Apr 14, 2012 | PILLOLE DI RIFLESSIONE
Questo testo deve essere di aiuto per togliere quelle spine che ognuno, in misura maggiore o minore, ha nella propria Vita.
Abbiamo capito come fare per lasciarsi attraversare dai pensieri senza farsi soffocare o abbattere. ORA intendiamo rimuovere certi pensieri, perché a volte ci sono delle situazioni che ci portiamo dentro da tanto, forse troppo tempo, fino ad essere diventate parte di noi: ci percepiamo solo attraverso quei pensieri, quegli eventi che hanno segnato la nostra Vita.
ORA ci trasferiamo tutti in riva al mare, ci sediamo in cerchio e siamo determinati, decisi a migliorare la nostra Vita, decisi ad andare verso il futuro in un modo nuovo.
Siamo seduti in cerchio e ci teniamo per mano. ORA al centro del cerchio mettiamo della legna e accendiamo il fuoco, che ci illumina e ci serve anche per bruciare i pensieri che non ci piacciono.
Questa volta non li scacciamo, non li attraversiamo, ma con decisione li prendiamo e li buttiamo nel fuoco.
Siamo stanchi di farci condizionare dai problemi, non ne possiamo più di pensare sempre alle stesse cose.
Prendiamo ciò che ci molesta e lo buttiamo nel fuoco, osservandolo mentre brucia: dobbiamo essere sicuri di averlo distrutto.
Il fuoco c’è, sta bruciando senza problemi, brucia quella parte di noi che ci ha condizionato fino ad ora.
Qualcuno vorrebbe riprendere quella parte, si sente nudo senza quel problema, non sa più chi è, non ha più scudi, alibi, perché ORA non c’è più quel problema, non siamo più vittime, non subiamo più nulla: solo con un atto di volontà ci siamo liberati da un problema.
È inutile pensare che quel problema era lì da molto tempo e ci teneva compagnia…
Una cattiva compagnia, perché ci faceva vivere male.
ORA siamo più forti perché non c’è più il problema, ma più fragili perché monchi di qualcosa.
Il fuoco ha bruciato e non c’è più nulla: solo cenere. Anche volendo non possiamo più riprendere il problema.
È solo la Mente che vuole ricostruirlo, si insinua e continua a dire che dobbiamo avere ancora quel problema, che non possiamo essere così superficiali da aver dimenticato in un attimo ciò che ci ha fatto soffrire per tutta la Vita.
Cosa si può rispondere ad una Mente così nefasta? Che non avete più voglia di soffrire, che non vi siete tirati indietro quando c’era la sofferenza, ma è terminata perché voi lo avete deciso.
Nel lasciare la spiaggia, traballate un po’: non siete sicuri come quando siete arrivati, perché ognuno avendo un problema aveva anche un ruolo, e forse si nascondeva dietro di esso, poteva fare la vittima, parlarne; ora che il fuoco ha bruciato e tutto questo non c’è più siete nudi, ma anche più leggeri.
Nei giorni seguenti ricordatevi che avete eliminato il problema non perché siete superficiali, ma semplicemente avete deciso di essere saggi, perché se dopo tanto tempo una cosa non è risolta e vi ha fatto solo soffrire vuol dire che non vi serve più.
Non pensate che sia difficile: sono i tranelli della Mente, i trucchi della personalità che vi fanno dire: “Non si può in un attimo cancellare ciò che è stato”. Si può eccome! Si può. Quando l’amore per noi stessi prende il sopravvento, tutto ciò che non ci fa star bene viene eliminato.
L’amore è una forza potentissima, è una vibrazione che comprende tutte le altre vibrazioni, e quando vogliamo amarci riusciamo a togliere dalla nostra Vita tutto ciò che ci fa soffrire.
Se il problema era vecchio, se la situazione era portata avanti da tanto, troppo tempo, potete vederla come uno straccio vecchio, pieno di ragnatele, che sta lì con forza perché voi continuate a vedere il problema e vi identificate con esso.
Ora è bruciato, perfino la ragnatela è bruciata, non c’è più.
Avete voltato le spalle al problema, state andando con la certezza che la vostra forza, quella che avete avuto per convivere così tanti anni con il problema, non vi ha abbandonato, e vi porterà ORA a vivere meglio, in modo forte, determinato, facendovi capire che avete superato definitivamente lo stato che vi faceva star male.
Dico Forza e non testardaggine, perché a volte i pensieri li teniamo con noi perché ci piace fare le vittime, farci compatire, perché ci sentiamo interessanti se abbiamo problemi da raccontare, ma questa è testardaggine, mentre la Forza che ci fa attraversare i problemi, che ci aiuta a sopportarli, che ci dà la spinta per eliminarli è la stessa Forza che ci guiderà verso una vita senza più il problema che abbiamo bruciato.
Non c’è più. Ricordatevelo e non parlatene, vedetelo come una cosa lontana, perché ORA è bruciato ed è inutile cercarlo: non troverete nulla.
ORA un po’ traballanti, un po’ trasognati, decisamente più leggeri senza il vostro problema, andate incontro alla Vita.
da Carla Parola
Mar 28, 2012 | FIORI DI BACH
Descrizione originale di Bach
Per chi cerca continuamente la compagnia di qualcuno disponibile, perchè ha bisogno di discutere i propri affari con gli altri, chiunque essi siano. Si sentono molto infelici se devono restare soli per un certo periodo di tempo.
