“IL MAL DI PANCIA” seconda parte

Per la Medicina Tradizionale Cinese la pancia rappresenta il nostro approccio emozionale nei confronti dela nostra realtà
La poca o la mancanza di Gioia lede  nel tempo il nostro intestino tenue mentre l’eccessiva preoccupazione, tristezza e rimuginazione mentale danneggio il nostro colon.
Non dobbiamo, alla luce di quanto sopra scritto, stupirci del sempre più crescente numero di persone che descrivono sintomi, molte volte non controllabili, nell’area addominale.
L’intestino tenue ci rimanda a ” smistamento, analisi e critica; assimilazione e rifiuto.” Seleziona ciò che può essere assorbito e trasformato e ciò che invece va rifiutato. Il tenue, quindi, accetta o rifiuta le informazioni, dunque giudica.
I disturbi del tenue si riferiscono alla difficoltà che abbiamo nell” assimilare” l’esperienza quando questa si presenta. Tale difficoltà può essere legata alle precedenti fasi della digestione degli alimenti oppure ad una mente eccessivamente critica, tipica delle persone che passano il tempo ad analizzare in modo eccessivo. Al livello più estremo, quando c’è il rifiuto di assimilare un’esperienza che viene giudicata tossica (come per certi cibi) a torto o a ragione si produrrà una diarrea.
Il colon, le feci, si riferiscono a qualcosa di” sporco”, quando ci si indigna per un atteggiamento o della malafede altrui o peggio ci si colpevolizza. Si tratta di evacuare un’esperienza dolorosa, di mollare la presa e di girare la pagina; si tratta a volte di andare avanti, superando il bisogno di sicurezza e le paure materiali.
Un discepolo chiese al Buddha quale fosse la condizione per accedere alla saggezza, ed egli rispose: “Che il tuo intestino sia libero da ostacoli ed elimini correttemente”.
A prima vista questa risposta da parte del maestro spirituale che ha ispirato l’Oriente può stupirci, ma dietro a questa condizione fisiologica si nasconde una condizione psicologica molto importante: la capacità di mollare la presa, di evacuare e liberarsi delle esperienze di vecchia data dopo averne estratto l’essenza. La stitichezza è quindi la tendenza a trattenere, spesso per paura che qualcosa ci venga a mancare. Abbiamo allora un’eccessiva ritenzione, il rifiuto di lasciare andare, di abbandonare. Spesso la stitichezza concretizza l’ansia materiale, la tendenza a volere tenere con sé e conservare vecchi schemi di comportamento perchè è meglio non lasciare il certo per l’incerto. Può inoltre tradurre la tendenza a trattenersi, per una sorta di pudore, nella nostra relazione con l’altro, cosa che spesso avviene nelle donne; la stitichezza può essere intesa come ad un trattenersi affettivamente, la paura di perdere, di far dispiacere, di venir abbandonato, quando ci si trattiene dall’amare, dal dare qualcosa di sé.
La flatulenza spesso si produce quando si rimane attaccati ad una situazione che non è più né soddisfacente né benefica, ma che rappresenta ancora una sicurezza materiale o affettiva.
Il disturbo al colon può riferisrsi ad una difficolta nel cicatrizzare certe nostre ” ferite”, nell’evacuarle e nel voltare pagina. Polipi e diverticoli potrebbero essere visti come piccoli grumi di tristezza e di collera, come piccoli nodi che non abbiamo sciolto completamente. E quando una grave preoccupazione risveglia una di quelle piccole ferite, può alterare il nostro desiderio di vivere tanto da produrre un cancro, che spesso si sviluppa per degenerazione di un polipo. Per fortuna le cose non sono sempre tanto gravi e perlopiù la colite ci parla del nostro dolore nel digerire il lato affettivo dell’esperienza. E’ una specie di collera che ci è difficile da esprimere, di fronte ad un’autorità, al nostro parter, a uno dei genitori, per paura di affermare la nostra posizione. Da qui il suo carattere molto spesso cronico, perchè queste situazioni sono di solito cristallizzate e durature e le subiamo a lungo.
Il retto e l’ano sono il prolungamento del colon e sono legati al mantenere il controllo sulle cose e le situazioni, certi vincoli ed obblighi di cui non sappiamo come liberarci. Il retto simboleggia quindi la capacità di trattenersi prima di lasciarci andare. Ma se tratteniamo troppo le cose senza poi lasciarle andare si rischia poi di averne le scatole piene che si manifestano con le emorroidi che ci descrivono un carico di esperienza e spesso sono testimoni del fatto che ci sforziamo in una situazione sgradevole. Ciò che diciamo a noi stessi attraverso le emorroidi è spesso un miscuglio di collera, di costrizione e senso di colpa o di un vecchio risentimento che non riusciamo ad evacuare.

