Fiori di Bach: Oak

Fiori di Bach: Oak

 

Descrizione originale di Bach:
Per quelli che si sforzano e lottano energeticamente per guarire o risolvere le incombenze della vita quotidiana. Anche se il loro sembra un caso senza speranza, continueranno a tentare una cosa dopo l’altra e a lottare. Sono scontenti quando la malattia interferisce con i loro doveri o impedisce loro di aiutare gli altri. Sono persone coraggiose che combattono contro grandi difficoltà senza perdere la speranza e continuando a sforzarsi.

Parola chiave: Eccessivo senso del dovere, tenacia estrema, surmenage, perfezionismo, dedizione estrema al lavoro, metodicità, grande repressione emozionale, rigidità, durezza, rigore, scrupolosità e inflessibilità estreme, caparbietà, paura di mostrarsi vulnerabile, ossessività, sovraccarico.

Livello tipologico
Visti  dall’esterno, gli individui con caratteristiche Oak normalmente sembrano persone forti come rocce, in genere il pilastro o il sostegno della famiglia, quelli che portano i soldi a casa, delle vere bestie da soma. Sono resistenti, tenaci, volenterosi e leali, lottatori instancabili.
Il problema è che queste qualità sono così rigidamente esagerate e radicate nel loro ideale di Io che si trasformano piuttosto in una minaccia per loro stessi.
Sembrano non conoscere il significato della parola stanchezza (o lo interpretano come debolezza), il che non vuol dire che non la provino, ma non sanno, non vogliono o non possono obbedire ai segnali organici che l’accompagnano, arrivando così ad ammalarsi.
In generale gli Oak sono persone oneste, responsabili e degne di fiducia, serie, di parola, rispettabili, con un’incredibile capacità di lavoro e resistenza, qualità che spesso inducono gli altri, attratti dalla loro forza, a scaricare le responsabilità personali su di loro. Sono troppo moralisti e scrupolosi.
Oak possiede tratti ossessivi di personalità, ma la differenza sostanziale tra Elm e Oak è dovuta all’apprendimento infantile.
Molti Oak sono stati educati in modo rigido e iperesigenti da genitori o tutori punitivi e severi, forse in tempi difficili, anche post-bellici. Alcuni provengono da famiglie con pochi mezzi e molti figli oppure semplicemente da ambienti familiari e/o educativi dove predominava il lavoro duro  e la repressione emozionale di qualsiasi altro aspetto della vita. Per questo sono cresciuti con molta insicurezza e paura di commettere errori e di conseguenza di essere puniti o umiliati.
Per compensare questa evidente scarsa autostima, o almeno attenuare l’insicurezza che ne deriva, hanno dovuto sviluppare un’identità di persona irreprensibile, forte, responsabile, seria e molto lavoratrice, soprattutto molto rispettosa delle regole e dei doveri. La loro convinzione fondamentale è “io dovrei”. In questo modo, la predisposizione al lavoro si trasforma in una virtù morale, ma anche in un rifugio e un alibi socialmente accettabile per evitare di affrontare una vita emozionale piena di paure.
E’ evidente che Oak confonde emotività e sensibilità con vulnerabilità e perdita di controllo. Quest’ultimo lo paragona a una situazione mortificante e dolorosa, come quando era piccolo, costruisce perciò la sua difesa sviluppando una forte razionalità compensatoria. Da tutto ciò proviene  la sua paura di perdere il controllo e la grande repressione può trasformarsi in ansia e spesso in rabbia, che in genere non riesce ad esprimere.
In questo modo si capisce perchè Oak sia mentalmente molto rigido e dogmatico, troppo rigoroso e metodico, perfezionista e tenace, poco incline a delegare le responsabilità, a meno che le cose non vengano fatte come vuole lui. Soprattutto a causa della sua insicurezza interiore, controlla sempre tutto. Non cambia opinione, anche se si accorge di avere torto, perchè odia ammettere i propri errori.
I cambiamenti gli provocano insicurezza e stress, vissuti come ansia, perciò si struttura la vita in modo iperorganizzato, metodico e rituale, senza alcuna spontaneità, in cui ogni deviazione dalla routine implica un contrattempo enorme.
Lo spazio per la famiglia nasce più come una responsabilità o dovere che come un desiderio del cuore, perchè “il bravo marito deve dedicare tempo alla sua famiglia”, e spesso gli Oak non hanno questo tempo. E’ comune constatare che i loro problemi di comunicazione generano carenze affettive e risentimento nel partner e nei figli. La tenerezza non figura tra le loro abilità nè tra le loro tendenze. Evidentemente non si può “cavare sangue da una rapa”, nè in questo caso da una roccia.
Oak rappresenta un modello principalmente maschile, che è stato molto rafforzato storicamente e culturalmente.  La figura del padre lavoratore che mantiene moglie e figli, oltre a tutta la famiglia, si è dimostrato un argomento convincente per rifuggire dalle responsabilità emozionali nei confronti degli altri e di se stesso. Questo sembra essere il motivo per cui molti di loro crollano, si ammalano, o addirittura muoiono, quando da pensionati – o, peggio ancora, da prepensionati – non si sentono più utili, anche se lo stipendio è quasi uguale a prima. Ma può accadere anche qualcosa di peggio: essere licenziati dal lavoro costituisce il maggior fallimento immaginabile e rappresenta per loro un’imiliazione pubblica, una specie di giudizio e condanna di proporzioni quasi bibliche.
La maggior parte degli Oak parlano in modo impersonale e poco spontaneo, sono sempre educati, riservati e fondamentalmente corretti. Emozionalmente sono distaccati. Non che manchino di sentimenti, ma si sono allenati in un modo quasi spartano per reprimerli.
Possono essere molto servili con le figure di autorità, ma a volte si dimostrano distanti e tirannici con i loro subordinati e troppo rigorosi nei confronti delle regole.
I risultati professionali rappresentano più un sollievo che una soddisfazione, perchè per Oak la vita è una dura lotta, in cui non si può nè si deve abbassare la guardia.
Gli Oak non possono mai fare quello che desiderano, ma in ogni momento quel che viene ordinato, perciò la loro vita manca praticamente di allegria ed è invece piena di preoccupazioni e ansia.
Preferiscono risolvere i loro problemi da soli. I criteri estetici non sembrano figurare tra le loro attitudini.
Oak porta, senza saperlo, una bomba a orologeria addosso. La stanchezza non è una fisima, ma un meccanismo con cui il corpo avvisa la mente di dover abbassare il livello di rendimento e di sforzo. La mancanza di riposo e spazi lucidi nella sua vita lo fanno cadere in un’ansia da prestazione permanente. Avendo un modello mentale così rigido e ignorando gli avvisi della stanchezza e della malattia, probabilmente ha bisogno di avvertimenti più perentori, come infarti, embolie, depressioni severe, ernie del disco ecc. E’ anche molto incline a contratture muscolari alle spalle e al collo e ai disturbi d’ansia favoriti dallo stress.
Per quanto riguarda la generosità, non c’è dubbio che l’albero della quercia lo sia,  perciò questo tema richiede una puntualizzazione.
Una particolarità della maggior parte degli ossessivi – e Oak ne è un perfetto rappresentante – è la taccagneria e il risparmio esagerato come precauzione di fronte a presunti  periodi di crisi, che può arrivare a limiti caricaturiali. Questo atteggiamento è favorito dal suo temperamento austero e dalla  scarsa capacità di godersi la vita.
I lussi, o semplicemente le comodità che gli può procurare una buona situazione economica, solitamente sono considerati dal suo giudice interno rigido e implacabile una frivolezza o sperperi superflui e immorali. D’altra parte, una vita agiata e “dissoluta” potrebbe essere malinterpretata e vista dall’esterno con sospetto e diffidenza. E ad Oak interessa molto l’opinione altrui, perchè vuole soprattutto essere e apparire corretto.
Ma per Oak esiste qualcosa di più vincolante della taccagneria: il dovere.
Non capisce invece e odia tutto quello che considera assurdo e sfarzoso, come un viaggio di piacere, una cena in un ristorante costoso ecc.
Oak soffre di una rigidità mentale molto evidente, infatti semplifica eccessivamente il mondo per renderlo più gestibile: “Si è corretti o scorretti” oppure “Al mondo esistono due tipi di persone: i lavoratori e i fannulloni”. Questa visione delle cose così estremizzata non permette la benchè minima sottigliezza. Si potrebbe anche parlare di una mancanza di maturità mentale che gli impedisce di percepire le sfumature che rendono così ricche le relazioni interpersonali.
Gli Oak possiedono un senso del dovere e una tenacia estrema che li porta a un eccesso di sforzo, spesso non necessario. Quest’ultima circostanza si rivela molto importante al momento di diagnosticare il modello floreale: la mancanza di motivi esteriori oggettivamente convincenti per un simile eccesso di lavoro, sforzo e responsabilità.
La maggior parte di noi probabilmente ha attraversato delle circostanze difficili, economiche, familiari, scolastiche e simili, in cui abbiamo dovuto rinunciare a diversi piaceri e comodità dando la priorità al lavoro o allo studio. Possono essere stati periodi molto duri in cui, tuttavia, abbiamo desiderato il meritato riposo e contavamo i giorni che ci separavano da esso. In Oak, questo praticamente non esiste. Quello che per molti costituisce una situazione transitoria, per loro è la vita stessa. Per questo motivo esistono tanti commercianti, imprenditori e liberi professionisti che non hanno mai fatto una vacanza, anche se la condizione economica glielo avrebbe permesso.
Per molti Oak la terapia non è facile, soprattutto se percepiscono il terapeuta come poco sistematico o troppo inquisitorio. Sicuramente hanno bisogno di un approccio razionale, rispettoso, che in qualche modo permetta loro di capire – come parte dell’autoconoscenza auspicabile in una terapia floreale – che in realtà la maggior parte dei loro sforzi non corrispondono a una reale esigenza oggettiva, bensì al suo bisogno  di aquietare quel rigido giudice interno che possiede. E’ chiaro che per  ottenere un tale risultato, devono cambiare alcune convinzioni interne troppo distorte che li portano a questa grande rigidità mentale.
L’aiuto dell’essenza si rivela molto preziosa per iniziare questo grande processo interiore.
In alcuni casi, l’effetto del fiore può essere percepito dalla mente sempre rigida di Oak come stanchezza, che suscita di conseguenza allarme. Se questa sensazione non è accompagnata parallelamente da una presa di coscienza, l’abbandono della terapia è quasi certo.