Parola chiave: esagerato autoaccentramento, carenza affettiva, egoismo, loquacità eccessiva e scarsa capacità di ascolto, paura della solitudine, ansia e angoscia, drammaticità, istrionismo.
Livello tipologico
In Heather lo schema è quello dell’autoaccentramento esagerato. L’espressione emozionale è sfrenata, melodrammatica, stravagante, chiaramente eccessiva. Heather è molto teatrale.
Ha bisogno di essere al centro dell’attenzione a tutti i costi e se non ci riesce, si irrita, si rattrista o prova invidia per chiunque lo sia in quel momento.
Dimostra una grave mancanza di affetto e un vuoto interiore che si può trasformare in panico rispetto alla solitudine o, come minimo, in vari livelli di ansia e angoscia. Questa insicurezza e instabilità profonde determinano un esagerato atteggiamento di richiesta di affetto, che sfocia in una richiesta di attenzione oltre ogni misura.
Parlano troppo e non sono selettivi con i loro interlocutori. Naturalmente non ascoltano. Il dialogo è unidirezionale, oltre che esagerato, e gira intorno ai loro problemi, sintomi, storia personale, meriti, risultati, bisogni, fantasie e ogni tipo di banalità. Di solito abusano di accrescitivi e aggettivi magniloquenti, oltre che di quelli pretenziosamente sofisticati. La funzione del loro interlocutore sembra quella di ascoltare senza tregua, fino a rimanere completamente devitalizzato. Di fatto, Heather è stato definito un vero e proprio “vampiro energetico”, motivo per cui molti lo evitano. Di solito le sue vittime sono i familiari più prossimi o le persone che non dispongono dell’energia o assertività sufficienti per porgli dei limiti.
Come richiesta di attenzione, molti Heather ricorrono a un comportamento sessuale inadeguato, seduttore e provocatorio. Si preoccupano eccessivamente di avere un aspetto attraente e desiderabile e per riuscirci possono alternare un ruolo ingenuo e innocente ad altri che reputano più sofisticati. In realtà, questa esagerazione nel modo di presentarsi sovente li fa risultare stravaganti e perfino ridicoli.
Le carenze citate producono negli Heather una bassa autostima e di conseguenza la paura dell’abbandono. Per compensare tutto ciò, costruiscono un’immagine di sè che risulta affascinante, di forte impatto e desiderabile, per cui ritengono giustificato essere al centro dell’attenzione. In questo investono tutta la loro energia, curando troppo – come abbiamo detto – l’aspetto fisico, l’abbigliamento, ecc. E benchè risultare attraente e desiderabile in molti casi sia possibile, soprattutto se si tratta di persone giovani e belle, il tempo gioca a loro sfavore, perchè potranno sempre essere detronizzate da qualcuno più giovane e attraente. Conviene sapere però che i loro giochi di seduzione non reggono, perchè portano sempre alla promiscuità, anzi la maggior parte degli Heather soffre di una forte repressione sessuale e preferisce l’insinuazione e la provocazione alla relazione diretta. Per loro è importante avere la possibilità di molti pretendenti, più che di rapporti impegnativi, per cui preferiscono fare i seduttori farfalloni, piuttosto che vivere le monotone dinamiche di coppia. Poichè pensano di aver bisogno di una stimolazione costante, si annoiano e, se possono, cambiano frequentemente partner e amicizie.
Nonostante la superficialità, gli Heather credono che le loro relazioni siano molto più intime di quanto sono in reatà, dato che agiscono quasi sempre in modo volubile. Ma spesso la gente si stanca di loro e si offende, cosa che vivono come una tragedia greca, perchè sono fortemente dipendenti e temono il rifiuto. Quando le amicizie o i mariti/mogli (o quasi) decido di allontanarsi, gli Heather reagiscono violentemente con atteggiamenti esplosivi o di rabbia, arrivando persino a minacciare di suicidarsi o a inscenare tentativi di suicidio, oppure molte volte si deprimono.
Tutto quello che abbiamo osservato finora è accompagnato da una teatralità così abile che molti attori vorrebbero possedere. In ogni caso, sono molto esigenti con gli altri e, come a questo punto si sarà dedotto, estremamente egoisti.
Nella loro ricerca di attenzione, oltre a quelle seduttive già menzionate, tutte le strategie sono valide, per esempio risate molto acute simili a nitriti o soffocamenti, starnuti come bramiti, attacchi di tosse che sembrano urla ecc. Per quanto riguarda l’abbigliamento, oltre a vestire abiti seducenti, possono ricorrere a tenute strampalate e persino ridicole. Non è strano quindi che generino avversione e antipatia immediata in molte persone.
Un’altra forma utile per richiamare l’attenzione è il ricorso a certi sintomi e malattie, perchè a livello sociale esiste l’obbligo di assistere e soccorrere i malati. Spesso dichiarano di provare ansia, con una propensione a sviluppare fobie di ogni tipo e attacchi di panico, cosa che li rende ancora più dipendenti dagli altri.
Molti sono ipocondriaci, perciò sfiniscono ed esasperano il personale sanitario e i loro familiari con le loro esagerazioni e richieste di esami diagnostici.
Gli Heather sono troppo superficiali e volubili nel loro stato animico e nel comportamento, troppo poco introspettivi e senza un’identità interiore definita. Non tutti però sono ingenui e innocenti, alcuni sono maliziosi, astuti, intriganti e manipolatori. Nonostante ciò, solitamente hanno un punto in comune: la tendenza a dimenticare o a non elaborare quello che risulta doloroso attraverso quel chiaro meccanismo di difesa che è la dissociazione.
