LA TECNICA METAMORFICA

LA TECNICA METAMORFICA

Ogni volta che cerco di esporre la Tecnica Metamorfica mi rendo conto di quanto il termine ‘Tecnica’ sia fuorviante e riduttivo, con la mente ho difficoltà ad esprimere e definire ciò che non può essere definito e compreso intellettualmente.

Quando tocco il piede della persona o lascio il mio nelle mani di qualcun altro entro in uno spazio incantato dove la mente perde potere e tutto il mio essere si abbondona alla vita, si lascia cullare da un vivo, pulsante e avvolgente amore; le paure, le resistenze, le difficoltà e i limiti si dissolvono e il loro peso si fa più leggero e impalpabile.

Gli occhi osservano una nuova realtà e una nuova energia vibra in ogni mia cellula, sono rapita da un sentire che non posso e non voglio descrivere perché lo posso solo vivere e conservare nel cuore. Il suo ricordo è vitale per non dimenticarmi che tutto questo è possibile e reale.
A volte una leggera malinconia verso questo ”stato” mi accompagna ma so che esiste, C’E’, è una possibilità che posso concedermi se non la lascio sfuggire nell’ordinarietà della vita, può ancora accadere che mi scivoli dalle mani ma più la rincorro, più svanisce.

Questa vita è un dono che ci è stato regalato e nella frenesia della quotidianità travolti dal fare, dal correre, dal raggiungere qualcosa o qualcuno ne dimentichiamo il valore, tutto sembra scontato e i nostri sensi si sono abituati a non percepirne più la straordinarietà.

Possiamo ancora lasciarci sorprendere dal profumo di un fiore, dal suono di una voce, dalle note di una melodia, dalla leggerezza e stupefacente bellezza di una farfalla.

Questa è la vita…una magica danza.
Questa è la Tecnica Metamorfica…una magica danza.

Cristin Naldi

IL CORAGGIO DI TRASFORMARSI

IL CORAGGIO DI TRASFORMARSI

Come spesso Gaston affermava possiamo celebrare la nostra libertà abbracciando tutte le manifestazioni della vita senza le nozioni di buono/cattivo, positivo/negativo, miglioramento/distrazione, affermando così l’unità che soggiace alla polarità. Se lottiamo contro i fatti che ci disturbano, non facciamo altro che ritardare il loro rilascio di energia ed essi continueranno a manifestarsi finché ci nutriremo della loro sostanza.La conoscenza, la comprensione e i pensieri sono spesso ostacoli all’esperienza dello stato di grazia, alla comunicazione nell’unità, alla comunione.

Ricordiamo ciò che disse Einstein.”La teoria è quando uno sa tutto e nulla funziona. La pratica è quando tutto funziona senza sapere il perché”.

Vi riporto un interessante articolo in perfetta sintonia con i principi della Tecnica Metamorfica.

A. Grühn: Il coraggio di trasformarsi.
Qual’è la differenza tra cambiamento e trasformazione? Mentre il cambiamento e spesso “violento”, la trasformazione avviene molto più “dolcemente”. Mi pare una tesi molto interessante quella Grühn, che merita un approfondimento, anche al di là di questo piccolo e interessante saggio. Può accadere che ci convinciamo che dobbiamo “cambiare”: qualcosa in noi non va bene e allora dobbiamo assolutamente cambiarla. Non va bene come siamo tanto che vorremmo essere addirittura un’altra persona.

Trasformarsi invece

“implica che tutto può esistere in me, che tutto è buono e ha un significato, che le mie passioni e le mie debolezze hanno un senso, anche se a volte mi opprimono. Trasformazione vuol dire che ciò che è reale deve fare breccia in ciò che non è reale, l’autenticità nell’apparenza. Le mie passioni e le mie debolezze rimandano sempre a un bene prezioso, vogliono indicarmi che in me vuol vivere qualcosa che io non ho ancora accettato” (A. Grühn, Il coraggio di trasformarsi,Edizioni San paolo, 1995, p. 5).

