Apr 22, 2013 | ALIMENTAZIONE E SALUTE, PILLOLE DI RIFLESSIONE
Una delle cose migliori che potete fare per la vostra salute e quella della vostra famiglia è evitare il consumo di cibi e bevande industriali, che sono pieni di additivi chimici: molti additivi non sono mai stati testati e addirittura alcuni sono notoriamente cancerogeni.
Sono così pratici…per accorciarsi la vita
E’ difficile decidere da dove cominciare quando si affronta un argomento come questo, che al tempo stesso indigna e spaventa. Il capitolo di un libro può dare tutt’al più una panoramica superficiale; per comprendere davvero la complessità e i pericoli degli additivi alimentari bisogna essere esperti di biochimica, o perlomeno leggersi una buona quantità di libri voluminosi, indisponenti e difficili.
Se consumate cibi industriali, potete essere certi che sono zeppi di potenti sostanze chimiche in cui l’organismo umano non si è mai imbattuto prima dell’avvento della provetta. Il computer del nostro corpo si trova in difficoltà nel gestire questi additivi che vi buttiamo dentro senza criterio. Questa confusione può essere causa di divisione cellulare, e tutti noi sappiamo cosa significa. Come ha espresso l’autorevole ricercatore oncologico Dott. William E. Smith: “L’abitudine sempre più diffusa di introdurre una serie infinita di molecole biologicamente estranee all’organismo umano per vari scopi commerciali è come gettare una manciata di dadi e bulloni nella più delicata macchina esistente al mondo.”
Praticamente tutto ciò che mangiate è stato, in una fase o l’altra della produzione, imbottito di additivi. Se consumate cibi industriali, il vostro corpo deve vedersela con emulsionanti, conservanti, coloranti, aromi artificiali, umettanti, essicanti, dolcificanti artificiali, sbiancanti, neutralizzanti, disinfettanti, addensanti, antischiumogeni, antiagglomeranti, alcalinizzanti, deodoranti, volumizzanti, gas, lucidanti, idrogenanti, idrolizzanti, maturanti, solfiti, anidride solferosa, pesticidi, antimicotici, stabilizzanti, testurizzanti, antibiotici, steroidi e perfino radiazioni. E voi che pensavate di mangiare cibo!
Fornire un elenco dettagliato delle migliaia di sostanze aggiunte al nostro cibo e dei pericoli, effettivi o potenziali, di ciascuna andrebbe oltre lo scopo di questo libro. Esistono diversi ottimi testi sull’argomento, per chi desidera saperne di più. Ma fate attenzione: leggerli potrebbe incidere sul vostro equilibrio mentale, e distruggere quel barlume di fede o rispetto che potreste ancora nutrire verso le agenzie regolatrici, le aziende chimiche, gli scienziati o l’industria alimentare.
E’ cibo “genuino”…come no!
La lista delle sostanze chimiche contenuta nelle bibite è da capogiro. Molte contengono oli vegetali bromurati, che hanno prodotto enormi lesioni ai reni, fegati, cuori e milze delle cavie da laboratorio. Ci vorrebbero pagine intere per nominare tutte le sostanze pericolose contenute in queste bevande frizzanti dall’aspetto tanto innocuo. Basti dire che molti sono derivati dal catrame di carbone, e da molti anni si sa che queste sostanze sono cancerogene.
Per chi si stia chiedendo come mai i governi dovrebbero consentire la vendita di queste bibite se sono così pericolose, posso solo dire che dovete pensare con la vostra testa se intendete proteggere voi e la vostra famiglia. L’industria alimentare è immensa e potente, e storicamente tutti i governi si sono sempre preoccupati soprattutto di proteggere l’industria, più che i consumatori.
…le statistiche ci dicono che l’aumento senza precedenti dell’incidenza di cancro va di pari passo con il forte aumento della prevalenza di sostanze non testate nell’offerta alimentare.
Per esempio, negli Stati Uniti le società produttrici di bibite, con l’aiuto dei governi, si sono infiltrate nel sistema scolastico pubblico. Credete che l’Australia e gli altri paesi “civilizzati” resteranno a guardare? Diversi distretti scolastici degli USA hanno firmato contratti con Coca-Cola che fruttano milioni di dollari, purchè vengano rispettate le quote di vendita annuali! Il risultato è prevedibile: gli amministratori scolastici incoraggiano gli studenti a bere la Coca, persino in classe. Nel 1998, il Centro per le Scienze nell’Interesse Pubblico avvertì che Coca-Cola aveva pagato 60 milioni di dollari al Boys & Girls Clubs of America perchè il suo marchio venisse venduto in esclusiva in oltre 2000 strutture.
Le bevande gassate non fanno male solo alle ossa, ma possono anche distruggervi i denti. Se non basta il buon senso per convincere voi e i vostri figli a smettere di berle, provate a fare questi esperimenti:
– Buttate dei chiodi di metallo dentro una bottiglia di cola. Nel giro di due giorni, si saranno dissolti.
– Versate della cola su una superficie di cemento, e osservate cosa succede ad una mosca che la ingerisce. Notate anche come diventa pulita la superficie.
– Se ne avete il coraggio, versate della cola sulla vostra auto, e osservate cosa succede alla vernice della carrozzeria. Sembrerà pronta per l’autodemolitore!
Molti prodotti che conosciamo e amiamo non esisterebbero senza un uso generoso di conservanti, in particolare gli alimenti in scatola e le carni confezionate, che hanno bisogno di conservanti potenti per evitare effetti collaterali indesiderati, come la putrefazione. Le carni confezionate sono dannose a tutti i livelli, ed è meglio evitarle in ogni caso. Certe carni contengono tanti di quei conservanti che vicino alla data di scadenza dovrebbero scrivere: “Sempre che ci arriviate!”
Le sostanze che vi predispongono al cancro
La scusa che viene spesso riportata dai portavoce dell’industria e a cui, incredibilmente, prestano fede i governi e i cittadini, è che queste sostanze nonostante causino il cancro nelle cavie sperimentali, sono usate solo in quantità minime e dunque sono innocue. Eppure alcune sono talmente velenose che, se ingerite in grandi quantità, potrebbero uccidere un essere umano all’istante! La spaventosa verità è che persino in quantità minime una sostanza cancerogena, assunta occasionalmente, è sufficiente per causare il cancro negli individui predisposti.
Durante un simposio di oncologia, il tedesco Dott. Hermann Druckry ha chiarito: “Anche in chi ne assorbe quantità infinitesimali c’è comunque un effetto cumulativo, e quando si raggiunge un certo livello ed è trascorso un periodo di latenza, l’effetto diventerà evidente sotto forma di tumore.” La sostanza che ingerite oggi, nascosta dentro quella deliziosa golosità a cui non sapete resistere, potrebbe predisporvi ad avere un cancro fra qualche anno. Ne vale la pena?
