento.
Secondo un importante specialista, Cleckley: “Lo psicopatico mostra la più assoluta indifferenza di fronte ai valori personali ed è incapace di comprendere qualsiasi argomento correlato. Non è minimamente capace di interessarsi a questioni affrontate dalla letteratura o dall’arte, quali la tragedia, l’allegria o lo sforzo dell’umanità per progredire. Tutto ciò non conta nulla per la sua vita quotidiana. La bellezza e la bruttezza – tranne che in senso molto superficiale -, la bontà, la cattiveria, l’amore, l’orrore e l’umorismo non hanno un senso reale, non costituiscono alcuna motivazione per Vine. E’ incapace di riconoscere le motivazioni delle altre persone. Nonostante la sua acuta intelligenza, è come se fosse cieco ai colori per questi aspetti dell’esistenza umana. D’altra parte è inutile cercare una spiegazione, perchè non c’è nulla nella sua conoscenza che gli permetta di colmare questa lacuna con l’aiuto della comparazione. Può ripetere le parole – questo sì – e dire che comprende, ma non c’è modo che si renda conto che in realtà non le comprende.”
Millon attribuisce agli psicopatici: “Un’incapacità innata di capire ed esprimere il significato delle esperienze emozionali, perciò sono incapaci di comprendere la sofferenza che genera il loro comportamento. Non sviluppano una coscienza emozionale e pertanto mancano di empatia, senso di colpa o tanto meno di rimorso. Ma molti di loro sono intelligenti e calcolatori e possono apprendere la meccanica emozionale per mascherare la loro personalità e manipolare gli altri. Le cose corrette e quelle scorrette sono per loro astrazioni irrilevanti.”
Si tratta di individui, di solito uomini, con un’enorme freddezza. Molti sono estremamente intelligenti da un punto di vista cognitivo – come afferma Millon -, ma molto poco secondo i parametri dell’intelligenza emozionale.
Spesso indossano una maschera seducente e sofisticata. Usano la manipolazione fredda e machiavellica per soppiantare quelli che possono far loro ombra, persino senza infrangere la legge. Pensano che “è bello e divertente aprofittarsi degli imbecilli che lo consentono”. Il narcisismo e la magniloquenza sono caratteristiche che quasi sempre possono trovarsi negli psicopatici, perciò sembra superfluo insistere sul loro forte autoaccentramento ed egoismo.
Sentono la paura molto meno degli altri. Il rimorso, la colpa e l’etica possono esistere come concetti nel loro linguaggio, soprattutto quando sono interessati a manipolare ( cosa in cui riescono a meraviglia ), ma non riescono a comprendere la dimensione emozionale.
Sono prepotenti, orgogliosi, aggressivi e spesso sprezzanti con chi considerano inferiore. Pretendono obbedienza incondizionata, credono di avere il monopolio della verità, perciò considerano inutile discutere.
Una frase che ripetono spesso è: “Perchè lo dico io, punto!”
Gli psicopatici presentano queste caratteristiche in gran parte a livello costituzionale, “perchè in loro sono state individuate anomalie nel modo in cui il cervello elabora l’informazione emozionale secondo la divisione tra gli emisferi cerebrali.”
Senza dubbio, “risulta evidente l’influenza dell’ambiente circostante. Un’ambiente sociale in cui si impara la violenza e la durezza emozionale può portare una persona incline alla psicopatia a diventare un pericoloso delinquente, mentre un ambiente compensatore ed equilibrato può contenere la deviazione in termini moderati.”
La maggior parte dei Vine è avida e si considera superiore agli altri, cosa che li porta ad ambire a posizioni di potere. Certamente il mondo della politica e dell’industria sono un terreno ideale per riuscire nei loro obiettivi. La mancanza di scrupoli morali e la menzogna possono portarli molto lontano in una società che arriva a premiare queste attitudini, che di solito comportano un’importante scalata a livello sociale.
Molte azioni intraprese della grande industria del mondo capitalista e gran parte della politica internazionale sembrano guidate dalla più sfacciata filosofia psicopatica, mascherata ipocritamente di presunti valori morali, umanitari, patriottici, religiosi ecc. I risultati sono visibili a tutti. La maggior parte degli psicopatici sono crudeli e dispotici: amano dimostrare il loro potere e la loro intelligenza. Alcuni sono anche molto sadici e perversi. Molti criminali seriali, stupratori, persecutori morali, maltrattatori di donne hanno questo profilo. Vedere il panico che possono scatenare negli altri può risultare entusiasmante per loro e nello stesso tempo li fa sentire potenti.
In altri casi possono ricorrere ad una violenza che non è affatto impulsiva, bensì finalizzata, per esempio l’esecuzione di civili usata come monito per la popolazione in una guerra, campo in cui gli psicopatici trovano il loro paradiso, perchè possono trasformarsi, in caso di vittoria, in eroi nazionali. Ma l’ideologia è solo un alibi vuoto per i veri psicopatici, che sono assolutamente amorali.
Tuttavia, non è obbligatorio che trasgrediscano i limiti della legge, e infatti si possono incontrare psicopatici perfettamente integrati nel campo della politica e dell’economia. Possiamo anche imbatterci in prestigiosi chirurghi che trattano con molto disprezzo i pazienti e il personale sanitario, poliziotti e militari particolarmente duri, giudici estremamente severi e un’infinità di altri Vine distribuiti in vari ambiti della società. Inquietante, vero?
Nella malattia i Vine primari pretendono di dirigere la terapia, cercando di dominare e controllare il personale sanitario.
Esiste però – come abbiamo detto – un altro tipo di Vine, quello secondario.
Si tratta in questo caso di un enorme meccanismo di difesa sotto cui si nasconde una grande insicurezza e, in molti casi, un’infanzia molto dura e traumatica dove, in un certo senso, il soggetto fu obbligato a diventare insensibile e ad indurirsi per sopravvivere emozionalmente alle aggressioni, agli scherzi e alle umiliazioni degli altri.
Generalmente si tratta di persone che si portano dentro grandi frustrazioni e un forte risentimento, persone che hanno subito molte privazioni e umiliazioni e vogliono assicurarsi di non subirne mai più. Per paura dell’aggressione e della vergogna, preferiscono essere quelli che attaccano per primi. Spesso nei Vine secondari si possono riscontrare precedenti di maltrattamenti infantili o gravi complessi rispetto all’autoimmagine, al tono di voce, complessi d’inferiorità ecc.
La storia ci ha dato dittatori terribili. Molti erano chiaramente psicopatici (Vine primari), ma altri avevano precedenti infantili che ci permettono di catalogarli come Vine secondari.