Oak come stato
Consideriamo qui Oak come stato e non come tratto di personalità. E’ in relazione con periodi di sovraccarico, dove la persona lavora e lotta strenuamente di fronte a molte responsabilità. In queste circostanze, l’essenza può apportare calma e serenità di fronte allo stress, il che aiuta a ottimizzare l’energia disponibile.
E’ molto probabile che gli effetti di Oak come stato (sovraccarico) si sovrappongano a quelli di Elm (straripamento). Dato che lo stress costituisce un grave problema sociale, l’assunzione congiunta di entrambe le essenze crea una buona sinergia per il trattamento.

Livello spirituale
Per la Scheffer, l’errore basilare di Oak è dovuto al fatto che “invece di farsi guidare dal suo Io Superiore attraverso i periodi difficili e belli della vita, la personalità persiste erroneamente in una continua ansia da prestazione scelta dalla stessa (…). La personalità Oak ha dimenticato che non sono solo i risultati e le vittorie che rendono la vita degna di essere vissuta e che un lottatore trae le forze per nuove prodezze proprio dai momenti più delicati, più piacevoli e più sentimentali. Se  l’individuo non si concede queste pause creative, la sua vita interiore diventa sempre più spartana e sterile. Lavora, ma il cuore non lo accompagna come è necessario che sia.”
La rigidità mentale rappresenta un grave ostacolo all’evoluzione spirituale. Sotto questi tratti di personalità, l’autocoscienza è molto scarsa, seppellita da un sistema di credenze troppo rigido, distorto e limitante. Come quasi sempre, il problema centrale è la paura di affrontare quegli aspetti che possono significare, vulnerabilità o debolezza. Questa mancanza di coscienza emozionale impedisce l’empatia, perchè per accedervi, oltre all’autocoscienza, si richiede flessibilità.
Oak dovrebbe capire che in realtà la vita non è una lotta, ma piuttosto una trattativa interattiva e sempre nuova. D’altra parte, più che austero, forse gli converrebbe essere un pò più onesto con i propri limiti e riconoscere di avere diritto a sbagliarsi, a riposare e a divertirsi, perchè di fatto – che l’ammetta o no – non è venuto in questo mondo per soddisfare le aspettative di nessuno, nemmeno quelle del suo implacabile giudice interiore.

Abstract: Ricardo Orozco – opere

 

Fiori di Bach: Willow

Fiori di Bach: Willow

 

Descrizione originale di Bach:
Per quelli che hanno sofferto per disgrazie o avversità e non riescono ad accettarli senza lamentele o risentimento, perchè giudicano la vita in funzione del successo. Pensano di non aver meritato una prova così grande, che la vita sia stata troppo ingiusta con loro e ne sono amareggiati. Spesso arrivano così a perdere interesse e diventano meno attivi in quelle cose che prima facevno con piacere.

Parole chiave: Risentimento, amarezza, senso di frustrazione e di fallimento, negatività, avversione, rancore, diffidenza, sfiducia, aggressività passiva, ira trattenuta, ritenzione, irritazione, rigidità.

