Mag 9, 2016 | AGOPUNTURA, ALIMENTAZIONE E SALUTE, MEDICINA FUNZIONALE, OMEOPATIA

Dallo studio dei meccanismi fisiopatologici, l’elemento comune di questi disturbi sembra essere il contatto delle mucose con i succhi gastrici e con altre sostanze irritanti.
La soluzione più spesso proposta è l’inibizione della secrezione acida, la quale comporta la rinuncia ai benefici apportati dalla presenza di acido nello stomaco.
Tra i farmaci più usati in farmacologia tradizionale nelle patologie acido-correlate si distinguono 3 gruppi fondamentali: gli inibitori della pompa protonica ( IPP ), gli antagonisti del recettote H2 dell’istamina e gli antiacidi.
Gli IPP sono i più potenti inibitori della secrezione acido-gastrica la cui produzione giornaliera è ridotta dell’80-95 %. Le molecole disponibili (omeoprazolo-lanzoprazolo-pantoprazolo ecc ) presentano caratteristiche farmacologiche simili e sono utilizzati principalmente nelle ulcere-gastroduodenali e nel trattamento del reflusso gastro esofageo.
Gli H2 antagonisti inibiscono la secrezione basale basale di circa il 70 % e appartengono a questa classe la cimetidina,la ranitidina,la famotidina ecc.
Gli antiacidi sono farmaci caratterizzati da un’azione rapida utile per l’uso occasionale nel trattamento della pirosi gastrica e i più comuni sono il bicarbonato, il carbonato di Calcio,gli idrossidi di alluminio e magnesio. Questi neutralizzano temporaneamente l’acido cloridrico presente nel lume gastrico.
Questo approccio porta alla drastica riduzione dell’acidità dei succhi gastrici che svolge un ruolo molto importante per la salute in particolare nella trasformazione chimico-fisica degli alimenti,avvalendosi da un lato di movimenti coordinati di miscelazione e triturazione e, dall’altro, di secrezioni digestive ricche di enzimi, in particolare di acido cloridrico.
Tra le varie funzioni dell’acidità, una delle principali è quella di barriera nei confronti dei molteplici microorganismi ingeriti.
In caso di riduzione prolungata della sintesi dell’acido cloridrico si assiste ad un aumento di proliferazione batterica sia nello stomaco sia nel tenue, aumento della carica batterica, rischi di infezioni gastrointestinali da Salmonella e Campylobacter, ridotto assorbimento di vitamina B12, aumentato rischi di fratture e malassorbimento di magnesio e come confermato da recenti studi anche la possibilità di innescare un quadro di insufficienza renale.
I disturbi connessi al tratto gastroesofageo sono molto comuni e si stima che interessino circa un terzo della popolazione europea . Le condizioni che richiedono più spesso un intervento terapeutico sono reflusso , gastrite e difficoltà digestive.
L’acido cloridrico è necessario alla complessa funzione del tratto gastroesofageo e la sua eccessiva inibizione porta inevitabilmente ad un cattivo risultato nel processo digestivo così come se si saltasse un importante e fontamentale passaggio nel processo di un oggetto in una catena di montaggio.
L’approccio della medicina complementare, mediante agopuntura, omotossicologia e medicina funzionale, volge invece che ad una inibizione, alla ricerca di tutti i possibili agenti esterni ed interni disturbanti, valutando l’aspetto alimentare, funzionale ed emozionale del paziente e agendo con un approccio di terapia che guarda il più possibile alla ricerca di ricreare un normale assetto dell’organismo.
Feb 8, 2016 | AGOPUNTURA

Il numero di medici agopuntori e di operatori olistici che lavorano con diverse tecniche sui meridiani della Medicina Tradizionale Cinese è in crescita in tutto il mondo. Questo fenomeno va di pari passo con la richiesta sempre maggiore, da parte delle persone, di metodi di guarigione alternativi e naturali. Purtroppo, però, nonostante questo, i puristi della scienza continuano a non considerare l’agopuntura e le altre tecniche da essa derivate come trattamenti legittimi.