Anche il direttore della divisione tossicologica della FDA statunitense ha detto che non si conosce esattamente il destino finale degli additivi alimentari una volta che sono entrati nel corpo. Anni fa si pensava che il corpo fosse in grado di detossificarsi dagli additivi alimentari, e che questi venissero scomposti in sostanze innocue. Oggi sappiamo che ciò non avviene. L’industria alimentare, l’industria chimica e i governi stanno giocando alla roulette russa con il nostro corpo. Potranno continuare a farlo solo se noi glielo permettiamo. Anche se è impossibile stabilire la causa della maggior parte dei tumori umani, le statistiche ci dicono che l’aumento senza precedenti dell’incidenza di cancro va di pari passo con il forte aumento della prevalenza di sostanze non testate nell’offerta alimentare. L’abitante medio di una nazione industrializzata ingerisce da tre a sette chili di questi additivi all’anno. Dato che ci sono persone prudenti che non ne ingeriscono affatto, significa che tante altre persone ne assumono almeno due o tre volte tanto. Stanno strizzando l’occhio al cancro, e a tutti gli altri mali prodotti dagli additivi alimentari.
Additivi testati raramente
Nel nostro cibo ci sono migliaia di sostanze artificiali che non sono mai state adeguatamente testate, dunque nessuno sa se potenzialmente potrebbero causare malattie congenite, allergie, difetti genetici o cancro. L’industria alimentare ha continuato per 75 anni a fare uso di sostanze chimiche che avevano causato gravi danni epatici nelle cavie sperimentali, prima che il pubblico venisse a saperlo. Cumarina, dulcina, giallo burro (non suona appetitoso?) sono solo alcuni esempi.
Molte sostanze che notoriamente causano il cancro negli animali sperimentali sono tollerate dai governi, nonostante i moniti degli oncologi, solo sulla base del fatto che vengono consumate in piccole quantità e non sono istantaneamente letali.
Raramente sono i produttori alimentari stessi a svolgere i test sugli additivi. Si affidano a chi produce gli additivi e a società “indipendenti” come gli statunitensi Industrial Bio-Test Laboratories, annoverati fra i maggiori laboratori di analisi industriale al mondo. I dirigenti di questa azienda sono stati condannati per aver falsificato i risultati di oltre 22.000 analisi svolte per conto di compagnie chimiche, nonostante un incendio avesse “accidentalmente” distrutto tutti i loro archivi appena prima che irrompessero i federali! E’ agghiacciante considerare che i laboratori americani sono considerati i migliori al mondo e che la maggior parte degli altri paesi si affida ai risultati dei loro test. Anche i laboratori che non falsificano i risultati sono poco affidabili. Il più delle volte, gli agenti cancerogeni sono identificati solo dopo che il prodotto è stato testato su un pubblico ignaro. Persino nei laboratori di specchiata integrità, in genere si ignorano i pericoli cumulativi. Ciò che può essere relativamente innocuo a breve termine potrebbe causare il cancro dopo anni di ingestione. Nei test si è sempre trascurato anche l’aspetto dell’interazione: qualcosa che da solo è innocuo potrebbe rivelarsi letale se combinato con altri additivi o sostanze naturali. Considerando che possono esserci 30 o più additivi in un unico alimento, le combinazioni sono infinite!
Leggere attentamente le etichette al supermecato è quanto mai inutile. Un produttore di pizza è tenuto a elencare che usa pasta da pane, salsa di pomodoro, formaggio e verdure. In molti paesi, non c’è bisogno che specifichi gli orrori che sono stati commessi per “migliorare” la farina con cui ha preparato l’impasto, nè gli additivi del formaggio. Se non è stato lui a produrre la salsa di pomodoro, probabilmente nemmeno questi ingredienti sono elencati. Se usa del salame fornito da altri, gli basta indicare “salame”, e i relativi contenuti resteranno un raccapricciante segreto del salumificio. Se voi o i vostri figli foste allergici al nitrato di sodio o a uno dei tanti altri additivi consentiti nelle carni conservate, buona fortuna. Gli studi su animali mostrano che gli additivi costituiscono un rischio soprattutto per i giovani rispetto agli individui maturi. E’ possibile che gli organi completamente sviluppati siano più capaci di resistere all’attacco delle sostanze nocive. Qualunque sia il motivo, è ormai assodato che tutti gli additivi alimentari presentano un rischio inaccettabile per i nostri figli. Se considerate quanti non-alimenti coloratissimi, bibite e altra roba super-chimica consumano, non c’è da sorprendersi che l’incidenza dei tumori infantili sia tanto alta. Cinquant’anni fa, si sentiva molto raramente di bambini o giovani che si ammalavano di cancro o altre malattie degenerative: oggi è una realtà comune.
Nel cibo dei più piccoli
Persino i neonati sono vittime dell’industria alimentare. Leggere gli ingredienti di alcuni alimenti e integratori per la prima infanzia, fra cui il latte in polvere, farebbe accapponare la pelle a un avvoltoio. Sembra più una lezione di chimica che non un elenco di ingredienti alimentari. Si sa che i bambini non percepiscono il gusto salato, eppure viene aggiunto sale, dando precocemente il via a una dipendenza. Nel cibo per neonati si può trovare persino il gluttamato monosodico (MSG), noto da tempo come un pericoloso non-alimento. Dopo una lunga lotta, i gruppi di consumo sono riusciti a farlo bandire in molti paesi.
Negli USA, i dirigenti della prestigiosa Beech-Nut Nutrition Corporation sono stati citati in giudizio per aver venduto cinque milioni di barattoli di coloranti artificiali, zucchero e acido malico sintetico sotto l’etichetta “succo di frutta 100%”. Uno è stato condannato con 429 capi d’accusa per violazioni della legge su alimenti, farmaci e cosmetici.
Quando scegliete il cibo per i vostri figli, non fidatevi dell’industria alimentare, ma solo di voi stessi! Se ci tenete al vostro bimbo, allattate al seno il più possibile, e poi nutritelo con frullati di frutta fresca e verdure. Non sarà veloce come aprire un barattolo o una bottiglia, ma perderete meno tempo ad accudire bimbi malati, e li proteggerete da disturbi medici, interventi chirurgici, chemioterapia e morte prematura.