Livello tipologico:
In Willow, l’individuo proietta all’esterno delusioni, rancore, risentimento. Nota solo il lato negativo della vita.
“Si sente incompreso, sfortunato, disprezzato, sfortunato e svalutato dagli altri. Riconosce di sentirsi amareggiato, scontento e disilluso dalla vita.”
Willow non è soddisfatto del bilancio della sua vita e incolpa della sua sventura gli altri, una persona precisa, la società, il destino, il karma, Dio, in ogni caso una forza cosmica che agisce su di lui condannandolo a un’esistenza piena di difficoltà. In questo modello, la persona crede di non avere alcuna responsabilità della situazione: la colpa è sempre degli altri.
Willow si considera una vittima del destino perverso, chiedendosi spesso: “Che ho fatto per meritare questo?” oppure: “Perchè succedono a me queste cose?”, con un atteggiamento di autocommiserazione e ipocrisia.
“Spesso si mostra suscettibile, irritabile e di malumore, perciò si chiude in se stesso imbronciato…petulante e impaziente, disprezza senza motivo le figure di autorità e afferma di sentirsi facilmente a disagio o frustrato a causa loro.”
Willow sembra gestito da un potente meccanismo di difesa costruito mattone per mattone, perchè si è sentito ferito e boicottato in diversi aspetti della vita: professionale, sociale, affettivo. In seguito a ciò e secondo la sua scala di valori, non ha raggiunto i risultati che credeva di meritare, sentendosi ora frustrato e fallito.
Gli impedimenti addotti da Willow possono essere oggettivi (reali) o semplicemente soggettivi (parzialmente o completamente falsi), come nel caso della personalità paranoide. Come quest’ultima, Willow è fondamentalmente sospettoso e troppo diffidente, molto predisposto a tergiversare e a mal interpretare il senso degli avvenimenti, le parole e i gesti altrui.
“Se dice questo o fa quell’altro, è perchè sicuramente trama qualcosa contro di me.”   Ha una gran necessità di confemare i suoi sospetti e da ciò sembra derivare il senso delle sue interpretazioni distorte, mediante le quali giustifica il suo comportamento vigile e sulla difensiva.
Willow non possiede gli strumenti, nè la sufficiente autocritica per vedere la sua implicazione nello svolgersi degli avvenimenti. Pretende di sottrarsi alle conseguenze delle sue azioni passate e presenti, attribuendo tutta la responsabilità agli altri e giustificandosi in caso di comportamenti inadeguati, cosa che fa di lui una persona fondamentalmente cinica.
In molti casi possono esserci all’origine infanzie complicate, segnate da abbandoni, famiglie assenti o destrutturate, abusi infantili ecc., ma non sono precedenti presenti in tutti i Willow. In ogni caso, credono che queste circostanze avverse li legittimino, come se possedessero una licenza particolare, ad avere un atteggiamento egoista e sconsiderato con i propri simili.
Willow è il tipico astioso, il guastafeste. Le sue sofferenze lo rendono scontroso, depresso, permaloso, e con il tempo, man mano che aumentano l’amarezza e il risentimento, tende chiaramente all’isolamento. Il suo carattere negativo, inacidito, meschino e imbronciato non predispone a stabilire nè a mantenere rapporti di amicizia. Inoltre, come abbiamo già detto, è tremendamente diffidente. D’altra parte, molti Willow sono litigiosi, sprezzanti, mordaci e privi di scrupoli.
Willow emana un’energia molto negativa e, quel che è peggio, molto contagiosa, devitalizzante e distruttiva. Chi vive con lui può sentire di perdere energia, perciò è molto necessario proteggersi.
La condizione Willow è un pò più comune negli anziani, avendo avuto più tempo per perseverare in un atteggiamento sbagliato, ma non è una loro esclusiva.
Willow non è incline a dare, ma non fa resistenza quando si tratta di ricevere, perchè lo considera una compensazione “che la vita gli deve”, il che lo rende assolutamente ingrato. Non s’interessa affatto agli altri e declina le sue responsabilità in quanto è “una vittima del destino”, trasformandosi così in un grande egoista.
Nella sua negatività, Willow non comprende gli altri (empatia zero) e lo infastidisce addirittura che altre persone possano sentirsi allegre, sane e se la cavino bene nella vita, cosa che viene da lui percepita come una provocazione, che si manifesta con invidia e che lo fa sentire chiamato a combattere questa felicità. Da qui l’appellativo di guastafeste. E’ come se invece di sintonizzarsi con il positivo, desiderasse che tutti avessero il suo livello di frustrazione e fallimento. Il suo motto sembra essere: “Se io sto male, perchè gli altri devono stare bene?” Per questo coltiva un tipo di aggressività passiva, che tradizionalmente è stata descritta nella letteratura floreale come ira trattenuta.
L’aggressività passiva si può esercitare in vari modi. Abbiamo già citato il suo “lavoro” di guastafeste, al quale dobbiamo aggiungere ora la critica malevola e denigrante che cerca di minare i meriti altrui.
In qualsiasi lavoro Willow si sentirà sfruttato, al di là di quello che fa o tralascia di fare, poichè si relaziona con gli altri partendo da un atteggiamento di disappunto e di sospetto, perciò è molto probabile che esprima l’aggressività passiva di cui si parlava mostrandosi poco collaborativo e rifiutandosi di soddisfare le aspettative altrui, rimandando le cose da fare e comportandosi in modo inefficace e ostinato, perchè in realtà si sente gratificato nel minare il benessere e le aspirazioni degli altri (Millon). Ciò non significa che nel lavoro adotti sempre un comportamento chiaramente ostruzionista, altrimenti spesso rischierebbe il licenziamento (e a volte accade), però fa il minimo possibile. E’ chiaro che un atteggiamento così egoista diventa più evidente quando il tipo di lavoro non ha una supervisione diretta ed efficace.
Altre forme ideali di boicottaggio da parte di Willow possono essere quelle di ritardare fino all’ultimo momento un pagamento, pur sapendo che la persona cui è destinato ha bisogno di quel denaro con urgenza, rifiutare ogni piatto cucinato dalla nuora, adducendo di non sentirsi bene ecc. Certamente, tutti questi comportamenti lo pongono al primo posto dell’antipatia.
L’ira trattenuta, come abbiamo visto si mostra in modo più o meno passivo, è stata paragonata dalla Scheffer a “un vulcano attivo, che emette colonne di fumo ma senza arrivare all’eruzione”. Tuttavia, molti Willow non hanno questa capacità di contenimento ed esplodono in Holly, che rappresenta davvero il vulcano in eruzione.
E’ facile comprendere che tanta frustrazione, fallimento e delusione producano in molte persone rabbia costante o – che è lo stesso – un’aggressività latente che genera una pressione interna, vissuta generalmente con ansia. In altre parole, Willow è un arrabbiato cronico, fatto che lo rende molto pericoloso: un linciatore potenziale.
Anche la vita attuale si può considerare un grande vivaio di frustrazioni e spesso è solo il timore della legge che riesce a mantenere tanti Willow nei limiti dell’aggressività passiva.
Nella malattia, i pazienti Willow sono difficili da trattare a causa della loro diffidenza e negatività, poco inclini a guarire e ancor meno a collaborare. Quando migliorano gli costa ammetterlo: “Mi sembra di stare un pò meno male”.
Possono soffrire di ogni tipo di disturbi, ma di solito manifestano ansia e hanno una tendenza depressiva. Presentano anche sintomi fobici, che servono da pretesto per non soddisfare le aspettative altrui. Molti strumentalizzano ed esagerano le loro malattie per ottenere congedi lavorativi e assistenza sociale permanente, per esempio l’invalidità. Non dimentichiamo che la maggior parte degli Willow sono litigiosi e credono che gli altri “debbano loro qualcosa”.
Sono stati descritti molti casi di artrosi riferiti a questa personalità, oltre a gastriti, problemi epatici e cutanei.

Willow come stato
Chiunque, anche se non in forma cronica, può vivere episodi Willow. Nessuno è esente dal subire gravi ingiustizie che gli procovano risentimento verso alcune persone o istituzioni, senza necessariamente coincidere con la descrizione tipologica. In altre parole ognuno può sentirsi fallito in qualcosa o manifestare atteggiamenti negativi di critica o di avversione ed essere nel contempo anche una persona positiva e tranquilla. In questi casi, Willow è un’essenza molto utile per aiutare a gestire il vincolo negativo rappresentato dal risentimento.
E’ chiaro inolte che quasi tutte le malattie in un particolare momento possono suscitare in noi rifiuto e risentimento, perchè le sentiamo come qualcosa di estraneo e, soprattutto, ingiusto. Anche in questo caso, dove Willow nasce come conseguenza e non come causa della malattia, è indicata l’assunzione del rimedio.
E’ una buona essenza per trattare le reazioni di risentimento verso Dio (o il destino, o il karma, la vita), che può nascere nella fase di dolore successiva alla morte di una persona molto cara.
L’assunzione di Willow può aiutarci quando, per un certo periodo, una serie di avversità ci fanno sentire che la vita è contro di noi oppure che siamo sfortunati.
Esistono casi di Willow “tematico” dove, a causa di esperienze negative, o anche in assenza di queste, una persona è risentita contro qualche categoria (tassisti, polizziotti, politici, cani) o un genere (uomini o donne), cosa che indubbiamente può risultare molto limitante. Questo meccanismo costituisce un’ipergeneralizzazione, come possiamo riscontrare in molte persone tutti i giorni. Rappresenta una semplificazione del mondo per renderlo più gestibile. In seguito a qualche esperienza negativa, per difenderci dall’agente che ci ha procurato frustrazione o dolore, cerchiamo di allontanarlo da noi il più possibile. Per questo, abbiamo bisogno di includervi tutti gli “esseri od oggetti della stessa specie”. Senza dubbio, è un meccanismo che rivela un’evidente immaturità, poichè implica una mancanza di discernimento.

Livello spirituale
Le persone Willow sembrano molto frustrate a causa dei loro sentimenti negativi e delle loro convinzioni molto negative sulla vita. Vivere in uno stato di rabbia cronica porta a percepire numerose informazioni dell’esterno in modo alquanto distorto. Ovviamente, non tutti vogliono controllare o danneggiare il prossimo.
In questo modello, quasi tutte le competenze dell’intelligenza emozionale non sono sviluppate. L’autocoscienza è minima, la capacità di autocontrollo è quasi nulla, perchè Willow non riesce a gestire positivamente le sue emozioni, essendo prigioniero di un flusso di pensieri nocivi sui quali rimugina e  che rendono cronico il suo livello di rabbia.
Nei rapporti interpersonali la mancanza di empatia è totale, perchè non solo gli altri non sembrano interessargli, ma spesso rappresentano una specie di bersaglio contro cui scagliarsi. D’altra parte bisogna ricordare che molti Willow percepiscono gli altri come esseri spregevoli, guidati da perfide motivazioni.
Indubbiamente, la loro aggressività mal dissimulata li separa definitivamente dal resto degli esseri umani. “Gli altri” fanno parte di quel concetto astratto e diffuso che Willow chiama “la vita”. E non dimentichiamo che la vita gli è debitrice, quindi tutti gli altri lo sono. In qualche modo ha rinunciato a gestire la propria vita in modo responsabile ed etico.
E’ chiaro che la persona Willow sembra essere agli antipodi dell’evoluzione spirituale, perchè i suoi sentimenti e comportamenti costituiscono un forte ostacolo all’apprendimento di qualsiasi lezione di Bach.
Tuttavia, l’essenza del salice è tra le più spiritualizzate (terza generazione floreale), quindi può sempre aiutare a ricondurre la personalità deviata da questo agglomerato di tratti negativi che chiamiamo Willow sotto la protezione dell’anima.

Abstract: Ricardo Orozco – opere

 

Fiori di Bach: Star of Bethlehem

Fiori di Bach: Star of Bethlehem

 

Descrizione originale di Bach:
Per quelli che vivono uno stato di grande malessere a causa di situazioni che hanno provocato loro una grande infelicità, come lo schock causato da cattive notizie, la perdita di una persona cara, lo spavento che segue un incidente o altri eventi simili. Questo rimedio porta sollievo a quelli che per un certo periodo rifiutano di essere  consolati.