IL MAL DI SCHIENA

Tutti conosciamo quali sono i modi di intervento sui problemi della colonna vertebrale  della medicina ufficiale. Adesso affronteremo il mal di schiena come lo affronta la medicina naturale nell’agopuntura, nella medicina psicosomatica e nell’omeopatia precisando però che queste medicine non sono in alternativa, ma spesso integrative delle cura tradizionali.

L’ agopuntura è una terapia altamente significativa sul dolore lombare.  Il suo valore non risiede soltanto nella analgesia, ovvero la sua capacità di ridurre il dolore. L’agopuntura tramite gli effetti miorilassanti, antiinfiammatori e immunomodulanti agisce sulle cause profonde delle malattie degenerative della colonna lombare. Sebbene il paziente consulti generalmente l’agopuntore in merito al suo dolore, l’indiscutibile effetto dell’agopuntura sul dolore non è così rilevante come gli altri. Il dolore potrebbe essere rimosso anche da un farmaco analgesico. La cura delle malattie degenerative della colonna lombare è ben altro obiettivo della mera soppressione del dolore. Certamente il motivo per scegliere il trattamento con l’agopuntura  può essere una terapia analgesica priva dei fastidiosi effetti collaterali del farmaco. Alcuni pazienti non tollerano i famaci antidolorifici oppure soffrono anche altre patologie concomitanti che ne sconsigliano l’uso.
Il trattamento con l’agopuntura del dolore lombare è  importante per la riduzione o l’eliminazione delle recidive. Le malattie degenerative della colonna lombare evidenziano un grande pericolo per i pazienti che ne sono affetti ovvero la loro progressione lenta ma recidivante. Ogni volta che il paziente ha una remissione clinica pensa di non aver più il problema fino alla prossima fase con manifesto dolore. Questo tende a produrre un comportamento del paziente omissivo di terapia. Il pregio del trattamento agopunturale risiede proprio nel fornire uno strumento valido di prevenzione delle recidive oltre che certamente per cura delle fasi acute.

I clamorosi successi ottenuti con l’agopuntura  nella terapia del mal di schiena, nelle sciatalgie e nei dolori in genere, sono stati la porta d’entrata in Occidente di questa antica medicina. E’ risaputo infatti che molti medici consigliano appunto, l’agopuntura per il mal di schiena. Per la Medicina ufficiale esiste il mal di schiena, uguale per tutti i pazienti.  La medicina tradizionale cinese invece reputa il mal di schiena, il dolore e molti altri sintomi, fenomeni finali di un disequilibrio iniziato a volte tempo prima della malattia e sicuramente differente da individuo a individuo, perché “ogni uomo è un essere unico”. Ecco allora che, ad esempio, i “punti” da utilizzare con l’agopuntura in due persone sofferenti dello stesso tipo di mal di schiena saranno necessariamente diversi a seconda della storia clinica, della personalità, delle caratteristiche fisiche, dell’età, del sesso eccetera, di ognuno di loro. Dunque l’agopuntura nella cura del dolore vertebrale si basa (e così in tutte le malattie) sulla profonda conoscenza del corpo e dell’animo umano accentuando più le diversità che facili “uguaglianze”, con il proposito di togliere sì il sintomo, ma anche di aiutare il malato a ritrovare un’armonia che sembrava perduta.