Tuttavia, sembra che finalmente la scienza sia stata in grado, di recente, di verificare visivamente l’esistenza dei punti dell’agopuntura e dei meridiani. Questi ultimi sono dei vasi, all’interno del corpo, che conducono l’energia vitale, proprio come se fossero dei fili di un circuito elettrico.
Utilizzando una nuova tecnica di cattura delle immagini e di tomografia computerizzata, infatti, i ricercatori hanno osservato dei punti concentrati dentro a strutture microvascolari, che corrispondono chiaramente ai punti su cui lavorano gli esperti di medicina energetica da quasi 2000 anni.
Nello studio, pubblicato dal Journal of Electron Spectroscopy and Related Phenomena, i ricercatori hanno usato una tecnica di immagine di contrasto sia sui punti dell’agopuntura che altrove sul corpo. Questa scansione ha rivelato una chiara distinzione tra i punti comuni e le strutture anatomiche costituite dai punti di agopuntura.
La tomografia computerizzata è una tecnica che ricorre ai raggi X per creare immagini in sezione trasversale. In questo studio, i ricercatori hanno usato una tecnica speciale, grazie alla quale si è osservata una densità maggiore di microvasi corrispondenti ai punti dell’agopuntura, oltre che una grande quantità di strutture microvascolari involute.
Secondo la Medicina Cinese, l’energia vitale scorre all’interno del corpo in un complesso sistema di vasi noti come Meridiani. Nel farlo, questa seguirebbe il libero fluire del sangue nell’organismo. Se la circolazione del sangue è limitata, allora lo sarà di conseguenza anche il movimento dell’energia vitale. Questo causerà disarmonia nell’altrimenti simbiotico funzionamento degli organi.
Le arti fisiche ed esoteriche del Tai Chi e del Qi Gong lavorano allo scopo di migliorare il flusso vascolare del sangue, affinché anche l’energia vitale fluisca più libera. L’effetto è quello di una salute migliorata e di un sistema immunitario più forte. Di conseguenza, si ha molta più energia e migliora anche l’armonia mentale, oltre che quella emotiva.
Tutto questo sembra ora finalmente convalidato scientificamente, grazie a questa ricerca che conclude che i punti dell’agopuntura hanno delle concentrazioni elevate di microvasi vicino alla superficie della pelle. I punti sembrano inoltre connessi strettamente ad alcune aree del corpo dove può concentrarsi più sangue.
Questo studio identifica anche i principali meridiani del corpo, scoperti più di 2000 anni fa durante il regno dell’Imperatore Giallo, Huang Di, considerato come il fondatore della Medicina Cinese e dell’Agopuntura.
Altre ricerche hanno portato, attraverso la risonanza magnetica e le immagini ad infrarossi, oltre che con la fotografia termica LCD, gli ultrasuoni e altre tecniche di tomografia computerizzata, alla scoperta delle strutture dei punti dell’agopuntura e dei meridiani.
Gli studi correlatati con microsensori amperometrici di ossigeno hanno rivelato una variazione parziale della pressione dell’ossigeno che, ancora una volta, corrisponde alle mappe energetiche del corpo umano sviluppate dai cinesi. Ecco le immagini:

Tutte queste nuove ricerche vanno a supportare la medicina alternativa complementare, che offre senza dubbio guarigione e sollievo a moltissime persone, ma viene allo stesso tempo derisa e sottovalutata dagli scettici e dagli scienziati puristi. Molti detrattori dell’agopuntura dichiarano che si tratti di nulla di più che effetto placebo. Queste nuove ricerche li smentiscono.