La freddezza, durezza e sicurezza del Vine primario non sono sempre presenti nel Vine secondario, in cui predomina il senso di inferiorità e di vergona e la paura di perdere il controllo. Infatti molti di loro possono pentirsi dopo le esplosioni d’ira. La loro autostima, a differenza del Vine primario, è bassa.
Vine come stato
Si tratta di comportamenti che si manifestano in determinate circostanze, ma che non combaciano con i tratti di personalità descritti in precedenza. Di solito sono il relazione con tensioni accumulate che si scaricano in modo inadeguato in un ambito sicuro, come la casa. E’ facile immaginare un padre di famiglia, sistematicamente umiliato sul lavoro dai suoi capi, che quando torna a casa scarica la sua rabbia trasformandosi in un tiranno domestico e sottomettendo la famiglia con atteggiamenti dittatoriali, oppure chi per esempio accede a un determinato incarico e mette sugli attenti i suoi subordinati, o anche il professore o la professoressa che, non riuscendo a farsi rispettare dagli alunni, impongono la prepotenza e seminano il terrore tra questi.
Livello spirituale
Come sarebbe un Vine positivo? Sicuramente un leader naturale ed empatico, seguito e scelto spontaneamente più per la solidità e la coerenza delle sue motivazioni che per la paura che impone ai suoi seguaci. Il Mahatma Gandhi ne è forse un buon esempio.
Per la Scheffer, il Vine negativo “evidenzia l’equivoco della personalità che utilizza le potenti forze che fluiscono verso di essa, per le quali non è sempre del tutto preparata, solo a proprio vantaggio, per soddisfare la propria volontà invece di metterla al servizio di un progetto superiore. A che serve essere un semidio se non si è un essere divino?”
Riferendosi alla pianta, Jordi Canellas, commenta nel suo libro: “Cresce e cresce verso l’alto, fino ai campi della mente e degli ideali, e nello stesso tempo i suoi fusti cercano l’acqua e sono condizionati da essa ( ne hanno bisogno, ma il suo eccesso li uccide). Hanno bisogno delle emozioni e nello stesso tempo le evitano, come hanno bisogno degli altri perchè la loro crescita è sempre alle spese degli altri.”
Bach scrisse: “L’avidità conduce al desiderio di potere e, pertanto, è una negazione della libertà e dell’individualità dell’anima. Invece di accettare che ognuno di noi sta su questa terra per portare a compimento i dettami della sua Anima, la personalità avida vuole imporsi, plasmare e dirigere, usurpando il potere del Creatore.”
Vine potrebbe considerarsi un vero e proprio analfabeta emozionale, perchè tutte le competenze dell’intelligenza emozionale sono seriamente compromesse. Nella sua ignoranza interiore, gli è impossibile mostrare il benchè minimo barlume di empatia, almeno nel Vine primario. Nel secondario, anche se non sempre l’ignoranza interiore è così esagerata come nel precedente, ogni tratto di comprensione e umanità è represso dalla paura di mostrarsi debole e vulnerabile. In questo caso non basta essere duri, bisogna dimostrarlo in continuazione.
Abstract: Ricardo Orozco – opere
Apr 9, 2013 | FIORI DI BACH
Descrizione originale di Bach:
Per quelli che hanno principi e idee ben radicate che cambiano ben raramente, perchè le ritengono giuste. Desiderano molto convertire tutti quelli che li circondano ai loro punti di vista sulla vita. Possiedono una forte volontà e molto coraggio quando sono vermante convinti di quello che vogliono insegnare. Nella malattia continuano a lottare anche quando gli altri si sarebbero già dati per vinti.
Parola chiave: Eccessivo entusiasmo, esagerazione, discussione delle regole, disobbedienza, sfida, comportamento antisociale, indipendenza, autoaccentramento, esasperazione per presunte ingiustizie, tensione, intolleranza, impulsività, ira, aggressività attiva, disprezzo, impazienza, imprudenza, inadattabilità, diffidenza, idealismo esasperato, fanatismo, rigidità dinamica, sovraespressione, irradiazione.
Livello tipologico
Sono persone in cui la caratteristica predominante è l’eccessivo entusiasmo che mettono in quello che fanno.
I Vervain (VER) sono anticonformisti, ribelli, indomiti, con il loro sistema interno di valori che si impone su quello del gruppo e che di solito li porta a conflitti con gli altri e, a volte, con la legge.
VER ha una personalità antisociale, vale a dire che generalmente ha un vero e proprio problema di adattamento alle norme sociali. Vuole essere indipendente a tutti i costi.
Possiede un temperamento forte, aggressivo, impulsivo, audace, temerario. Non tollera la noia, ha un bisogno di eccitazione che lo porta spesso a una continua ricerca di pericoli ed esperienze nuove. In fondo si tratta di avventurieri, di capitani intrepidi.
Parole come empatia e diplomazia non figurano affatto nel suo vocabolario. Esistono altri termini che aiutano a capire il suo temperamento e a definirlo : super, iper, mega, maxi, ultra.
I VER considerano il mondo un luogo ostile e hanno una forte diffidenza verso gli altri, perchè credono che tutti siano egoisti e aspirino al controllo e al potere. Come meccanismo di sopravvivenza, sviluppano quindi il bisogno di vedersi forti e indipendenti. Solo così pensano di potersi difendere da una società che cerca di controllarli e annullarli: loro non sono degli agnellini come tutti gli altri e cercano continuamente di dimostarlo con un chiaro atteggiamento competitivo e di sfida.
Generalmente tollerano poco la frustrazione, perciò non riescono a rimandare l’azione quando desiderano qualcosa, a meno che non vadano incontro a una punizione certa e immediata. Non capiscono nè tollerano il limite, al quale reagiscono con aggressività e persino con violenza, indice della loro impulsività e della scarsa capacità di autocontrollo. Interiormente e anche esteriormente sono tesi, nervosi, esaltati, aggressivi. Sono iperattivi, perchè mancano della capacità di rilassarsi, perciò possono ricorrere a droghe (alcool, cocaina, eroina, marijuana) che riducono l’ansia e li fanno sentire potenti, oltre a rappresentare una trasgressione delle regole.
Seguono la loro strada certi di aver ragione e di possedere sempre la verità. In ogni momento tendono a ispirare e infiammare gli altri in maniera invadente e dominante.
Il loro eccesso di entusiasmo li porta a volte a non accontentarsi solo di influenzare gli altri o di guidarli a dir loro come devono agire, ma a soppiantarli direttamente nell’azione.
