Mar 10, 2015 | AGOPUNTURA, PILLOLE DI RIFLESSIONE
Non è facile riuscire a fare i conti con le perdite, le assenze, i dolori del passato, né riuscire a convivere con i fantasmi che dal passato inesorabilmente riemergono. Lo sa bene chi ha vissuto un evento sismico, così come impara, nel silenzio della propria distruzione, che se la vita non è altro che un esile filo che ci assicura gli uni agli altri, occorre adoperasi affinché questo filo non sia inesorabilmente difettoso, fragile ,scivoloso, come corroso dal sale. La parola “terremoto” evoca immagini di rovine, di morte e di sofferenze ma si tratta di sensazioni, per così dire, emotive che riducono il fenomeno al suo aspetto violento nei confronti dell’uomo indifeso. Il terremoto in realtà produce danni di ben più ampie proporzioni, e conseguenze molto più preoccupanti di quello che comunemente la gente pensa. Il terremoto è un evento drammatico che, oltre a lutti e distruzione, induce effetti psicologici inseribili in diverse categorie nosografiche: disturbo post-traumatico da stress (PTSD), disturbo depressivo maggiore (MDD), abuso d’alcol, disturbi d’ansia e di somatizzazione, problemi comportamentali, disturbi della performance e della reattività psicologica.
Naturalmente la maniera con cui si è vissuto il trauma (permanenza o meno sotto le macerie, lutti, perdita totale o parziale di case ed altri averi, ecc.), le reazioni, gli adattamenti e il meccanismo della memoria, essendo variabili ed individuali, hanno prodotto espressioni le più diverse. In altre parole, come già segnalato in varie passate esperienze, l’adattabilità allo stress è individuale e si manifesta già dalle prime fase dopo l’evento. Il soggetto che “riceve” l’evento può essere, rispetto all’impatto con l’evento stesso, malleabile, cioè avere la capacità di adeguarsi e adattarsi alle situazioni mutevoli, o resistente, cioè non avere la capacità di riprendersi rapidamente. La malleabilità e la resistenza agli effetti disadattativi dell’evento stressante si collegano a diversi fattori: la fase dello sviluppo, nella quale si inserisce l’evento, che ha un’importanza cruciale; la presenza di una figura significativa che svolga funzioni di accudimento e protezione. La differenza, per esempio, tra l’adattamento di un bambino e quello di un adulto consiste nel fatto che il comportamento dell’adulto si altera sotto l’influenza dell’esperienza, mentre l’esperienza fornisce una cornice organizzativa per il bambino. Dal momento che il cervello del bambino è plastico nella prima infanzia, egli risulta vulnerabile agli eventi in questo periodo. Infatti i sintomi specifici che un bambino può sviluppare in seguito all’esposizione a traumi o violenze, possono essere molto diversi, a seconda di svariati fattori quali la natura, la frequenza, le caratteristiche e l’intensità della violenza subita, la capacità di adattamento del bambino e la presenza di fattori protettivi, per esempio un buon supporto familiare.
Ma qui intendiamo sviluppare un diverso approccio, sulla base di esperienze condotte con la mediazione della Medicina Cinese, per la quale, da un lato vi è sempre una precisa correlazione fra sintomo e causa profonda, confermata dal vissuto personale e, d’altro, lo scopo del vero atto medico (cioè guaritorio) deve andare al di là della semplice cancellazione del dolore o della scomparsa dei sintomi, incentrandosi sulla ricerca del fattore responsabile dei disturbi. In questo modo essa è la forma più antica di “metamedicina”, termine coniato di recente nel lessico comune, ma antico nei contenuti sostanziali, formato dal prefisso greco meta, che significa “al di là” e dal sostantivo “medicina”, intesa come “l’insieme dei mezzi messi in atto per prevenire, guarire e alleviare le malattie”. La metamedicina, che è per la scienza moderna conquista recente, va al di là della semplice cancellazione del dolore o della scomparsa dei sintomi, incentrandosi sulla ricerca del fattore responsabile dei disturbi.
Ciò che importante sottolineare è che in metamedicina, il dolore, il malessere o l’affezione sono considerati segni precursori dell’incrinarsi dell’armonia in una parte dell’organismo, e far scomparire questi segnali senza ricercare l’informazione di cui sono forieri sarebbe come disinserire l’allarme antifumo dopo che ha rilevato un focolaio d’incendio. Ignorando l’allarme, rischiamo di trovarci nel bel mezzo delle fiamme ed è precisamente quanto fanno coloro che inghiottono un farmaco senza cercare di capire quale sia l’origine del segnale. In definitiva, l’atto metamedico aiuta a ricostruire la storia di un disturbo, di una malattia o di un mal-essere profondo, risalendo, per quanto possibile, alla comparsa dei primi sintomi e, a questo scopo, usando le chiavi che orientano il “colloquio pertinente”, necessario per scoprire la o le cause del male. Ora va detto che, la Medicina Cinese, attraverso la simbologia del corpo, è un atto pienamente metamerico, che può condurre, a volte, a guarigioni rapidissime o, più spesso, a guarigioni che sono il risultato di un processo di lenta e progressiva trasformazione. Secondo la filosofia taoista, alla base del pensiero medico classico, tutto ciò che esiste partecipa della natura dei due principi fondamentali, lo yin e lo yang, combinati in varia misura in tutte le sostanze. A poco a poco, lo yang è stato identificato col Dao. Il Dao è un temine assai vago, e difficile a rendersi. Significa “via, strada, principio, metodo, dire…”, ma conviene lasciarlo non tradotto, tanto più che dagli stessi filosofi taoisti – perché il Taoismo è una filosofia e una religione – lo ritengono indefinibile. Dargli un nome (ming) infatti presupporrebbe assegnargli un posto in questo mondo gerarchizzato, mentre esso è per sua natura al di fuori di ogni categoria, incommensurabile, infinito, immenso. Esso è il principio trascendente e immanente dell’universo, anteriore alla creazione di questo, presente dovunque sotto molteplici aspetti, secondo un processo spontaneo di continuo ritorno alle origini. Tutto deriva dal Dao e tutto ritorna ad esso; la vita e la morte si alternano in un movimento ciclico per cui il non-essere diventa essere per poi tornare non-essere. Il saggio si adegua al ciclo universale dell’essere e del non essere, conformandosi al suo ritmo senza contrastarlo o interferire, con un contegno che ripropone il non-agire teorizzato da Krishna ad Arjuna nella Bhagavad Gita.