Fonte: generazionebio.com
Feb 3, 2016 | AGOPUNTURA, MEDICINA FUNZIONALE, OMEOPATIA, PILLOLE DI RIFLESSIONE

“Dal passato dovremmo riprendere i fuochi, e non le sue ceneri”. (Jean Leon Jaurès)
In psicosomatica si dice che le tensioni che tratteniamo si riverberano e manifestano con sofferenze per il nostro intestino crasso. Tutto ciò che è strettamente legato all’azione del trattenere si manifesta con i segni evidenti di costipazioni, dolori e fitte, meteorismo, flatulenza che vengono letti come segnali di una profonda paura di fallire, un eccesso di riservatezza, una timidezza profonda o una tristezza insita nell’anima.
Sempre secondo la psicosomatica le manifestazioni dell’intestino crasso sono legate alla mancata chiusura e cicatrizzazione delle ferite provocate dalle esperienze negative o dalle insicurezze materiali e affettive.
Molti sono convinti che queste ultime possano essere trattate con la stessa logica. Al contrario esistono due ambiti distintivi e complementari ben contrapposti tra loro: quello spirituale e quello materiale.
Ogni volta che dobbiamo fare una scelta dobbiamo orientarci verso uno o l’altro. Importante è ricordare che sulla bilancia del nostro benessere se lavoriamo troppo sulla parte materiale, l’altra viene meno portando notevole disequilibrio.
L’essere umano nasce spirituale e compie tutto il suo percorso vitale alla ricerca di questo aspetto come complemento per la propria felicità. Tutte le filosofie orientali sono concordi nell’affermare che maggiore è la ricerca spirituale e più grandi sono i benefici materiali che si ricevono. In effetti, più si sale verso una spiritualità profonda e meno sono le necessità materiali che vengono, non dico abbandonate, ma considerate più per la loro utilità più che per la dipendenza che creano.
L’intestino crasso ha simbolicamente proprio questa funzione: ricordarci di espellere tutto ciò che è inutile, superfluo perché, in caso opposto, può solo nuocerci profondamente e impedirci di essere e pensare liberamente.
da Olos e Logos Paolo G.Bianchi
Gen 20, 2016 | AGOPUNTURA, ALIMENTAZIONE E SALUTE, MEDICINA FUNZIONALE, OMEOPATIA

Uno dei disagi più presenti nelle persone avanti negli anni è la mancanza di forza e di energia.
Troppo spesso visito persone di una certa età che prendono farmaci per la pressione alta e che alla misurazione evidenziano valori di 120/70 o anche meno, ottimi valori per un trentenne, ma meno adatti ad un settantacinquenne.
Quando da distesi li faccio sedere, spesso la pressione si abbassa ulteriormente, raggiungendo valori da “bambino”.
Avviene spesso così: tra i 40 e i 60 anni si è iniziato a prendere la pillola (più spesso “le pillole”) per la pressione e queste sono diventate un’abitudine. Quindi in molti casi la pressione va a valori di 130/70 che sono perfetti tra i 40 e i 60 anni, ma negli anni successivi, quando le arterie si induriscono lievemente, gli anziani potrebbero avere bisogno di una pressione arteriosa un po’ più elevata per fare funzionare al meglio il cervello e soprattutto per stare in piedi senza vacillare e cadere.
Le persone con la pressione arteriosa più bassa, talvolta troppo bassa, sono spesso al centro di cadute e di traumi. La rottura del femore o il trauma cranico sono all’ordine del giorno.
Fa bene ricordare che la pressione arteriosa ha delle oscillazioni diurne e notturne importanti. Così, chi di giorno si misura 130/70 rischia di notte di avere 100/60 e di cadere per terra senza accorgersene quando magari si alza dal letto solo per fare pipì…
Da qualche anno, sono finalmente comparsi alcuni lavori scientifici che evidenziano questo problema, riconoscendo che i valori richiesti per le persone di mezza età possono essere troppo bassi per chi invece ha più di 70 anni, obbligando quindi il medico ad una riflessione che vada oltre la lettura delle “Linee guida” e lo porti a considerare invece la risposta individuale.
Due recentissime ricerche, effettuate da ricercatori italiani, danesi e olandesi, hanno valutato il rischio di mortalità nelle persone di oltre 75 anni, studiando, nella prima ricerca, oltre 1500 persone di una coorte di cittadini milanesi, seguiti per 10 anni (Ogliari G et al, Age Ageing. 2015 Nov;44(6):932-7. doi: 10.1093/ageing/afv141).