Le società moderne industrializzate stimolano notevolmente l’individualismo e l’egoismo rispetto ad altri valori collettivi, per questo sono un fertile terreno ideale per lo sviluppo di tipologie Heather.
Questa tipologia potrebbe essere il risultato di qualche genitore assente o carente nell’educazione, soprattutto la madre. Altre volte i meccanismi indicano una serie di strategie apprese nell’infanzia per contendersi con i fratelli l’attenzione e la cura dei genitori. In altri, sembra la risposta a un’educazione carente di limiti e disciplina.
Heather come stato
I bambini piccoli attraversano periodi Heather che si potrebbero definire biologici, ma il problema è che la richiesta di attenzione non esaudita può deviare nello sviluppo di comportamenti antisociali e anche delittuosi, che hanno per oggetto appunto il richiamare l’attenzione dei genitori e degli educatori. “Preferisco che mi cerchi la polizia, piuttosto che non mi cerchi nessuno.”
Qualsiasi adulto con una capacità emozionale media può attraversare un periodo di richiesta di attenzione che si concretizza in bisogno di affetto sproporzionato.
Infine alcuni anziani sono soggetti a una maggiore richiesta di attenzione. In questi casi, le malattie e i sintomi di cui solitamente soffrono possono alimentare questo modello di autoaccentramento.
Livello spirituale
L’eccessivo autoaccentramento costituisce un grave fattore involutivo, anche se camuffato da un’apparente vernice di crescita personale. In un certo senso, ci si può evolvere spiritualmente solo dimenticandosi un pò di se stessi, almento degli elementi più egoici. L’autosservazione in Heather è sempre “ombelicale”, proviene dall’Io, basandosi sui suoi bisogni immediati di attenzione e intrattenimento, e non da una posizione distanziata e obiettiva (una metaposizione).
La società occidentale attuale è molto influenzata dalla cultura Heather e non è strano infatti che molti presunti percorsi di crescita spirituale siano contaminati da questo modello: corsi, laboratori, congressi e anche terapie Heather.
In Heather, tutte le competenze dell’intelligenza emozionale intrapersonale sono carenti: autocoscienza, autocontrollo e motivazione. La capacità di empatia brilla per la sua assenza. Come osserva la Scheffer: “Le persone in stato Heather negativo devono evolvere dal bambino bisognoso che vuole solo avere all’adulto che può anche dare.”
Indubbiamente il cammino che porta al miglioramento per loro è arduo e doloroso. Ci vuole molto coraggio per farsi carico di un impressionante vuoto interiore pieno di fantasmi minacciosi. Tuttavia vivere questa vita così artificiale e drammatica può sembrare una tortura anche maggiore che accettare quel vuoto.
Sicuramente Heather deve prima morire metaforicamente per rinascere dalle sue ceneri e seguire i dettami dell’anima, sperimentare in modo consapevole, e soprattutto paziente, la desolazione inquieta per cominciare a vivere davvero le sue vere emozioni, senza dar vita a personaggi di plastica, senza pretese, costruendo se stesso in modo emozionalmente ecologico.
Heather interiore
A volte alcune malattie o circostanze della vita, per esempio un cancro, una serie di sintomi ansiosi, una rottura affettiva (“la mia solitudine, il mio dolore, la mia tristezza”), diventano il centro dell’attenzione della vita di una persona, e spesso della sua famiglia. Questo individuo può non rispondere al profilo esteriore di Heather, cioè non essere chiaccherone, non avere problemi di mancanza affettiva, non desiderare di essere al centro dell’attenzione. Si tratta allora di casi di Heather interiore, in cui l’assunzione del rimedio è molto appropriata, perchè aumenta la probabilità che la malattia o la situazione in questione non sia più il tema centrale nella vita di una persona e si sposti in secondo piano, ottenendo un miglioramento. In un certo senso, è come se il prototipo più insopportabile, quello della persona che non smette di parlare e richiamare l’attenzione, si fosse fatto più piccolo, come una specie di mini Io, penetrando in qualche parte del nostro organismo (o della nostra mente) e cercando disperatamente di richiamare l’attenzione. E’ più comune incontrare casi di Heather interiore che di Heather puro.
Abstract: Ricardo Orozco – opere
Feb 22, 2012 | FIORI DI BACH
Descrizione originale di Bach
Per le persone veloci nel pensiero e nell’azione, che vogliono che tutto si faccia senza esitazione nè ritardo. Quando si ammalano sono ansiose di ristabilirsi. Per loro è molto difficile essere pazienti con le persone lente, perchè considerano la lentezza un errore e una perdita di tempo. Fanno ogni genere di sforzo per far sveltire le persone lente. Spesso preferiscono lavorare e pensare da soli per poter fare le cose al loro ritmo.
Parole chiave: impazienza, accelerazione, irritabilità, impulsività, intolleranza di fronte alla lentezza, tensione mentale e fisica esagerate, rigidità dinamica.
Livello tipologico
Si tratta di una persona accelerata, impaziente e impulsiva. Spesso il suo elevato ritmo mentale la porta a percepire l’ambiente come troppo lento, ma alcuni Impatiens sono consapevoli di essere loro ad andare troppo di fretta.
