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di Simonetta Bernardini

Il nuovo governo si è insediato e un nuovo Ministro della Salute è al lavoro. Ma riguardo al problema dei costi di registrazione (proibitivi e incomprensibili) dei medicinali omeopatici nulla è cambiato rispetto a quanto pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel marzo scorso. Così tutto il settore italiano rimane in allarme. A cominciare dalla SIOMI e dall’associazione dei pazienti omeopatici, APO Italia, che di recente hanno inviato una lettera alla Federazione degli Ordini dei Farmacisti (FOFI). Il problema, che già ora si avverte, riguardo al mancato reperimento sul mercato italiano di alcuni medicinali potrà diventare drammatico in futuro, mentre già ora i pazienti hanno cominciato a procurarsi medicinali all’estero attraverso il mercato proposto da Internet. Questo, oltre ad esporre i cittadini all’acquisto di medicinali non necessariamente controllati riguardo alla buona fabbricazione e qualità, contribuisce a creare limiti alla libertà prescrittiva dei medici omeopati e a creare un danno anche alla professionalità dei farmacisti italiani. FOFI ha così inviato una lettera al ministro Lorenzin per sollecitare un suo intervento. Nel contempo si registra anche una ulteriore presa di posizione di Omeoimprese, che sulla problematica ha di recente emesso un comunicato stampa. Auspichiamo che quanto prima il ministro Lorenzin si occupi anche delle problematiche dell’omeopatia, omotossicologia e antroposofia. Un tema che riguarda molti milioni di cittadini italiani i quali, peraltro, stante le loro scelte di salute, poco gravano sul bilancio economico della sanità pubblica. Anche per questo meriterebbero adeguata attenzione.

Comunicato stampa

Omeoimprese: appello al Ministro Lorenzin per la modifica delle tariffe previste per i medicinali omeopatici
Il decreto tariffe varato dal precedente governo penalizza le aziende omeopatiche italiane con un aumento di 700 volte della tariffa di registrazione e rinnovo

Milano, 3 giugno 2013 – Il mondo dell’omeopatia è in allarme per le gravi conseguenze sull’industria omeopatica del Decreto Ministeriale del 15 marzo scorso, che ha aggiornato le tariffe dovute ad AIFA .
Finora non è stato possibile chiarire i motivi che hanno portato ad aumenti di 700 volte delle tariffe di registrazione e rinnovo già previste. Dopo aver presentato ricorso al Tar del Lazio, ora Omeoimprese ha inviato al Ministro Lorenzin una richiesta urgente di incontro e l’appello a esaminare la questione.
“Nel 2015, se non si provvederà al necessario rinvio della scadenza, verranno presentate circa 12mila domande di primo rinnovo per i prodotti omeopatici attualmente in commercio e autorizzati dal 1995” spiega Fausto Panni, presidente Omeoimprese. “Ma se non verranno definite tariffe adeguate le aziende italiane potranno presentarne molto poche. L’Italia è il terzo mercato in Europa per i medicinali omeopatici, li usano circa 11 milioni di italiani e gli occupati sono circa 1000. Siamo un settore in salute, nonostante la crisi, non pesiamo sul Servizio Sanitario Nazionale, anzi favoriamo un risparmio e un’entrata in termini di Iva, Irpef e contribuiti previdenziali, ma da qualche anno siamo nell’occhio del ciclone”.
Già nel luglio scorso il settore era dovuto intervenire energicamente per far ridurre il diritto annuale di 1000,00 euro che era stato inserito inaspettatamente con il decreto Balduzzi. “In quell’occasione abbiamo trovato nel Ministro Balduzzi un interlocutore attento” continua Panni. “Del resto era abbastanza evidente che un settore che fattura in un anno 160 milioni di euro non avrebbe potuto versare allo stato 12-15 milioni euro all’anno, in aggiunta alla normale tassazione. Per questo siamo rimasti molto sorpresi nel leggere il nuovo decreto licenziato dallo stesso Ministro, che ci riporta in una situazione allarmante. Il fatturato medio annuo di ogni tipologia di prodotti varia da 1000 a 12 mila euro, anche questa volta è evidente che le aziende non possono correre il rischio di pagare fino a 23 mila euro per ogni richiesta presentata!”
Il tema delle tariffe non è l’unico problema in campo per le aziende omeopatiche, che a meno di due anni dalla scadenza della presentazione delle domande di rinnovo non sono ancora state messe in grado di completare la compilazione dei dossier. Senza contare la stretta ingiustificata sulle officine di produzione italiane.
“Ci auguriamo di essere ascoltati dal Ministro Lorenzin, solo in questo modo i pazienti italiani potranno continuare ad esercitare la loro libertà di scegliere il metodo terapeutico” conclude Panni .

Omeoimprese è l’associazione dell’industria omeopatica in Italia, raduna 16 aziende e rappresenta il 70% del fatturato del settore.

Ufficio stampa Omeoimprese

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