In questa ricerca si è documentato che il rapporto tra pressione e mortalità in generale è a forma di “U”, ovvero che chi ha la pressione altissima e chi la ha molto bassa hanno un rischio di mortalità elevato, mentre chi la ha “medio-alta” (o almeno così si crede) ha la migliore possibilità di sopravvivenza.
I dati parlano di un valore di 165/85 come valore ottimale. Si tratta di un “numero” che spesso fa sobbalzare medici e pazienti, ritenendo che sia una pressione troppo elevata, mentre i dati statistici sono molto chiari.
Una pressione medio alta (la stessa che era considerata normale 50 anni fa) è positivamente correlata al prolungamento del benessere e della vita stessa. In altri termini “fa bene…”.
La seconda ricerca, pubblicata sul Journal of American Geriatric Society, definisce invece che quello stesso livello di pressione (165/85) è quello che garantisce per il miglior stato cognitivo negli anziani e che aiuta le persone che abbiano già avuto un declino cognitivo a migliorare le proprie performance intellettive (Ogliari G et al, J Am Geriatr Soc. 2015 Sep;63(9):1741-8. doi: 10.1111/jgs.13616. Epub 2015 Aug 17).
In pratica significa che con quella pressione anche il cervello riceve il giusto nutrimento e funziona meglio.
Sopra i 70 anni quindi, i valori di pressione ( ma lo stesso lo diciamo da anni per il colesterolo) vanno rivisti in modo da facilitare il passaggio dell’ossigeno nel cervello per mantenere elevate le capacità di movimento, l’umore e le capacità intellettive.
Torniamo quindi alla necessità di usare il buon senso nelle prescrizioni e nel considerare ogni persona una persona a sé stante, per potere sempre suggerire il meglio per il benessere e per la qualità e la durata della vita.
In pratica, significa che vanno messi in atto tutti gli accorgimenti che evitino un eccessivo abbattimento della pressione, preferendo ad esempio scelte dietetiche corrette e l’utilizzo di probiotici adatti piuttosto che di farmaci, utilissimi certo, quando si sono esaurite le capacità autonome di riequilibrio.
Inoltre significa che i valori di pressione cui deve aderire una persona di 70 anni e oltre non sono quelli previsti per un trentenne. Significa che ogni medico deve essere cauto nel mantenere valori bassi di pressione o nello spingere un anziano a raggiungerli.
Attilio Speciani
Gen 11, 2016 | AGOPUNTURA, ALIMENTAZIONE E SALUTE, MEDICINA FUNZIONALE, OMEOPATIA, PILLOLE DI RIFLESSIONE

Cosa significa somatizzazione? Parliamo di somatizzazione quando i nostri organi assorbono l’emozione negativa non elaborata. Quindi non è altro che lo spostamento dei sintomi psichici sul corpo. L’energia emozionale, invece di essere percepita e vissuta, viene deviata su di un organo o apparato. L’organo risente con modalità diverse a queste sollecitazioni arrivando a variazioni della sua funzione come avviene nelle reazioni psicosomatiche fino ad una vera e propria alterazione della sua struttura e quindi alla malattia, come nelle vere e proprie malattie psicosomatiche.
Le difese contro il distress ( stress negativo ) si manifestano a vari livelli. Il primo stato è l’emozione ed il pensiero; il secondo sono le reazioni corporee scatenate dal sistema neurovegetativo ed il terzo ed ultimo stato le alterazioni del sistema endocrino ed immunitario.
Quindi, se una persona vive una situazione di distress giornaliero, innesca per primo il suo filtro emotivo e cognitivo che si manifesta con disperazione, pianto, richiesta d’aiuto ecc. Contemporaneamente ragiona sulla possibile via di d’uscita che non viene trovata, per paura, insicurezza ecc.. A questo punto si innesca il filtro neurovegetativo. L’individuo comincia a manifestare disturbi psicosomatici come aritmie cardiache, pressione alta, disturbi addominali ecc. Tutto questo dovrebbe portare a prendere una decisione.