Le supposte ingiustizie li irritano e spesso credono quindi di essere chiamati a essere i portavoce di ogni causa. Il loro impegno li porta a lottare fino alla morte per il loro ideale e possono persino arrivare a sacrificarsi, confermando così il loro fanatismo. Senza dubbio per loro il fine giustifica i mezzi, perciò possono trasformarsi in un pericolo per chi sta intorno, dato che con la loro forza trascinano tutto un esercito di influenzabili o timorosi.
La mancanza di moderazione e tattica può danneggiare però la causa che VER dice di difendere, perchè la sua eccessiva pressione e la sua incredibile fretta impediscono agli altri di sintonizzarsi al suo ritmo nella causa o progetto in questione.
Tuttavia, sembra esistere una maggioranza di VER che sono troppo individualisti per allinearsi con un determinato ideale, almento in modo costante.
I VER più negativi sfidano il pericolo e non si curano affatto delle ripercussioni che potrebbero avere le loro azioni su se stessi e sugli altri. Fondamentalmente non sono affidabili per quanto riguarda la pianificazione di un futuro a livello economico o almento rispetto all’assumersi determinate responsabilità, come quella di conservare un lavoro, farsi carico di un figlio ecc.
In molti VER tipologici esistono precedenti familiari di destrutturazione, con situazioni di violenza, abusi, o semplicemente di modelli inesistenti, negligenti o indifferenti. Sembrano non aver avuto referenti empatici di tenerezza nei quali rispecchiarsi ed educarsi. D’altra parte, possono aver visto come la violenza fosse un metodo efficace per ottenere quel che si vuole. Molti di loro hanno anamnesi che parlano di problemi precoci di comportamento, conflittualità scolare, tossicodipendenza e delinquenza giovanile. Nella maggior parte dei VER si nasconde un forte risentimento, una rabbia mal dissimulata pronta a esplodere facilmente in un accesso aggressivo.
I VER sono molto intolleranti e critici e parecchi hanno addirittura tratti narcisistici. Vi è anche un buon numero di istrionici che amano essere ammirati come in un circo, forzando il loro uditorio nel pretendere un applauso immediato e automatico.
Alcuni VER negativi lottano per cambiare il mondo a modo loro. E’ il caso dei predicatori, dei fanatici religiosi, politici e sportivi, martiri, estremisti e integralisti di ogni tipo. Siccome ciò è piuttosto difficile, molti si collocano ai margini della società, come degli emarginati desiderosi di rappresaglia e rancorosi. Possono scegliere una vita nomade e sradicata come quella di alcuni venditori ambulanti.
Molti sono disonesti e mentono sfacciatamente per ottenere quello che vogliono. Ricordiamoci che credono di vivere in una società intrinsecamente malvagia ed egoista, dove per sopravvivere bisogna essere spietati, svegli e indipendenti.
Le carceri sono popolate da personalità antisociali con caratteristiche VER (rapinatori, truffatori, trafficanti, terroristi, estremisti, maltrattatori, assassini, stupratori).
Anche un VER positivo può finire in carcere o giustiziato, perchè mette in discussione e vuole cambiare le regole, anche se il VER positivo tiene in considerazione gli altri ed è idealista.
Naturalmente esistono dei VER che, anche se non positivizzati, si muovono in un ambito meno negativo, come quelli molto spontanei e indulgenti con se stessi, con un comportamento guidato da un proprio sistema di valori. Hanno un modo di fare subdolo che riesce a spuntarla senza arrivare a delinquere. Liberi dalle limitazioni esterne, cercano le soddisfazioni in modo impulsivo, anche se entro certi limiti.
A livello fisico, VER spreca più energia di quella necessaria e può quindi arrivare all’esaurimento, perchè non sempre è dotato di una struttura fisica resistente.
Le conseguenze di questo abuso energetico, di questo stress costante, generalmente sono le contratture muscolari cronicizzate, il logorio articolare permaturo (artrosi), ulcere, infarti, ernie del disco, embolie, ipertensione arteriosa ecc.
A livello mentale VER fa fatica a scollegarsi a causa dell’eccesso di ideazione. Stanchezza, insonnia e persino comparsa di quadri maniacali e psicosi possono essere benissimo la conseguenza di questa tipologia, soprattutto nei soggetti più giovani.
Alcuni VER finiscono per adattarsi alla società, almeno in parte, ma conservano la loro accelerazione e capacità di esaltazione.
Vervain come stato
Molto probabilmente quasi tutti i bambini attraversano periodi o stati VER, pur non possedendo tali caratteristiche di personalità. Queste fasi sono in relazione con la discussione e la ribellione di fronte alle regole, che non è un comportamento sempre negativo, come potremmo pensare in un primo momento. Basti immaginare un bambino in un ambiente iperprotettivo, che si ribella davanti alla cerchia oppressiva di sicurezza che gli impedisce di esplorare il mondo.
L’assunzione di VER non impedirà il processo di autoaffermazione, anzi lo aiuterà a creare nuove, e forse migliori, strategie affinchè le sue opinioni siano prese in considerazione.
In alcuni casi, le attitudini infantili non vanno in questa direzione e rappresentano semplicemente un problema di adattamento o una reazione aggressiva di fronte ad un ambiente troppo destabilizzante, o magari sono un’esplorazione dei limiti genitoriali.
Per le fasi VER di molti adolescenti, quest’essenza unita ad altre, può aiutare a ristabilire la relazione familiare, favorento la comunicazione empatica.
A volte, l’eccesso di entusiasmo proprio della gioventù diventa il centro della vita di un certo numero di persone. Alcuni adolescenti e adulti molto giovani, etichettati come radicali, formano gruppi che sostengono un’idea, un’ideologia politica, sportiva o di altra natura. Questi gruppi si caratteristizzano per la loro intolleranza e violenza: i famosi gruppi “ultrà”. Questa modalità costituisce una forma di VER transitorio che con il passare del tempo o la legge contribuiscono a mitigare.
E’ anche frequente incontrare ragazzi che attraversano temporaneamente stati VER e formano gruppi antisistema od occupazionisti, anche se non sempre si devono considerare VER negativi.
Livello spirituale
Secondo Bach, VER è venuto a questo mondo per apprendere la lezione della Tolleranza.
Per la Scheffer, il problema sta nel fatto che: “(…) Sono sommersi progressivamente da troppa energia positiva alla quale la personalità e il corpo non sono del tutto preparati. La personalità si sforza di utilizzare questa energia, ma le manca la conoscenza di determinate leggi e l’esperienza necessaria per gestire tanta energia positiva. La personalità prende questa energia e cerca di ‘farne qualcosa’ secondo le proprie idee limitate.”
Imparare ad essere tolleranti non è un compito facile. Per divenirlo, è necessario un processo di autocoscienza complesso e spesso doloroso.