Parola chiave: Trauma (fisico o psichico, recente o antico, conscio o inconscio), resistenza.

Livello transpersonale (Resistenza, trauma)
Non esiste una personalità SBE (Star of Bethlehem). Bach definì il rimedio come “quello che consola e calma i dolori e le pene.”
E’ il fiore specializzato nel trattamento di tutti i traumi. Sono molte le esperienze che possono provocare un trauma, che varierà a seconda dell’intensità dell’accaduto e delle risorse personali per affrontarlo.
I fattori stressanti che provocano o accellerano il trauma possono includere la morte di una persona cara, la minaccia della propria vita o quella di una persona cara, un grave danno fisico o altri tipi di pericolo per l’integrità fisica o psichica, in una misura tale che le difese mentali del soggetto non riescono a gestirlo.
Non si deve sempre pensare al trauma come a qualcosa di repentino e sconvolgente, che genera uno schock immediato. Esistono situazioni più o meno prolungate nel tempo che possono risultare traumatiche per la maggior parte delle persone: un lungo periodo di difficoltà economiche o di disoccupazione, un rapporto di coppia turbolento e molte altre.
Secondo la Scheffer: “Per shock s’intende ogni ripercussione energetica diretta che il nostro sistema energetico non riesce ad assimilare e alla quale reagisce con una distorsione, indipendentemente che sia registrata in modo consapevole o inconsapevole dalla personalità. In ogni caso, ogni shock si mantiene nel sistema energetico e mostra un certo torpore nel suo campo d’influenza.”
SBE si rivela molto efficace in ogni trauma fisico (contusione, ferita, slogatura, frattura ecc.), dove esiste un’evidente relazione tra l’assunzione o l’applicazione locale dell’essenza e l’effetto. L’azione del rimedio può andare da quella analgesica e antinfiammatoria a quella cicatrizzante.
Una caratteristica di alcuni traumi consiste nel livello di disconnessione che possono comportare. Sul piano fisico, intendiamo per disconnessione la comparsa di svenimenti o anche stati di coma. Si tratta di un meccanismo di difesa con cui il corpo cerca di proggersi da un sovraccarico per risparmiare energia. Se pensiamo all’impianto elettrico domestico, è come se scattasse il salvavita. Per questo il Rescue Remedy (rimedio d’emergenza), in cui sono presenti SBE e Clematis, è una formula molto “intelligente”. Se non sopraggiunge il blackout, potrebbe verificarsi un corto circuito, o forse è già avvenuto, ed è proprio per questo che si produce una disconnessione temporanea in attesa dell’elettricista che venga a riparare il guasto (SBE).
Anche sul piano emozionale si può avere una disconnessione (dissociazione), in cui si vive l’esperienza traumatica come qualcosa di irreale che non sta accadendo a noi e che può portare a rimuovere il ricordo della situazione.
La non consapevolezza di un trauma non ci esime dallo stesso, per cui in terapia potrebbe manifestarsi in varie forme o blocchi diversi. Secondo Kramer: “Per tutte le malattie che resistono al trattamento bisogna tenere in considerazione la somministrazione di Star of Bethlehem, perchè in questi casi la causa del dorore potrebbe essere un trauma emozionale.” Anche nelle fobie o in molti comportamenti e avversioni difficili da spiegare è molto utile tenerlo presente.
In questo contesto vanno inseriti anche i traumi prenatali, tra i quali sono molti quelli che derivano da vite precedenti, perciò risulta chiaro che le competenze di SBE potrebbero essere illimitate.
L’azione dell’essenza è rapida quando si tratta di traumi recenti, per questo é inclusa nella formula d’emergenza del Rescue Remedy. Tuttavia, quando si tratta di avvenimenti remoti, bisogna aspettarsi risultati più a medio e lungo termine, perchè sarebbe illusorio pensare a effetti miracolosi.
Nella sua funzione riparatrice, può darsi che la sua assunzione aiuti a diventare consapevoli di vissuti dimenticati, anche dolorosi. In altri casi, il superamento dei traumi non richiederà un comportamento consapevole e si realizzerà durante il sonno, nell’inconscio. Spesso queste opere di riparazione passeranno del tutto inosservate e diventeranno evidenti sono nel momento in cui riprenderanno alcune attività soffocate dal trauma, come tornare a relazionarsi con gli amici, la riattivazione di una funzione fisica oppure un cambiamento di visione o di atteggiamento di fronte a una certa circostanza.
Sul piano fisico, oltre che un eccellente cicatrizzante, può essere utile in tutto quello che presupponga resistenza e rigidità, come i dolori che accompagnano una reazione muscolare di contrattura: coliche renali, dolori mestruali e addominali in genere.
Perchè un trauma esista, deve esistere una resistenza precedente a qualche livello.
La rigidità muscolare (resistenza) può rigurardare sia la muscolatura volontaria (un muscolo di un’estremità che limita un movimento), sia la muscolatura involontaria (contrazione della muscolatura bronchiale nel caso dell’asma)
SBE va incluso in ogni crema o assunzione prescritta per trattare i postumi di traumi e nella riabilitazione (traumatismo-rigidità-resistenza).
Quando un trauma non si è ancora verificato, ma è prevedibile (per esempio un intervento chirurgico, un processo, un esame), è molto importante utilizzare SBE come prevenzione.
Dopo traumi particolarmente gravi, sia fisici che psichici, può presentarsi un disturbo d’ansia  noto come stress post-traumatico, nel quale si rivive l’evento in modo persistente, non solo sotto forma di ricordi o immagini, bensì come incubi e flashback, con la netta sensazione che stia accadendo di nuovo. Di conseguenza, la persona sarà portata ad evitare gli stimoli che evocano o ricordano quelli dell’episodio traumatico originale, come il suono della sirena di un’ambulanza, un odore ecc. Questa situazione può portare a grande sofferenza, isolamento sociale, difficoltà a conciliare il sonno, attacchi di panico, irritabilità, problemi di concentrazione, pessimismo, sussulti, ipervigilanza.
Lo stress post-traumatico può presentarsi vari mesi dopo l’evento traumatico, motivo per cui sono necessari sia il trattamento preventivo con SBE e Walnut, sia i fiori complementari del caso, per un periodo abbastanza lungo dopo l’accaduto, probabilmente di circa sei mesi.

Livello spirituale
Molti traumi di forte intensità provocano un danno irreparabile e hanno delle conseguenze terribili, quindi sarebbe molto cinico cercare di farlo sembrare a tutti i costi qualcosa di positivo. Ciò nonostante, è vero che alcune persone sono riuscite a crescere spiritualmente partendo da una sistuazione traumatica.

Sebbene in molti casi il trauma costituisca un’esperienza che comporta conseguenze gravi nella percezione o che risveglia un risentimento e un’aggressività che ci separa dagli altri, in altre occasioni agisce come un attivatore della crescita personale (spirituale), aiutandoci a divenire più empatici e spirituali.
Dopo essere metaforicamente morti, o in alcuni casi essendoci arrivati vicini, molte persone si sono aperte a nuove convinzioni, ad un nuovo e più vivace contatto con l’anima. E’ in questi momenti che può aver luogo una vera metamorfosi. Ce lo confermano le testimonianze di persone uscite dal coma che, in seguito a un grave incidente o ad una grave malattia, sono rimaste clinicamente morte per un breve lasso di tempo. Alcune di loro hanno riferito esperienze mistiche in seguito alle quali hanno adottato un modo di vivere emozionalmente più intelligente.
L’assunzione di SBE non rappresenta solo un balsamo per ridurre la sofferenza e le conseguenze di qualsiasi trauma, ma può dunque anche servire da trampolino spirituale, anche quando  nè il terapeuta, nè il paziente sono consapevoli di questa possibilità. Non a caso fa parte dell’ultima generazione floreale,  che Bach definì come le essenze più spiritualizzate. Anche in caso di resistenza : “Questo rimedio porta sollievo a quelli che per un certo periodo rifiutano di essere consolati.” (E.Bach)
In fondo, è come se in tutte le applicazioni terapeutiche di SBE si nascondesse un messaggio dal valore insestimabile che ci protegge dalla maggior parte dei traumi: la flessibilità.

Abstract: Ricardo Orozco – opere

Fiori di Bach: Sweet Chestnut

Fiori di Bach: Sweet Chestnut

Descrizione originale di Bach:
Per le persone in cui in certi momenti l’angoscia diventa così grande da sembrar loro insopportabile. Quando la mente o il corpo sentono di aver raggiunto il limite estremo della sofferenza e stanno per cedere. Quando sembra che ormai non rimanga altro da affrontare che la distruzione e l’annientamento.