Ma nulla viene modificato. Se il tempo di sovraccarico perdura troppo il sistema neurovegetativo arriva al suo esaurimento e quindi subentra il terzo stadio che è quello immunitario dove la persona arriva a manifestare vere e proprie malattie psicosomatiche coma la psoriasi, le malattie autoimmunitarie (tiroiditi,diabete,artite reumatoide ecc.).
Malessere significa “cattiva vita”. L’individuio vorrebbe andare in una direzione ed invece ne segue un’altra; vorrebbe stare fermo ed invece corre; vorrebbe urlare e ribellarsi invece tace ed abbassa la testa. Questa “mala vita” diventa lacerante ed innesca un conflitto che blocca. L’enorme carico non risolto trova attraverso l’espressione del corpo un modo per manifestare il disagio. Esprime attraverso i sintomi il malessere che altrimenti resterebbbe muto.
Può fare questo scegliendo un organo detto “organo bersaglio”: la pelle, l’intestino, il cuore, il fegato, i polmoni ecc. L’organo bersaglio viene selezionato in base a due fattori: la debolezza ed il simbolo. Spesso viene scelto l’organo più sensibile che è geneticamente predisposto o che ha già subito attacchi nel corso della vita, ma viene anche scelto l’organo che rappresenta simbolicamente la funzione della persona dove alberga il trauma stressogeno.
L’organo come simbolo può essere descritto come una finestra aperta sulla dimensione profonda della vita psichica. Si possono dividere gli organi in tre categorie.
Organi Recettivi: ne fanno parte l’apparato digerente e respiratorio che prendono cibo ed aria dall’esterno e poi restituiscono le scorie. Ogni volta che ci troviamo a valutare segnali su questi organi si può pensare ad un problema legato a ciò che l’individuo ha mangiato o respirato, ossia ha dovuto accettare dai componenti della sua vita familiare o sociale. Qui ci orientiamo su problematiche legate alle relazioni
Organi Discriminativi: ne fanno parte l’apparato nervoso, cutaneo ed immunitario, che discriminano le cose buone da quelle cattive, selezionano , riconoscono ciò che è proprio. Un disturbo su questi apparati può far pensare ad una problematica legata alla valutazione di cosa tenere e cosa lasciare , rispetto a quello che giunge da fuori, dal mondo delle relazioni sociali. Qui ci orientiamo su problemi legati all’identità.
Organi Operativi: ne fanno parte l’apparato osseo e tendineo e l’apparato muscolare. Tali apparati servono a muoversi e a raggiungere obiettivi. Ogni volta che ci troviamo di fronte a disturbi di questi sistemi possiamo considerare un conflitto verso la dimensione di operare in modo concreto. Ci orientiamo su problemi legati alle realizzazioni.
I disturbi fisici necessitano cure e controlli periodici dato che sono cronici. In contemporanea si deve prendere cura dell’aspetto depressivo che scatena la somatizzazione. Nella somatizzazione è contenuto un conflitto che lacera: è importante trovarlo, andando a ritroso nella situazione che ha scatenato i sintomi.
Perché si possa parlare di vero e proprio disturbo di somatizzazione, secondo la definizione del DSM, i sintomi devono comprendere almeno 4 che riguardano il dolore, due gastrointestinali, uno sessuale e un sintomo pseudoneurologico (es. vertigine). Per tutti questi sintomi fisici e no si può trovare una spiegazione medica, un’origine fisiologica del problema. Tutto è da inquadrare nell’ambito della sfera psichica del paziente. A volte la somatizzazione è accompagnata da sintomi di ansia e depressione, sia endogena che reattiva.
Attraverso la metodica Vega test expert plus è possibile determinare ed affrontare i sintomi che si presentano sia sul piano fisico, determinando organo od apparato in sovraccarico, sia a livello emozionale per valutare causa più profonda che affonda le radici nel vissuto del paziente.