In questa antica medicina si classificano ben 17 tipi di dorsalgia, 10 di dolore cervicale (alcuni complicati da mal di testa) e circa 18 tipi di lombalgia. Le cause possono essere ricondotte a tutte le “situazioni climatiche” in cui è a contatto l’uomo (freddo, caldo, umidità, vento) e a fattori sia psichici (principalmente tristezza, rabbia, paura) che alimentari, cioè “errori” nella dieta quali eccessi di “sapori” (in genere salato, dolce) o carenze in genere (come, ad esempio, dell’assunzione di acqua).

La cura della lombalgia con l’agopuntura è finalizzata quindi a togliere il dolore locale da un lato e dall’altro a riequilibrare le energie del corpo in generale. Questo tipo di medicina viene qui inserita perché, a differenza di quella “ufficiale”, considera l’essere umano un insieme indissolubile di mente e corpo. La conseguenza di questo presupposto è che ogni malattia può essere la rappresentazione corporea di un contemporaneo “disagio esistenziale” più o meno consapevole. Non vi sarebbe dunque una causa psichica a cui consegue una malattia e viceversa, ma una simultaneità dei due aspetti mente – corpo, visti così come “facce della stessa medaglia”. Secondo questa concezione allora la schiena, poiché è il luogo della verticalità umana, è la parte “dietro” del corpo, è l’asse centrale che sostiene l’organismo e su cui si struttura la forma dell’individuo, verrebbe vissuta da ogni persona (e collettivamente) come una parte corporea densa di significati “simbolici”. Infatti frasi come “avere spina dorsale”, “mi spezzo ma non mi piego”, “avere spalle forti” oppure “la testa sulle spalle” eccetera, sembrano tutti comuni modi di dire che rimandano a contenuti sia strutturali che psicologici fusi insieme. Quindi, quando una persona soffre di mal di schiena occorre prendere in considerazione anche i suoi stati d’animo (e la “storia” esistenziale) concomitanti o subito precedenti l’inizio del dolore, perché vi può essere una stretta relazione tra lombalgia, cervicalgia o dorsalgia, con la cosiddetta “vita emotiva”. Vediamo allora come secondo questa concezione medica “alternativa” si può “leggere” un disturbo corporeo come il mal di schiena risalendo a possibili conflitti emotivi senza ciò nulla togliere (ma anzi integrare) alla diagnosi medica specialistica tradizionale.

CERVICALGIA
Se si definisce lo “stare in piedi” umano come l’ultimo atto evolutivo di differenziazione dall’animale avvenuto in parallelo allo sviluppo delle attività cerebrali, allora l’uomo può essere considerato nella natura come la rappresentazione simbolica della vittoria della “coscienza – cervello” sul “mondo basso” (terreno) degli istinti. In tutto ciò il tratto della colonna cervicale ha un ruolo preminente perché la sua funzione (con il corrispondente valore psicologico) è quella di “sostenere la testa”, cioè il mondo del pensiero razionale e della coscienza vigile. E’ in tal senso che alcune cervicalgie soprattutto di tipo muscolare si possono interpretare, cioè il dolore è il risultato di uno sforzo “fisico” della colonna cervicale insieme ad uno psicologico (come, ad esempio, la volontà) finalizzati a “non perdere la testa”, in contrapposizione però al desiderio (molte volte inconsapevole) di “lasciarsi andare” ad istinti come l’aggressività, la sessualità eccetera, considerati moralmente e socialmente “bassi e pericolosi”.La regione cervicale rappresenta l’emergere di un’idea che cerca di concretizzarsi. I dolori al collo esprimono i nostri blocchi, le difficoltà che abbiamo nel concretizzare un desiderio che è ostacolato da contrarietà

DORSALGIA
La porzione dorsale è quella che ci permette di assumere un carico, di trasportarlo, di addossarci qualcosa. E’ qui che poggia lo zaino. Se le dorsali bruciano potrebbero denunciare la collera di essersi fatti carico di troppe cose o l’impressione che nessuno ci aiuti