A livello mentale capta rapidamente le indicazioni ed è molto efficiente con i numeri e con la contabilità. E’ particolarmente pratica e materialista, il che la porta a un approccio spesso troppo semplificato e superficiale alla vita e ai suoi misteri. Vuole andare al sodo in tutti i campi dell’esistenza, cosa che le impedisce di dar valore alle molte sottigliezze e sfumature psicologiche del linguaggio non verbale. Questa difficoltà a captare il clima emozionale delle situazioni pregiudica la sua possibilità di essere empatico e spiega la sua caratteristica mancanza di tatto.
La vita per lui va troppo piano, anche se vive in una grande metropoli. Le situazioni e le persone che non hanno il suo ritmo lo irritano, lo fanno uscire dai gangheri, alimentando e mantenendo la tensione mentale e lo stress.
Impatiens percepisce l’ambiente circostante come lento, come un ostacolo che cerca di allontanare dalla sua strada. Quando ciò non è possibile, è lui stesso che si allontana. Gli piace avere una corsia preferenziale in tutti gli aspetti della vita. Tende a risolvere da solo tutti i suoi problemi e ad allontanarsi da quelli che, per questione di ritmo, percepisce come inutili rallentamenti.
Nella sua impazienza, può strappare le cose dalle mani degli altri, completare le loro frasi e azioni, per cui di solito viene percepito come un persona irritabile, brusca e poco delicata.
Sicuramente la diplomazia non è il suo forte e decisamente non sarebbe un buon psicologo, perchè la sua frase preferita probabilmente sarebbe “veniamo al sodo”. In compenso, è un individuo spontaneo (per molti, troppo), trasparente, che dice quello che pensa e non ha secondi fini.
Nonostante la sua rapidità di riflessi, può essere molto pericoloso al volante di un’auto. Le code, in qualsiasi circostanza e per qualsiasi motivo, sembrano ideate per torturarlo e non le sopporta in alcun modo. In realtà non ha fretta, ma non riesce ad andare piano.
La sua fisiologia si muove alla stessa velocità della mente, perciò normalmente tutte le funzioni sono accellerate. Possiamo parlare di Impatiens come di un modello biologico, già visibile fin dall’infanzia in molti bambini etichettati come iperattivi.
Impatiens si muove con uno stress permanetente che, unito all’impossibilità di rilassamento, lo porta all’ansia e ai suoi molteplici disturbi, così come a rigidità e tensioni muscolari costanti che provocano un prematuro logorio articolare.
I suoi problemi interpersonali di solito ruotano attorno alla mancanza di tatto e, soprattutto, alla scarsa capacità di autocontrollo, che manifesta sotto forma di esplosioni di collera. Tali esplosioni non sono provocate dall’odio, nè dal risentimento, bensì dall’impazienza e dall’indignazione. Molti Impatiens sono consapevoli di questa tendenza e di solito cercano aiuto, perchè può causare loro problemi familiari, lavorativi o anche penali. Ma un altro problema, di cui Impatiens è molto meno consapevole è quello della superficialità. Il suo senso “pratico” delle cose lo condanna a una vita emozionale piuttosto povera, poichè per lui la tenerezza o gli alti e bassi e le difficoltà emotive della vita quotidiana sembrano rappresentare un’inutile perdita di tempo. Di conseguenza non è propensa a comunicazioni che non trattino argomenti materiali e immediati: conti, pratiche, acquisti ecc. Chiunque può constatare la sua impazienza e la quasi totale incapacità di concentrare l’attenzione su cose che non gli interessano e non capisce: un problema emozionale di un figlio, una visita a un museo, la calma contemplazione di un paesaggio, tutte cose che possono irritare le persone che ha intorno.
Impatiens come stato
L’essenza si rivela molto utile per tutti coloro che in qualche momento della vita soffrono di impazienza, anche se non corrispondono al profilo tipologico descritto. L’impazienza è inversamente proporzionale all’età, perciò è un fiore molto adatto ai bambini piccoli.
Molte persone quando sono in società sono contagiate dal modello Impatiens, anche se questo non è presente nella loro tipologia. Possono definirsi Impatiens secondari o di imitazione.
Spesso l’unico modo per differenziare l’Impatiens tipologico da quello secondario consiste nel vedere come reagisce quando si trasferisce in un posto dove il ritmo è molto più lento, come un piccolo villaggio o un paese dove la vita si svolge in modo più tranquillo, o semplicemente come si comporta in vacanza. Un Impatiens secondario può adattarsi velocemente a questo cambiamento di ritmi e trarne beneficio, mentre quello tipologico si dispera e vuole tornare quanto prima alla “normalità”.
Livello spirituale
Per Bach, Impatiens è venuto ad apprendere la lezione del Perdono o della Tolleranza. Katz e Kaminski descrivono magistralmente la problematica di questo stato da un punto di vista spirituale: “Impatiens ha difficoltà ad integrarsi col fluire del tempo. Con la sua fretta si nega la possibilità di vivere pienamente la vita, anche se può sembrare molto occupato e impegnato. Questi individui si perdono gli scambi più delicati e sottili che si possono avere con gli altri o con il mondo circostante. Con l’essenza, l’essere interiore può diventare più ricettivo a quello che si sta verificando in quel momento.”
E’ abbastanza chiaro che in Impatiens il ritmo gli impedisce di essere cosciente della propria autocoscienza. Inoltre, il suo approccio così materialista ostacola la comprensione delle motivazioni altrui. Anche se non sono persone complicate, nè tantomento maliziose o manipolatrici, possono commettere errori per omissione, data la loro difficoltà a sintonizzarsi con gli altri e la scarsa intelligenza emozionale. Molte inquietudini che le persone possono provare riguardo alla crescita spirituale sono interpretate da Impatiens come una stupida perdita di tempo.