Parole chiave: Angoscia estrema, limite della sopportazione, disperazione, desolazione mista a inquietudine, sconforto, angoscia esistenziale.

Sweet Chestnut come tratto di personalità
I tratti SCH si vivono spesso come un afflizione inquieta, un’angoscia esistenziale che colma un vuoto preesistente.  Probabilmente questa angoscia si trova nel nucleo della personalità, motivo per cui costruiscono dei personaggi ipersocievoli che li allontanino da questa drammatica situazione.
In conclusione, questa angoscia esistenziale è quella che con tutta probabilità genera la paura della solitudine.

Sweet Chestnut come stato
SCH è uno degli stati meno compresi del sistema. Bach parla di quando la mente o il corpo sentono di aver raggiunto il limite estremo della sofferenza.
Quando Bach si riferisce alla “mente” in genere ingloba in questo concetto anche le emozioni, perchè la struttura duale che solitamente utilizza per riferirsi alla personalità è quella di corpo/mente. Più avanti,  però, Chancellor includerà nelle sue famose parole chiave il concetto di angoscia mentale, che verrà ripreso da alcuni autori posteriori.

SCH è correlato al concetto di angoscia.
Oltre al coinvolgimento emozionale, l’angoscia ha una correlazione più fisica rispetto all’ansia. E’ molto simile a quello che il soggetto identifica come paura, perchè l’organismo reagisce come quando deve fuggire o affrontare un pericolo esterno: aumenta la frequenza cardiaca per portare più sangue ai tessuti e agli organi, quella respiratoria per ossigenarli, sale la pressione arteriosa, si tendono i muscoli per fuggire o difendersi, aumenta la sudorazione per eliminare il calore ecc. In condizioni normali, questi meccanismi istintivi di sopravvivenza servono a difendersi da potenziali minacce. Tuttavia, se la paura si può considerare una reazione normale di fronte a pericoli o minacce provenienti dall’esterno che l’individuo può chiaramente riconoscere, l’angoscia nasce invece come un’emozione apparentemente immotivata e, nella maggioranza dei casi indipendente dalle circostanze oggettive esterne.
Nell’angoscia, i protagonisti sono il sistema nervoso ed endocrino, ed intervengono prima della mente, che forse si limita solo a pensare se si tratta o no di morte. In conclusione, il concetto di “angoscia mentale” sembra inappropriato, salvo forse per le angosce filosofiche di carattere particolarmente lieve.
Molte descrizioni di SCH, quando si riferiscono a un episodio limite, “dove la distruzione dell’essere sembra imminente” e che “non possono durare oltre un breve periodo di tempo”, alludono a quello noto come attacco di panico. E’ evidente che la sensazione di mancanza d’aria o la percezione di aritmia o tachicardia risultano abbastanza inquietanti. Questi casi hanno una durata limitata (circa mezz’ora, con un picco massimo di 10 minuti circa) e la morte sembra realmente imminente. La maggioranza delle persone si reca al pronto soccorso  e quando ci arrivano di solito l’attacco è diminuito d’intensità o addirittura finito. La sorpresa può essere colossale quando il medico effettua la diagnosi, perchè si ha generalmente  la sensazione di essere sopravvissuti a un miracolo.
Le crisi di panico sono in relazione con l’ansia e non sono legate ad un elemento scatenante oggettivo, per esempio possono verificarsi mentre si è in fila al supermercato o al risveglio.
Esistono però episodi di angoscia più continuativi che hanno delle cause identificabili, come per esempio la morte di una persona cara, una rottura affettiva, una diagnosi o una malattia grave,  il fallimento economico, una guerra ecc. In questi casi, l’angoscia mantiene il suo picco per vari giorni e viene vissuta come una sensazione di desolazione mista a inquietudine e con grande sofferenza. La disperazione è molto forte, perchè la mente  non trova soluzioni, trattandosi spesso di  perdite irreparabili.
Riassumendo, si potrebbe parlare di due classi di SCH, una di origine interna e l’altra che dipende da cause esterne. Per quanto la divisione risulti un pò arbitraria,  può facilitare la comprensione dello stato.
E’ importante capire che la natura stessa dell’angoscia implica una perdita di controllo. D’altro canto, se l’organismo reagisce in questo modo sono venuti a mancare una serie di meccanismi di autoregolazione e autocontrollo.
Non sempre lo stato SCH è così puro come quello descritto finora, nè tanto meno così chiaramente riconoscibile dal terapeuta. In alcuni casi può presentarsi in versioni molto più attenuate, dato che il soggetto no ne ha piena coscienza. A volte lo si vive come una specie di “nostalgia di qualcosa di perduto”, impossibile da precisare.

Livello spirituale
Lo stato SCH si può considerare una vera emergenza spirituale, e in un certo senso si relaziona con l’archetipo della morte e resurrezzione.
Per Katz e Kaminski: “Il rimedio è l’araldo di una grande trasformazione spirituale…Attraverso queste forme di sofferenza intensa, l’Io si arrende di fronte a un Potere Superiore ed è capace di rinascere. E’ proprio in questo modo che la guarigione trasformatrice diventa possibile, perchè quando anche l’anima è stata spinta fino ai suoi limiti diventa trascendente. SCH aiuta l’anima ad arrendersi e ad aprirsi a nuova identità spirituale.”
In SCH si parla di angoscia esistenziale. Essa può provenire da un vuoto preesistente, presentandosi come uno stimolo alla ricerca, una specie di “correttore di volo”, come potremmo definirlo metaforicamente. La personalità si è allontanata troppo dal suo percorso, dal cammino tracciato dall’anima, deviata da diversi eventi e vicissitudini.
L’episodio SCH rappresenterebbe un brusco riallinemamento con la meta originale. Poichè generalmente è il comportamento o la personalità in disarmonia a doversi riallineare, è logico che quest’ultima lo viva come una specie di morte e, soprattutto, con grande sofferenza, che deriva dalla percezione della separazione profonda tra l’anima e la personalità. “…E’ il momento in cui la personalità è completamente sola, con le spalle al muro – per così dire – e si sente indifesa e derelitta come un pulcino caduto dal nido. Si trova tra cielo e terra senza alcun sostegno, come il paracadutista che tira invano la funicella del paracadute…E’ il momento della verità il confronto più rigoroso della personalità con se stessa e nello stesso tempo, il suo ultimo maldestro tentativo di chiudersi e difendersi da un decisivo cambiamento interno. E’ la notte, senza la quale non si può rivedere l’alba. La notte oscura dell’anima di San Giovanni Della Croce descrive dettagliatamente il processo che riporta la personalità sotto il dominio dell’anima.
Dato che la personalità ha deviato così tanto dalla rotta tracciata dall’anima, l’ego deve morire simbolicamente (toccare il fondo) per rinascere dalle sue ceneri trasformato. I codici e i sistemi di valori che fino a quel momento erano stati in qualche modo validi ormai non servono più e si trasformano in cose senza valore, come se si trattasse di un cambio di moneta. I nuovi codici devono fermarsi, perciò chi soffre di questo stato si sente come denudato e del tutto abbandonato. Si tratta di una meravigliosa opportunità di riportare il contachilometri a zero e ricominciare da un altro punto di vista, da una posizione più ricettiva alle direttive dell’anima.
Ma, come si vive di solito questo stato a livello mentale? Nella sua massima intensità, lo si percepisce quantomeno come la fine, uno stato di disintegrazione. Ed emozionalmente e fisicamente? Come angoscia pura e dolorosa, destinata ad essere diagnosticata come l’attacco di panico descritto in precedenza. In quel momento, si crede veramente di poter morire.
E’ opportuno chiarire che lo stato SCH  può manifestarsi in modo imprevisto, come negli attacchi di panico, oppure in seguito a qualche disgrazia personale. In entrambi i casi, i risultati possono essere gli stessi ed evidenziano la necessità di un cambiamento sostanziale dei valori e delle credenze a cui si faceva riferimento prima. E’ facile pensare a tanta gente che, a causa di una grave perdita o di una malattia seria, ha visto sgretolarsi il proprio mondo, il che può essere vissuto come una grande tragedia, e su questo punto non c’è molto da dire. Tuttavia, situazioni così critiche sono servite a molte persone per cambiare, dopo la tempesta iniziale, le loro scale di valori: l’importanza del tempo, il valore delle cose semplici della vita ecc.
L’evento traumatico ha fissato un prima e un dopo, un punto di svolta nella loro evoluzione. Senza dubbio, con l’assunzione di SCH è molto più probabile riuscire ad attraversare meglio questi difficili momenti, a navigare nella tempesta. Ma oltre alla diminuzione della sofferenza, l’essenza  cerca di far fruttare questi momenti affinchè l’individuo possa trasformarsi in un essere più profondo e spiritualizzato.
SCH lavora energeticamente sui concetti di trasformazione, rigenerazione, fede e accettazione.