I trattamenti medici (agopuntura, massaggio, fitoterapia o meditazione consapevole), hanno come scopo quello di porre il corpo e la mente in condizioni di non opporsi ai cambiamenti, affinché si possa, anche dopo un trauma violento, ricostruire un proprio equilibrio. In questo modo l’uomo viene ricollocato nell’alveo del grande fiume dell’universo e questo permette all’individuo, sintonizzando i suoi ritmi vitali con quelli universali, di superare i drammi ed i dolori, evitando le offese ed il logorio del tempo e delle malattie. Ma, qui va precisato cosa di intende per guarigione nella specifica prospettiva da noi proposta. Guarigione è un termine greco che significa “sono attento a”, “mi prendo cura di” ed un atto globale indirizzato all’intera personalità, che implica la purificazione ed il ripristino della forza vitale psico-fisica dell’uomo. Mentre in questo nostro tempo utilizziamo molte forze materiali per guarire la materia corporea ma dimentichiamo spesso che la forza vivente ha in Sé anche una natura spirituale (cioè non materiale) che deve essere sempre utilizzata nel percorso di guarigione; per la Medicina Cinese è lo spirito sereno e purificato da paure, angosce, rabbie, carico di ottimismo e progettualità, la Forza interiore che dirige la guarigione. La ricerca di pace, di serenità, di bellezza e amore è una ricerca nel percorso di guarigione morale e fisica. Il corpo diviene il tramite, per lo spirito umano, di esprimersi e riflette la forza, o la caduta momentanea di essa, in quel determinato momento. L’atto medico (con aghi, massaggio, piante, ecc.), favorirà l’integrazioni fra la nostra mente, il nostro cuore ed il nostro corpo, affinché essi possono spaziare e scegliere le esperienze più giuste, capaci di cancellare non il passato, ma ciò che esso a prodotto in noi. Va chiarito che dolore, dal radicale dar-dol = tagliare, spaccare, fendere, lacerare, può essere definito come ciò che, in qualunque modo interrompe il fluire del benessere della persona umana ed ogni intervento che ricomponga il fluire riesce a lenire questo dolore, sia fisico che morale o spirituale. Ma il dolore è anche una occasione per riflettere, comprendere e quindi crescere nella consapevolezza.
Con l’aiuto del terapeuta il paziente sarà invitato a riflettere su questi fatti: il dolore contiene molti nuclei di forza utili a creare e ricreare; ci fa vedere come stanno esattamente le cose della vita: ciò che è importante e ciò che lo è meno; ci fa capire dove stiamo noi e cosa urge fare; ci obbliga ad annientare ciò che fino a quel momento ci è stato utile ma ora non basta più; e questo sia nell’ordine di chi siamo, che nell’ordine di ciò che abbiamo; ci spinge a desiderare, volere ed attuare una nostra diversa identità nel sentirci, nel pensarci, nel comportarci. Il dolore deve anche essere occasione per uno “sguardo dal di fuori”, che ci assista nella visione del mondo quando sembra del tutto distrutto e senza speranza, un mondo che muta al passaggio di persone coraggiose e che, grazie al coraggio di ciascuno, può essere ricostruito. E deve accomunarci il dolore, non dividersi fra invidie, sospetti e rancori, spezzare le radici del male, svellere quel tanto che piega il mondo all’oscurità della separazione dei suoi figli.
L’intervento terapeutico deve aiutare a rompere la tentazione di cadere vittime in un mondo in cui il più forte uccide il più debole, un modo privato di ogni atto d’amore, da fare invece riemergere come un relitto nel naufragio della nostra buona coscienza. Per una relazione di aiuto tesa a lavorare all’interno di un quadro di riferimento olistico è pertanto fondamentale che non ci sia scissione fra interventi fisici e psicologici, capaci di creare la condizione che porti ad unità verso gli altri e a un vero cambiamento dentro di noi. La maggior parte degli approcci alla relazione d’aiuto vedono corpo e psiche come entità distinte, con l’approccio verbale capace di un aiuto psichico e terapie fisiche per la parte corporale. Le tecniche esterne ed interne della Medicina Cinese, invece, mirano ad un’azione simultanea e integrata, non solo psico-fisica, ma anche spirituale.
Agopuntura newsletter marzo 2015
Feb 13, 2015 | AGOPUNTURA
L’agopuntura riduce la pressione arteriosa alta nei pazienti con ipertensione. In un risultato sorprendente, l’agopuntura è stata trovata più efficace di un farmaco farmaceutico comunemente usato per il trattamento di ipertensione e insufficienza cardiaca. Inoltre, l’agopuntura era clinicamente efficace nel controllo dei sintomi associati all’alta pressione sanguigna tra cui vertigini, dolori della vita e ginocchia, e palpitazioni.