LOMBALGIA
Dice un detto cinese: “L’uomo è come una canna di bambù, forte ed elastica insieme, tanto da piegarsi molto con qualsiasi vento senza rompersi mai”. Ebbene il “mito” dell’uomo moderno purtroppo è esattamente il contrario dell’antica frase cinese tant’è che “spezzarsi piuttosto che piegarsi” sembra essere sempre di più la migliore rappresentazione di “chi sa vincere” nella vita e di chi “sa stare al mondo”. Ebbene , quando la forza delle idee, la coerenza innanzitutto, l’efficienza del corpo al servizio della mente, il controllo delle emozioni, la razionalità sopra tutte le cose, la durezza, l’indipendenza, eccetera si contrappongono in modo esasperato alla flessibilità, all’irrazionalità, alla fantasia, ai sogni, all’essere morbidi, alla possibilità di cambiare idea, alla fragilità, alla dipendenza, alle emozioni… può manifestarsi a livello fisico una vera e propria “guerra fratricida” particolarmente in quella zona del corpo (la colonna lombare) dove appunto “rigidità” ed “elasticità” in genere trovano una loro equilibrata coesistenza. Ecco allora che alcune lombalgie, ad esempio, caratterizzate da blocchi improvvisi, possono venire interpretate come uno “stallo” tra due forze in lotta (senza vincitori né vinti) oppure, al contrario, come un tentativo del corpo di ritrovare, purtroppo dolorosamente, l’equilibrio. I problemi alla porzione lombare testimoniano la maggiore o minore capacità di far fronte alla vita, alle sue situazioni, di farsi carico della dimensione materiale ( finanza, lavoro, responsabilità, famiglia ecc) . Di fronte a queste difficoltà può esserci una reazione di paura, con scarsa adattabilità, da cui una mancanza di elasticità che si traduce in rigidità fisica.
Considerare il proprio corpo non solo una macchina da mantenere in efficienza ma anche una “struttura” ricca di possibilità espressive ed emotive. Vivere consapevoli che non esiste solo il “mondo della testa”, cioè la razionalità, ma anche altri “mondi”, come ad esempio, quello istintivo con cui è possibile convivere in equilibrio e ricordare che la migliore prevenzione psicosomatica per il mal di schiena non è vivere secondo il detto “mi spezzo ma non mi piego” ma, piuttosto “essere come una canna di bambù, forte ed elastica insieme tanto da piegarsi molto con qualsiasi vento senza rompersi mai”fare attenzione che rigidità ed elasticità “se nel mondo della mente” possono apparire inconciliabili in quello corporeo invece, soprattutto nella colonna vertebrale, coesistono e si armonizzano tra loro.

IL SISTEMA IMMUNITARIO

Il sistema immunitario è il sistema naturale che ci protegge nei confronti dell’attacco di virus, batteri, ed altri agenti patogeni ; dalla proliferazione di cellule tumorali e dalle sostanze tossiche estranee introdotte dall’ambiente.

Un sistema immunitario equilibrato ed efficiente ci fa sentire carichi di energia, in forma. Ci rende meno suscettibili alle malattie  e ci garantisce l’integrità ed il funzionamento ottimale del tratto intestinale.

Il compito del sistema immunitario è estremamente complesso. Esso deve sapere distinguere tra ” self” e ” non self” , tra cellule che sono normali costituenti dell’organismo e cellule alterate o cellule appartenenti ad organismi estranei da distruggere.

Il sistema immunitario non serve  solo per combattere le infezioni, ma è pressoché coinvolto in tutte le funzioni dell’organismo, dall’eserciczio fisico alla sfera emotiva, dall’apparato ormonale all’attività sessuale, dalla regolazione automatica ai processi metabolici.

Esso può essere attivamente influenzato da molti fattori tra i quali stress, attività fisica, ambiente, età, umore, lutti, dieta, malattie, terapie mediche, meditazione, hobbies.