Dott. Mauro Piccini
Nov 19, 2015 | AGOPUNTURA

…Il lutto è legato ai concetti di tristezza, dolore psicofisico, svuotamento. Una sua evoluzione patologica provoca un ristagno, un blocco che abbiamo definito ‘congelamento’, con sintomi sia psichici che organici.
Vedremo come la MTC interpreti la condizione di lutto in modo del tutto analogo, pur nella diversità del linguaggio utilizzato, e come sia possibile intervenire in situazioni patologiche con un eventuale trattamento agopunturistico.
Il lutto in movimento
“E’ scomparso, defunto. Non sarà più possibile scorgerlo. Ecco che, allora, piangono, singhiozzano, si colpiscono il petto e battono i piedi per terra, fin quando il loro dolore non si è pienamente espresso”.Il Liji, da cui questo brano e tratto, descrive lungamente le manifestazioni fisiche del dolore per la perdita di un congiunto. Vi si legge ancora:
“Quando si apriva il sarcofago (per preparare la sepoltura) il figlio piangeva, si lamentava e fremeva un numero indefinito di volte. Per sopportare il peso del dolore e dell’angoscia del suo cuore, nella penosa agitazione del suo spirito, per liberarsi dallo stritolamento della tristezza e dell’afflizione, si denudava il braccio sinistro e lo agitava al fine di calmare il suo cuore e di far discendere i suoi soffi, mettendo i suoi arti in movimento”.
In entrambi i brani citati si ritrova il concetto del movimento come mezzo per lenire la sofferenza: il muoversi impedisce al qi di ristagnare nel petto e diminuisce dunque la sensazione di tristezza e di afflizione, le rende più sopportabili.
Vengono in mente le nostre prefiche, le danze rituali delle civiltà antiche, e le riflessioni junghiane sull’espressione corporea come strumento per far emergere contenuti psichici inconsci. Molto più semplicemente pero, il testo cinese fa riferimento alla definizione del dolore, inteso come blocco della circolazione energetica, senza alcuna differenza qualitativa tra la sua dimensione fisica e quella mentale o spirituale. Nel Liji si da anche indicazione di una ragionevole durata della condizione di lutto: “Un figlio alla morte del padre piangeva senza interruzione per tre giorni consecutivi; per tre mesi non lasciava né la fascia né la cintura di canapa; per un anno piangeva mattino e sera con un profondo sentimento di tristezza; il suo dolore opprimente durava tre anni. Le testimonianze di affezione andavano così decrescendo.”
L’intensità del sentimento di tristezza si riduce gradatamente nel tempo e nel giro di tre anni deve scomparire, per non diventare un eccesso patologico in grado di danneggiare l’organismo.
La tristezza ed il Riscaldatore Superiore
Il carattere del termine Bei, Tristezza, definisce molto bene ciò che gli antichi testi medici cinesi intendono quando si riferiscono a tale condizione: nella parte inferiore vi e l’ideogramma del Cuore, nella parte superiore quello di due schiene contrapposte, a simboleggiare una persona in conflitto con se stessa, presa in un circolo vizioso di negatività che consuma il qi del Riscaldatore Superiore.