Abstract: Ricardo Orozco – opere

Fiori di Bach: Elm

Fiori di Bach: Elm

Descrizione originale di Bach
Per quelli che stanno facendo un buon lavoro, che stanno seguendo la loro vocazione e aspettano di fare qualcosa di importante, spesso a beneficio dell’umanità. A volte possono avere momenti di depressione, quando sentono che il compito intrapreso è troppo difficile e va oltre le possibilità di un essere umano.

Parola chiave: Eccesso di responsabiltà, pretendere troppo da se stessi, esagerata dedizione al lavoro, difficoltà a delegare, perfezionismo, metodicità, repressione emozionale, rigidità, ossessività, sovraffaticamento, stress.

Livello tipologico
Gli Elm sono grandi lavoratori e spesso molto intelligenti, troppo responsabili e ligi e molto perfezionisti. Spesso arrivano a farsi carico di responsabilità per via della loro correttezza, serietà e capacità lavorativa, oltre che delle qualifiche che possiedono.
Molti Elm sono cresciuti in ambienti che esigevano troppo da loro, con genitori rigidi e che li tenevano sempre sotto controllo, abbastanza freddi o poco emotivi, dove le trasgressioni alle regole erano severamente punite. Inoltre i risultati si davano già per scontati e in genere non ricevevano alcuna ricompensa, così molti impulsi emozionale del mondo infantile sono stati drasticamente repressi, sia dall’ambiente che dal bambino stesso. Tutto ciò ha generato una grande insicurezza e indecisione, senso di colpa, timore o paura e così come , in alcuni casi, un senso di sporcizia e scarso valore, che li ha portati a muoversi entro limiti ben precisi e a cercare di trasformarsi in qualcosa di simile ad adulti in miniatura per essere accettati o almeno per evitare la punizione. Hanno dovuto perciò reprimere molti degli impulsi emozionali propri di un bambino per trasformarsi, con l’andar del tempo, in adulti iperrazionali. In poche parole, il loro profondo senso di responsabilità è stato costruito a spese di spontaneità.
Per complicare le cose, le attuali società
 sviluppate apprezzano notevolmente caratteristiche come efficienza, puntualità, lavoro duro,  metivolosità, perfezionismo. Li considerano reqisiti necessari per il successo economico e il conseguimento di uno status sociale elevato. Per questo motivo, Elm risulta socialmente rafforzato. Ma non dimentichiamo l’insicurezza soggiacente e il timore di non essere all’altezza, che aumenta quando insorgono difficoltà tecniche nelle loro attività. Se a ciò aggiungiamo la paura di commettere errori, capiremo l’alto livello di stress e ansia che spesso gli Elm vivono.
L’insicurezza di base rende loro difficile delegare agli altri. Devono supervisionare e controllare tutto per sentirsi sicuri che non sarà  commesso alcun errore. Inoltre, anche se le persone cui delegano sono competenti quanto loro, vogliono assicurarsi che eseguano quel determinato compito seguendo gli stessi passi che avrebbero fatto loro, anche quando si dimostra che il risultato è stato altrettanto buono. Nonostante il loro lavoro non sia sempre oggettivamente importante, sono loro stessi a considerarsi imprescindibili.
Gli Elm sono dei professionisti in tutto ciò che fanno, metodici e perfezionisti, per quanto queste due condizioni sembrino principalmente rivolte a procurare loro sicurezza a livello personale piuttosto che per necessità oggettive.
Spesso svolgono un compito che presuppongono sia la loro vocazione, per il quale si sono preparati coscienziosamente, trascurando altri aspetti della loro vita, come il partner, l’ozio, gli hobby. Senza dubbio la loro vita è troppo organizzata.
A questo punto è necessario domandarsi  se veramente si godono quello che fanno o se invece non prevalga in loro il senso del dovere, anche riguardo alla scelta di una professione per la quale sentono la vocazione. Sicuramente, le origini di tutto ciò sono da ricercarsi nel tipo di apprendimento verificatosi nell’infanzia. E’ più probabile che in un ambiente esigente  e rigido dal punto di vista educativo, ma intellettualmente aperto e innovatore, possano svilupparsi Elm più aperti ad altri aspetti che non siano esclusivamente professionali. Può anche accadere che quelli che hanno adempiuto tutti i loro compiti si concedano poi certe licenze all’ozio senza sentirsi in colpa. Questi ultimi sicuramente corrispondo agli Elm più positivizzati, arrivati alla conclusione che nella vita ci si debba anche divertire, soprattutto quando si è adempiuto pienamente il proprio dovere.
I partner degli Elm si lamentano sempre della stessa cosa: sembra non rimanga loro  tempo disponibile per la vita familiare.  Sono sempre troppo occupati e indubbiamente l’amore non è mai una priorità per un vero Elm, perciò spesso divorziano. Inoltre, molti di loro possono ignorare i problemi familiari per non affrontarli.
Purtroppo, i più negativizzati hanno interiorizzato da bambini che l’emozionalità era sinonimo di vulnerabilità o perdita di controllo, di conseguenza non sono molto bravi a captare il clima emozionale  delle situazioni, dando l’impressione dall’esterno di essere un pò freddi e meccanici. Sono troppo seri e controllati, sempre molto educati, misurano e selezionano le parole, esprimendosi in modo troppo impersonale.
Non riuscendo a rilassarsi con facilità, difficilmente possono essere spontanei ed empatici.
Quanto detto, non implica che gli Elm siano egoisti o sprezzanti. Al contrario, di solito sono rigidi con le regole sociali perchè, come altri ossessivi, sono stati educati per essere cittadini esemplari. Danno molta importanza alla scrupolosità, essendo inflessibili in fatto di etica, moralità e valori.
Di solito gli Elm sono veramente bravi nella loro professione, ma è proprio l’eccesso di responsabilità che si sono assunti che a volte li porta a sentirsi sovraccarichi. Cadendo in stress sono assaliti da dubbi, avvilimento, stanchezza e spesso depressione. Il loro stato ansioso è sostenuto da pensieri ripetitivi. Senza dubbio, gli Elm sono molto più bravi ad essere ansiosi che a divertirsi.
Per molti di loro la fissazione eccessiva della mente su certi dettagli di un processo, dovuta alla necessità di microcontrollo, li devia dal tema di fondo al quale vogliono arrivare. E’ come se “gli alberi impedissero di vedere il bosco”, fatto più frequente di quanto si possa immaginare. Questo meccanismo mentale, condiviso da tutti gli ossessivi, ostacola il raggiungimento degli obiettivi tracciati e aumenta notevolmente il livello di ansia e incertezza. In realtà credono che, controllando il minimo dettaglio, riusciranno a garantire l’eccellenza dei risultati. Questa sembra essere l’origine del perfezionamento da sempre attribuito agli Elm.
Altra fonte di problemi è data dalla loro scarsa capacità di adattamento ai cambiamenti, che deriva direttamente dal grande bisogno di controllo e dalla rigidità. Questa circostanza può ostacolare la carriera professionale così importante per loro. La capacità di adattamento e cambiamento sono, ogni giorno di più, i requisiti più ricercati nei professionisti con incarichi di responsabilità. D’altra parte, potrebbero anche avere problemi a lavorare in èquipe, dove dovranno  forzatamente delegare alcuni compiti e accettare che gli stessi vengano eseguiti in un modo diverso ma ugualmente efficace a quello da loro propossto.
La sensazione di surmenage tipica di Elm non è esclusiva di ministri o dirigenti stressati. Ricordiamoci infatti che stiamo parlando di caratteristiche di personalità e non di chi si dedica a una determinata professione.
Alcuni Elm riescono a controllare la loro tendenza al sovraccarico (il loro livello d’ansia) e a ritagliarsi del tempo libero per attività extraprofessionali. In un certo senso dosano il loro perfezionismo senza permettere che si trasformi in un rigido carceriere. Ma la maggior parte di essi vive in un surmenage permanente. Esistono poi certi lavori che sembrano concepiti per mantenere questo tipo di persone in scacco continuo.
Elm è prigioniero della propria trappola, perchè la sua rigidità mentale riguardo al perfezionismo esagerato gli impedisce di prendere decisioni pragmatiche e ridurre occasionalmente la qualità delle sue prestazioni quando le circostanze lo richiedano. Inoltre, il suo atteggiamento eccessivamente responsabile induce molte persone del suo ambiente  a delegargli la loro parte di responsabilità, perchè in tal modo hanno la certezza che il compito che verrà svolto. Il problema non è solo che gli altri lo ritengono imprescindibile, ma che lui stesso si considera tale.
Se lo stress è prolungato, le conseguenze possono essere drammatiche: gravi depressioni, disturbi d’ansia, infarti, embolie, ernie del disco ecc.
Senza dubbio, il corpo e la mente necessitano di riposo, anche quando si considera il tempo in senso utilitario e produttivo.
L’assunzione di Elm può aiutare questi soggetti a vedere  i problemi nella loro vera dimensione e a pianificare il lavoro, tenendo maggiormente in considerazione se stessi, assumendosi le responsabilità che realmente si possono assumere. Ma il problema è che per fare ciò devono modificare alcune convinzioni interne e relativizzare il concetto di obbligo, dovere,  responsabilità.

