IL DISTACCO NELLA TECNICA METAMORFICA

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Scrivo questo articolo perché spesso sento che la Tecnica Metamorfica viene praticata con l’intenzione di aiutare gli altri, ma come diceva Saint Pierre Gaston, in questo caso, sarebbe meglio fermarsi un attimo, fare un passo indietro e aiutar prima sè stessi.

La condizione fondamentale per entrare nello spirito della Tecnica Metamorfica è che il praticante non si coinvolga con i problemi o le difficoltà della persona, né tantomeno cerchi di guarirla o aiutarla; meno interferiamo con intenzione più creiamo l’ambiente giusto affinchè possa manifestarsi la Forza Vitale dell’individuo e lasciare che il movimento innato della forza stessa si esprima nella sua totalità e operi la trasformazione necessaria.

Non possiamo assolutamente decidere di cosa la persona abbia bisogno o come aiutarla, perché in questo modo imporremmo una direzione e con l’intenzione non facciamo altro che bloccare ulteriormente l’energia. Ogni nostra percezione come esseri umani è sempre limitata dai confini della comprensione. Non possiamo sapere quali siano i suoi reali bisogni o cosa sia giusto o sbagliato e nemmeno costringere la sua Forza Vitale a fare quello che noi crediamo sia giusto per lei, ma sarà solo la sua Forza Vitale a sapere cosa è necessario per la persona stessa.

“La definizione di distacco è “notare i fatti, riconoscerne la presenza e lasciare che siano”. “Notare” e “riconoscere” implicano percezione e conoscenza, i “fatti” implicano il potere, “lasciare” implica la dualità e infine “essere” è la fonte della vita, al di là di tutte le forme, è l’espressione della pace, semplicemente pace.” J.P.G.

Il distacco è la massima espressione dell’amore, perché permettiamo alla persona di lasciare semplicemente che sia, di poter sperimentare sé stessa, la propria luce e il proprio potenziale, attraverso sé stessa.

IL DISTACCO E’ IMPORTANTISSIMO, NON SIAMO NOI A DETERMINARE I RISULTATI; LE NOSTRE MANI NON SCIOLGONO I BLOCCHI, MA E’ SOLO LA FORZA VITALE DELLA PERSONA CHE GUIDERA’ IL CAMMINO NELLA SUA VITA. LA SUA ENERGIA, IL SUO ESSERE PROFONDO, STIMOLERANNO LA TRASFORMAZIONE NECESSARIA.
NOI PRATICANTI SIAMO SEMPLICI CATALIZZATORI.

Cristin Naldi
Membro Praticante della Metamorphic Association

TECNICA METAMORFICA E IL FLUIRE NELLA VITA

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Attraverso la Tecnica Metamorfica possiamo lasciar scorrere fluidamente le nostre emozioni,  liberare e lasciar fluire la nostra Forza Vitale che, unita all’Intelligenza Innata, sono le sole responsabili del movimento di trasformazione.

La Tecnica ci permette di entrare in contatto con i nostri sentimenti e le nostre emozioni, che rappresentano per noi una fonte di energia e di vita; non ci inaridisce e congestiona ma libera come l’acqua che scorre, fluidifica i ristagni, purifica le impurità e libera nuova energia. Entriamo in contatto con noi stessi e, attraverso lo stimolo della ghiandola pineale, sede dell’anima e della conoscenza assoluta, manteniamo aperta la porta tra la nostra anima e il Regno dello Spirito, spingendoci verso il mare aperto.

La Tecnica può rigenerarci sia dal punto di vista fisico che emotivo, mentale e spirituale;  sta sempre a noi prendere la responsabilità della nostra evoluzione e cominciare a spingerci al di là delle nostre limitazioni.

Possiamo cambiare, giorno dopo giorno, e continuare a crescere verso una nuova consapevolezza con pazienza, attendendo che il processo si compia per sentirci poi rinnovati, a nostro agio, sereni e forti, calmi e consapevoli, fortificati dal cammino compiuto, penetrando così nell’essenza più profonda di noi stessi .

Ciascuno di noi ha bisogno di restare in contatto con quella parte creativa che ha voglia di spontaneità, che ha sentimenti autentici e che rimane collegata al cuore e alle emozioni, che è capace di gioire e di giocare, di improvvisare, di creare e di “trasformare” continuamente la realtà.

Spetta a noi ritrovare l’innocenza perduta e scoprire quale forza è dentro di noi.

Cristin Naldi
Membro Praticante della Metamorphic Association

TECNICA METAMORFICA E FORZA VITALE

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Nella Tecnica Metamorfica è la Forza Vitale dell’individuo che entra in azione e si dirige verso la realizzazione del suo massimo potenziale, affinché lo stesso operi la trasformazione necessaria.

Il Fuoco della Trasformazione, l’elemento alchemico per eccelenza, presiede a tutti i processi di elaborazione della materia grezza e oscura per farla diventare chiara e luminosa: mescolati nel crogiuolo alchemico, la pietra filosofale e la nostra anima, grazie alle virtù del fuoco, sono in grado di trasformare il piombo in oro. Questo è la forza del fuoco, la metamorfosi, la capacità di modificare la struttura, di noi stessi, della realtà, del mondo e trasformare la materia in energia, in luce e calore.