Come si può dedurre, VER ha pochissima autocoscienza. La sua consapevolezza emozionale è praticamente nulla e l’autovalutazione, più che altro difensiva è troppo elevata. In questo caso, non si può parlare di sana ed equilibrata fiducia in se stesso, ma piuttosto di un’imprudenza temeraria e provocatoria. Per quanto concerne le competenze dell’intelligenza emozionale intrapersonale, il suo autocontrollo è praticamente inesistente e la motivazione è sovradimensionata e distorta, perchè di solito non tiene conto degli altri.
Con una così povera intelligenza emozionale intrapersonale, possiamo aspettarci solamente un deficit nelle capacità interpersonali dell’empatia e della sintonia. La sua modalità di approccio è troppo aggressiva e spaventa le persone, ma può servirsene per sincronizzarsi negativamente con gli altri e trasmettere loro emozioni negative, come accade ad un fanatico religioso o politico che contagia l’uditorio con il proprio odio. Inoltre, anche se può sembrare che VER in qualche caso possa difendere una causa nobile, come disse Bach: “E’ necessario rendersi conto che le grandi imprese da realizzare nella vita devono essere fatte in maniera tranquilla e moderata, senza tensione nè stress”.
Evidentemente, il VER negativo è molto lontano da qualsiasi livello di crescita personale o evoluzione spirituale, due definizioni della stessa cosa: intelligenza emozionale.
Abstract: Ricardo Orozco – opere
Mar 26, 2013 | FIORI DI BACH
Descrizione originale di Bach:
Per quelli che sono molto attenti ai bisogni degli altri: tendono a prendersi eccessivamente cura dei bambini, dei familiari, degli amici, trovando sempre qualcosa da rimettere a posto. Correggono continuamente ciò che considerano sbagliato e sono contenti di farlo. Desiderano intensamente avere sempre vicini quelli per cui si preoccupano.
Parola chiave: Possessività, autocommiserazione, esigenza di attenzione, carenza affettiva, sensazione di essere poco ricompensati, congestione affettiva, egoismo, eccessiva concentrazione su di sè, volontà di dominio, paura del rifiuto e della solitudine, drammaticità, istrionismo, ansia.
Livello tipologico
Chicory (CHI) è un modello fondato su un sentimento di profonda carenza affettiva. Può darsi che nella sua biografia vi siano dati oggettivi di un’infanzia carente di amore e dedizione da parte dei genitori o è possibile trovare come precedenti dei genitori tirannici o iperprotettivi (di solito la madre).
Molte donne con caratteristiche CHI hanno dovuto fare da madri ai fratelli minori, a causa di un padre assente, una madre troppo logorata dal lavoro o da qualche malattia cronica. Tuttavia, nessuna di queste caratteristiche porta necessariamente a una tipologia CHI, perchè a volte si tratta semplicemente di un modello socioculturale molto diffuso in tutto il mondo, soprattutto nelle famiglie latine ed ebraiche.
Come fiore di personalità, la parte costituzionale di questa tipologia potrebbe essere riconoscibile già nel periodo neonatale, nel caso di bebè che reclamano continuamente l’attenzione dei genitori, non volendo rimanere soli o dipendendo eccessivamente dall’adulto nei loro giochi.
Questa grande richiesta di attenzione si concretizza in capricci e scenate che cercano di controllare la dinamica familiare. Tuttavia, è evidente che a parte l’esistenza di un CHI costituzionale, tutte le altre caratteristiche sono sicuramente una risposta a una serie di condizionamenti emozionali, culturali ed educativi, come abbiamo spiegato in precedenza.
In ogni caso, l’importante è la percezione che si ha nell’infanzia, e qui i CHI, invariabilmente, sostengono di non aver ricevuto l’amore di cui avevano bisogno, sia quando ciò è oggettivo sia quando si tratta di una percezione psicologica e, pertanto, soggettiva.
Queste carenze determinano in CHI una grande paura della solitudine affettiva, della perdita di possessi affettivi e influenze, dell’abbandono, del rifiuto o della sostituzione. Tutto ciò genera grande insicurezza e ansia.
Come risposta al suo conflitto, soprattutto alla paura citata, CHI sviluppa una serie di meccanismi che lo caratterizzano e lo definiscono, destinati a ottenere, in modo forzato e obbligatorio, l’amore, l’attenzione e la dedizione degli affetti che lo circondano: partner, figli, genitori, amici.
Per ottenere quello a cui tanto anela, tutti i mezzi sono moralmente leciti. Dobbiamo però sottolineare che questi sistemi, per lo più difensivi, sono così massicciamente integrati nella nostra cultura che possono passare quasi per normali. Sono i seguenti:
a) Autocommiserazione: ha come scopo ottenere la solidarietà, la simpatia e le attenzioni speciali della gente. Di solito si mostra davanti a presunti comportamenti sconsiderati degli altri o nel caso di sintomi o malattie.
b) Colpevolizzazione degli altri: meccanismo molto legato al precedente, con il quale abitualmente si manifesta. Ha come scopo modulare e controllare le azioni degli altri, con la finalità di garantirsi quello che, secondo lui, gli devono obbligatoriamente. Chi si sente in colpa automaticamente cerca di riscattarsi e tende ad assumersi eccessive responsabilità con il CHI di turno.
c) Ricatto affettivo: “Ti amo a patto che…”. L’amore e la dedizione che offre CHI sono sempre condizionati, perchè subordinati ad ottenere dei benefici di solito esagerati. In ogni caso, la sua sensazione è sempre quella di dare molto e ricevere molto poco in cambio. Per non perdere, CHI struttura sistemi premio/castigo, dividendo spesso il suo entourage affettivo in leali e traditori. Si può passare dalla prima alla seconda categoria con molta facilità.
d) Manipolazione: CHI cerca di manipolare, usando spesso una modalità indiretta. E’ fondamentalmente intrigante e ficcanaso. Il grado di sottigliezza nella manipolazione dipende molto dal suo livello culturale e intellettuale nonchè dal grado di disperazione. La malattia è il metodo più utile per mantenere gli altri alle sue dipendenze. Esagera i suoi sintomi e può anche arrivare a inventarli. In ogni caso, è solito presentarli come la conseguenza diretta dei suoi sforzi e sacrifici o sfacciatamente come colpa delle persone a lui care.
e) Richiesta di attenzione: dipende dal suo livello di istrionismo. I suoi comportamenti drammatici e teatrali, sono dovuti al fatto che CHI ha bisogno di protagonismo o quanto meno di essere necessario per ogni tipo di attività che si svolge intorno a lui. Tutto deve essere fatto tenendolo in considerazione, con la sua supervisione e approvazione. Spesso questa richiesta di attenzione si manifesta in concomitanza con uno o più dei meccanismi precedenti.