E’ possibile però che, quando riduce i “giri”, indirizzi un pò della sua energia alla ricerca personale e che molti di loro debbano reimpostare la loro vita, perchè rimangono vittime di qualche malattia che agisce da freno alla loro accelerazione: un’ernia del disco, un infarto, un incidente. Indubbiamente, è molto meglio che un eventuale reindirizzamento della loro vita venga gestito con l’assunzione dell’essenza.
Abstract: Ricardo Orozco – opere
Feb 22, 2012 | FIORI DI BACH
Descrizione originale di Bach
Per quelli che sia nella malattia sia in buona salute preferiscono stare soli. Sono persone molto tranquille, che non fanno rumore, parlano poco e in modo molto gentile. Sono quasi indipendenti dall’opinione degli altri. Se ne stanno in disparte, vivono da soli e seguono il loro cammino. Spesso sono intelligenti e dotati. La loro pace e tranquillità sono una benedizione per quelli che li circondano.
Parole chiave: introversione, non ingerenza negli affari altrui, solitudine, isolamento passivo, apatia, appiattimento emozionale, rigidità statica.
Livello tipologico
Persone represse, distinte, flemmatiche e, sebbene molto corrette nei protocolli sociali e nelle forme, a volte altere e affettate. Indipendenti e autosufficienti, o comunque distanti, fredde nei modi e con l’intima convinzione incoffessata di appartenere a una razza spirituale superiore, cosa che li rende orgogliosi. Continuamente invase e offese dall’incomprensione delle masse, troppo occupate e alienate per discutere le piccolezze terrene derivanti dalla mediocrità umana. Persone fondamentalmente elitarie, che credono di detenere qualche ideale elevato e un raffinato mondo interiore che non condividono con nessuno, o quasi nessuno, data la scarsa e limitata produzione di questo prodotto così poco comune chiamato Water Violet.
Boris Rodriguez e Ricardo Orozco sostengono che Water Violet corrisponde perfettamente a quello che la psicologia contemporanea intende per personalità schizoide. Pertanto la descrizione del Water Violet tipologico e quella dello schizoide si sovrapporranno in grande misura.
Si tratta di un individuo distante, emozionalmente freddo, il cui habitat naturale è la solitudine. Mentre altri tipi di personalità cercano il contatto con gli altri, Water Violet lo evita, perchè non desidera, nè prova piacere nelle relazioni personali intime, incluso il far parte di una famiglia o formarla. Se si potesse riassumere in una parola il bene più prezioso che desidera nella vita, questa sarebbe solitudine. Per lui la solitudine significa “non voglio essere disturbato, nè invaso”, che comprende anche il semplice saluto di un vicino per le scale, una telefonata per augurargli buon compleanno e altre cose che alla gran parte delle persone non dà alcun fastidio, anzi fa piacere. Per questo, il termine isolamento definisce meglio le circostanze in cui vuole muoversi.
Water Violet non si intromette negli affari degli altri, nè ammette ingerenze di alcun tipo. Per nessun motivo accetta di dominare nè di essere dominato. E’ immune dall’opinione degli altri. Oltre che introverso risulta eccessivamente serio, molto estraneo e manifestazioni di allegria o empatia.
Water Violet non sa immedesimarsi negli altri perchè fondamentalmente non conosce se stesso e non condivide i codici emotivi con le altre persone.
Nella sua descrizione dello schizoide, Milon afferma quanto segue:” Il suo svincolamento affettivo lo fa rimanere ai margini, non si lascia coinvolgere nelle situazioni sociali e si allontana da tutte le relazioni che presuppongno intimità. Per questo non ha amici intimi o persone di fiducia, oltre ai parenti diretti….Comunica in modo asettico, impersonale, poco elaborato.” L’ultima parte della descrizione è la chiave per capire quello che di solito trasmette la maggior parte dei Water Violet: niente. E’ evidente che la ricchezza espressiva, sia verbale sia non verbale, deriva da una serie di sfumature emotive frutto di apprendimento, di cui queste persone sono carenti. Per questo, non riescono a comunicare in modo diretto, elaborato e sensibile.
L’ambiente rurale con il suo isolamento è un fertile terreno per questa tipologia, anche se non esclusivo. In nessun caso da questi Water Violet ci si può aspettare una certa sofisticazione.
Per capire l’evoluzione di questa personalità è necessario chiarire alcuni concetti chiave. La cosa più probabile è che i bambini Water Violet siano cresciuti in un ambiente emozionalmente freddo, con pochi stimoli affettivi, cosa che accresce lo loro apatia. Questo modello educativo può essere legato ad ambienti sociali austeri e repressivi, convinti che la tenerezza sia un’inutile dimostrazione di debolezza o di rimbambimento. Può anche essere accaduto che i genitori avessero un atteggiamento trascurato con il neonato oppure fossero afflitti da vari problemi, molti figli ecc. Ma in altri casi, può trattarsi di neonati poco reattivi agli stimoli dei genitori, per cui questi si scoraggiarono oppure concentrarono la loro attenzione su altri fratelli. L’ambiente familiare e l’apprendimento precoce del bambino Water Violet saranno decisivi nella sua evoluzione. In un ambiente rurale si relazioneranno meglio con gli animali che con le persone.