I ricercatori hanno condotto uno studio randomizzato controllato e diviso 60 pazienti con ipertensione in due gruppi. Gruppo 1 ha ricevuto l’agopuntura. Gruppo 2 ha ricevuto il farmaco Captopril, un agente protettivo antipertensivo e renale dato il nome commerciale Capoten. Il farmaco è un ACE inibitore (inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina). Gli usi comuni per Catopril comprendono il trattamento di ipertensione, insufficienza cardiaca congestizia e la protezione della funzione renale per i diabetici.
Entrambi i gruppi hanno mostrato riduzioni significative della pressione sanguigna. Tuttavia, il gruppo agopuntura ha mostrato un miglioramento maggiore. Le misurazioni della pressione arteriosa diastolica a 14 giorni e 21 giorni nel regime di trattamento hanno rivelato che il gruppo agopuntura ha mostrato una maggiore riduzione diastolica. Lo stesso valeva per il miglioramento dei sintomi associati con ipertensione.
Il gruppo agopuntura ha dimostrato i risultati superiori clinici nel paziente in termini di riduzione delle vertigini, dolori della vita e ginocchia, e palpitazioni.
Inoltre, il gruppo agopuntura ha dimostrato minori reazioni avverse rispetto al gruppo del farmaco. Quest’ultimo risultato non è sorprendente dal momento che gli eventi avversi associati con l’assunzione Captopril includono sensazione di testa vuota, svenimenti, vertigini, frequenza anormale della minzione, dolore fisico, febbre, brividi, anormale sanguinamento (vagina, bocca, naso, retto), difficoltà di concentrazione e mancanza di respiro.
Sulla base dei risultati, i ricercatori hanno concluso che l’agopuntura è più sicuro e più efficace rispetto al Captopril per il trattamento dell’ipertensione.
Riferimento: Xie, B., and Y. P. Lin. “[Efficacy observation on acupuncture for essential hypertension of yin deficiency due to yang hyperactivity pattern].” Zhongguo zhen jiu= Chinese acupuncture & moxibustion 34, no. 6 (2014): 547-550.
Dott. Archimede Tentindo
Gen 13, 2015 | AGOPUNTURA, ALIMENTAZIONE E SALUTE, MEDICINA FUNZIONALE, OMEOPATIA
L’autunno
Dopo l’estate con il passaggio al movimento del Metallo inizia l’autunno, come la primavera una stagione caratterizzata da dinamismo e cambiamento. Nella Cina antica l’autunno era il periodo dell’anno dedicato ai tribunali e alle esecuzioni. Come un albero latifoglie in autunno lascia cadere tutto il superfluo e, limitandosi al necessario, guadagna struttura e nuova chiarezza, così anche la società in autunno doveva separarsi da tutti gli elementi discordanti e ritrovare maggiore chiarezza e giustizia. Nella natura in autunno possiamo osservare uno spostamento delle risorse dall’esterno verso l’interno e un processo di concentrazione e addensamento: le piante raccolgono le loro forze nel tronco, nelle radici oppure nei semi, gli animali accumulano le loro riserve nei grassi corporei o in riserve di cibo e si ritirano nelle loro tane.
Polmone e Grosso Intestino
Secondo la teoria della medicina cinese al movimento del Metallo corrispondono i sistemi funzionali di Polmone e Grosso Intestino e l’emozione della tristezza. Come altre tra le cinque emozioni di base della MTC, anche il termine di “tristezza” ha connotazioni negative e non ci rende facile capire quali siano gli aspetti emozionali positivi di questo movimento. La forza emotiva del sistema funzionale di Polmone sta nel saper tirare un confine tra ciò che costituisce me stessa e ciò che invece è in più. Si tratta per prima cosa di avere chiarezza su questa distinzione e per seconda di congedare ciò che non è necessario, lasciandolo andare. La forza emotiva del Polmone ha a che fare con ordine, con il fare pulizia e la riduzione all’essenziale. Fino ad un certo punto anche le funzioni di polmoni e grosso intestino rispecchiano questa relazione, dato che chi fa fatica a mollare e lasciare andare frequentemente ha problemi anche ad espirare profondamente o ad andare di corpo regolarmente. Le difficoltà a lasciare andare possono manifestarsi nella vita anche quando rimaniamo attaccati a persone o cose, a situazioni o rapporti più a lungo di quanto sarebbe sano e saggio.
Troppa tristezza
Spostandoci dall’aspetto positvio a quello eccessivo e patologico, ci avviciniamo al lutto. Noi siamo in lutto quando perdiamo qualcosa o qualcuno, che è parte della nostra vita, al quale teniamo o che amiamo. Elaborare il lutto significa lasciare andare, e questo atto tira in modo doloroso un confine tra quello che è perso e quello che rimane: noi stessi. Se il lutto è troppo intenso e perdura per troppo tempo, nuoce al sistema funzionale di Polmone, disturba e annienta il suo qi. La dinamica della tristezza è diretta verso l’interno e il basso, essa paralizza la forza del qi e lo dissipa. Gli effetti della tristezza come quelli della gioia si dirigono direttamente al qi del riscaldatore superiore (ossia la parte del corpo al di sopra del diaframma), dove risiedono i sistemi funzionali associati a queste due emozioni, Polmone e Cuore. Tristezza e gioia per molti versi fungono da antagonisti: la prima lega il qi e lo dissipa verso l’interno, la seconda invece lo libera e lo muove verso l’esterno.