Nell’era del coaching, del counseling e delle “terapie strategiche” animate da una forte tensione al cambiamento ottenuto in tempi brevi, mi pare interessante seguire queste riflessioni di Grühn, monaco benedettino tedesco e grande estimatore di Carl Gustav Jung che in questo scritto fa dialogare lo psichiatra svizzero con Teillard de Chardin e Dürckheim, facendoci riflettere sul

“mistero di Dio, che traforma l’uomo mediante tutto ciò che accade” (ibidem, p. 7).

È importante stare in guardia rispetto agli estenuanti lavori su se stessi, all’ossessione di cambiare a tutti i costi e in tempi brevi, a voler eliminare i sintomi con tecniche e strategie troppo appuntite, come se le nostre difficoltà e i nostri sintomi non avessero alcun senso ma fossero solamente delle imperfezioni da eliminare.

Chi vuole cambirare? Che cosa va cambiato? E perché? Come ci fa notare Grühn è infatti Dio ad operare e non per cambiarci in qualcosa d’altro, ma per trasformarci proprio attraverso quel disagio che stiamo vivento, il conflitto che stiamo attraversando, la malattia che stiamo portando con sofferenza e fatica nel nostro corpo.

In termini psicologici questo significa che non è certo l’Io a compiere la trasformazione, ma il mistero del Sé! E questa trasformazione non avviene mediante delle tecniche speciali, ma proprio attraverso il contatto profondo con le nostre ferite, portando quotidianamente sul corpo piaghe dolenti e facendoci carico delle nostre più profonde debolezze. Come ci ricorda anche Carotenuto la ferita è in fondo una feritoia.

“La trasformazione è divinizzazione dell’uomo. […]. Quando Dio incontra l’uomo, lo traforma e lo salva” (ibidem, p. 10).

“Dio appare in ciò che è debole e lo trasforma” (ibidem).

Una immagine di questo processo e per Grühn è contenuta nell’Antico Testamento e cioè nell’Esodo (Es 17,6). Qundo gli Israeliti, nel loro cammino attraverso il deserto, rischiano di morire di sete, Mosé colpisce la roccia con il bastone e subito sgorga acqua e tutto il popolo può bere. Acqua e asciutto vengono a contatto. Entrambi sono elementi ambivalenti, possono dare la vita o distruggere. Il tocco di Mosè unisce gli opposti e avviene una trasformazione. La nostra interiorità indurita come la roccia, il nostro corpo diventato rigido e arido, viene “toccato” e la roccia si trasforma. Quando coscienza e inconscio vengono a contatto avviene una trasformazione. Un tocco che unisce gli opposti e trasforma.

Anche Gesù, nel Nuovo Testamento, guarisce gli ammalati toccandoli, mettendo qualcosa in movimento dentro di loro. Qualcosa di più grande entra nell’esperienza psichica del malato e lo salva, cioè gli ridona la salute.

L’autore di questo tocco non può essere evidentemente il nostro Io, bensì qualcosa di più grande. Jung ha scritto cose fondamentali sulla trasformazione come motore del principio di individuazione. Il processo di autorealizzazione è infatti un continuo cammino di trasformazione che consiste nell’unificazione degli opposti e nel superamento del contrasto di fondo tra istinto e spirito. È proprio da questa tensione che scaturisce tutta la dinamica psichica e si crea l’energia necessaria per evolvere.

Il superamento di questo conflitto, come in fondo di ogni conflitto psichico, non è allora affidato all’Io che mediante qualche tecnica negoziale possa mettere daccordo gli opposti, bensì alla grazia, ad una funzione superiore all’Io che Jung definisce “funzione trascendente” e che non è altro che quella possibilità misteriosa della psiche di fare sintesi e cioè di produrre simboli. Jung chiama i simboli “trasformatori” per la loro capacità di trasformare l’energia biologica in energia spirituale:

“I simboli funzionano come trasformatori, in quanto trasferiscono la libido da una forma inferiore a una superiore” (Jung, Vol. V, p. 232).