La tristezza infatti e l’esacerbazione del naturale movimento di discesa ed interiorizzazione proprio della loggia energetica del Metallo e dell’organo ad essa collegato, il Polmone: il movimento fisiologico che porta gli stimoli esterni all’interno diventa compressione e ristagno, creando cosi un ingombro ed un intralcio al libero fluire del qi, dei liquidi e del sangue a livello del petto, compromettendo il normale funzionamento sia del Cuore che del Polmone, cioè appunto del Riscaldatore Superiore. Questo permette anche di spiegare perche la tristezza sia associata al pianto. E perche quest’ultimo produca una sorta di sollievo e vada quindi incoraggiato in chi sta vivendo un lutto: l’ingombro energetico nel petto impedisce al Polmone di svolgere la sua funzione di abbassamento delle acque, il qi tende a salire, innalzando i liquidi puri (ye) in eccesso che tenderanno ad uscire dagli occhi (dove termina il meridiano di Cuore) e dal naso (orifizio di pertinenza del Polmone). E chissà che l’espressione di uso comune “cuore traboccante” non si radichi nella consapevolezza di questo meccanismo…
Il pianto ha la funzione di alleggerire l’ingombro nel petto, e dunque aiuta ad evitare il depauperamento di qi: sappiamo infatti che tutto ciò che ristagna produce calore, ed il calore in eccesso consuma qi e liquidi corporei. In questo stato di ristagno inoltre, il Cuore ed il suo Ministro non riescono a comunicare in modo adeguato con gli altri organi tramite la circolazione del sangue, strumento di diffusione dello shen a tutto l’organismo: viene dunque a mancare quell’ispirazione naturale, corretta, che si esprime nel buon funzionamento degli organi e dei visceri, che possono percio ammalarsi.
E’ naturale ed immediato qui l’accostamento con la PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia), ultramoderna disciplina che ci consente di parlare di “cervello diffuso” nel nostro organismo, e di interpretare in termini di relazioni molecolari e di informazione fenomeni quali l’effetto placebo, i disturbi psicosomatici, o l’aumentato rischio di morbilita e mortalita in condizioni di stress emozionale acuto o cronico.
Il lutto nel ciclo dei Cinque Movimenti (Wu Xing)
Abbiamo visto come il dolore ed il lutto abbiano una connotazione Metallo, siano cioè un movimento energetico di interiorizzazione, ma sappiamo anche che i Cinque Movimenti sono in relazione tra loro secondo leggi di generazione e dominazione, e dunque ognuno di essi entra in gioco nell’elaborazione di questi stati emozionali con il proprio fisiologico funzionamento o con la propria eventuale fragilità, che espone il processo di lutto a possibili sviluppi patologici. Vediamo perciò ora i cinque diversi atteggiamenti energetici con i quali il dolore viene affrontato.
Metallo: generato dalle viscere della Terra, e il primo movimento coinvolto. Profondo, nascosto, e yin per eccellenza, protettivo come una corazza, lontano dallo yang del pensiero, e l’istinto dell’animale, e cio che ci fa scendere in profondità, ci permette di interiorizzare, di meditare. E’ la capacita istintiva di far entrare in se il dolore, di sentirlo a prescindere dalla consapevolezza e dalla razionalità. In una situazione di equilibrio e dunque il primo passo evolutivo del processo di elaborazione, la capacita di interiorizzare ed “incorporare” il dolore, cioè sostanzialmente di accettarlo, per accompagnarlo con un naturale movimento di discesa verso il movimento successivo, quello dell’Acqua, strutturazione profonda, fondamenta dell’individuo. Il Metallo è pero anche lama che taglia e separa, confine tra il sè e l’altro da sè, ed in disarmonia questa sua caratteristica può prevalere fino a rendere impossibile “far entrare” il dolore, che viene perciò negato, bloccando la sua metabolizzazione finalizzata a trasformarlo in esperienza strutturante.
Acqua: generato dal Metallo, e il movimento della volontà di vivere, fondamento delle potenzialità che nella vita trovano la loro attuazione concreta e si manifestano nella propria individualità. E’ il fiume, il substrato attraverso il quale nel nostro organismo scorrono ed arrivano ovunque le informazioni (pensiamo ai liquidi intra- ed extra-cellulari, in cui avvengono di continuo infiniti scambi biochimici, ed al neurone, “acqua” da cui nasce il pensiero). Rispetto al dolore, l’Acqua e dunque la volontà di affrontarlo, il mandato di “progettare” in modo unico e personale la gestione ed il superamento di esso. Uno squilibrio dell’Acqua impedisce il riconoscimento profondo del dolore come parte di se, e non permette di cogliere in se le potenzialità per affrontarlo: il radicamento nella volontà di vivere vacilla e diventa paura, come se la propria acqua sorgiva smettesse di zampillare per lasciare il posto ad una pozza scura, causando ulteriore sofferenza ed incapacità progettuale.