Gen 23, 2013 | ALIMENTAZIONE E SALUTE, PILLOLE DI RIFLESSIONE
EPIGENETICA:
Conversazione – Intervista con Bruce Lipton
Durante il periodo in cui Bruce Lipton lavorava come ricercatore e professore alla scuola di medicina, fece una sorprendente scoperta sui meccanismi biologici attraverso i quali le cellule ricevono ed elaborano le informazioni: infatti, piuttosto che controllarci, i nostri geni sono controllati, sono sotto il controllo di influenze ambientali al di fuori delle cellule, inclusi i pensieri e le nostre credenze. Questo prova che non siamo degli “automi genetici” vittimizzati dalle eredità biologiche dei nostri antenati.
Siamo, invece, i co-creatori della nostra vita e della nostra biologia.
Lipton descrive questa nuova scienza, chiamata epigenetica, nel suo libro “The Biology of Belief: Unleashing the Power of Consciousness, Matter and Miracles” (N.d.T.: Biologia delle Credenze: Liberare il Potere della Consapevolezza, della Materia e dei Miracoli) (2005: Mountain of Love/Elite Books). Pieno di citazioni e riferimenti di altri scienziati che conducono, in tale campo, ricerche all’avanguardia, questo libro potrebbe, letteralmente, cambiare la vostra vita al suo livello più fondamentale.
Fino alla scoperta dell’epigenetica, si credeva che il nucleo di una cellula, contenente il DNA, fosse il “cervello” della cellula stessa, del tutto necessario per il suo funzionamento. Di fatto, come hanno scoperto Lipton ed altri, le cellule possono vivere e funzionare molto bene anche dopo che i loro nuclei siano stati asportati. Il vero “cervello” della cellula è la sua membrana, che reagisce e risponde alle influenze esterne, adattandosi dinamicamente ad un ambiente in perpetuo cambiamento. Che cosa significa questo per noi, quali collezioni di cellule chiamati esseri umani? Man mano che incrociamo le diverse influenze ambientali, siamo noi a suggerire ai nostri geni cosa fare, di solito inconsciamente. I carboidrati ci fanno ingrassare? Sì,se lo crediamo. Saremo amati, avremo successo nel lavoro, saremo ricchi? Se ci crediamo, lo saremo.
Lipton ci mostra anche come Darwin avesse torto. La competizione non è la base dell’evoluzione; non è la sopravvivenza del più forte che ci permette di sopravvivere e prosperare. Al contrario, dice, dovremmo leggere l’opera di Jean-Baptiste de Lamarck, che venne prima di Darwin e dimostrò che la cooperazione e la comunità sono la base della sopravvivenza. Immaginate se ciascuna dei vostri trilioni di cellule decidesse di farcela da sé, di combattere per essere la regina della collina piuttosto che cooperare con le cellule compagne. Per quanto sopravvivereste ?
L‘INTERVISTA
Barbara Stahura: La premessa di base della tua ricerca e del tuo libro, The Biology of Belief, è che il DNA non controlla la nostra biologia.
Bruce Lipton: Sì. Ho cominciato a studiare questo verso la fine degli anni ’60. Da allora la scienza di frontiera ha iniziato a rivelare tutte le cose che avevo osservato. I biologi che fanno ricerca d’avanguardia sono a conoscenza di ciò che dico nel libro. Il pubblico, però, non ne ha comprensione alcuna perché, o gli arriva in forma abbreviata, o quello che gli viene venduto è la credenza che siamo controllati dai nostri geni, sebbene ciò non sia sostenuto dalla scienza d’avanguardia. Tutto il mio sforzo si è concentrato nel far giungere al mondo l’informazione d’avanguardia. L’orientamento mentale del pubblico è stato programmato secondo la credenza che siamo degli automi genetici, che i geni controllano la nostra vita, che ne siamo vittime, e via di seguito. Il punto, però, è che la scienza di frontiera – quella di cui parlo – si è stabilizzata da almeno 15 anni. È ora che sia portata nel mondo perché è lì che viene usata.
BS: Questa scienza relativamente nuova sulla quale tu scrivi viene chiamataepigenetica.
Ci spiegheresti di che cosa si tratta?
BL: L’epigenetica è quella scienza che mostra che i geni non si auto-controllano, ma sono controllati dall’ambiente. Si sa da circa 15 anni, e ora fa finalmente fa capolino da dietro l’angolo. Ti faccio un esempio. La Società Americana per il Cancro ha recentemente pubblicato una statistica che afferma che il 60 per cento dei tumori sono evitabili, cambiando stile di vita e dieta. Quest’informazione proviene da un’organizzazione che ha cercato per circa 50 anni i geni del cancro. E ora se ne viene fuori dicendo: è lo stile di vita, non sono i geni. Ci siamo focalizzati sul cancro come se fosse una questione genetica, ma solo il cinque per cento dei cancri ha una connessione genetica. Il novantacinque per cento dei cancri in effetti non ha nessuna connessione coi geni. La ragione (che ci fa dire che c’è una connessione genetica) è che tale spiegazione è fisica, tangibile, perciò preferiamo lavorare su di essa. E il 95 per cento che ha un cancro e non c’è una connessione genetica? Non è facile fare esperimenti su qualcosa sulla quale non puoi focalizzarti fisicamente.
BS: Così il determinismo genetico – l’idea che siamo controllati dai nostri geni – è inevitabilmente incrinata, come dici nel libro.
BL: Sì.
BS: Hai scritto anche di Jean-Baptiste de Lamarck e della sua teoria dell’evoluzione – che sopravviviamo attraverso la cooperazione, piuttosto che la più recente idea darwiniana di competizione e sopravvivenza dei più forti. Che tutti i nostri trilioni di cellule devono cooperare per mantenere il nostro corpo in perfetto funzionamento, in quanto noi esseri umani non possiamo sopravvivere senza grandissime quantità di cooperazione gli uni con gli altri e con il nostro ambiente.
BL: Immediatamente, appena hai detto cooperazione, stavi violando la teoria darwiniana, che è competizione e lotta. Di fatto, si tratta di un’interpretazione erronea. La nuova scienza ci dice che quella credenza è sbagliata. La credenza di cui hai appena parlato, invece – la natura della cooperazione e della comunità – è in effetti il principio basilare dell’evoluzione.
Nel 1809 Lamarck ha scritto che i problemi che tormenteranno l’umanità verranno dal suo separarsi dalla natura, e ciò condurrà alla distruzione della società. Aveva ragione, perché la sua enfasi sull’evoluzione era che un organismo e l’ambiente creano un’interazione cooperante. Se volete capire il destino di un organismo, dovete capire la sua relazione con il suo ambiente. Poi ha affermato che separarci dal nostro ambiente significa assumere la nostra biologia e tagliarci fuori dalla nostra sorgente. Aveva ragione. E quando arrivi a capire la natura dell’epigenetica, la sua teoria ora ha trovato sostanza. Senza alcun meccanismo che, all’inizio, le desse un senso – e specialmente da quando abbiamo comprato il concetto dei biologi neo-darwiniani che affermano che tutto è controllato geneticamente – Lamarck sembrava stupido. Ma sai cosa? Aveva proprio ragione.