Il processo di trasformazione viene sempre attivato da un contrasto ossia da un conflitto all’interno del quale il sintomo è segno di una incapacità della psiche di produrre un simbolo che trasformi il conflitto. Contrasto tra conscio e inconscio, intelletto e sentimento, istinto e spirito.

Non è l’Io a guidare, bensì il Sé. Non siamo noi a risolvere i nostri conflitti più profondi bensi la grazia, un “tocco” misterioso in grado di portare la guarigione. La nostra parte, il ruolo dell’Io, è quello di portare la sofferenza, stare tra gli opposti, portare il peso del conflitto senza cedere all’unilateralità. Stare tra due opposti, in fondo, è come essere crocifissi.

Jung pensa che l’uomo abbia spesso bisogno di crisi nelle quali è costretto a confrontarsi con il suo inconscio e quindi con le proprie parti istintive, con le passioni e con le proprie ferite e debolezze. E questo confronto con l’inconscio provoca quella differenza di potenziale necessaria perché possano avvenire trasformazioni. Ma non tutti sono disposti veramente a confrontarsi con se stessi.

“Chi non ricorda certi amici e compagni di scuola, che da giovani erano esemplari e promettenti, e che, dopo molti anni, si ritrovano inariditi e limitati dalla monotonia della vita quotidiana?” (Jung, Vol. VIII, p. 423).

Grühn in questo saggio ci rammenta che tutto può esistere in noi e che tutto è buono e ha un significato, le nostre passioni come le nostre debolezze anche se ci opprimono, perché sono i materiali della nostra trasformazione. E ci vuole coraggio!

da: https://www.minella.info/trasformarsi/

Tecnica Metamorfica, tecniche d’ascolto corporeo
Cristin Naldi

CORSO AVANZATO DI TECNICA METAMORFICA E PRINCIPI UNIVERSALI 2° LIVELLO 28/29 SETTEMBRE

CORSO AVANZATO DI TECNICA METAMORFICA E PRINCIPI UNIVERSALI 2° LIVELLO 28/29 SETTEMBRE

Impariamo ad allentare la pressione e la tensione della nostra vita allineando la nostra energia alle leggi che regolano l’universo. La Tecnica Metamorfica e i Principi Universali agiscono come catalizzatori degli schemi di energia (forza vitale), consentendoci di trasformare senza sforzo la nostra vita e di passare da chi siamo a chi possiamo essere in accordo con i Principi Universali.

Con la mediazione dei Principi Universali è possibile annullare le barriere che ostacolano la trasformazione, trovare equilibrio interiore, espandere la coscienza attraverso la comprensione delle leggi che regolano le proprie azioni e gli eventi della vita e cessare di essere alla mercé delle circostanze e del fato.

Tratteremo i nove Principi Universali (Genere, Causalità, Corrispondenza, Ritmo, Polarità, Vibrazione, Impulso creativo/Mentalismo, Visione profonda/Illuminazione e Comunicazione/Comunione) offrendo una spiegazione teorica di ogni Principio e mostrando come essi siano in relazione uno con l’altro, il loro reciproco dinamismo e interazione. Presenteremo la pratica, cioè l’identificazione dei punti di riflesso sui piedi, le mani e la testa che corrispondono a sette dei nove Principi e illustreremo due di essi considerati “trascendenti” o “sovraumani”, nel senso che non sono ancora raggiungibili attraverso il corpo fisico o il corpo sottile. La pratica è stata sviluppata nell’intento di fissare questi Principi nel proprio essere, in modo che divengano esperienza vissuta e non soltanto arredamento mentale.

In questi due giorni approfondiremo la Tecnica Metamorfica ed i Principi Universali, che sono il fondamento di questo lavoro, unitamente alla discussione del periodo di tirocinio del percorso formativo per praticanti, per chi ha eseguito il primo livello presso la nostra o altre sedi (previo colloquio), operatori del settore, operatori sanitari.