Elm come stato
Molte persone possono sentirsi temporaneamente sovraffaticate per un accumulo di circostanze, vivendo quindi un alto livello  d’ansia. La società moderna sembra progettata per questo. D’altra parte, non c’è dubbio che molta gente non voglia perdersi una serie di cose e cerchi di riuscire a fare tutto, anche a spese del tempo necessario per il riposo.
Ciò porta a sentirsi eccessivamente responsabili di questioni talvolta secondarie e a vivere in un sovraffaticamento permanente. Tutte queste circostanze determinano quello che conosciamo come stress, problema che colpisce gran parte della popolazione. Come sappiamo, lo stress provoca ansia ed esaurimento cronico; inoltre è il fattore che accellera, o persino genera, molte malattie.
Elm è un fiore importante per ridurre lo stress, che colpisce la maggior parte delle persone, anche se queste non corrispondono ai tratti di personalità descritti. E’ chiaro  che qui non si tratterebbe di un trattamento di fondo, perchè si può considerarlo tale solo quando si lavora con i fiori di personalità. Tuttavia, un trattamento floreale non può mai essere sintomatico o allopatico, perchè le essenze floreali spesso risvegliano frammenti di coscienza in letargo, come abbiamo visto per esempio nella descrizione di Olive.
Nella maggior parte dei casi, lo stress  si accompagna a preoccupazioni e paure diverse, di solito anticipatorie, e spesso irrazionali. Sono molti quelli che non riescono a prendere sonno perchè timorosamente preoccupati per qualche responsabilità che li fa sentire sovraccarichi, e anche se alcuni riescono a dormire, si svegliano con la suddetta preoccupazione dopo aver sicuramente  sognato situazioni stressanti.
Anche i bambini di molte società moderne subiscono lo stress perchè, come abbiamo visto in Hornbeam, di solito sono sottoposti a una pressione eccessiva, con orari scolastici esagerati, troppi doveri e attività extrascolastiche.
Inizialmente, lo stress è positivo perchè aumenta il rendimento e la capacità di reazione. Per esempio, un calciatore in piena partita deve essere stressato. Tuttavia, quando questa condizione si prolunga nel tempo,  diminuisce l’efficacia trasformandosi in ansia. Così la persona in questo stato si trascina un esaurimento cronico, si mostra indecisa e insicura, può diventare irritabile e perde la capacità di concentrazione. Può scoraggiarsi e arrivare a deprimersi, soprattutto quando lo stress è negativo, come tutto quello che non arriva ad un risultato e in più è di lunga durata. Nascono allora i sentimenti di scarso valore e inadeguatezza che sfiorano lo stato depressivo.
A questo punto è necessario tenere in considerazione che l’organismo può incorrere in malattie che in qualche modo servono come pretesto per evitare gli obblighi quotidiani. Come afferma Bach, è il  conflitto ad allontanarci dal cammino dell’anima e ad accellerare la malattia. Comunque, è chiaro che lo stress costituisce un vero conflitto alla base di numerosi quadri d’ansia e malattie di ogni tipo, ed Elm è un fiore eccellente per il loro trattamento.

Livello spirituale
La Scheffer, riferendosi a Elm, sostiene che: “L’errore sta nel fatto che in questi momenti l’uomo si identifica troppo col suo ruolo sociale e crede che non gli sia permesso obbedire alle indicazione del suo Io Superiore che lo esorta alla moderazione. Dimentica che ogni individuo, sempre e in primo luogo, é responsabile di sé stesso e per prima cosa deve rispettare le direttive della sua anima, poi confrontarsi con le aspettative che gli attribuiscono al ruolo.”
In realtà non si tratta di dimostrare niente, nè di trasformarsi in una persona speciale per soddisfare nessuno. La maggior parte degli sforzi di Elm non sono infatti rivolti alla realizzazione perfetta di un compito, bensì a placare la sua voce interna, esigente e restrittiva, sia che questa provenga dai genitori, sia che si tratti di un pretesto per non affrontare altri ambiti della sua vita per i quali non si sente preparato, come per esempio quello affettivo. Ma anche se  raggiungere sempre ottimi risultati e ottenere successi professionali può essere confortante, trascurare altri aspetti della vita danneggia la più elementare ecologia emozionale e alla fine il conto può diventare impossibile da pagare.
Tutto in Elm sembra indicare il bisogno di acquisire consapevolezza di sè, guardando in faccia le sue convinzioni limitanti, i suoi sensi di colpa e le paure. Solo così capirà che nessuno in realtà è imprescindibile che ha diritto di godersi la vita e commettere errori come chiunque altro. Tutto ciò implica però umiltà e accettazione dei limiti umani. Solo in tal modo probabilmente riuscirà, come ho già sottolineato, a relativizzare i concetti di dovere e responsabilità, collocandoli in una dimensione più umana.

Abstract: Ricardo Orozco – opere

Fiori di Bach: Pine

Fiori di Bach: Pine

 

Descrizione originale di Bach:
Per quelli che si rimproverano sempre qualcosa. Anche quando hanno successo pensano che avrebbero potuto fare meglio e non sono mai soddisfatti dei loro sforzi nè dei loro risultati. Sono grandi lavoratori e soffrono molto per i loro errori. A volte arrivano ad attribuirsi la responsabilità di errori commessi da altri.

Parola chiave: senso di colpa e di demerito, autorimprovero, avvilimento, autoaggressione, rimorso, ansia.