BS: La tua dimostrazione che il “cervello” della cellula non è il DNA ma, bensì, la sua membrana è affascinante. Che significato ha questa scoperta riguardo a ciò che pensiamo di noi stessi e della nostra vita, dal momento che siamo proprio una comunità di cellule?
BL: Se due cellule si uniscono e stanno comunicando, useranno i loro “cervelli” per farlo, giusto? E se dieci cellule si uniscono, useranno i loro cervelli affinché la loro comunicazione reciproca abbia un senso. Quando prendi un insieme di un trilione di cellule, come in un cervello umano, queste opereranno ancora secondo il principio del cervello cellulare. Beh, quando abbiamo comprato l’idea che i geni ed il nucleo formano il cervello della cellula – che ci porta fuoristrada – e la applichi come fosse un principio di neurologia o di neuro-scienza, ti sei già incamminato nella direzione sbagliata. Non puoi arrivare da nessuna parte perché quello non è il cervello della cellula. I nostri principi su come funziona l’intelligenza sono stati totalmente sviati. Ecco perché, dopo tanta neuro-scienza, se chiedi a qualcuno: “come funziona, veramente, il cervello?” La risposta sarà: “veramente, non lo sappiamo”.
Il Progetto Genoma Umano dice che quel modello è sbagliato. Pensavamo che ci volessero più di 100.000 geni per far funzionare un essere umano. Il fatto che ce ne siano meno di 25.000 ha messo un bastone tra le ruote dell’intero processo. Come può esserci un tale esiguo numero di geni a formare una cosa così complessa come un essere umano? La risposta è che ci vuole molto di più dei soli geni a farlo funzionare – che è l’apporto dall’ambiente che può alterare la lettura dei geni.
Ci sono 140.000 proteine in un corpo umano, e si credeva che ciascuna richiedesse un gene separato per prodursi. Di colpo, trovi che ci sono 25.000 geni e 140.000 proteine, e non ci siamo con i numeri. L’epigenetica rivela qualcosa di così sorprendente che la scienza stessa ha dei problemi a comprendere la forza di questo nuovo significato, e suona così: con il controllo epigenetico, che significa il controllo mediato dall’ambiente, un singolo gene può essere usato per creare 2000 o più proteine diverse dalla stessa matrice. Il controllo epigenetico è come un lettore che può leggere l’impronta originaria e ristrutturarla per produrne qualcosa di diverso. Ed ecco come un singolo gene può essere usato per creare molti prodotti proteici differenti. Non è stato il gene che ha prodotto ciascuna proteina, è stato il controllo epigenetico che l’ha fatto, e questo è il feedback diretto dall’ambiente. Ci allontana da quel meccanismo che dice che siamo solo macchine.
BS: E ci dice invece che non siamo vittime.
Siamo co-creatori.
BL: Assolutamente.
BS: Per tanti l’idea che siano i nostri pensieri a creare la realtà, che è quello su cui si basa la Scienza Religiosa e altre tradizioni metafisiche e spirituali, è un’idea puramente spirituale. Ma la fisica quantistica ha aggiunto all’idea, il fatto scientifico. E ora, il tuo lavoro e quello di altri porta quel concetto a livello delle cellule. Che lo rende in qualche modo più reale, più tangibile.
BL: Se si definisce lo spirito più o meno su questi parametri si potrebbe ottenere una definizione del tipo “una forza motrice invisibile.” Se definisco la natura della meccanica quantistica, è una forza motrice invisibile. Di fatto afferma: “Sì, ci sono forze invisibili che modellano la nostra esistenza”. Poiché la nostra biologia è tradizionalmente basata su un concetto newtoniano e materialistico, la natura di quel sistema è di considerare le forze invisibili come non rilevanti. Però, quello che la meccanica quantistica ha stabilito è che le forze motrici invisibili sono tutto. Perciò, se la nostra scienza non si adatta alla nuova fisica, sta di fatto ostacolando il progresso in evoluzione. Quando si introducono nuove forze, si deve dar loro nuovo credito, e quando lo si fa, i ricercatori spirituali saltano su e dicono: lo sapevo! E i fisici quantistici saltano su e dicono, lo sapevo! Stiamo sempre parlando della stessa cosa. Se lo ammettessimo, l’opportunità di unione diventa così tangibile che è quasi fisica. Sì, possiamo sentirla! Ora possiamo essere tutti d’accordo. Tu la chiami come vuoi, io la chiamo come voglio. Ma siamo tutti governati da queste forze invisibili.
BS: Ho letto una tua intervista nella quale hai affermato, “piuttosto che esser vittime dei nostri geni, lo siamo stati delle nostre percezioni.” Puoi aggiungere qualcosa su ciò che significa essere una vittima delle nostre percezioni?
BL: In un certo senso, sappiamo attraverso lo studio della membrana cellulare, attraverso lo studio dell’epigenetica, che questo è fondamentale. L’epigenetica dice che i segnali ambientali influenzano l’espressione genetica, e questi segnali ambientali talvolta sono diretti, e tal’altra sono interpretazioni, quando per es.le percezioni diventano credenze. Così, ho una credenza su qualcosa, che è una percezione, e aggiusto la mio biologia a quella particolare credenza. Come col cancro terminale, se credo a quello che i medici mi dicono, lo loro diventa una vera e propria predizione. Se dicono che ho il cancro terminale e sono d’accordo, allora essenzialmente morirò quando, a detta loro, accadrà. Quali sono le persone che non lo fanno? I casi di “remissione spontanea.” Almeno una persona, scommetto, non ha “comprato” quella diagnosi. E la sola ragione per la quale ne sono usciti è che avevano un altro sistema di credenze completamente diverso, e quindi sono stati capaci di cambiarlo.
BS: Come possiamo cambiare le nostre percezioni o credenze fino a quel punto?