Coloro che parteciperanno ai corsi come Praticanti, potranno iscriversi a DBN Discipine Bio Naturali (con relativa copertura assicurativa).

STUDIO MEDICO DOTT. MAURO PICCINI
cristin@dottorpiccini.it
Tel.340/2870987

CORSO BASE DI TECNICA METAMORFICA 1°LIVELLO 21/22 SETTEMBRE

CORSO BASE DI TECNICA METAMORFICA 1°LIVELLO 21/22 SETTEMBRE

Se qualcosa è vivo ha in sé il potenziale per la propria trasformazione

 

L’osservazione della natura ci dà un’idea della Tecnica Metamorfica.
Una piccola ghianda può diventare una grande quercia e un bruco può diventare una farfalla. Che cosa accade al bruco quando è nel bozzolo? La forma del bruco si dissolve in una sostanza gelatinosa prima di trasformarsi in una nuova forma, la farfalla. Questo implica chiaramente la presenza di un’intelligenza e di una forza che operano per facilitare il potenziale del bruco affinché esso si trasformi in una nuova forma di vita: quella della farfalla. Analogamente, la forma di vita che attualmente sperimentiamo può esprimersi anche in altri modi.

La Tecnica Metamorfica si basa sul principio intuito da Robert Saint John in base al quale sulla zona di riflesso della colonna vertebrale su piedi, mani e testa corrisponde il periodo prenatale, durante la gestazione il nuovo essere forma non solo il corpo fisico ma anche la struttura mentale, emotiva e comportamentale. Le cellule del nostro corpo sono quindi impregnate di tutte le esperienze della nostra vita, incluso il periodo prenatale (dal concepimento alla nascita).

Durante la fase di gestazione sono state gettate le basi del nostro modo di essere e di comportarci. Quindi lavorare sull’area corrispondente a tale periodo significa lavorare sulla struttura temporale durante la quale tutte le nostre caratteristiche, forze e debolezze si sono formate. Si tratta di un leggero sfioramento su piedi, mani e testa per entrare in contatto con se stessi e liberare il proprio potenziale, attingendo alla forza vitale insita in ciascuno di noi, un approccio semplice, delicato e rispettoso. La forza vitale una volta liberata può modificare e sciogliere i blocchi e le memorie formatisi nel passato o ereditate dai nostri avi, ma ancora attive in noi.

La Tecnica Metamorfica è un grandissimo strumento che tutti possono imparare, per se stessi, per la propria famiglia, per i propri figli, esprime un modo rivoluzionario di guardare la vita, è una possibilità per scoprire chi siamo veramente oltre le convinzioni e i pensieri limitanti.

In questi due giorni si imparerà la Tecnica Metamorfica e la necessaria attitudine interiore per utilizzarla in famiglia o per se stessi o come base di un percorso per Praticanti con possibilità di iscrizione a DBN Discipline Bio Naturali

Per informazioni:
cristin@dottorpiccini.it
Tel. 340/2870987

ESSERE LIBERI

ESSERE LIBERI

Il nostro corpo, la nostra mente, le nostre emozioni, il nostro comportamento e la nostra vita di tutti i giorni non sono altro che l’espressione della nostra condizione spirituale e del nostro livello di vibrazione. Il modo in cui rispondiamo al mondo esterno non è che il riflesso di quelle risposte al nostro mondo interiore.

Ci rendiamo conto che tendiamo a tornare e a bloccarci nella frequenza di vibrazioni che per noi significano sicurezza, che conosciamo bene e che ci danno una parvenza di stabilità? Proprio quella stabilità che con tanta energia tratteniamo, quella sicurezza alla quale ci aggrappiamo non sono altro che resistenza alla vita e a ciò che si manifesta.