Nelle relazioni di coppia, amicizie, con i familiari, CHI è esigente, possessivo, vigilante e iperprotettivo. CHI è molto emozionale ed esplosivo. Per questo, quando è deluso o contrariato, spesso reagisce con crudeltà, rancore e vendetta, e non è strano che possano verificarsi anche reazioni colleriche. E’ molto incline al risentimento, data la sua vulnerabilità e suscettibilità. La sua ansia spesso si trasforma in rabbia e in aggressività passiva o attiva. In genere, CHI non riconosce questi sentimenti come propri.
La negazione di sentimenti e comportamenti problematici in CHI ha una spiegazione abbastanza chiara. A livello inconscio, crede di essere una persona poco interessante, una specie di orfano indifeso e abbandonato che nessuno ama e amerà mai. Questo suscita una senzazione di vuoto e di miseria difficilmente accettabili, vissuti come angoscia e tristezza e al tempo stesso con paura. Visto che questa sensazione interiore è terribilmente devastante, CHI costruisce una convinzione compensatoria, considerandosi una persona di luce, generosa e soprattutto amorevole, venuta a dare amore e aiuto agli altri.
Naturalmente, con questa convinzione compensa fino ad un certo punto la sua bassa autostima e possiamo capire che rifiuti quindi l’idea di possedere certe emozioni e sentimenti (odio, rancore, invidia, gelosia ecc.) che considera propri di “persone poco spirituali”.
E’ caratteristico che, dopo una rottura affettiva, continui a mantenere una qualche relazione amichevole con il suo ex, perchè gli costa distaccarsi. Cercherà di controllare la vita della nuova coppia, consigliando quel che è meglio per loro. E’ evidente quanta confusione e malessere può generare nella nuova partner.
CHI inizialmente è gentile, simpatico e tenero con le persone che ancora non conosce, perchè ha disperatamente bisogno di entrare nell’orbita affettiva dell’altro. In questa fase può essere particolarmente generoso, ma dopo poco tempo cominciano ad arrivare le fatture in sospeso di “tutto quello che ho fatto per te”. Bisogna dire però che questi conti sono eccessivamente gonfiati, perchè CHI sente sempre di dare molto di più di quello che in realtà dà e di ricevere molto meno di quello che oggettivamente gli viene dato. Per lui, il bilancio tra entrate e uscite è sempre in deficit. Prova un’insoddisfazione interiore per questa mancanza cronica di ricompensa, un debito perenne che deve obbligatoriamente essere risarcito.
Benchè CHI si percepisca come una persona generosa e anche altruista, in realtà è egoista. Abitualmente cerca di stabilire relazioni pseudoterapeutiche, in cui sembra voler aiutare o migliorare gli altri, siano essi partner, figli, colleghi o amici, ma la verità è che cerca di stabilire dei legami di dipendenza. Se l’altro è assertivo, deciso e indipendente, si sente subito insicuro, perchè è molto probabile che non abbia bisogno della sua protezione, nè dei suoi servizi particolari. In altre parole, CHI non è in grado di costruire rapporti paritari, nei quali l’uno accetta l’altro per quello che è e vuole condividere alcuni spazi. In sostanza, CHI non è empatico.
Una delle descrizioni più dure proviene da Chancellor: “Le persone CHI fingono di fare tutto il possibile per la felicità degli altri, ma in realtà lo fanno in un modo che non arreca pace e tranquillità allo sfortunato destinatario delle loro attenzioni egoiste, che non si fermano davanti a niente per raggiungere i loro scopi egocentrici.”
CHI tende a stabilire legami duraturi con gli altri, sempre che – come abbiamo visto – questi siano dipendenti.
CHI è irritabile, melodrammatico, pignolo e meticoloso. Mentalmente è molto rigido con i suoi simili, perchè incapace di immedesimarsi nell’altro. Ama correggere piccole inezie agli altri e li opprime con le sue banalità. Senza dubbio ha una visione eccessivamente semplicistica e immatura della vita. Questa esemplificazione è sicuramente in relazione con la sua rigidità difensiva: “Con me o contro di me”, “Se fai questo sei buono, altrimenti sei cattivo”.
CHI ha un grande bisogno di sentirsi indispensabile. Può anche arrivare a creare conflitti, di solito in modo indiretto, per poi trasformarsi in mediatore, rafforzando così i legami e i debiti affettivi degli altri e acquisendo potere.
Viste dall’esterno in modo superficiale, sono considerate persone sicure di sè, assertive e generalmente rivendicative, ma un approccio più profondo rivela individui insicuri, con molte paure e ansie. Sono eccessivamente emotivi e vulnerabili, dal pianto facile e non sempre con finalità teatrali.
In CHI spicca la tendenza nostalgica verso situazioni piacevoli del passato, infatti è un grande accumulatore di oggetti che hanno per lui un significato emotivo.
In ogni caso, in molti CHI il passato ha un peso smisurato, anche da un punto di vista negativo, perchè gli ricorda “tutto quello che non gli è stato dato”. Un tema caratteristico è il dominio esercitato sugli altri. Queste forme di controllo di solito sono edulcorate con ricatti affettivi e autocommiserazione.
CHI predomina nel sesso femminile come madre bisognosa o supermadre possessiva che controlla tutto, ma è presente anche nell’uomo, per esempio nella figura dell’ex -fidanzato o ex-marito, che continua a controllare quella che considera un suo possesso, o nella figura del padre della sposa.
Ma come sono i figli dei CHI? Senza cadere nel predeterminismo, potremmo generalizzare affermando che le madri CHI generano molta insicurezza nei figli, ma soprattutto senso di colpa. Anche se per un’evoluzione equilibrata tutti abbiamo bisogno di amore durante la crescita, e ciò contribuisce a donarci sicurezza e benessere, l’amore che CHI dà è contaminato dall’ansia, dalla paura e dalla richiesta di una contropartita esagerata, è un pò sproporzionato, iperprotettivo, possessivo, asfissiante e crea grande dipendenza e insicurezza nel bambino. La paura di perdere e il bisogno di protagonismo inducono di solito la madre CHI ad escludere o a mettere in secondo piano la figura del padre.
I figli di CHI tendono a essere immaturi, indecisi, infantili, timidi e con una forte tendenza a sentirsi colpevoli e moralmente sporchi, insicuri e con una bassa autostima.