La dinamica del lutto si rispecchia anche nella postura della persona colpita: le spalle si abbassano e cadono in avanti, il petto s’infossa, la testa si china. La sola postura basterebbe per indebolire il qi di Polmone, la respirazione si fa più superficiale, la voce fievole, mentre i sospiri frequenti tentano di allegerire il senso di oppressione al petto. Se il lutto rimane forte per troppo tempo, facilmente si avrà un indebolimento duraturo del sistema Polmone con una maggiore inclinazione alle malattie infettive, con malattie come bronchite o polmonite, asma o altri disturbi del sistema respiratorio. Dall’altro lato nelle persone affette da malattie polmonari (similmente a chi ha un qi di Cuore debole) più spesso si nota uno stato d’animo caratterizzato da melancolia, tristezza e una forte introversione, dovuto secondo la MTC al disturbo del qi di Polmone.
Sgomberare la propria vita
L’età, nella quale il movimento del Metallo e la sua emozione giocano un ruolo particolarmente importante, è l’età del pensionamento oppure – per fare riferimento alla biologia e non a fattori di diritto del lavoro – i decenni che seguono al climaterio femminile o maschile. Dopo gli anni attivi nel mondo del lavoro e nella famiglia, durante quel periodo si rendono necessari più riposo e una maggiore ritirata nel privato, in termini cinesi: un cambiamento dallo yang allo yin. A un certo punto durante questa fase di vita arriva il momento di fare un passo indietro e lasciare il campo ad altri, più giovani. Man mano che le proprie forze diminuiscono, diventa più importante ridurre le proprie attività a quelle veramente essenziali. Si avrà bisogno quindi di una maggiore chiarezza interiore, per mettere ordine e sgomberare la propria vita. Così gli anni del movimento del Metallo, che certo a volte ci rubano parte della forza vitale e gioia di vivere, ci regalano anche una maggiore calma interiore, più chiarezza e concentrazione.
E saggezza, una virtù fuori moda. In fin dei conti i decenni dedicati a lasciare andare servono anche come preparativi per l’istante, in cui l’ultimo respiro si dissipa e noi lasciamo indietro ogni cosa. Forse prima di quel momento ci sarà dato passare qualche anno da vegliardo, per poter diventare nuovamente come un bambino appena nato: un po’ stupidi, un po’ saggi e forse non del tutto di questo mondo.
Karin Wallnofer – la via cinese alla salute
Gen 8, 2015 | AGOPUNTURA, ALIMENTAZIONE E SALUTE, MEDICINA FUNZIONALE, OMEOPATIA
Nella filosofia cinese il Fuoco corrisponde al grande yang. Nel corso delle stagioni incontriamo il grande yang durante l’estate: flora e fauna vivono mesi di piena attività. Yang sta per crescita, sviluppo, fioritura, riproduzione, insomma: per lo spiegamento delle forze attive e il pieno sviluppo di quel movimento verso l’alto e l’esterno, il quale in primavera aveva vigorosamente spezzato il gelo invernale.
Nella logica della medicina cinese il movimento di Fuoco è correlato con il sistema funzionale di Cuore e – nell’ambito delle emozioni – con la gioia. Come già sappiamo ognuna delle cinque emozioni principali in medicina cinese ha degli aspetti sia positivi che negativi. Il termine di “gioia” non mette in risalto gli aspetti negativi, come invece è il caso per la paura e la rabbia. Eppure anche la gioia possiede effetti patologici e patogeni. Ma prima di tutto guardiamo i lati belli e piacevoli di questa emozione.
La dinamica della gioia
Come in tutte le emozioni anche nella gioia secondo la medicina cinese possiamo osservare una dinamica del qi ben precisa, la quale accompagna la gioia oppure la provoca. Innanzitutto la gioia muove il qi nel riscaldatore superiore, ossia nella zona del torace. Non è un caso quindi, che esista il legame con il sistema funzionale di Cuore, ubicato proprio qui. La gioia inoltre dirige il qi verso l’esterno. A secondo dell’intensità e della durata possiamo dire, che la gioia apra il cuore, permetta al qi di espandersi oppure – quando è eccessiva –disperda il qi. Il gesto che meglio di tutti rappresenta la dinamica energetica della gioia è quello di allargare le braccia, come per un abbraccio. Infatti provare gioia significa anche abbracciare: una persona, un momento oppure il mondo intero. Ma gli aspetti emotivi positivi del sistema funzionale di Cuore comprendono anche altro: comunicare con altri (non nel senso di una comprensione meramente verbale, ma di una vera unione tra due cuori), confidarsi e dare ascolto, partecipare ai sentimenti altrui, farci commuovere da una storia o da un brano di musica, ridere (ed anche piangere) insieme ad altri, tutte queste sono facoltà emotive “sane” che fanno parte della gioia. La capacità di provare entusiasmo, ispirazione e innamoramento (non importa se per una persona o per un’idea) è segno di un sistema di Cuore forte. Non c’è da meravigliarsi che la gioia sia legata al fuoco, al caldo e all’estate. Quanto più ci è facile aprire il cuore in una notte calda su una spiaggia del sud!
Troppa gioia?
Eppure la gioia può essere anche troppa? E troppa gioia può veramente farci ammalare? Come ognuna delle cinque emozioni anche la gioia può diventare un fattore patogeno quando è troppo intensa oppure permane troppo a lungo. Nel caso della gioia il problema maggiore è che semplicemente consuma e disperde troppa energia, oppure che in seguito alla sua dinamica disperdente diventa difficile raccogliere e (con-)centrare il qi. In seguito a una gioia eccessiva possiamo quindi provare un senso di depauperamento e il bisogno di raccoglierci e ritrovare il proprio centro.