In una situazione di malessere o di contrazione blocchiamo il naturale movimento dell’energia presente in ciascuno di noi impedendo ad un differente livello di energia vibrante di manifestarsi. Se ci apriamo a questo stato e lasciamo ad ogni emozione, dolore, paura, difficoltà semplicemente di essere, si manifesterà un movimento di espansione, di apertura che permetterà ad una vibrazione più sottile di manifestarsi. “Dentro di noi e intorno a noi, in questo istante c’è il paradiso. Per essere in paradiso non dovete andare da nessuna parte, non avete bisogno di muovervi da dove siete, …qualunque cosa vediate o sentiate possiede in sé la perfezione di un diamante e voi, se siete aperti, la percepirete…” Thaddeus Golas

Spesso la vita ci mette alla prova, non perché siamo sbagliati ma semplicemente per darci delle opportunità, per constatare se effettivamente ciò che comunichiamo, sentiamo o esprimiamo corrisponde alla verità di ciò che siamo, se il nostro cuore è in armonia con le nostre parole, se mentiamo a noi stessi, se ce la raccontiamo…proprio così…a volte creiamo immagini, ci raccontiamo storie per  illuderci di aver fatto un buon lavoro, di aver seguito chissà quale cammino, di aver lavorato così tanto per sentirci degni e meritevoli di chissà quale premio, ma il premio SIAMO NOI, il nostro diritto a splendere ad essere “solo” noi stessi.

Lasciamo andare tutto ciò che non serve, torniamo bambini, stupiamoci ancora della bellezza della vita, non sopravviviamo di scontato, non viviamo di rimpianti o paure, torniamo alla nostra nudità ed innocenza, apriamo gli occhi e vediamo la realtà che ci circonda, ORA, IN QUESTO ISTANTE…ADESSO, non domani, non quando avrò tempo. Distogliamo la mente dai ricordi del passato e dalle preoccupazioni o dai sogni per il futuro, questa folle corsa verso qualcosa che non esiste che ci ha impedito di  osservare la meraviglia di questo momento, trascurando le bellezze che ci circondano, vedendo sempre il bicchiere mezzo vuoto anziché mezzo pieno. Se siamo presenti, lucidi come dice William Samuel ci separiamo dal non-adesso, dal passato e dal futuro e iniziamo a vedere che nell’adesso siamo in contatto con il tutto, con la pace, la serenità e la felicità perché in realtà siamo sempre nella condizione di poter decidere su quale frequenza sintonizzarci.

Solo se saremo capaci di amare tutto quello che percepiamo e che facciamo, se saremo capaci di amare  ogni parte di noi anche la più meschina, arida, sfacciata, volgare e disonesta e se saremo capaci di amare il nemico dentro di noi, accogliendolo nelle “sue-nostre” imperfezioni e differenze, la nostra gioia continuerà a rinnovarsi. Solo quando capiremo che nessuno è superiore o inferiore a noi saremo liberi di cambiare e vivere nell’ equilibrio, in qualunque situazione ci troviamo possiamo essere nella pace, perché amando ogni parte di noi e dell’altro e amando tutto ciò che suscitiamo o l’altro suscita in noi, saremo liberi.

Concludo riportando un estratto di Thaddeus Golas: “Questo è un esempio perfetto: quando condanniamo gli altri, gli unici colpevoli siamo noi. Noi vediamo sempre e solo noi stessi, per cui è del tutto inutile pretendere di cambiare gli altri. Se un essere umano sapesse che cosa sta facendo, non lo farebbe; questo è evidente. Ma egli è in grado di rendersene conto tanto quanto lo siamo noi. E se non vuole assolutamente vedere che cosa sta facendo, basterà che glielo diciamo noi? Anche noi sbagliamo, quando gli neghiamo la libertà di sbagliare.”

Cristin Naldi
https://www.facebook.com/tecnicametamorficaluce/

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LA VITA NON HA CONFINI

LA VITA NON HA CONFINI

Ai miei carissimi amici Magda e Beppe perché ogni nostro incontro è fonte d’ispirazione.