BL: La prima cosa è acquisire le nuove percezioni
di come funziona la vita. Lasciare andare o riconsiderare le percezioni con le quali ci siamo formati, che, inevitabilmente, sono vittimizzanti: sono fragile, l’ambiente mi può attaccare, lo zucchero fa male. Queste sono credenze acquisite. Ma la questione è, sono veramente vere? Sono vere se questo è ciò che credi, dal momento che la percezione governa la biologia. Se sono programmato dalla percezione che lo zucchero è dannoso alla mia biologia e lo mangio, allora essendone a conoscenza intossico il mio sistema con la credenza, non con lo zucchero. La maggior parte di queste percezioni si manifestano come credenze limitanti o auto-sabotanti su quello che possiamo o non possiamo fare. Come l’auto-guarigione. La tendenza è, no, non ti puoi guarire da solo, devi andare da qualcun altro che ti guarirà. Santo cielo! Dopo parecchi miliardi di anni di evoluzione, il sistema fu progettato per auto-guarirsi. Per quanti milioni di anni gli esseri umani hanno fatto senza medici? Perché abbiamo bisogno di così tanti medici ora? Perché la percezione è che siamo deboli e fragili, ed abbiamo bisogno del loro aiuto. Bene, questa è una percezione. Quando eliminiamo questa percezione ed iniziamo ad immettere nuove percezioni, allora cambiamo la risposta della nostra biologia al mondo che ci circonda.
Man mano che cambiamo le nostre percezioni, cambiamo le nostre risposte. Le percezioni con le quali operi – ti danno sostegno o te lo tolgono? Ti rendono più forte o più debole?
“Ognuno di noi ha le potenzialità per creare
una vita piena di salute,
felicità e amore.
Anche tu puoi cambiare ed essere non più vittima,
ma creatore!”
Queste percezioni sono nel subconscio, che controlla il 95 per cento della nostra vita. E, quando lo fa, lo fa senza che noi ce ne accorgiamo. Non vediamo di fatto i programmi che sono automatici. Funzionano perché il conscio è occupato, ed i programmi automatici ne prendono il posto. Quando il conscio è occupato a fare qualcosa, non sta osservando se stesso. Ci sono due fattori che ci aiutano a capire questo. Uno, la mente cosciente opera con un processore da 40 bit, che significa che può interpretare ed elaborare 40 bit di stimoli nervosi – un bit è uno stimolo nervoso – al secondo. Il che significa che entrano 40 stimoli al secondo e la mente cosciente li discerne e li capisce. La mente subconscia in quello stesso secondo sta elaborando 40 milioni di bit. Da rilevare: se confronto l’elaborazione della mente conscia con quella subconscia, la subconscia è un milione di volte più potente nell’elaborare informazioni. Elemento numero due: i neuroscienziati cognitivi dicono che il 5 per cento del nostro comportamento giornaliero è controllato dalla nostra mente cosciente ed il 95 per cento dal programma subconscio. Perciò nella nostra esistenza quotidiana, la mente subconscia è la fonte più potente della nostra biologia. La mente subconscia è un nastro registratore. Non c’è nessuno lì. È praticamente un congegno di stimolo-risposta. Non c’è bisogno di esserne coscienti. Voi ve ne andate in giro per il mondo, e farà quello che deve fare senza che dobbiate pensarci.
Quando la mente cosciente è occupata, non sta osservando il subconscio. Ed il subconscio è composto dai programmi fondamentali che abbiamo ricevuto dagli altri nei primi sei anni. Mentre si vive la vita con le nostre intenzioni e i desideri della mente cosciente, il 95 per cento del comportamento viene dalla mente subconscia, che è stata programmata da altri.
E la maggior parte di tale programmazione è veramente limitante. Non ti puoi guarire da solo, non sei abbastanza intelligente, non ti meriti le cose buone, non sei bravo in disegno o quello che è. Queste affermazioni diventano programmi subconsci, che si attivano quando non faccio attenzione. La mente cosciente nella maggioranza è occupata a pensare al futuro o al passato. E se il conscio è occupato in questo, nel momento presente, si è veramente guidati dal subconscio. Il vostro cosciente è occupato a cercare di pensare: “Mi merito un aumento e di certo dovrei salire di grado in questa ditta.” Mentre lo fate di certo, state operando dal subconscio, e quello ha un programma che afferma che non vi meritate le cose. Qual è allora l’espressione del vostro comportamento? Il comportamento che è coerente con “Non mi merito.” Ciò significa che farete degli errori o altro che renderanno legittimo che non vi meritiate le cose. Non ve ne rendete conto perché non l’avete visto all’opera, e diventate frustrati riguardo la vostra vita perché ci provate così tanto ad avere successo e non andate mai da nessuna parte. E poi, ovviamente, la tendenza è, non sei tu, è il mondo ad ostacolarti. La grande e bizzarra sorpresa è che il mondo vi darà qualsiasi cosa. E’ il vostro stesso sé che è d’intralcio.
BS: Come facciamo a vincere l’opposizione della nostra programmazione subconscia?
BL: Diventane cosciente. Ci sono un paio di modi di farlo. Il modo più antico è quello dell’attenzione Buddhista. Se sei cosciente di essere qui in questo momento, mentre fai questo stupido errore, osservi l’errore, e potresti rimediarlo. La consapevolezza,però, è una cosa molto difficile da addestrare, ed è anche un processore da 40 bit che cerca di far funzionare completamente il processore da 40 milioni di bit. Perciò, per la maggior parte della gente è una procedura molto difficile perché le loro vite sono così indaffarate e sono talmente occupati che non riescono a prendere atto di ciò.
L’altro modo è, puoi ritornarci dentro e riscrivere il programma, ma ci sono due cose che devi fare:
A) Identificare il programma, e
B) Eseguire una procedura per riscriverlo.
Quello che riflette è qualcosa alla quale la maggior parte della gente non ha fatto attenzione e è da dove vengono la maggior parte dei problemi. Pensano che possono semplicemente parlare alla mente subconscia e che questo la migliorerà. Ma la mente subconscia è un nastro registratore. Mettete un nastro nel vostro mangiacassette, accendetelo, e poi ditegli di riprodurre qualcosa di diverso. Il fatto è, che lì, non c’è nessuno. Non farà niente. Ed il potere del pensiero positivo – la maggior parte della gente dice, il potere del pensiero positivo! Provalo! E quando non funziona si sentono peggio perché non possono neanche fare quello. Perché non funziona? Perché se il programma subconscio non è allineato con la direzione conscia, allora si ha un programma che funziona su un processore di 40 milioni di bit 95 per cento del tempo, che vi tira giù mentre voi impiegate il 5 per cento del vostro tempo nella vostra immaginazione pensando pensieri positivi, mentre il vostro subconscio sta conducendo lo spettacolo e sabotandovi proprio nel bel mezzo dei vostri pensieri positivi.