Uno squilibrio nella complessa organizzazione delle funzioni immunitarie può avere luogo sia nella direzione di una diminuita attività, sia nella direzione opposta di un aumento di attività. In entrambi i casi, il sistema immunitario non è in grado di svolgere in modo appropriato i suoi compiti.
Un sistema immunitario iporeattivo determina l’incapacità dell’organismo a contrattaccare in modo efficace gli invasori estranei, che possono penetrare, insediarsi, moltiplicarsi con le conseguenze che ben si possono immaginare.
I sintomi tipici di un sistema immunitario iporeattivo sono costituiti dalla facilità e dalla frequenza nell’insorgenza di infezioni, malattie da raffreddamento, di stress emozionali, astenia, disturbi dell’umore e della memoria, alterazione della funzionalità gastrointestinale, ecc.
Un’iperreattività del sistema immunitario è di solito associata al manifestarsi di malattie ” autoimmunitarie”. In queste condizioni, il sistema immune sottopone l’organismo a una sorta di fuoco amico, di auto attacco. Il processo fisiopatologico più significativo nelle reazioni autoimmunitarie è l’infiammazione e può colpire qualunque parte del corpo: intestino, articolazioni, cute, apparato muscolare, sistema nervoso, sistema cardiovascolare, reni, ecc, dando origine a patologie quali colite ulcerosa, morbo di Crohn, artrite reumatoide, lupus, sclerosi multipla, diabete giovanile, fibromialgia, ecc.

Esiste una forte interrelazione tra funzione immunitaria e nutrizione. Negli ultimi decenni la ricerca ha focalizzato la sua attenzione sugli effetti immuno- modulatori di sostanze nutrizionali, fitoterapici, ormoni, proteine, alimenti e supplementi nutrizionali. Le abitudini alimentari delle nazioni economicamente più evolute sono caratterizzate da un lato da un eccesso  di carboidrati raffinati e grassi saturi e dall’altro da carenze vitaminico-minerali e fibre che possono inficiare la resistenza alle infezioni ed innescare le manifestazioni allergiche.
Un’ altra conseguenza negativa dell’alimentazione incongrua odierna sulla funzione immunitaria si esplica a livello intestinale dove circa il 60% delle cellule immunocompetenti sono raccolte intorno al piccolo intestino. Quindi intolleranza al lattosio, al glutine ed molti altri alimenti, disbiosi della flora batterica, eccessiva crescita di colonie micotiche, alterazioni indotte da cattive abitudini alimentari e da abuso di terapie antibiotiche e farmacologiche ecc, che possono portare ad eccessiva permeabilità della barriera intestinale che consente una massiva immissione in circolo di microagglomerati peptidici solo parzialmente digeriti, altamente immunogeni e scatenanti risposte direattive ed infiammatorie, locali e sistemiche. La mancata rimozione della noxa patogene causale porta inevitabilmente ad una cronicizzazione dell’alterata risposta immune, con progressivo aggravamento delle condizioni patologiche.
Mai come oggi torna attuale il detto ippocratico ” fate del cibo la vostra prima medicina”

LA MEDICINA BIOLOGICA

La medicina biologica si pone come scopo quello di equilibrare l’energia psicofisica del paziente, non solo mediante la somministrazione di rimedi fitoterapici, omeopatici o omotossicologici, ma anche attraverso l’accettazione di atteggiamenti o comportamenti che portino alla consapevolezza di noi stessi.
In questa visione tutte le malattie nascono da sentimenti e pensieri negativi che alterano il funzionamento dell’organismo.

Ogni volta che si emette un giudizio, una critica oppure si genera paura, rabbia, gelosia, orgoglio, odio o rancore ,ogni volta che si vive nel passato o nel futuro, invece che nel presente, ci si stressa e ci si intossica.

                                                               TOSSINE

ENDOGENE ( CAUSE PRIMARIE)                     ESOGENE ( CAUSE SECONDARIE)
Pensieri e sentimenti                                               Inquinamento ambientale, farmaci, vaccini,
                                                                                           Conservanti, additivi, pesticidi ecc.