Ciascuno di noi nasce con la capacità di accedere ad una maggiore consapevolezza ma con l’acquisizione del linguaggio spesso perdiamo questo dono meraviglioso. Con i condizionamenti e gli schemi ereditati e formatesi nel tempo siamo stati assorbiti dall’eredità genetica da una parte, e da forme pensiero e immagini collettive e culturali dall’altra, atrofizzando così la nostra capacità di comunicare ed aprirci ad un altro livello di frequenza negandoci la possibilità di realizzare il nostro più alto potenziale.

Questa capacità non ci ha abbandonato ma è sempre presente in noi, può essere riattivata riacquistando quella sensibilità e abilità nell’ascoltarsi, nel sentirsi e nell’intuire quelle parti di noi che vengono spesso eliminate e offuscate dalla mente prima di giungere alla coscienza.

Come potrebbe essere la nostra vita se solo ci permettessimo di ascoltare e sentire queste frequenze attraverso la luce della presenza?

Nasciamo con delle potenzialità che non possono essere create o distrutte ma vivono con noi, in noi e rappresentano la nostra vera natura, ma la mente  che spesso ci governa e  possiede inevitabilmente ci spinge ad identificarci con illusioni culturali, idee, schemi biologici, sociali, collettivi, inprigionandoci in essi, convincendoci di essere quella falsa realtà, vivendo così un profondo senso di inadeguatezza e sfiducia. La nostra percezione attraverso la mente viene deformata al punto tale da accecare ciò che vediamo e annebbiare ciò che sentiamo.

Solo la volontà può mantenere aperte le porte della consapevolezza. La nostra forza vitale unita ad un immensa fiducia nella vita ci accompagnano verso una pura passione per la verità impedendo ai meccanismi inconsci di una società malata di farci ricadere nelle solite, noiose vecchie abitudini.

Se ci permettessimo di liberare la nostra vera natura, senza tecniche particolari o riti speciali, ma semplicemente aprendoci alla corrente della vita, a quell’intelligenza innata che governa l’Universo, allineandoci ai ritmi della natura, sintonizzandoci con la terra che amorevolmente ci ospita (Dea madre grande maestra) al suo sensibile e sottile equilibrio, vivendo la quotidianità nella sua praticità, cogliendo in totale presenza ogni messaggio che la vita nella sua estrema semplicità ci fa recapitare attraverso un gesto, una parola, un’immagine, una persona che risuonano con la nostra nota, che fanno vibrare incessantemente le frequenze più alte del cuore, o che al contrario ci destabilizzano e investiti dalla vecchia ferita che nuovamente emerge, il dolore ci travolge. Il dolore grande maestro si trasforma in una speciale opportunità se solo abbiamo il coraggio e l’umiltà di entrarci dentro e viverlo, qualunque cosa esso comporti, e con la sola energia dell’amore abbracciarlo affinché la separazione si dissolva nell’unità che l’amore rivela.

L’abilità della mente è quella di complicare e frammentare ogni opportunità che a noi si presenta non lasciandoci affrontare con semplicità il dolore o la difficoltà rimanendo prigionieri dei nostri attaccamenti, delle nostre paure o della gente, di possessi materiali o di idee. Come diceva Krishnamurti: ”…la semplicità non si può trovare a meno che non si sia liberi internamente, perciò bisogna cominciare da dentro, non dal fuori”.

La vita non ha confini ne giudizio e noi siamo quella vita.

Se viviamo nell’amore siamo nella verità e come diceva Krishnamurti: “Dove c’è amore, c’è rivoluzione, perché l’amore è trasformazione attimo per attimo”.
L’ amore non costruito o raggiunto con sforzo attraverso chissà quale pratica o esperienza ma l’amore semplice, naturale, vivo presente in ogni cosa; basta aprire gli occhi e volerlo guardare e lasciarsi avvolgere dalla sua genuina passione che riscalda i cuori di coloro che sfiora accompagnandoli nella corrente della vita eterna, creativa e rigenerativa.

Cristin Naldi
https://www.facebook.com/tecnicametamorficaluce/

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