Se i figli sono maschi, possono avere la falsa convinzione che le donne siano pericolose, opportuniste e maliziose, cosa che le madri avranno inculcato loro implicitamente o esplicitamente. Molti omossessuali maschi hanno infatti madri che sembrano prototipi di sergenti di cavalleria. Se invece sono eterosessuali, è possibile che cerchino donne dominanti o, in caso di relazioni con donne che non lo sono, finiscono per rimettere nelle loro mani l’autorità ostentata una volta dalle loro madri. I conflitti territoriali suocera-nuova sono assicurati.
Le figlie di madri CHI vivono quasi sempre il conflitto territoriale ancora più duramente, perchè in fondo da un figlio maschio si può tollerare un pò più d’indipendenza. Queste donne si sentono quindi ancora più in colpa dei loro fratelli e possono essere state letteralmente sfruttate dalle madri in lavori domestici non adatti alla loro età, con richieste di compagnia obbligatoria, con la sottomissione, le punizioni esagerate, le proibizioni arbitrarie. Molte sono state completamente annullate. L’educazione della madre CHI è assolutamente sessista e ottusa.
Ma sicuramente esistono sempre altri elementi esterni che contrastano l’influenza materna di CHI, come un padre consapevole e assertivo, la scolarizzazione, l’influenza dei fratelli, o altri familiari prossimi, di amici e di tutta una serie di variabili.
Non sarebbe giusto caricaturizzare, nè demonizzare i CHI, perchè questi non sono consapevoli dei loro meccanismi e credono sempre di fare il meglio per gli altri, come sottolineeremo nel livello spirituale.
In CHI esiste una predisposizione ai disturbi d’ansia, ginecologici, cardiaci, dermatologici, al diabete, alle emicranie e alla depressione. Naturalmente, da tutto ciò ottiene dei vantaggi secondari sotto forma di attenzioni particolari e nello stesso tempo usa la malattia per colpevolizzare chi gli sta intorno.
Chicory come stato
Può accadere a qualsiasi età, ma predomina in forma naturale nei bambini, e può verificarsi negli adulti in periodi di particolare insicurezza e vulnerabilità emozionale. Solitamente serve da causa scatenante la relazione con partner freddi o riservati, non inclini a un’aperta espressione emozionale. In ogni caso, si può sospettare uno stato transitorio quando la persona sente di “dare molto di più di quanto riceve” e, anche quando ciò è oggettivamente vero. Non dimentichiamo che l’essenza tratta il sentimento di carenza affettiva.
Molte persone manifestano il loro CHI solo con partner che sembrano bisognosi di protezione o quando collaborano con gruppi dove si incontrano persone molto indifese. Homedes la chiama sindrome del salvatore.
CHI può essere molto utile quando ci si autocommisera eccessivamente sentendosi ingannati in una relazione finita, con la sensazione di aver dato tutto in cambio di niente, o anche quando una persona viene a sapere che un collega riceve dalla direzione riconoscimenti eccessivi per il “poco che fa” e invece lei non è ricompensata “come merita”.
Livello spirituale
CHI ha poca coscienza emozionale, distorta dalle sue paure e dai frequenti sequestri emozionali, inoltre la sua capacità di autocontrollo è seriamente compromessa, di conseguenza ha una minima consapevolezza di com’è realmente e di come funziona. Ciò implica che l’informazione ricevuta dall’esterno venga elaborata in modo inadeguato e quindi immediatamente distorta, mal interpretata. Un’omissione, un gesto, una risata di solito sono percepite come un attacco o uno sgarbo. Le iniziative che intraprende non tengono conto dei tempi e degli interessi degli altri. Vuole assumere la leadership delle situazioni in modo precipitoso o soppiantando le persone coinvolte.
Come vediamo, possiamo affermare che CHI è praticamente privo di intelligenza emozionale, perciò non riesce a immedesimarsi negli altri e ad essere empatico. In pratica, non riesce a capire che gli altri hanno dei bisogni che non sempre lo includono.
Per Bach, CHI è venuto in questo mondo per imparare la lezione dell’ amore, un amore verso gli altri distaccato, dove si dà disinteressatamente senza aspettare una ricompensa in cambio.
Forse sul distacco si è teorizzato troppo, idealizzandolo eccessivamente. L’amore distaccato favorito dall’assunzione di CHI pare si riferisca a legami come la paternità o la maternità, l’amicizia vera, il volontriato… Bach chiamava tutto questo: servizio.
Nei rapporti come quello di coppia, tuttavia, è molto più probabile che occorra una certa parità nel dare e ricevere per costruire una relazione proficua ed equa. Affinchè il legame si mantenga è molto probabile che la coppia necessiti di un certo attaccamento, una sensazione di appartenenza equilibrata e sana.
La letteratura floreale è piena di ritratti che condannano e denigrano CHI, ma dobbiamo tenere in considerazione che la sua è la lezione più difficile da apprendere del sistema floreale, un pò come frequentare tre corsi in uno. Come abbiamo già spiegato, CHI è in relazione con l’amore interpersonale generoso, privo di attaccamento e richieste.
Di solito si considerano persone che “danno tutto agli altri”, gente altruista che vive la vita “con il cuore in mano”. Purtroppo la realtà è ben diversa e la personalità, prima o poi, sarà costretta a un severo e inevitabile confronto con se stessa e con la sua percezione distorta delle cose.
Se è vero – come afferma Bach – che siamo noi a scegliere le circostanze più adatte al nostro apprendimento, la difficile scelta di CHI sarebbe degna di ammirazione invece che di beffa e denigrazione. Essendo la lezione più difficile, probabilmente anche il premio lo sarà. Infatti è difficile immaginare qualcuno più evoluto di un CHI positivizzato.
Per Katzz e Kaminski: ” Chi ha bisogno di questa essenza deve imparare a distinguere tra le emozioni e i desideri personali da un lato, e l’assistenza e l’amore interpersonale e genuino dall’altro.”
“Lo stesso Bach paragonò lo stato CHI positivo con l’archetipo della ‘madre universale’, il potenziale materno dell’anima latente in tutti gli esseri umani, sia uomini che donne…Nello stato CHI positivo, la grande energia materna può essere spesa positivamente, perchè, prelevando da ciò che è in abbondanza, possiamo dare disinteressatamente senza aspettare una ricompensa o esigerla interiormente.”
Abstract: Ricardo Orozco – opere
Mar 19, 2013 | FIORI DI BACH
Descrizione originale di Bach:
E’ il rimedio di depurazione per quelli che sentono di avere dentro qualcosa di poco pulito. Spesso è una cosa apparentemente insignificante, altre volte può trattarsi di un disturbo più serio che passa quasi inosservato rispetto alla cosa su cui si concentrano. In entrambi i casi, l’individuo è ansioso di sbarazzarsi di questa cosa particolare che nella sua mente è diventata la più importante e gli sembra essenziale curare. Se il trattamento fallisce, si scoraggia. Essendo un purificatore, questo rimedio risana le ferite, quando il paziente ha ragione di credere che sia entrato in lui qualche veleno che deve essere eliminato.