Pine come tratto di personalità
L’essenza Pine si relaziona con il senso di colpa. Molte persone convivono quotidianamente con profondi sensi di colpa e ciò condiziona pensieri, sentimenti e azioni.
Ma al di là di quello che possiamo pensare dei comportamenti archetipici dell’inconscio collettivo, come la trasgressione, presente in epoche e culture diverse, la maggior parte  del senso di colpa che proviamo è legato all’apprendimento.
“Per sperimentare il senso di colpa, una persona deve sentire di aver trasgredito un codice morale accettato come parte del proprio codice di valori (…). Nell’emozione della colpa, non ci occupiamo della colpa reale – come nella sentenza di un crimine – ma del senso soggettivo di colpevolezza. Quando ci si sente in colpa, è perchè il comportamento è stato valutato come una trasgressione di valori morali, che il giudizio sia realista oppue no.”
Spesso i genitori esigono troppo dai loro figli e pretendono, come abbamo già sottolineato in altre parti del libro, che siano degli adulti in miniatura, imponendo loro comportamenti del tutto esagerati e inadeguati alla loro età. Ogni infrazione è punita implacabilmente, per cui il bambino sviluppa uno stato di insicurezza permanente, in cui il castigo può sopraggiungere in qualsiasi momento e in cui i risultati vengono dati per scontati, mentre l’impegno non viene premiato.
In molti casi, il bambino viene educato in un ambiente restrittivo, nel quale quasi sempre si sente colpevole, inadeguato e mortificato e il più delle volte spaventato. Per rendere più sopportabile una situazione come quella descritta, accontentare i genitori e ridurre l’ansia che ne deriva, il bambino deve reprimere ogni iniziativa individuale spontanea e sviluppare un’ immagine di soggetto irreprensibile, efficiente e responsabile. L’emotività è quasi completamente  sostituita dall’iperrazionalità. Questo meccanismo, dove il senso di colpa gioca un ruolo così importante, è quello che, col tempo  può portare a sviluppare una personalità ossessiva.
Si deve aggiungere inoltre l’influena colpevolizzante della maggior parte dei modelli religiosi imperanti. La colpevolizzazione intesa come  strumento per ottenere potere probabilmente è uno dei mezzi più antichi che esistono. La chiesa, la moschea, la sinagoga lo hanno appreso molto presto. Dobbiamo tener ben presente che, nella maggioranza dei casi, chi si sente in colpa si sente anche sporco, impuro e pertanto ha bisogno di redimersi e di essere redento, cosa che lo pone nella situazione favorevole per essere manipoltato. Ma non pensiamo che questo accada solo in un ambiente religioso. Molti modelli familiari, su basano sul senso di colpa.
Anche altri tipi di genitori o educatori portano il loro granello di sabbia sulla grande spiaggia del senso di colpa, come gli iperprotettivi e i tirannici.
Una citazione a parte merita la repressione sessuale, quando la sessualità non a fini riproduttivi viene equiparata al peccato. Non è necessario evidenziare come ciò possa generare il senso di colpa o come lo stesso si nasconda sotto a blocchi sessuali, frigidità, impotenza ecc.
Si può capire facilmente perchè lo stato Pine colpisca così tante persone. In Pine, i pensieri sono legati a schemi di autocolpevolezza, autorimprovero, scarso valore, indegnità e, in genere, scarso merito. Una vera macchina che distrugge l’autostima!
Le credenze e gli schemi mentali che sostengono la colpa come parte importante della personalità sono mantenuti dalla rigidità mentale. In questa condizione si ipotizzano solo due possibilità, senza sfumature intermedie: buono/cattivo, decente/indecente. Ciò che è possibile solo mediante una semplificazione necessariamente artificiale del mondo, con lo scopo di renderlo più gestibile. Gli schemi mentali che portano a integrare il senso di colpa come componente della personalità implicano, in misura variabile, immaturità e mancanza di profondità mentale. Questo tipo di pensieri determinano il sistema di credenze di molte persone.
Alcuni sentimenti concomitanti al senso di colpa di solito sono l’avvilimento, l’inquietudine, la tristezza, l’angoscia, la rabbia, il risentimento. L’ansia merita una menzione speciale, perchè il senso di colpa è strettamente legato ad essa. Un altro sentimento simile è la vergogna.
Il modo di agire di Pine è molto ampio. Può andare da modelli di sottomissione e dipendenza già analizzati a comportamenti chiaramente masochisti in coloro che cercano di essere denigrati, oppure a reazioni di vergogna, rabbia o aggressività.
Molto spesso  il senso di colpa devia anche in un eccesso di responsabilità, la persona ha cioè la convinzione distorta di doversi far carico di molte più cose di quelle che in realtà dovrebbe. Si comprende quindi che queste persone prigioniere del senso di colpa, di fronte alla minima contrarietà, si rimproverano di non aver previsto tutto in anticipo e di non aver  agito meglio. Di fatto pensano di dover essere perfetti. Dato che la perfezione non esiste, cercano di lenire l’inquietudine che questa idea provoca loro, concentrandosi sul dettaglio e cercando di controllarlo al massimo al fine di prevenire ed evitare errori.
Di solito il senso di colpa è mantenuto da un insieme di paure molto diverse, sia astratte che concrete, sia indefinite sia molto precise.
Ma in alcuni casi la situazione può essere molto peggiore di quella finora descritta. Il senso di colpa, mascherato da iperresponsabilità, porta a considerare l’allegria come un’emozione chiaramente debilitante e deviante, in ogni caso disturbante e contraddittoria. Così, il meritato riposo può  essere giudicato sconveniente o come malavoglia, svogliatezza. Per questo in generale il senso di colpa porta a una specie di “allergia alla felicità”.
Pine sembra sempre avere un motivo per non potersi godere la vita. In questi casi è facile immaginare una specie di giudice incorporato nella mente di queste persone, che si attiva implacabilmente davanti al minimo segnale di rilassamento, emettendo continuamente verdetti di colpevolezza col suo “antipatico martelletto”. Si tratta di elementi o anche ordini integrati nella nostra mente, nel nostro sistema di credenze,come se si trattasse di una voce fuori campo.
L’autostima, come si può dedurre da quanto esposto finora, tende ad essere bassa. Alcuni, come quelli che si costruiscono una personalità ossessiva intorno al senso di colpa, possono mitigare la loro insicurezza mediante una rigida facciata professionale, morale ecc.  In questi casi, il riconoscimento che possono ottenere dall’esterno rappresenta un palliativo all’ansia, anche se più che allegria possono provare sollievo.
Altri, invece, sembrano continuare a scusarsi del semplice fatto di essere nati, mostrandosi umili e persino sentendosi responsabili degli errori o delle colpe altrui. In ogni caso, si mettono nell’ultima fila. Non reagiranno con sollievo neanche di fronte a lusinghe, regali e ricompense, ma immediatamente con disagio, dato che prevale in loro il senso di indegnità.

Pine come stato
Persone che, senza avere il senso di colpa come integrato nella loro vita, commettono qualche trascuratezza o errore che li fa sentire colpevoli. E’ anche possibile che molti di loro si sentano in colpa essendo manipolati affettivamente da un partner o da qualcuno con tratti psicopatici. Una donna può sentirsi in colpa quando è maltrattata da un compagno. Alcuni bambini possono sentirsi colpevoli quando i genitori si separano, credendo che sia accaduto perchè loro si sono comportati male. Allo stesso modo prendere brutti voti a scuola può accrescere il loro senso di colpa.
Si possono vivere episodi di sensi di colpa nel lutto e in un’infinità di situazioni, come il “senso di colpa del sopravvissuto”. Quando una persona cara muore tragicamente, ad esempio in un incidente automobilistico, molti sono convinti che avrebbero potuto evitarlo. In stato Pine si tende irrazionalmente a pensare che una persona avrebbe potuto evitare l’incidente mediante un’onnipresenza o onnipotenza chiaramente impossibili.
In altri casi, molte persone si sentono colpevoli di non aver detto ai genitori defunti che in fondo, malgrado il loro modo di essere, li hanno sempre amati.

Livello spirituale
Nello stato Pine negativo, l’Ego sostituisce il lavoro dell’anima e si erge a giudice e rettore nella vita di una persona. In qualche modo, l’evoluzione spirituale è come stroncata, perchè l’esistenza gira intorno alle presunte mancanze ed errori, senza poterli considerare come parte di un processo evolutivo.

L’autoaccentramento è senz’altro inevitabile nel senso di colpa: “Per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa” risuona nelle chiese. Ed è illuminante pensare a come l’evoluzione spirituale sembri inversamente proporzionale al livello di autoaccentramento.
Evidentemente, il sano e il sincero pentimento successivo a un errore non va confuso con il senso di colpa e l’autorimprovero cronicizzati. In questo caso non si tratta di demonizzare la colpa, nè di considerare la mancanza di senso di colpa una virtù altamente spiritualizzata, basti ricordare che gli psicopatici mancano di senso di colpa e nessuno, in possesso delle sue facoltà mentali, potrà considerarli il modello spirituale da seguire.
Veniamo a questo mondo per apprendere, spesso in base ai nostri errori, e non per soddisfare qualcuno. Per questo sarebbe bene capire che sicuramente  dobbiamo frustrare le aspettative di chi, anche se ci ama, non comprende che abbiamo un cammino tracciato dall’anima, il quale non deve per forza coincidere con i suoi desideri o progetti.
I Pine probabilmente hanno  il più basso livello di autostima possibile. Nei casi più negativizzati di questo modello, l’intelligenza emozionale è decisamente compromessa. L’autocoscienza non è minimamente sviluppata, perchè l’autoimmagine è gravemente distorta e negativa.
La corretta autovalutazione, desiderabile in tutti gli esseri umani, galleggia in un purgatorio che è una perenne condanna. In tal modo, la capacità di automotivazione e d’iniziativa sono fortemente deviate verso obiettivi altrui, per esempio quelli dei genitori. L’autocontrollo è stato sostituito  da un duro carceriere: la repressione.
Nei rapporti interpersonali, le relazioni sono forzate, malsane, e Pine è a volte dipendente, altre tirannico. L’empatia in questi casi non è possibile.
La rigidità mentale, che retroalimenta il senso di colpa, rende l’evoluzione spirituale quasi una prodezza.
L’assunzione di Pine ci aiuta a mettere in discussione i condizionamenti e le convinzioni più irremovibili. Questa reimpostazione è quasi sempre il passo precedente a una trasgressione necessaria. Solo così potremo muoverci con la flessibilità che la crescita personale e il cammino dell’anima richiedono.

Abstract: Ricardo Orozco – opere

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