Il pensiero positivo funziona solo se le credenze nel subconscio sono in linea con esso, o se siete completamente attenti. Se siete totalmente attenti ed usate quel desiderio di essere positivi e far funzionare le cose, allora vi accorgerete quando il vostro subconscio sta facendo andare un nastro e voi potete cancellarlo. Ma se non siete attenti e pensate solo pensieri positivi, allora non state conducendo lo spettacolo. Da qui vengono i conflitti. E, ovviamente, se voi foste così positivi nella vostra mente e pensaste che state conducendo lo spettacolo e pensando che non funzioni, ovviamente il mondo vi è contro. No, il mondo non vi è contro, sono i programmi limitanti ed auto-sabotanti che acquisiamo in gioventù. Qui è dove dobbiamo azzerarci.
di Bruce H. Lipton
Fonte: scienza e conoscenza/scienza/lipton biologia credenze
Nov 16, 2012 | ALIMENTAZIONE E SALUTE, PILLOLE DI RIFLESSIONE
In altri paesi del mondo questa notizia avrebbe fatto saltare teste e poltrone di dirigenti sanitari, tecnici e politici, probabilmente sarebbe intervenuta anche la magistratura, ma in Italia no, questo non avviene. In questo paese una notizia del genere non viene diffusa e se si diffondesse verrebbe immediatamente ridimensionata attraverso la macchina del fango.
Il dottor Montanari e la dottoressa Gatti, quando a fine ottobre vennero ritirati dal mercato i vaccini della Novartis, riuscirono ad acquistare in extremis il vaccino antinfluenzale Agrippal S1, per analizzarlo. La dottoressa Gatti fece sette ore di viaggio per raggiungere il microscopio elettronico confinato a Pesaro, vedi articolo). Il risultato? Sempre lo stesso: vaccino contaminato da micro e nanoparticelle inorganiche (Acciaio, Bario, Titanio, Silicio, blocchetti di Calcio), tutte particelle solide, piccole e meno piccole, ma tutto come già riscontrato negli altri 20 vaccini che avevano controllato in precedenza.
NapoliTime ha contattato l’ufficio stampa della Novartis per ottenere una dichiarazione in merito. Abbiamo lasciato i recapiti, ma invano. Il Dottor Montanari della Nanodiagnostics di Modena invece ci ha risposto, ecco le sue parole:
Dottor Montanari, i vaccini. Le case farmaceutiche ci sono cascate di nuovo?
“Io stesso non riesco a spiegarmelo: 21 bersagli centrati su 21 cominciano ad essere un bel punteggio.Mi chiedo anch’io come sia possibile che su 21 vaccini analizzati nel nostro laboratorio – in ogni caso, va detto, sempre su una sola confezione e non su lotti interi – ogni volta si sia rilevato un inquinamento da polveri inorganiche. Escludo subito, magari come atto di fede, che le case farmaceutiche introducano quella roba di proposito i loro prodotti. Non sono un tifoso delle dietrologie, e poi non ne vedrei lo scopo. Il fatto è che queste particelle ci sono e una spiegazione va trovata. Nascondere la testa sotto la sabbia come fanno troppi medici, soprattutto pediatri, o come fa con ingenua arroganza l’Istituto superiore di sanità affermando che le nostre sono indagini “estemporanee e non riproducibili” non solo non fa onore all’Istituto ma è senz’altro motivo di preoccupazione per la gente che si ritrova abbandonata da chi, invece, dovrebbe operare per la salvaguardia della salute.
Impossibile non chiedersi come si possa liquidare un’indagine, pur con tutti i limiti sulle quantità di campioni controllati, che, al di fuori di ogni possibile discussione, non può non far rizzare le antenne a chi è istituzionalmente chiamato a proteggere la salute pubblica. Tanto per chiarire, il nostro è uno dei laboratori di punta nell’ ambito della Comunità Europea e di questo testimonia la Comunità stessa. Insomma, piaccia o no, pur tra mille difficoltà e ristrettezze, noi sappiamo lavorare. A questo punto, sarebbe di estremo interesse poter analizzare tutti i vaccini disponibili almeno sul territorio nazionale, cosa che, purtroppo, non ci è possibile per varie ragioni, la sottrazione del nostro microscopio elettronico da parte di Beppe Grillo in primis, una situazione che ci costringe a veri e propri salti mortali per poter continuare le ricerche restando indipendenti.”
Le sue scoperte, presenza di particelle non biocompatibili nei vaccini, sono pubbliche da tempo. Perché secondo lei le case farmaceutiche non correggono questi errori di produzione?
“Bisogna essere realisti. Le case farmaceutiche sono imprese industriali e commerciali il cui unico scopo è quello di ottenere risultati economici che siano i più ricchi possibili. Io non le critico per questo: benché le nostre rispettive visioni etiche del mondo siano agli antipodi, io accetto la situazione. Sono gli organi di controllo che mi lasciano perplesso: dovrebbero fare il loro dovere e, invece, questo non accade. Se il fatto sia dovuto a denaro che circola sottobanco, a incapacità tecnica, a ignoranza, a chiusura mentale, a pigrizia o ad altro non potrei dire e, tutto sommato, m’interessa poco. A ottobre dell’anno scorso io fui chiamato dai NAS di Roma per raccontare di ciò che avevamo trovato fino ad allora in laboratorio. Andai, illustrai il tutto, lasciai la documentazione e non seppi più nulla. Il fatto è che troppo spesso ci troviamo di fronte a situazioni che – e lo dico da cittadino comune – avremmo tutto il diritto che non esistessero, non fosse altro che perché noi quella gente, i controllori, la paghiamo e abbiamo non il dovere ma il diritto di godere della loro affidabilità. Per venire più puntualmente alla sua domanda, fatta la premessa iniziale, le case farmaceutiche non intervengono per i motivi illustrati molto onestamente dal dottor Roberto Biasio, direttore medico della Sanofi Pasteur MSD, la distributrice del vaccino anti-papilloma virus che noi analizzammo nel 2011. Le sue parole a proposito delle nostre analisi furono: “Sono condotte con metodologia seria, ma non sono pertinenti agli standard di qualità richiesti dalle procedure di produzione e rilascio di lotti di vaccini” (Il Salvagente n. 38 pag 39). Tradotto, “nulla da dire sulle analisi del laboratorio Nanodiagnostics, ma nessuno ci chiede di fare quei controlli.” Devo dire di avere apprezzato la franchezza e, in un certo senso, la correttezza del dottor Biasio, un atteggiamento molto diverso da quello dell’Istituto superiore di sanità, e un atteggiamento direi quasi sportivo tenuto da qualcuno che proprio una nostra analisi aveva colpito. Insomma, per concludere, nessuno chiede ai produttori di far sì che le polveri non siano nei vaccini e nessuno, poi, controlla il prodotto finito sotto quell’aspetto.”
Ciò che ha trovato nei vaccini, che danni potrebbe provocare una volta inoculato?