                                                               DISTRESS
                                                                                                   

      CRONICA INCREZIONE DI ORMONI CORTICOSURRENALICI
       Indebolimento, ipoergia e mal funzionamento di tutto l’apparato endocrino

                                  INSUFFICIENZA EMUNTORIALE
                                         Intestino, polmoni, reni e pelle

                                           RITENZIONE DELLE SCORIE

                        INTOSSICAZIONE DEL SANGUE E DEI TESSUTI:
                                                                TOSSIEMIA

                                                        MALATTIE ACUTE

           INTENSIFICAZIONE DEI NORMALI PROCESSI DI DISINTOSSICAZIONE

                                                       Se bloccati portano:

 MALATTIE CRONICHE DEGENERATIVE ED AUTOIMMUNITARI

La malattia deriva dalla rottura di un equilibrio tra il normale flusso biologico delle tossine e rappresenta una intensificazione dei processi di disintossicazione e depurazione.
La malattia non è altro che la testimonianza di un rifiuto in atto che, creando disarmonia, porta ad un distress e poi al sintomo; rappresenta la somatizzazione di una disarmonia interiore finalizzata alla evidenziazione del rifiuto della vita e quindi alla comprensione dell’esperienza e dei meccanismi che mettiamo in essere per vivere.

                   RIFIUTO-> DISTRESS – >MALATTIA

                   ACCETTAZIONE-> EUSTRESS -> SALUTE

In medicina biologica è molto importante la malattia, ma ancora di più l’individuo e la sua relazione con l’ambiente.
E’ nelle relazioni interpersonali e nelle conseguenti modalità di reazione e comportamento che nasce la patologia.
La patologia è figlia della società, della cultura e del modo di vivere.

ANTIBIOTICI E ASMA

Nel primo anno di vita il rischio è altissimo.

 L’assunzione, specie se ripetuta, di antibiotici nel primo anno di vita predispone i bambini ad ammalarsi più frequentemente di asma.

Le conferme non mancano e dovrebbero convincere tutti, genitori e medici, dell’opportunità di ricorrere, tranne che nei casi di infezioni davvero gravi, a scelte pù innocue (e meno costose anche in termini economici) di terapia. Specie quando ci si trovi di fronte a banali raffreddori o a leggere forme influenzali, curabilissimi con la semplice somministrazione di minerali, Zinco e Rame in primo luogo. Senza provocare danni irreversibili al sistema immunitario.

L’ultima conferma scientifica di questo problema ormai noto ci viene da uno studio molto approfondito, di lungo periodo e ad ampio raggio, condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università canadese di Manitoba, a Winnipeg, e pubblicato sul numero di giugno di Chest, una rivista scientifica americana specializzata in malattie respiratorie (AL Kozyrskyi et al, Chest 2007, 131:1753-1759).

La ricerca ha riguardato una popolazione molto vasta, di quasi 14.000 bambini, tutti nati nel 1995 e seguiti, con controlli periodici, fino all’ottavo anno di età. Il campione era peraltro correttamente selezionato sulla base della classe sociale, del luogo di residenza (campagna o città), dell’anamnesi familiare e di altri parametri.

La correlazione tra assunzione di antibiotici nel primo anno di vita e sviluppo di difficoltà respiratorie, e di asma in special modo, nel corso dell’infanzia è risultata senza ombra di dubbio diretta e molto significativa.

I bambini che, nella loro storia neonatale, avevano subìto due cicli di antibiotici avevano un rischio di contrarre l’asma superiore del 21% a quello dei loro coetanei cui non ne era stato somministrato nessuno. Con tre-quattro cicli l’incremento del rischio arrivava al 30% e con più di quattro al 46%.

I principali imputati sono, secondo gli autori dello studio e secondo la logica, gli antibiotici a largo spettro, che uccidono alla rinfusa tutti i batteri, da quelli dannosi a quelli utili, capaci di proteggere e irrobustire il sistema immunitario.

Una curiosa controprova del fatto che l’eccessiva asetticità, specie nell’infanzia, predispone ai guai è offerta da un risultato per dir così collaterale dello studio: i bambini imbottiti di antibiotici nel primo anno di vita mostravano una notevole riduzione del rischio (quasi il 30%) se avevano la fortuna di vivere in una famiglia allietata dalla presenza di un cane.

Ecco un caso esemplare di capovolgimento dei ruoli: certi cani lavorano da medici e certi medici da cani.

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