Parola chiave: Sensazione di sporcizia e impurità fisica e psichica, vergogna, indegnità, ripugnanza, cattiva autoimmagine, fissazione su piccoli dettagli, perfezionismo, rimedio depurativo, sporcizia, impurità.
Livello tipologico
Crab Apple (CRA) si relaziona con certi tratti della personalità legati soprattutto alla vergogna e alla ripugnanza, modelli incorporati nell’autoimmagine della persona.
Secondo Lazarus, esistono alcuni sinonimi per identificare e dare un nome alla vergogna: umiliazione, mortificazione, dispiacere, senso del ridicolo.
Quando si parla di vergogna, si può anche ipotizzare la timidezza.
All’origine del modello CRA vi sono l’educazione ricevuta e l’apprendimento conseguito. Sicuramente dei genitori o tutori limitanti, manipolatori, troppo severi o poco empatici hanno una grande tendenza a umiliare e a far sentire indegni i propri figli.
D’altra parte, anche modelli scolastici repressivi e un’educazione religiosa integralista e colpevolizzante contribuiscono a generare modelli di personalità CRA. Le esperienze frustranti e i conseguenti fallimenti fanno il resto.
CRA si può vivere in varie forme, anche interiori. Una di queste è la sensazione di sporcizia interna, di indegnità morale. Si tratta all’inizio di una percezione di non essere all’altezza degli ideali dei genitori e in seguito, quando il nostro sistema di credenze si è già consolidato, all’altezza dei propri ideali. E’ logico supporre che tutto questo porti, almeno in alcuni CRA, alla ricerca di una scrupolosità morale da cittadino irreprensibile e responsabile, come possiamo osservare negli ossesivi. In questi casi, CRA si accompagna al senso di colpa. Se questa associazione non fosse chiara, si potrebbe pensare al concetto religioso di peccato, dove colpevolezza e impurità corrono per la chiesa tenendosi per mano.
Altra fonte importante di vergogna candidata a essere trattata con CRA è la repressione sessuale, quando le pulsioni naturali e i desideri sono vissuti come qualcosa di ripugnante. E la colpevolezza in questo caso vi è di nuovo associata. Come esempio basterà ricordare la repressione educativa che molti giovani hanno subito sul tema della masturbazione.
Si possono vivere altri CRA senza senso di colpa, per esempio quando si ha un qualsiasi complesso con la propria immagine a causa di un difetto fisico congenito o di un incidente che ha lasciato conseguenze a livello estetico.
CRA può essere prodotto anche da qualche particolare circostanza, per esempio una bambina che da piccola era più grassa degli altri e per tutta l’infanzia e l’adolescenza dovette sopportare soprannomi offensivi e beffardi. Anche da adulta può continuare a sentirsi ridicola e colpevole, perchè sa che la sua obesità è dovuta al fatto di mangiare più del necessario. Si sente indegna se un uomo la nota e non crede di poter o dover aspirare a un buon lavoro, perchè si considera inferiore rispetto ad altre ragazze più attraenti. Questo breve esempio è interessante per vedere come CRA di solito sia ibridato con altri due modelli floreali: Pine (senso di colpa) e Larch (senso d’inferiorità).
La società moderna, con i suoi standard estetici così rigidi, è una grande generatrice di modelli CRA.
Indubbiamente, la vergogna a livello estetico si innesca più nelle donne che negli uomini, e qui ritorniamo al senso di colpa che per motivi socioculturali e religiosi punisce maggiormente il sesso femminile, in una società prevalentemente maschilista. In questo, Oriente e Occidente si danno la mano.
In conclusione, CRA verrà vissuto in forme diverse a seconda della personalità di base. Nell’evitante, la paura consisterà nel provare vergogna in pubblico e probabilmente CRA verrà vissuto maggiormente riguardo all’immagine estetica e alla possibilità di una valutazione sociale o professionale negativa.
Nel dipendente, CRA si manifesterà come vergogna quando gli verrà chiesto di assumersi le sue responsabilità da adulto, per cui vivrà la paura dell’abbandono oltre ad un chiaro senso di incapacità e inferiorità per non essere all’altezza di quello che il partner pretende. Sentirà anche il senso di colpa nel provocare frustrazione e rabbia nelle figure di autorità.
Negli ossessivi, CRA sarà vissuto come fallimento morale, per non essere stati all’altezza di ciò che gli altri si aspettavano da loro e anche di ciò che si aspettavano da se stessi. Sono stati trasgrediti determinati codici morali, impliciti nel loro sistema di credenze, o anche espliciti secondo qualche norma legale. Immaginiamo per un momento il caso di un piccolo imprenditore modello che mal consigliato dal suo commercialista omette di pagare un tributo e per questo viene sanzionato. In questi casi, oltre alla vergogna, predominerà la colpa (“non avrei dovuto delegare a un’altra persona”) sul senso di inferiorità, per quanto anche quest’ultimo non sia da scartare. Sicuramente, questo miscuglio di sentimenti e pensieri può riassumersi nella parola: indegnità.
Poichè la vergogna ci fa sentire indifesi, sono molti quelli che la compensano con l’aggressività, diventando duri e autoritari. Quanti complessati si sono trasformati in tiranni domestici, sui posti di lavoro o in politica!
Il disgusto è un’emozione di forte fastidio e ripugnanza verso sostanze e oggetti, come certi alimenti, escrementi, materiali organici decomposti o loro odori, così come verso certe persone, situazioni o comportamenti. Anche se si può considerare un’emozione che mira a proteggerci da certi pericoli, come mangiare qualcosa di avariato, può nello stesso tempo provocarci molti problemi sociali. D’altra parte, anche se il disgusto in qualche modo può considerarsi istintivo non c’è dubbio che dipende principalmente dall’apprendimento sociale.
Sono molte le persone eccessivamente apprensive su temi come l’igiene, l’ordine della casa e gli scupoli verso certe funzioni corporali, come la defecazione, le mestruazioni ecc. A questo punto la sessualità entra di nuovo in ballo, non solo nel suo rapporto con la vergona, ma direttamente come causa di disgusto. Non è strano sentire gli anziani parlare del sesso come di qualcosa di schifoso o persone di qualsiasi età che non ne parlano, ma lo considerano tale. Naturalmente, è l’educazione ricevuta in questo ambito che contribuisce a considerare il sesso come qualcosa non solo di sporco, bensì di peccaminoso. In questi casi, l’assunzione di CRA aiuta a gestire in modo migliore questo tipo di limitazione.