Altri Water Violet educati in un ambiente intellettuale potranno diventare matematici, filosofi, scultori, informatici e svolgere qualsiasi professione che eviti il contatto interpersonale, perchè indubbiamente preferiscono relazionarsi con simboli, numeri o libri piuttosto che con esseri umani.
Molti possono aver ottenuto voti alti nel periodo scolastico perchè, mentre la maggior parte dei loro compagni esplorava il mondo eccitante delle emozioni, loro non erano affatto attratti dalla vita sentimentale e vivevano in un isolamento passivo, dove lo studio e la lettura occupavano tutto il loro tempo. Sono proprio questi Water Violet quelli che possono essere percepiti dagli altri come persone inaccessibili, speciali, circondati da un’aureola di mistero e superiorità, o addirittura come “bestie rare”.
Alcuni Water Violet possono considerarsi superiori agli altri anche se, in genere, non hanno un atteggiamento altezzoso. Solo quando si sentono troppo infastiditi e incalzati dalle circostanze o dalle persone , possono reagire in modo orgoglioso e spregiativo verso gli altri e perdere il loro tradizionale atteggiamento distaccato, agendo con superbia o arroganza.
Il tempo non gioca a favore di Water Violte, perchè la vecchiaia può portarli ad aver bisogno dell’aiuto degli altri, che però non chiederanno. Può darsi che le intenzioni altrui di prestare assistenza siano interpretate come un attentato alla loro intimità e reagiscono con evidente ostilità. Inoltre, si possono trasformare in Willow risentiti, irritabili e amareggiati di fronte a una società che li “assilla e non li lascia in pace”.
Potremmo parlare di un certo narcisismo mentale, per cui uno vive come sospeso nel “suo” territorio, nella “sua” intimità, nella “sua” indipendenza.
Lo stato naturale dei Water Violet è il celibato. Nel caso improbabile in cui dovessero stabilire una relazione sentimentale, per esempio quando sono persone più ricettive affettivamente, non si dimostrano nè possessivi nè gelosi. Danno una completa libertà al loro partner. Tuttavia, non si può contare su di loro per la vita sociale, che considerano un teatro e una perdita di tempo inutile. Il partner del Water Violet di conseguenza deve abituarsi ad affrontare le sue relazioni sociali come se vivesse da solo. Sono nemici degli incontri familiari, sposalizi, battesimi, anniversari e una lunga lista di casi. Per loro questo argomento è assolutamente non negoziabile, oltre a sembrare una questione di principio, per cui si potrebbe parlare di rigidità sociale.
Water Violet come stato
Nell’aspettto non tipologico, l’essenza serve per gestire quei periodi in cui alcune persone hanno il desiderio di isolarsi e non relazionarsi con nessuno. Si potrebbe parlare di periodi di riservatezza in cui non si vuole essere infastiditi.
Livello spirituale
Il nostro cervello è principalmente sociale e programmato per l’empatia, creato per progredire man mano che ci relazioniamo affettivamente con gli altri, che stabiliamo vincoli con l’esterno. Non si può sviluppare un’intelligenza emozionale competente partendo dall’isolamento. E neanche si può essere empatici. Per questo l’isolamento prolungato è così negativo per l’evoluzione spirituale, quasi da ogni punto di vista. D’altra parte, ci porta a perdere il contatto con la realtà, possibile passaggio precedente ad alcune patologie psichiatriche gravi.
Secondo Bach, le lezioni spirituali da sviluppare sono in relazione con l’autocoscienza e con un atteggiamento positivo verso gli altri, che fondamentalmente comprende empatia e capacità di sintonia, cosa che il Water Violet negativo non riesce a sentire. Forse per questo Water Violet è venuto in questo mondo per apprendere la lezione dell’Allegria. Sicuramente per una persona che soffra di questa incapacità di provare piacere, l’allegria è un’emozione che spinge verso l’esterno, contagiosa, e inevitabilmente porta alla comunicazione e alla solidarietà con l’ambiente. In realtà, l’assunzione dell’essenza, lo aiuta a essere più cordiale e socievole con gli altri e ad interessarsi automaticamente a loro e, soprattutto, ad essere più allegro e a prendere la vita in modo giocoso. Il fatto di diventare più comunicativo e ricettivo agli altri non esclude che continui ad assaporare i suoi momenti di solitudine di cui è molto convinto di aver bisogno, ma crea la possibilità di uscirne quando vuole e di integrarsi nel gruppo.
Abstract: Ricardo Orozco – opere
Feb 13, 2012 | FIORI DI BACH
Descrizione originale di Bach:
Per quelli che non traggono pieno vantaggio dall’osservazione e dall’esperienza e che impiegano più tempo degli altri per apprendere le lezioni della vita quotidiana. Mentre per alcuni sarebbe sufficiente una sola esperienza, per costoro ne sono necessarie di più, a volte parecchie, prima di apprendere la lezione. Sono dunque spiacevolmente sorpresi di rifare lo stesso errore in diverse occasioni, quando una sola volta sarebbe stato sufficiente oppure quando l’osservazione degli altri avrebbe potuto risparmiare loro anche il primo sbaglio.
Parole chiave
Mancato apprendimento dall’esperienza, mancanza di osservazione, ripetizione di errori, non assimilazione, mancanza di intelligenza emozionale.
Chestnut Bud come tratto di personalità
La visione di Chestnut Bud sopravvissuta finora è forse una delle cause della sottotuilizzazione di questa essenza così importante, che è correlata nè più nè meno che con l’apprendimento.