“Ci sono differenze importanti tra vaccino e vaccino di cui va tenuto conto. L’ultimo prodotto che siamo riusciti ad analizzare è un antinfluenzale, l’Agrippal S1 della Novartis, uno dei quattro che hanno circolato per un po’ e poi sono stati ritirati. Nella stragrande maggioranza dei casi, somministrando il farmaco a un adulto, ritengo che non succeda assolutamente nulla. La piccola dose di liquido non può altro che contenere una quantità in assoluto molto modesta di polveri inorganiche, e sappiamo per esperienza che, in genere, perché s’inneschi una reazione patologica da particelle occorre che queste raggiungano una concentrazione critica, concentrazione critica impossibile da prevedere caso per caso, in un determinato organo o tessuto e in un determinato punto o in più punti. Un’eventualità teorica che meriterebbe approfondimento è quella che una o più particelle entrino nel nucleo di una o più cellule, fenomeno che noi dimostrammo possibile già una decina di anni fa e che fu poi al centro di una ricerca europea diretta da mia moglie, la dottoressa Antonietta Gatti. In quel caso, se avvenisse, si potrebbe avere un’interferenza con il DNA con tutto quanto ne può conseguire se una cellula si riproduce in modo patologico. Una cosa che io trovo buffa è l’avvertenza riportata in tutti i foglietti illustrativi che accompagnano i vaccini. Lì si scrive, del tutto giustamente, che il farmaco non va somministrato se il ricevente è allergico ad un componente o a più di uno. Impossibile non chiedersi come si faccia a sapere quali sono i componenti dei vaccini se, come avviene di norma, ne viene denunciata solo una parte. Quanto agli inquinanti, poi. Per esempio, quando nel prodotto c’è Nichel in polvere e il soggetto è allergico al Nichel, cosa tutt’altro che rara, ecco che né chi somministra il vaccino né chi subisce l’iniezione può essere al corrente di che cosa andrà ad accadere, non essendo messo al corrente della situazione reale. Comunque sia, la reazione avversa, quando c’è, si manifesta immediatamente o, al massimo, entro un giorno, rarissimamente due. Altro caso è quello tipico dei militari. A loro viene somministrato contemporaneamente un insieme di vaccini diversi, con questo costringendo l’organismo ad uno stress molto lontano dal normale.
Gli inquinanti particolati, poi, sempre che sino presenti, non possono certo avere un’azione benefica. Da qui ad ipotizzare che i vaccini somministrati in quella maniera, una maniera che pure è fuori da ogni ragionevolezza, possa indurre forme di cancro il passo è troppo lungo e non esiste la minima prova scientifica in proposito. Molto diverso è lo scenario nei bambini. Senza entrare nell’assurdità biologica di pretendere d’indurre immunità in un soggetto il cui sistema immunitario è ancora immaturo, c’è, molto semplicemente, la questione della massa corporea. Ammettendo di avere un vaccino inquinato, s’iniettano vaccino e particelle in un organismo piccolo per volume e, per questo, la loro densità sarà ben maggiore di quella che sarebbe in un adulto. Per di più, la fisiologia del bambino, spesso appena un lattante, è vivacissima.
Nessuna meraviglia se queste particelle arrivano al sistema nervoso centrale e, d’improvviso, il bambino manifesta irrequietezza, turbe del sonno, difficoltà di relazione, ecc. Malauguratamente, inutile illudersi: quelle forme patologiche sono croniche. Autismo? Narcolessia? Non c’è nessun fondamento scientifico per escluderli. Il mio parere, ma qui si tratta solo di un parere, è che anche quelle patologie siano a buon diritto inseribili nell’elenco degli effetti collaterali delle vaccinazioni.Voglio che il mio punto di vista sia chiaro: non è tanto il vaccino in quanto tale ad essere deleterio, ma tutte le aggiunte che vengono fatte, dai conservanti agli stabilizzanti, dagli antibiotici agli adiuvanti fino, ahimè, agli inquinanti.
A questo si aggiunge la stravaganza delle vaccinazioni multiple che sono quanto di più innaturale esista e le vaccinazioni praticate a soggetti troppo giovani o troppo vecchi per avere un sistema immunitario competente. Uno degli aspetti del dramma è il fatto incontestabile che oggi la quasi totalità della ricerca medica è finanziata dall’industria farmaceutica e i risultati ne escono inevitabilmente inficiati. Purtroppo i medici, specie i più giovani, non si rendono conto di questa distorsione e non sanno che il loro sapere contiene una parte distorta e una parte censurata. E la “capacità di convinzione” della grande industria arriva capillarmente dovunque, media compresi. Basta dare un’occhiata a Wikipedia e ci si accorgerà delle enormità che riporta in una goffa difesa dei vaccini anche laddove difesa non ci può essere.”
Abbiamo contattato il Ministero della Salute, ma non ha risposto. Invitiamo anche la Novartis a contattare la nostra redazione, per un confronto scientifico sereno e al fine della tutela della salute generale.
Tratto da http://www.napolitime.it
attraverso: http://www.dionidream.com/tutti-i-vaccini-analizzati-risultano-contaminati-da-particelle-inorganiche/
Ott 31, 2012 | ALIMENTAZIONE E SALUTE, MEDICINA FUNZIONALE, PILLOLE DI RIFLESSIONE
Nel 1931 lo scienziato tedesco Otto Heinrich Warburg ha ricevuto il Premio Nobel per la scoperta sulla causa primaria di cancro. Proprio così. Ha trovato la causa primaria del cancro e ha vinto il Premio Nobel. Otto ha scoperto che il cancro è il risultato di uno stile di vita anti-fisiologico.
Ciò perché sia con uno stile nutrizionale anti-fisiologico (dieta basata su cibi acidificanti) sia con l’inattività fisica, il corpo crea un ambiente acido. Nel caso di inattività, per una cattiva ossigenazione delle cellule. L’acidosi cellulare causa l’espulsione dell’ossigeno. La mancanza di ossigeno nelle cellule crea un ambiente acido.
Egli ha detto: “La mancanza di ossigeno e l’acidità sono due facce della stessa medaglia: se una persona ha l’uno, ha anche l’altro”. Cioè, se una persona ha un eccesso di acidità, automaticamente avrà una mancanza di ossigeno nel suo sistema. Se manca l’ossigeno, avrete acidità nel vostro corpo.
Egli ha anche detto:
“Le sostanze acide respingono ossigeno, a differenza di quelle alcaline che attirano ossigeno. Cioè, un ambiente acido è un ambiente senza ossigeno.”
“Privando una cellula del 35% del suo ossigeno per 48 ore è possibile convertirla in un cancro.”
“Tutte le cellule normali, hanno il bisogno assoluto di ossigeno, ma le cellule tumorali possono vivere senza ossigeno.”