Per capire meglio queste problematiche possiamo pensare a quella stanchezza che ci assale, quando passiamo molto tempo insieme ad amici, parlando, ascoltando, ridendo e condividendo sentimenti tutto il tempo, senza mai avere l’occasione di ritirarci. E’ un tipo di stanchezza particolare quella che sentiamo, quando siamo costretti di diffondere più “gioia” di quanta il nostro cuore riesca ad emanare spontaneamente. Questo è un problema ben noto a persone, che per lavoro sono costrette ad intrattenere rapporti continui e possibilmente cordiali ed allegri con altre persone: prima o poi la voglia di aprirsi finisce e il sorriso diventa artificiale. Infatti la “gioia” è faticosa, consuma la nostra energia e non tutti possiamo sostenerla in modo uguale. Forse proprio per questo i clown dopo i loro spettacoli a volte sembrano addirittura tristi?
La gioia disturbata
La facoltà di provare gioia in modo equilibrato e adeguato è una funzione del sistema funzionale di Cuore e – come tutte le emozioni secondo la MTC – può essere disturbata da un disequilibrio all’interno di questo sistema. La dinamica di questa emozione va verso l’esterno, è di natura yang e consuma il qi, quindi questo moto emotivo diventa particolarmente difficile e stancante per persone con un qi o uno yang di Cuore deboli. Queste persone nel contatto con gli altri appaiono piuttosto riservate, risparmiano in gesti e mimica e sono di poche parole. Generalmente non amano troppo le chiacchere, il sentimentalismo, le battute e le serate in compagnia. Dopo un evento sociale hanno bisogno di tempo per riprendersi, sentono il forte bisogno di ritirarsi, di passare del tempo da soli o di raccogliersi in qualche maniera.
Del tutto diverse sono le persone, il cui yang di Cuore è esuberante, sia perché eccessivo di per sé (Fuoco di Cuore), sia perché non controllato abbastanza da una radice yin di Cuore troppo debole (Calore Vuoto con deficit di yin di Cuore). Queste persone parlano molto e volentieri, a volte anche senza loro stessi ascoltare abbastanza, ridono e fanno battute a volte anche in momenti inopportuni, canticchiano in continuazione e parlano con sé stessi. Non si stancano di parlare dei fatti altrui, sempre con una grande partecipazione emotiva. In caso di Fuoco di Cuore questi fuochi d’artificio comunicativi hanno un qualcosa di rumoroso, esplosivo e brusco, in caso di una debolezza della radice yin di Cuore invece sono accompagnati da una sensazione d’irrequietezza, una sensibilità eccessiva o la sensazione di avere la pelle troppo fine.
La gioia degli adolescenti
Il periodo della vita, in cui il movimento del Fuoco e quindi anche gli aspetti emotivi legati alla gioia passano in primo piano, sono gli anni da adolescenti e giovani adulti. Sono anni di innamoramenti ed entusiasmi, ma anche di progetti di vita in rapida evoluzione. Il Fuoco divampa forte e brusco, ed a volte altrettanto velocemente si spegne. Gli amori che nascono durante il periodo del movimento del Fuoco difficilmente superano la fine dell’innamoramento e spesso si arenano appena lo sguardo entusiasta sul compagno cede il posto ad una visione più sobria.
Questa fase della vita può regalare la ricchezza della gioia così come può portare con sé i pericoli di un suo sbandamento. Sono anni, in cui aprirsi ad altre persone risulta più facile, in cui si ride e si festeggia molto e la vita – nel bene e nel male – arriva più vicina e si fa grande. Ma sono anche anni in cui la gioia facilmente diventa troppa, quando tornare sobri si fa man mano più difficile e si perde il proprio centro in mezzo a tanto svago e tanta distrazione. Inoltre durante questo periodo di vita da una vampata di Fuoco può più facilmente nascere un pericoloso incendio, e da gioioso entusiasmo nascere un’idea fissa esagerata o persino fanatismo cieco.
Quando durante l’infanzia servivano limiti e regole per controllare la rabbia esuberante (nei termini della filosofia cinese: il Metallo controlla il Legno), allora secondo la stessa teoria cinese il rimedio contro una gioia strabordante in età adolescenziale può venire dall’attivazione dell’Acqua (l’Acqua controlla il Fuoco). Trovarsi senza la protezione degli adulti, dover tirare avanti da soli, stare all’erta in una situazione di pericolo o anche solo in un ambiente estraneo, tutte queste sono situazioni che rafforzano la volontà di vivere e portano ad una centratura nel senso del movimento dell’Acqua, la quale potrà contenere la dinamica disperdente del Fuoco senza – speriamo – estinguerla del tutto. Di fatti molte culture e tradizioni confrontano gli adolescenti con situazioni di un certo tipo: riti d’iniziazione, prove di coraggio, viaggi o una formazione che porta lontano da casa sono in questo periodo di vita esperienze particolarmente importanti e a volte anche necessarie.
In questo modo un adolescente potrà superare anche i più focosi anni selvaggi e approdare sano e salvo nel porto sicuro del movimento della Terra, durante il quale potrà finalmente diventare ragionevole.
Karin Wallnofer – la via cinese alla salute
Dic 16, 2014 | AGOPUNTURA, ALIMENTAZIONE E SALUTE, MEDICINA FUNZIONALE, OMEOPATIA
Il movimento Terra è associato al sistema funzionale di Milza e al pensiero.