Nella descrizione originale, Bach parla di un problema di apprendimento e della conseguenza che questo comporta: la ripetizione di errori. Partendo da qui e dalle varie esperienze terapeutiche, si delineò una specie di ritratto robot di Chestnut Bud, più o meno come di un soggetto inadeguato, goffo e avventato che commette sempre lo stesso errore, irriflessivo. Secondo la Scheffer:”poichè il suo pensiero è due passi più avanti agli altri, nella situazione che ha di fronte reagisce con mancanza di attenzione, impazienza, disinteresse….Non assimila i vissuti con sufficiente profondità. La cronologia della problematica Chestnut Bud potrebbe essere benissimo la seguente: accelerazione – mancanza di osservazione – non apprendimento – ripetizione degli errori.
Si tratta di una persona che sbaglia a interpretare gli eventi che lo riguardano e non elabora adeguatamente il clima emozionale dell’ambiente. Impacciato nelle sue domande e negli interventi, non riesce a capire le motivazioni degli altri nè tantomento il significato di quanto accade, risultando come minimo inadeguato e dando di solito un’immagine di ingenuità, se non addirittura di stupidità e immaturità. Anche la sua psicomotricità può essere particolarmente goffa. Spesso inciampa negli stessi oggetti oppure stupisce gli altri rovesciando bicchieri durante i pasti o cose simili.
Chestnut Bud è strettamente correlato alla mancanza di intelligenza emozionale. E’ sufficiente sapere che un’intelligenza cognitiva (mentale) normale o alta non presuppone una pari intelligenza emozionale.
I deficit di intelligenza emozionale hanno come conseguenza una scarsa conoscenza del proprio mondo interiore: pochissima coscienza emozionale, scarsa capacità di autoregolazione e autocontrollo. Non potendo capire minimamente i propri meccanismi psicologici, non ci si riesce a spiegare nemmeno quelli degli altri. Si tende a percepire in modo distorto molti segnali provenienti dall’esterno e ad elaborarli in maniera errata.
Quando si hanno difficoltà a captare il clima emozionale e il linguaggio non verbale che impronta tutte le interazioni umane, non si può ottenere da esse un proficuo apprendimento, e non è neppure possibile produrre una risposta immediata che sia in qualche modo adeguata a una certa situazione. Per questo motivo si commettono tanti errori.
Molte persone carenti di intelligenza emozionale sono prigioniere di continui sequestri emozionali, sono cronicamente arrabbiate, isolate, depresse affettivamente, violente o troppo passive e apatiche. Hanno una scarsa autostima o si sopravvalutano in modo esagerato, sono ossessive, dipendenti, antisociali, narcisiste, istrioniche ecc.
Le carenze di intelligenza emozionale portano a una vita troppo complicata, piena di ostacoli e di contrarietà, insomma infelice. Avendo così poche competenze emotive, i sentimenti, i pensieri, e le azioni finiscono col dipendere eccessivamente dalle circostanze esterne, e pertanto al caso.
Dunque l’essenza Chestnut Bud sembra essere un catalizzatore dell’intelligenza emozionale o – se preferite – una specie di intelligenza emozionale liquida.
Chestunut Bud come stato
Si dovrebbe utilizzare Chestnut Bud in tutti quelli che ripetono, consapevoli o no, gli stessi errori nel lavoro, nella coppia ecc., oppure in persone cui si prospetta prima o poi lo stesso tipo di circostanza avversa, senza riuscire a trovare un filo conduttore tra il modo di agire e quello che accade nella loro vita.
Chestnut Bud non agisce solo sui livelli più trascendenti dell’apprendimento, cioè le lezioni della vita, ma anche su una scala minore, perchè ci aiuta ad apprendere le lezioni della scuola fisica. Per questo è un’essenza d’elezione per i bambini con problemi scolastici di apprendimento. Inoltre, è indispensabile per quelli con deficit psichici e/o fisici e pertanto inseriti in programmi speciali di educazione e stimolazione.
Livello spirituale
Per Bach, l’obiettivo principale dell’esistenza è l’apprendimento delle lezioni di vita. L’essenza di Chestnut Bud aiuta a collegarsi direttamente con tale apprendimento trascendente di questo giorno di scuola, inteso come la vita. Per questo il rimedio è forse il più spiritualizzato di tutti. Di fatto, Chestnut Bud non è un fiore, ma il germoglio del castano d’India, il che comferma il suo carattere eccezionale. Indubbiamente il dr. Bach cercava qualcosa di molto speciale, che solo un germoglio, contenente le informazioni allo stato germinale, poteva fornire.
L’assunzione di Chestnut Bud stimola a mettere in relazione il nostro modo di pensare e agire con la realtà al di fuori di noi e ad osservarci più obiettivamente dall’esterno, come ci vedono gli altri. Probabilmente aiuta anche a correlare il linguaggio simbolico della realtà esterna con la nostra interiorità. In sintesi, aiutando a elaborare le esperienze in profondità, costituisce un vero e proprio catalizzatore al servizio dell’integrazione dell’apprendimento consapevole.