“I tessuti tumorali sono acidi, mentre i tessuti sani sono alcalini.”
Nella sua opera “Il metabolismo dei tumori” Otto ha mostrato che tutte le forme di cancro sono caratterizzate da due condizioni fondamentali: acidosi del sangue (acido) e ipossia (mancanza di ossigeno). Ha scoperto che le cellule tumorali sono anaerobiche (non respirano ossigeno) e non possono sopravvivere in presenza di alti livelli di ossigeno. Le cellule tumorali possono sopravvivere soltanto con glucosio e in un ambiente privo di ossigeno. Pertanto, il cancro non è altro che un meccanismo di difesa che hanno alcune cellule del corpo per sopravvivere in un ambiente acido e privo di ossigeno. In sintesi:
• Le cellule sane vivono in un ambiente ossigenato e alcalino che consente il normale funzionamento;
• Le cellule tumorali vivono in un ambiente acido e carente di ossigeno.
Una volta terminato il processo digestivo, gli alimenti, a secondo della qualità di proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali, forniscono e generano una condizione di acidità o alcalinità nel corpo. In altre parole… dipende unicamente da ciò che si mangia.

Il risultato acidificante o alcalinizzante viene misurato con una scala chiamata pH, i cui valori vanno da 0 a 14, al valore 7 corrisponde un pH neutro. È importante sapere come gli alimenti acidi e alcalini influiscono sulla salute, poiché le cellule per funzionare correttamente dovrebbe avere un pH leggermente alcalino (di poco sopra il 7).
In una persona sana, il pH del sangue è compreso tra 7,4 e 7,45. Se il pH del sangue di una persona è inferiore a 7, va in coma.
Alimenti che acidificano il corpo

• Lo zucchero raffinato e tutti i suoi sottoprodotti. È il peggiore di tutti: non ha proteine, è senza grassi, è senza vitamine o minerali, ha solo carboidrati raffinati che schiacciano il pancreas. Il suo pH è di 2,1 (molto acido);
• Carne (tutti i tipi);
• Prodotti di origine animale (latte e formaggio, ricotta, yogurt, ecc.);
• Sale raffinato;
• Farina raffinata e tutti i suoi derivati (pasta, torte, biscotti, ecc.);
• Pane (la maggior parte contengono grassi saturi, margarina, sale, zucchero e conservanti);
• Margarina;
• Antibiotici e medicine in generale;
• Caffeina (caffè, tè nero, cioccolato);
• Alcool;
• Tabacco (sigarette);
• Qualsiasi cibo cotto (la cottura elimina l’ossigeno aumentando l’acidità dei cibi);
• Tutti gli alimenti trasformati, in scatola, contenenti conservanti, coloranti, aromi, stabilizzanti, ecc.
Il sangue si autoregola costantemente per non cadere in acidosi metabolica, per garantire il buon funzionamento e ottimizzare il metabolismo cellulare. Il corpo deve ottenere delle basi minerali alimentari per neutralizzare l’acidità del sangue nel metabolismo, ma tutti gli alimenti già citati (per lo più raffinati) acidificano il sangue. Dobbiamo tener conto che con il moderno stile di vita, questi cibi vengono consumati almeno 3 volte al giorno, 365 giorni l’anno e tutti questi alimenti sono anti-fisiologici.
Alimenti che alcalinizzano il corpo

• Tutte le verdure crude (alcune sono acide al gusto, ma all’interno del corpo avviene una reazione alcalinizzante; altre sono un po’ acide, tuttavia forniscono le basi necessarie per il corretto equilibrio; le verdure crude producono ossigeno, quelle cotte no;
• La frutta, stessa cosa. Ad esempio, il limone ha un pH di circa 2,2. Tuttavia, all’interno del corpo ha un effetto altamente alcalino (probabilmente il più potente di tutti, non fatevi ingannare dal sapore acidulo). La frutta produce abbastanza ossigeno;
• Alcuni semi, come le mandorle, sono fortemente alcalini;
• I cereali integrali. L’unico cereale alcalinizzante è il miglio. Tutti gli altri sono leggermente acidi, tuttavia, siccome la dieta ideale ha bisogno di una percentuale di acidità, è bene consumarne qualcuno. Tutti i cereali devono essere consumati cotti;
• Il miele è altamente alcalinizzante;
• La clorofilla è fortemente alcalina;
• L’acqua è importante per la produzione di ossigeno. La disidratazione cronica è la tensione principale del corpo e la radice della maggior parte tutte le malattie degenerative. Lo afferma il Dott. Feydoon Batmanghelidj;
• L’esercizio ossigena tutto il corpo; uno stile di vita sedentario usura il corpo.
L’ideale è avere una alimentazione di circa il 60% alcalina piuttosto che acida, e naturalmente evitare i prodotti maggiormente acidi, come le bibite, lo zucchero raffinato e gli edulcoranti. Non abusare del sale o evitarlo il più possibile. Per coloro che sono malati, l’ideale è che l’alimentazione sia di circa 80% alcalina, eliminando tutti i prodotti più nocivi. Se si ha il cancro il consiglio è quello di alcalinizzare il più possibile. Inutile dire altro, non è vero?
Dr. George W. Crile, di Cleveland, uno dei chirurghi più rispettati al mondo, dichiara apertamente: “Tutte le morti chiamate naturali non sono altro che il punto terminale di un saturazione di acidità nel corpo.”
Come precedentemente accennato, è del tutto impossibile per il cancro di comparire in una persona che libera il corpo dagli acidi con una dieta alcalina, che aumenta il consumo di acqua pura e che eviti i cibi che producono acido. In generale, il cancro non si contrae e nemmeno si eredita. Ciò che si eredita sono le abitudini alimentari, ambientali e lo stile di vita. Questo può produrre il cancro.
Mencken ha scritto: “La lotta della vita è contro la ritenzione di acido. Invecchiamento, mancanza di energia, stress, mal di testa, malattie cardiache, allergie, eczema, orticaria, asma, calcoli renali, arteriosclerosi, tra gli altri, non sono altro che l’accumulo di acidi.”
Il dr. Theodore A. Baroody ha detto nel suo libro “Alcalinizzare o morire”: “In realtà, non importa i nomi delle innumerevoli malattie, ciò che conta è che esse provengono tutte dalla stessa causa principale: molte scorie acide nel corpo.”
Dr. Robert O. Young ha detto: “L’eccesso di acidificazione nell’organismo è la causa di tutte le malattie degenerative. Se succede una perturbazione dell’equilibrio e un corpo inizia a produrre e immagazzinare più acidità e rifiuti tossici di quelli che è in grado di eliminare allora le malattie si manifestano.”