Il movimento Terra
La Terra all’interno dei cinque movimenti occupa un ruolo particolare. Se parliamo di cinque movimenti il più delle volte avremo in mente un loro ordine circolare, secondo il quale ognuno dei cinque movimenti nasce da quello che lo precede e genera il movimento successivo. Secondo questo modello la Terra segue il Fuoco ed è seguita dal Metallo. Ma la filosofia cinese conosce anche un altro modello dei cinque movimenti, secondo il quale la Terra si trova al centro ed i restanti quattro movimenti in un ordine quadrato occupano ognuno un punto cardinale: l’Acqua il nord, il Legno l’est, il Fuoco il sud e il Metallo l’ovest. Questa idea della Terra al centro si ritrova in molti ambiti della medicina cinese, per esempio nella denominazione dei sistemi funzionali di Stomaco e Milza come il “centro” oppure nel ruolo centrale del sapore dolce nella dietetica.

Il fatto che questi due modelli differenti dei cinque movimenti (chiamiamoli “5″ e “4+1″) possano in contesti diversi coesistere ed alternarsi in modo del tutto paritario, potrebbe forse irritare chi si avvicina alla medicina cinese. In realtà la filosofia cinese non presume, che questi modelli filosofici possiedano una qualche verità assoluta. Essi sono veri solo e fino a quando ci sono utili a spiegare un fenomeno osservato o illustrare una legge della natura. Possiamo quindi permetterci di cambiarli secondo le nostre necessità, proprio come due paia di scarpe, ed è quello che faremo anche in questo articolo.
Un contesto, in cui ambedue i modelli dei cinque movimenti possono essere utilizzati, sono le quattro stagioni. Secondo il modello dei cinque movimenti in fila uno dopo l’altro (“modello 5″) la Terra corrisponde alla tarda estate, ossia quelle settimane, in cui molti frutti diventano dolci e l’estate trattiene il respiro prima di cedere all’autunno. Secondo il secondo modello invece (“4+1″) il movimento della Terra rappresenta il centro dell’anno, un perno immaginario, intorno al quale l’anno si sviluppa e al quale torna dopo ognuna delle quattro stagioni. La Terra in questo caso viene associata con periodi di passaggio di due settimane, che separano ognuna delle stagioni da quella che la succede.
Pensare, una delle “emozioni”
E ora arriviamo al nostro tema principale: le emozioni. L’emozione associata al movimento Terra può essere tradotta come pensare, riflettere oppure – nella forma patologica – rimuginare. Entrano nella sfera d’influenza della Terra anche la ragione e lo studio. Che strano, molti penseranno, che in medicina cinese viene classificato come “emozione” qualcosa che secondo i nostri parametri occidentali rappresenta praticamente l’esatto contrario dell’emotività. Ma in questo ambito “emozione” descrive l’espressione e il movimento del qi dei singoli sistemi funzionali. Pensare è la facoltà emotiva e l’espressione del sistema di Milza, proprio come sapersi prendere il proprio spazio è l’espressione emotiva del Fegato.
Pensare in modo eccessivo indeblisce la Milza
Il collegamento tra il pensare e la Milza si rispecchia molto concretamente nel fatto che per pensare abbiamo bisogno del qi e ne consumiamo. Oggigiorno sapiamo, che il cervello per il suo approvvigionamento energetico dipende dalla glicemia. Un livello glicemico stabile è di fondamentale importanza per un buon funzionamento del cervello. Secondo la MTC mettere a disposizione energia sotto forma di glicemia e mantenerla costante nelle situazioni normali fa parte dei compiti del sistema di Milza (in situazioni estreme è aiutata dal sistema di Rene). E noi quando pensiamo molto ci accorgiamo dell’influsso debilitante sulla Milza perchè ci sentiamo stanchi e a volte ci viene appetito di qualcosa di dolce, segni questi di una debolezza passeggera del qi e in modo particolare del qi di Milza.
Se i periodi di pensiero eccessivo durano per troppo tempo, da questa debolezza passeggera può generare un deficit di qi di Milza duraturo. In altre parole: il pensiero eccessivo indebolisce la Milza. L’effetto nocivo comprende oltre all’indebolimento del qi Milza anche il favorimento di una sua stagnazione. In medicina cinese si dice: il pensiero eccessivo annoda il qi. In seguito il sistema funzionale di Milza non riesce più a svolgere bene le sue funzioni e tra le altre cose ne risente anche la digestione. Questi sono disturbi osservabili nei studenti molto diligenti o generalmente nelle persone intellettuali. Tuttavia l’esito della riflessione non influenza l’effetto negativo di un pensiero eccessivo sulla salute. Anche e soprattutto l’abitudine di rimuginare senza meta e senza esito nuoce alla Milza.
Pensare e digerire
Se la Milza è a sua volta debole, in deficit di qi oppure bloccata da un accumulo di Umidità, la facoltà di pensare può essere ridotta. La persona ovviamente non è per questo meno intelligente, ma riesce a concentrarsi male e per poco tempo, percepisce il lavoro mentale come molto stancante e i suoi pensieri raramente raggiungono la chiarezza necessaria, rimanendo piuttosto sfocati e confusi. Anche l’abitudine di rimuginare può essere la conseguenza di una debolezza del sistema di Milza. Sembra come se la Milza non avesse la forza di uscire da guazzabuglio di pensieri iniziati per poterne pensare uno fino alla fine. Per poter pensare bene quindi è necessario che ci alimentiamo bene. Una colazione che tonifichi il qi per esempio molte volte sarebbe più importante per una carriera scolastica di tante ore di ripetizione.