Ma se torniamo alla parte più trascendente dell’apprendimento, dobbiamo ricordare che per Bach la malattia non è un castigo, bensì l’invito a correggere un comportamento sbagliato o – che è la stessa cosa – la possibilità di conseguire un apprendimento migliore. Una malattia cronica o ricorrente che non migliora presuppone in un certo senso una mancanza di apprendimento, la ripetizione di un errore, perchè son si sta seguendo (o ascoltando) l’informazione che vuole darci. In tali situazioni si dovrebbe tenere in considerazione l’assunzione di Chestnut Bud. Questa essenza è stata definita “il fiore calendario”, un suggerimento per quei casi in cui i sintomi e/o i segni di una malattia non risolta sembrano ripetersi seguendo cicli o giorni più o meno fissi.
La grande importanza e la dimensione universale che senza dubbio possiede questa essenza offrono la possibilità di includerla in ogni trattamento. Abbiamo già osservato che si tratta dell’essenza maggiormente in relazione con l’apprendimento, che per Bach rappresenta il tema centrale dela vita.
Abstract: Ricardo Orozco – opere
Feb 13, 2012 | FIORI DI BACH
Descrizione originale di Bach:
Per chi è soggetto a periodi di tristezza e disperazione, come se una nuvola fredda e scura lo avviluppasse offuscando la luce e la gioia di vivere. Può darsi che non sia possibile trovare una ragione giustificata o una spiegazione valida per questi episodi. In questa condizione, gli è quasi impossibile apparire allegri e gioviali.
Parola chiave: Tristezza
Mustard come stato
La tristezza è una delle emozioni primarie dell’essere umano. Si potrebbe definire come uno stato di decadimento morale, una pena interiore sconsolata, oscura lugubre, che si contrappone all’emozione dell’allegria. Questo dolore affettivo si può esprimere mediante il pianto e di solito si individua dall’espressione facciale.
Non si deve confondere la tristezza con la depressione, perchè si tratta di un’emozione normale e non di una malattia.
La tristezza può sopraggiungere per cause concrete, come delusioni, problemi, morte di persone care ecc. oppure comparire in determinati periodi dell’anno come l’autunno, ciclicamente in alcune fasi del ciclo mestruale o essere corollario di ragionamenti pessimisti. Tuttavia, in molte persone – come sottolinea lo stesso Bach – può manifestarsi senza alcun elemento scatenante evidente.
Il campo d’azione di Mustard riguarda sia la tristezza che si presenta nel contesto del disturbo depressivo sia situazioni al di fuori di questo quadro. Una persona può provare per vari giorni una tristezza profonda, senza per questo essere depressa.
Anche la tristezza prolungata può sfociare nella depressione, per definirsi tale dovranno manifestarsi nel tempo anche altri sintomi, di cui la tristezza farà parte. In alcuni casi, la tristezza trattata con Mustard può essere vissuta in modo larvato e passare quasi inosservata, come se facesse parte della personalità. Di fatto, nelle personalità depressive è letteralmente così.
La Scheffer descrive che in questo stato: “…..Una vibrazione estranea, intensa e sconosciuta si sovrappone in larga misura alla vibrazione propria della personalità e quasi sospende transitoriamente la sua relazione con il mondo.”
La tristezza si manifesta comunemente con una decelerazione delle funzioni mentali e fisiche, ma in moltri casi si accompagna all’ansia o all’angoscia oppure si trasforma in rabbia o irritabilità.
Riassumendo, Mustard serve a gestire in maniera adeguata la tristezza, indipendentemente dal fatto che questa sia scatenata da una precisa causa oggettivabile. L’essenza non è un antidoto “contro” la tristezza, come si potrebbe interpretare da un’ottica allopatica perchè, tra l’altro, questa emozione ha in generale un proposito positivo. Esiste però anche la tristezza Mustard come tratto di personalità .
Livello spirituale
Per Julian Barnard, lo stato Mustard classico è, come la pianta stessa, opportunista: occupa uno spazio vacante. Bisogna aggiungere però che probabilmente questo spazio libero è il vissuto del vuoto generato dall’abisso esistente tra l’anima e la personalità in determinati momenti della vita. Questa sensazione di disconnessione è percepita dall’Io come un forte abbattimento, una caduta nel fondo del pozzo, un “toccare il fondo”. Ci troviamo di fronte a un’autentica emergenza spirituale, in cui la personalità si deve aprire a un nuovo sistema di credenze, una nuova scala di valori. Può essere che i vecchi codici non servano più e i nuovi debbano ancora essere definiti.
La Scheffer torna a descrivere, con vera maestria e ispirazione, la dimensione spirituale dello stato che si vive in Mustard: “……E’ l’espressione della pena dell’anima per il suo potenziale perduto, che la personalità deve sperimentare con dolorosa impotenza. Il fatto di aver vissuto l’immobilità, la separazione totale dell’anima dalla sua fonte di vita propriamente detta, porta prima o poi la personalità ad avere nostalgia di vedere di nuovo la luce della sua anima e di avvicinarvisi.
A questo punto, capiamo che la tristezza non è uno stato da cui si deve fuggire come dalla peste bubbonica, bensì un’opportunità per “chiudere bottega” e fare i rinnovamenti e gli inventari necessari per poi riaprire. Rappresenta un momento di raccoglimento interiore che serve per riprendersi da perdite dolorose, un momento insomma che, se ben utilizzato, segna un prima e un dopo, uno spazio da cui si può uscire enormemente rafforzati. E’ chiaro che in questo processo l’assistenza di Mustard ha un ruolo privilegiato, perchè ci aiuta a gestire e a far scaturire dal vissuto tutto il rendimento possibile.
Abstract: Ricardo Orozco – opere