Altro tema interessante in CRA è la meticolosità, o meglio la fissazione su piccoli dettagli che prevalgono sull’aspetto generale o sul tema centrale trattato, assorbendo tutta la sua attenzione. Il fascino per i dettagli, traducibile con perfezionismo, è una caratteristica delle menti ossessive, le quali credono che, controllando i piccoli dettagli, si possano evitare gli errori. Ma, se si mette a fuoco un microframmento senza riuscire a staccare la lente d’ingrandimento da esso, si perde di vista il tema di fondo e non si capisce il contesto in cui i microdettagli sono inseriti. L’assunzione dell’essenza risulta più efficace quando questi piccoli frammenti sono in relazione con i temi della pulizia, del contagio, dell’ordine o con qualche aspetto fisico che genera vergogna o qualche complesso.
Crab Apple come stato
Quel che abbiamo descritto come tipologia può manifestarsi anche come stato, cioè in modo occasionale e come conseguenza di un determinato fatto. Vale a dire che la vergogna, la ripugnanza, il senso di sporcizia e indegnità non figurano nella definizione di queste persone, ma sono vissute occasionalmente e, in generale, quando vi siano degli attivatori specifici. Potrebbe essere una infedeltà in amore, una situazione imbarazzante, una fantasia sessuale, un’azione poco etica, una negligenza ecc. Può trattarsi di qualcosa di temporaneo, come per esempio un bambino mortificato perchè soffre di enuresi notturna e i genitori lo hanno riferito a qualcuno, oppure un incidente che obbliga a portare un braccio ingessato, una lesione che danneggia l’estetica. Bisogna anche considerare come mortificanti certi cambiamenti geografici o sociali, per esempio quando un bambino di colore si ritrova in una scuola dove tutti i compagni sono bianchi o quando una persona viene invitata a un matrimonio di alto lignaggio, ma il suo livello economico non le permette l’abbigliamento adeguato.
Vari passaggi biologici, come la pubertà, la menopausa, la vecchiaia, possono comportare un rifiuto, un senso di disgusto che abbassa l’autostima. Senza dubbio CRA è una buona essenza per gestire l’autoaccettazione dell’immagine fisica, per accettarci così come siamo.
Viviamo in una società generatrice di CRA. La pubblicità commerciale aggressiva, così basata sulla promozione di standard di bellezza ideale e di eterna giovinezza, genera veri e propri complessi nelle persone particolarmente vulnerabili. Gli adolescenti o le persone di una certa età, sono una fascia di popolazione particolarmente vulnerabile a questa pressione mediatica.
L’aumento spettacolare della chirurgia estetica, così come la grande fatturazione in prodotti di bellezza e dimagranti, sono una prova palpabile di questa pressione.
Tutto ciò è il terreno su cui si sviluppa la sensazione di sporcizia, indegnità e vergogna di sè in caso di malattia o incidente che colpisca l’estetica. L’autostima si abbassa in modo esagerato, provocando una grande insicurezza e, quasi sempre, un senso di inferiorità.
I motivi per cui una persona ha un’autoimmagine negativa possono essere oggettivi (veri e accettabili) o puramente soggettivi, come nel caso di un ‘adolescente che si sente “orrendamente sfigurata” da alcuni brufoli sul viso o nelle anoressiche.
L’essenza si rivela molto utile per superare la vergogna negli handicappati e in quelle persone che soffrono di malattie stigmatizzanti come l’AIDS o anche per chi ha subito aggressioni sessuali.
Teniamo presente però che l’assunzione di CRA non cambia la percezione oggettiva che si ha di sè stessi.
Molte casalinghe hanno un vero problema CRA rispetto alla pulizia della casa, in molti casi dovuta a un’eredità culturale. La pulizia e apprensione esagerate possono estendersi anche agli alimenti o trasformarsi in un vero e proprio panico verso insetti, infezioni, contagi, farmaci scaduti e un’infinità di situazioni che possono essere assimilate al concetto di impurità e sporcizia.
Il disturbo ossessivo compulsivo è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla presenza di ossessioni: pensieri, impulso e immagini intrusive, ricorrenti, assurde e indesiderate, che si manifestano con frequenza, impadronendosi della mente dell’individuo per ore, giorni o settimane. Le compulsioni sono atti ripetitivi, ugualmente assurdi, che si compiono in modo rituale per ridurre l’ansia provocata dalle ossessioni. CRA può essere d’aiuto in quelle compulsioni che si riferiscono alla pulizia e all’ordine. Non sembra essere in relazione con compulsioni che riguardano altre tematiche.
L’essenza si deve utilizzare in tutte le manifestazioni che derivano dall’ipocondria, soprattutto quando questa si riferisce a malattie infettive contagiose. Anche l’eccessiva paura del cancro potrebbe entrare a far parte della sfera CRA, se la rappresentazione mentale che si ha di esso è “qualcosa di ripugnante, una specie di mostro tentacolare interiore che ti consuma dall’interno”.
Livello spirituale
La Scheffer osserva che: “La maggior parte dei pazienti che hanno bisogno di CRA sono più sensibili della media e captano da livelli più sottili molto di più di quello che, per costituzione possono tollerare. Spesso questo peso inconscio dà loro la sensazione di essere sporchi o bisognosi di pulizia. Quando ancora non conoscono tecniche e metodi mentali di purificazione, cercano di liberarsene sul piano fisico.”
In Crab Apple l’errore sembra consistere nel fatto che l’ego non accetta l’imperfezione inerente all’incarnazione in un corpo e in un mondo terreno. Si tratta di un sentimento metafisico in cui si anela alla perfezione dell’anima. Accettando le imperfezioni dell’esistenza terrena, la mente può trascendere questo stato e non perdere energia in banalità, liberandosi e divenendo ricettiva alle indicazioni dell’anima.
In CRA come tipologia di solito manca l’autostima. Ci si giudica e considera in modo distorto, sottovalutandosi. In ogni caso, la mente è troppo concentrata sui piccoli dettagli, sia propri (fisici, morali ecc.) sia dell’ambiente circostante (impurità, difetti, sporcizia ecc.).
E’ questa mancanza di prospettiva globale a ostacolare l’apprendimento trascendente, imprescindibile per l’evoluzione spirituale.
Inoltre, la scrupolosità e paura del contagio in genere ostacola la relazione e la comunicazione sincera ed empatica con gli altri.
Abstract: Ricardo Orozco – opere