Si riesce a comprendere bene questo tipo di debolezza immaginandosi la dinamica della Milza nell’atto di pensare. A differenza delle altre emozioni principali nella medicina cinese, le quali si manifestano con movimenti percettibili e a volte anche ben visibili, la dinamica del pensare si svolge all’interno di uno spazio più limitato. Per capire questa dinamica possiamo pensare a come i due sistemi del centro, Milza e Stomaco, collaborano nella digestione: la Milza deve estrarre da cibi e bevande le parti pure e portarle verso l’alto, dove verranno trasformate in qi e Sangue; lo Stomaco invece dirige verso il basso e verso la loro evacuazione le parti impure. Questo gioco d’insieme di forze ascendenti e discendenti rappresenta il nocciolo stesso del meccanismo del qi, ossia di quell’insieme ordinato e armonico di tutti i sistemi funzionali. Ora possiamo immaginarci, che la funzione della Milza nell’atto di pensare assomigli molto a questa sua funzione digerente. Informazioni e impressioni vengono da parte della Milza letteralmente “digerite”: sono ordinate e divise, l’utile verrà memorizzato e acquisito, l’inutile invece sarà messo da parte e dimenticato. Una Milza debole anche sul livello del pensiero non è in grado di dividere il puro dall’impuro, l’utile dall’inutile: i pensieri si rincorrono in un cerchio.
Gli anni della maturità
La fase di vita associata al movimento Terra potrebbe essere definita come gli anni della maturità. Inizio e fine di questo periodo della vita dipendono più da fattori sociali che da fattori biologici, quindi è impossibilie inquadrarli in modo universale. Comunque si tratta di anni, durante i quali nella maggior parte delle vite si fa sentire una certa stabilità: una relazione fissa, un domicilio fisso, un lavoro fisso.
Un tema centrale durante questo periodo della vita è il nutrire, in stretta risonanza con i sistemi di Milza e Stomaco. Mentre i rapporti con i partner durante la fase del Fuoco sono caratterizzati fortemente da entusiasmo e innamoramento, durante gli anni della maturità s’incontrano più rapporti basati su fiducia, senso di responsabilità e un disegno di vita (ragionevole) comune. Spesso si tratta di anni, in cui due generazioni dipendono da noi: i genitori man mano più anziani e i propri figli. Anche in questo senso sono richiesti cura, affidabilità e responsabilità, tutte virtù associate alla Terra. Soltanto dopo i lunghi anni della maturità ci allontaneremo lentamente e passo dopo passo da questa responsabilità, durante il periodo associato al movimento del Metallo.
Karin Wallnofer – la via cinese alla salute
Dic 11, 2014 | AGOPUNTURA, ALIMENTAZIONE E SALUTE, MEDICINA FUNZIONALE, OMEOPATIA
La rabbia fa ammalare
In medicina cinese al movimento del Legno sono correlati i sistemi funzionali di Fegato e Cistifellea. Come ognuno dei cinque movimenti anche il Legno si manifesta in uno spettro largo di emozioni, che vanno da sentimenti sottili ad emozioni sconvolgenti ed eccessive, cause o manifestazione di squilibri interiori. Per semplicità inizieremo i nostri ragionamenti con queste emozioni eccessive.
L’emozione correlata con il Legno, che nelle sue forme eccessive può disturbare il sistema di Fegato o essere segno di un suo disturbo, è la rabbia. In chiave energetica la rabbia è l’espressione dello yang di Fegato, che si libera in modo incontrollato. Questa emozione è caratterizzata dal movimento verso l’alto e l’esterno: il volto si tinge di rosso, si urla, si gesticola, a volte si arriva anche a fare danni. Dal punto di vista energetico la rabbia ci sradica, strappa la nostra àncora, e la maggior parte dei disturbi causati da una rabbia troppo forte o troppo duratura hanno a che fare con questo movimento incontrollato dello yang verso l’alto. Si tratta di cefalea, vertigine, tinnito, ipertensione, o di alcuni particolari disturbi del sonno.
La rabbia come segno di squilibrio
Come conseguenza di un disequilibrio invece possiamo incontrare la rabbia in tutti quei casi che vedono l’equilibrio yin-yang del Fegato ribaltato a scapito dello yin. In medicina cinese si dice che in questi casi lo yang di Fegato, il quale dovrebbe essere ancorato e tenuto calmo dallo yin di Fegato, si libera e fugge verso l’alto. A differenza dalla rabbia “sana”, che sorge in seguito ad un avvenimento reale, rimane adeguata alla causa scatenante e scompare in seguito alla risoluzione di questa, la rabbia come conseguenza di un disequilibrio interno compare senza causa sufficiente, praticamente dal nulla, oppure perdura nel tempo come una specie di stato d’animo di fondo.
Secondo la teoria della MTC in queste forme di rabbia si possono distinguere due meccanismi diversi, che giustamente si manifestano in emozioni differenti. Nel primo caso succede, che lo yang del Fegato è di per sé abbastanza forte (a volte anche “surriscaldato” dalla stagnazione, come vedremo in seguito) da potersi liberare. In questo caso la medicina cinese parla di un Fuoco di Fegato. La rabbia che si manifesta in questa sindrome è brusca, intensa, piena di forza e violenta. La persona interessata fa fatica a controllarsi e tipicamente sente una forte pulsione a diventare manesca. Anche se dovesse riuscire ad evitare atti violenti, avrà comunque visioni interne di violenza contro oggetti o persone. Questa forma di rabbia è tipica nei bambini e negli uomini in età migliore, il cui yang è di per sé molto vigoroso e in presenza di un disturbo facilmente degenera in Fuoco.