Legno: generato e nutrito dall’Acqua, e movimento di esteriorizzazione e reattività per eccellenza, e ciò che muove verso l’alto e l’esterno, che cresce secondo la ciclicità del tempo e che nella sua crescita trasporta, dissemina (crea) e lascia che il “troppo” si disperda, cosi come da un’infinita di semi lasciati cadere da una pianta soltanto pochi germoglieranno.
Dal punto di vista psichico il Legno è la progettualità e l’azione che si fondano sulla volontà dell’Acqua, e la capacita di immaginare e produrre idee, e dunque in rapporto al dolore e la possibilità di architettare e concretizzare atteggiamenti di reazione ad esso in modo armonico, come armonica e la ciclicità del tempo, anche se impulsivo ed intuitivo, come impulsiva ed irrazionale e la crescita del germoglio. Un eccessivo vigore di questo movimento cosi impetuoso può portare ad una reattività esasperata, che si tramuta facilmente in rabbia, frustrazione, tentativo di espellere violentemente il proprio dolore trasformandolo in ostilità, come per scaricare su altro da se la propria sofferenza.
Fuoco: origina dal Legno grazie all’intervento dello Shen, come la fiamma origina dal ramo colpito dal fulmine. E’ calore che scalda e permette la vita, e illuminazione e consapevolezza, e far luce, cioè sapere, conoscere, e espansione e gioia di vivere. Rispetto al dolore è perciò approfondimento conoscitivo ed atteggiamento positivo, costruttivo, aperto agli aiuti esterni e teso alla semplificazione delle complessità. Uno squilibrio del Fuoco può portare ad un’eccessiva sottovalutazione del problema, ad un ottimismo che diventa faciloneria e superficialità e ad un’emotività poco controllabile, che può sfociare nell’eccessivo calore dell’ansia e dell’ira o, al contrario, spegnersi nel freddo dell’apatia e della depressione.
Terra: nata dalle ceneri del Fuoco, e la montagna che da stabilita e radicamento, e ciò che nutre e da frutto, grazie alla sua capacita di servirsi degli opposti, l’acqua ed il fuoco, entrambi necessari alla vita e di cui la Terra diventa perno equilibrante. E’ massa concreta e capacita di quotidiana e paziente trasformazione di principi nutritivi. In termini psichici queste caratteristiche si traducono in capacita di catalogazione e confronto delle esperienze, in riflessione razionale ed oggettiva. Grazie a questo movimento il dolore può essere guardato per quello che e, compreso, rendendo possibile il raggiungimento di una piena consapevolezza di esso ed una sua integrazione nella propria esperienza esistenziale. Una Terra disarmonica può indurre ad un’eccessiva fissità del pensiero, che si impantana in idee ossessive e circoli viziosi, come un terreno non riscaldato dal calore resta fango sterile, o può al contrario disperdersi in una ragnatela di connessioni causa-effetto sbagliate, cosi come la terra arida in balia del vento diventa nube di polvere, in cui l’individuo si perde diventando psicologicamente irraggiungibile, fino ad arrivare ad una ideazione paranoide. A conclusione, mi pare si possa affermare che l’interpretazione cinese del processo di lutto sia sostanzialmente sovrapponibile agli attuali approcci psicologici occidental Nel gioco dei Cinque Movimenti si ritrova quanto detto a proposito degli approcci cognitivo comportamentali e dell’ACT in particolare: si parte dall’interiorizzazione del lutto (Metallo) per stimolare l’accettazione dei pensieri negativi e la volontà di affrontarli (Acqua), per arrivare all’utilizzo della propria creatività, capacita progettuale (Legno), consapevolezza (Fuoco) e razionalità (Terra) per creare una nuova relazione con il defunto e fare dell’esperienza dolorosa un’occasione di crescita personale strutturante…
DA SIA INFORM