Il Viaggio della Vita riguarda solo ed esclusivamente noi, la nostra vita, il nostro destino. E tutto ciò che incontriamo lungo il viaggio ci parla di noi, ogni esperienza ci permette di acquisire nuove informazioni per comprendere meglio il senso e la direzione della nostra vita. Il senso del viaggio è la trasformazione, ed essa avviene attraverso successive identificazioni e disidentificazioni, in un continuo processo di morte e rinascita.

Nessun libro, nessuna formazione può spiegare cos’è la vita e come va vissuta, nessun corso di teologia può spiegare cos’è Dio, nessuna ricerca scientifica può definire la morte, l’amore e la vita, nessuna religione può dare la Fede, nessuna medicina può dare la guarigione.

Il senso della vita è gelosamente custodito nella vita stessa.

Cristin Naldi
Membro Praticante della Metamorphic Association

MEMORIE INTRAUTERINE

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A conferma di quello che la Tecnica Metamorfica ha sempre sostenuto, e dei principi sui quali è stata fondata riporto un breve articolo.
Poiché è già dal concepimento e durante i nove mesi di gestazione che si impianta il potenziale della vita umana, si è constatato cha lavorando con la T.M., questo periodo viene riportato in luce e la struttura temporale allentata. Attraverso tale lavoro, la forza vitale della persona scatena le energie che erano ostacolate durante il periodo prenatale dando via libera a processi di trasformazione della mente, del corpo e dello spirito.

Memorie intrauterine
“Il bambino non si sbaglia. Sa tutto. Sente tutto.
Vede fino in fondo ai cuori. Conosce il colore dei vostri pensieri”
Frederik Leboyer

Le ricerche nel campo della scena prenatale e neonatale ci aprono gli occhi a possibilità strabilianti, che in passato erano considerato inimmaginabili, relative alle facoltà che il bambino possiede sin dalla vita intrauterina. Il bambino si sviluppa momento dopo momento senza interruzioni a partire dal concepimento, secondo un continuum preciso ritmato anche dalle esperienze vissute durante la gravidanza che inciderebbero sulla vita futura del bambino. Egli è un individuo sensibile, riconosce stimoli sonori, tattili, olfattivi; è capace di creare un forte legame con i genitori e può essere colpito in modo positivo o negativo da ciò che viene detto prima, durante e dopo il parto.

Frederik Leboyer, padre della “nascita non violenta“, intorno agli anni settanta aveva puntato l’attenzione sul dolore del neonato e suggerito metodi perché l’inizio della vita diventasse un’esperienza armoniosa e non traumatica. Egli cercando di dimenticare gli aspetti tecnici, intuì che la cosa più importante che le madri e chi le aiuta nel parto dovrebbero sapere è che “il bambino che viene al mondo, il neonato, non è un oggetto, non è qualcosa di vuoto, non è una tabula rasa: è una persona, è qualcuno, e questo qualcuno deve essere trattato con rispetto e non manipolato, ignorato nella sua personalità. Si pensa che il neonato non veda, non senta, che abbia un’attività semplicemente animale: non è vero! Quando si guarda con attenzione un neonato, quando ci si immerge nel suo sguardo, si scopre che è una creatura completamente cosciente di quello che le capita, terrorizzata dall’immensità della sua avventura perché non la capisce. Bastano poche cose, fatte soprattutto di rispetto, per togliere al neonato la paura e infondergli sicurezza e fiducia”. (Leboyer F., 1974)
Da Anpep

GESTAZIONE E TECNICA METAMORFICA

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Nel periodo di gestazione la mamma e il bambino sono una cosa sola e la Tecnica Metamorfica può dare all’embrione la possibilità di essere libero dalle influenze precipitate al concepimento prima che esse prendano forma.

Riporto un interessante articolo sulla relazione madre-figlio:

DIALOGO SEGRETO PRIMA DELLA NASCITA
In questi ultimi anni i numerosissimi studi sperimentali e clinici sullo sviluppo infantile e sulla neurobiologia interpersonale hanno contribuito in modo significativo alla creazione di nuove teorie in grado comprendere e spiegare come le primissime interazioni madre-bambino svolgano un ruolo importante nel processo di formazione della personalità del bambino e del suo sviluppo cerebrale. Il bambino prenatale è in grado di apprendere e memorizzare le esperienze che vive all’interno del grembo materno, soprattutto quelle a carattere socio-emotivo, giungendo così a formare dei modelli mentali che guideranno il suo comportamento. La più importante esperienza a carattere socio-emotivo che il bambino sperimenta in questo periodo è quella con la madre. Ma come e quando nasce l’esperienza della relazione con l’altro significativo? La comunicazione tra madre e bambino pre-natale esiste sin da subito e nella sua forma originaria è di tipo ormonale e fisiologico. Già con l’avvento della fecondazione il bambino pre-embrione invia alla sua mamma numerosi segnali endocrini per avvisarla della sua presenza e la madre risponde immediatamente con la produzione di ormoni che svolgono nei suoi confronti una funzione protettiva e ne favoriscono la crescita. Questo non è che l’inizio di ciò che viene definito dialogo crociato, termine che rende bene l’idea di quanta reciprocità ci sia nel rapporto fin dall’inizio. Una madre lo è fin da subito: prima ancora di sapere a livello consapevole di essere incinta, il suo corpo inizia ad attivare risposte di protezione e accudimento, tant’è che si parla di madre segreta o psicobiologica. Nel corso della gravidanza, con lo sviluppo dei vari canali sensoriali, la comunicazione assume nuove forme. In particolar modo, il senso che si sviluppa in maniera predominante è quello dell’udito. Il bambino prenatale è in ascolto ed è predisposto a comunicare. Ovviamente ciò che arriva al bambino non è il contenuto delle parole, ma il tono della voce, che gli comunica quanto la persona che gli sta parlando sia sintonizzata con lui. Semplici esperienze di sintonizzazione sonora come raccontare delle favole, parlare con lui o cantare delle ninna-nanne, consentono alla madre di entrare più profondamente in contatto emotivo con il bambino e al bambino stesso di fare la sue prime esperienze positive di attaccamento nei suoi confronti. Un rapporto vissuto all’insegna della sintonizzazione e della reciprocità è ciò che rappresenta l’ingrediente fondamentale per un sano ed equilibrato sviluppo della personalità.
Dott.ssa Manola Tognellini
Psicologa Psicoterapeuta – Mente Corpo Emozioni

LA TEORIA DELLA GHIANDA

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Scegliersi un seme, una ghianda, dal grande cesto delle possibilità . E’ questa la teoria della ghianda, l’idea che, prima di incarnarci, scegliamo. Scegliamo un seme da una grande cesta, piena di semi uno diverso dall’altro, il nostro seme, la nostra ghianda . Ci sono tanti semi, e anche all’interno delle stessa specie ogni seme dà una pianta diversa; ci vuole la buona terra, l’acqua, la luce, ci vuole il tempo giusto della semina e la pazienza di aspettare il germoglio… e una infinità di altre qualità che permettono lo sviluppo di una bella pianta. Immergendo la mano scegliamo con essa il nostro destino . Essa tiene racchiuso in sé un arazzo, un quadro, un’immagine che si disvelerà nel corso della nostra vita; il compito del Daimon o nella nostra attuale cultura, dell’Angelo è quello di non farci mai perdere di vista il nostro proposito e di ricordarci di completare il nostro quadro .
Questi semi siamo noi … è la scelta che non ricordiamo di aver fatto e di cui troppo spesso ci lamentiamo. Come diceva Hillmann quella che io ricevo è l’immagine che è la mia eredità , la porzione assegnatami nell’ordine del mondo, il mio posto sulla terra, condensata in un modello che è stato scelto dalla mia anima o, per meglio dire, che viene sempre di continuo scelto dalla mia anima, perchè nel mito il tempo non entra ( il mito non è mai accaduto ma è sempre ). La psicologia antica localizzava l’anima nella regione del cuore, dunque il nostro cuore custodisce l’immagine del nostro destino e ci chiama ad esso …

Attraverso la Tecnica metamorfica creiamo un ambiente neutro, privo di condizionamenti , giudizi, regole, doveri, all’interno del quale abbiamo la possibilità di liberare il nostro potenziale affinchè operi la trasformazione necessaria. Sarà la nostra forza vitale ad operare il cambiamento più adatto a noi. La nostra energia vitale, in un ambiente libero ha la possibilità di fluire liberamente operando la trasformazione dei nostri schemi, in base alle nostre più intime priorità, appropriandoci della capacità di guarire noi stessi. Come in natura c’è bisogno del contatto tra il seme e la terra perchè avvenga la trasformazione, cosí il praticante offre il contatto sfiorando i piedi, le mani e la testa di chi riceve la sessione.

Molti di noi sono giunti al proprio desiderio di espressione solo dopo una vita di doveri e obbedienze . Lessi la storia di una signora di 85 anni che passò la sua vita a lavorare in campagna , la guerra, la famiglia ecc. ormai giunta alla vecchiaia divenne un’attiva accompagnatrice di gruppi nei boschi delle colline del paese in cui viveva e dintorni per osservare piante , fiori e trovare nuovi sentieri . Alla ricerca di una vocazione a 85 anni … un desiderio inappagato di una vita? E la cultura?
La nostra cultura dov’era per questa donna, per le donne? E lei , farà in tempo ad acchiappare di sfuggita la sua vocazione , anche solo per un giorno? E che nostalgia c’è in lei e nei suoi occhi per le occasioni perdute, per la sua vocazione che la chiamava vicino a sé e non veniva o non poteva essere ascoltata?

Cosa aspettiamo? Riappropriamoci della nostra essenza, seguiamo il nostro Diamon e permettiamo al nostro VERO DESTINO di compiersi.

Cristin Naldi

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