La seconda forma di rabbia come conseguenza di un disequilibrio è più frequente invece nelle donne e nelle persone deboli o anziane. In questi casi lo yang di Fegato diventa strapotente soltanto in modo relativo, ossia perché la parte yin del sistema di Fegato è troppo debole per poterlo tenere ancorato. Questa forma di rabbia non segue un percorso esplosivo, ma fasi più lunghe e caratterizzate tipicamente più da debolezza che da forza. Questa forma di rabbia “vuota” è più litigiosa, criticona, intrigante e manipolativa e meno manesca. Gli squilibri interni che possono causare questa forma di rabbia in medicina cinese sono descritti come un deficit di Sangue o di yin di Fegato
Ambedue le forme di rabbia spesso sono accompagnate da frustrazione, ossia – nei termini della MTC – una stasi di qi di Fegato. Per comprendere il meccanismo energetico dietro alla frustrazione e il suo legame con la rabbia prima dobbiamo dedicare qualche riga agli aspetti emotivi positivi del sistema funzionale di Fegato.
Il Generale e la frustrazione
In medicina cinese il Fegato viene rappresentato come il Generale. Il generale dall’alto di una collina scruta l’orizzonte e decide, in quale direzione mandare le sue truppe. Stabilisce le strategie e pianifica i rifornimenti. Il Fegato ovviamente non mette in gioco truppe, bensì le sue risorse: qi e yang. I moventi di questo generale interno sono la voglia di svilupparsi, di mettersi alla prova, il desiderio di incontrare avventure e la necessità di conquistare uno spazio proprio su questo mondo. Come un germoglio, che possiede la forza di spaccare l’asfalto, il Fegato può sviluppare forze enormi, le quali però – nel caso migliore – sono flessibili proprio come i germogli. Flessibilità e tolleranza di fatti sono le caratteristiche di questa forza espansiva del Fegato, quando esso è equilibrato e in salute. Questa forza positiva del Fegato ci è indispensabile per poter avere visioni per il futuro, per adeguarci a condizioni cambiate e per poter, fino ad un età progredita, sentire la voglia di iniziare qualcosa di nuovo.
Per ogni impulso, ogni mossa e all’inizio di ogni azione il Fegato mobilizza, dirige e mette in moto il qi. Ogni volta che noi sopprimiamo un impulso o non diamo seguito ad un moto interno, il qi rimane per così dire incastrato a metà strada e ristagna. Questa è un’immagine che riesce a descrivere bene lo sviluppo della stasi di qi di Fegato, uno squilibrio estremamente diffuso. Tradizionalmente la medicina cinese spiega questo disturbo con il blocco di emozioni tipiche per il sistema di Fegato, prima di tutte la rabbia. In pratica però è possibile riscontrare una forte stasi di qi di Fegato anche nelle persone che effettuano un controllo troppo forte su quelli che sono i loro impulsi spontanei, in altre parole in persone molto puntuali, trattenute, rispettose, affidabili o tendenzialmente perfezioniste (e in senso generale spessissimo nelle donne). Il Generale Fegato quindi va in crisi anche se invece di essere eroe e avventuriero è costretto a diplomazia e riguardo. In questo senso una certa misura si stasi di qi di Fegato è sicuramente inevitabile per poter vivere una vita civile.
Però questa frustrazione non deve diventare troppa. Se gli impulsi e il desiderio di svilupparsi e prendere spazio viene bloccato troppo frequentemente, allora il qi di Fegato ristagna fortemente e si avranno disturbi importanti. La stasi a sua volta “surriscalda” qi e yang di Fegato e, come in una pentola a pressione, causa ripetute scariche dello yang di Fegato verso l’alto, accompagnate dalle emozioni e seguite dai disturbi di cui abbiamo detto sopra.
Il Legno e l’infanzia
Durante l’infanzia sono però frequenti anche i disturbi nel movimento del Legno e spesso si manifestano nella sfera emotiva e nel comportamento dei bambini. Veementi attacchi d’ira, comportamenti aggressivi o provocatori, ripetute infrazioni delle regole, mania di distruzione o testardaggine sono tutte sfumature di emozioni disturbate del Fegato. Qual è la causa di questi disturbi? Nell’ottica della medicina cinese e senza inoltrarci troppo nel campo della psicologia possiamo osservare, che il Generale Fegato ha bisogno di due fattori per potersi sviluppare bene: spazi liberi e una direzione. Se i bambini sono oppressi da limiti troppo stretti, allora manca loro lo spazio necessario per svilupparsi. Oggigiorno questo non è più tanto dovuto ad un’educazione troppo severa, quanto alla mancanza di veri spazi liberi. I bambini moderni si muovono per gran parte delle loro giornate all’interno di spazi chiusi e sotto il controllo di adulti, seguendo orari rigidi e cercando di accontentare le aspettative altrui. Per questo vale come prima cosa: i bambini hanno bisogno di movimento all’aria aperta, di libertà, di avventure e di sfide autentiche! Come seconda cosa i bambini hanno bisogno di regole chiare e limiti affidabili e irremovibili. Altrimenti la forza espansiva del Fegato perde il suo orientamento, si disperde in scaramucce e finisce per così dire con la testa contro il muro. Pensiamo ad un germoglio: ottiene la sua forza soltanto con la direzione; senza la forza di gravità, senza la luce del sole non potrebbe crescere.
Dalle emozioni del Fegato si spiegano anche l’egocentrismo e la proverbiale crudeltà di bambini (oppure di adulti, il cui sviluppo si è arrestato nel movimento del Legno). Vera compassione e la capacità di amare in modo disinteressato troveranno il loro pieno sviluppo soltanto dopo, durante la fase correlata al movimento del Fuoco.
Karin Wallnofer – la via cinese alla salute