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Attualmente uno dei più importanti problemi psico-neurologici in età pediatrica è la Sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattività-Impulsività (ADHD), caratterizzata  da disattenzione , distraibilità, impulsività e, in certi casi, iperattività: si manifesta prevalentemente in età scolare con maggior incidenza nel sesso maschile. L’incidenza è in continuo aumento, soprattutto nei bambini delle aree urbane. Anche in Italia questa sindrome sta diventando più frequente: si calcola che 1 alunno su 25 ne sia affetto. L’eziologia dell’ADHD è ancora oggetto di studio,  e l’impostazione terapeutica, volendo proporre un approccio integrato di tipo omeopatico, sarà personalizzata, basata sull’analisi degli specifici sintomi alla luce di quelli che si presumono essere i fattori etiologici. Dovremo distinguere fattori eziologici endogeni e esogeni.

I fattori endogeni sono legati alla costituzione del bambino che influenzerà le manifestazioni esprimendo la letargia e la scarsa attenzione nel bambino carbonico, piuttosto che incostanza ed esauribilità nel bambino fosforico, eccessiva disattenzione e scarse capacità logiche nel bambino sulfurico, atteggiamenti bizzarri, facile annoiabilità e atteggiamenti autodistruttivi nel fluorico. Importanti sono i deficit nutrizionali, in  particolare la carenza di Ferro, causa di diminuzione dell’attenzione, della perseveranza e dell’attività volontaria; il deficiti di Zinco correlato, oltre che all’insonnia, anche alle problematiche legate all’apprendimento, alla tendenza alla violenza e alla riduzione del quoziente intellettivo. E’  stata notata da alcuni ricercatori anche una stretta correlazione  tra le problematiche nell’ apprendimento del bambino e gli accumuli organici di Piombo, Mercurio, Cadmio, e Rame. Questi accumuli patologici possono essere legati sia all’ingestione di sostanze contenenti questi metalli pesanti, sia a carenze nutrizionali che determinerebbero l’accumulo di sostanze tossiche. Nel bambino con carente apporto di Calcio è frequente l’accumulo di Piombo; la carenza di Zinco porta a un possibile accumulo di Cadmio, Rame o Mercurio.

L’ADHD è correlato anche con situazioni famigliari sfavorevoli quali conflitti genitoriali e/o disturbi psichiatrici genitoriali. Il 10-35% ha una famigliarità per tali disturbi, così come una discreta percentuale di pazienti affetti da un’anamnesi positiva per difficoltà perinatali.
Da recenti studi emerge un deficit di concentrazione di neurotrasmettitori che provoca una reazione anomala agli stimoli ambientali.
Tra i più importanti fattori esogeni, per alcuni autori fra i quali Feingold, vi è una reazione allergica o di intolleranza a coloranti e conservanti contenuti in numerosi cibi o ad abusi di dolci a base di zuccheri raffinati, merendine industriali, salumi e cibi conservati di cui i bambini fanno largo consumo.
La corretta diagnosi è fondamentale; è importante per la definizione di una vera ADHD che i sintomi debbano:

  • esordire prima dei 7 anni di età;
  • durare da più di 6 mesi;
  • essere evidenti in almeno 2 contesti della vita del bambino (casa, scuola, ambiente di gioco);
  • causare significativa compromissione dello stato comportamentale generale del bambino.

E’ importante formulare sempre la diagnosi differenziata tra ADHD e le problematiche che facilmente possono essere confuse con questa sindrome quali:

– semplice vivacità;
– negligenza pedagocica legata a permissivismo e a tolleranza dei capricci;
– disfunzioni dello sviluppo;
– ritardo del linguaggio;
– disturbi emozionali;
– ritardo mentale;
– psicosi, schizofrenia, mania, depressione mascherata;
– fasi iniziali di un tumore cerebrale;
– sindrome di Gilles de la Tourette.

In particolare il bambino affetto da iperattività:
       1. risponde prima di aver ascoltato l’intera domanda;
       2. interrompe, interviene nelle attività e impone la propria presenza, ha loquacità
           eccessiva;
       3. non valuta le conseguenze dei propri comportamenti e non fa esperienza degli
           errori commessi, può dedicarsi a giochi pericolosi senza valutarne le conseguen-
           ze;
       4. ha scrittura particolare con varie caratteristiche;
       5. ipercinesia somatica.

Si tratta, quindi, di bambini incapaci di controllare i propri comportamenti. Il Defici di Attenzione è caratterizzato dal fatto che il bambino fatica a concentrarsi su un gioco o un compito perché ipersensibile agli stimoli esterni.
Un bambino che non presta attenzione e, quindi, non impara né dall’esperienza né dalla rielaborazione personale, rischia:
       – cattivo sviluppo cerebrale e somatico;
      – turbe della personalità (18-25%)
       – ritardi di apprendimento e fallimento scolastico che portano a precoce
          abbandono della scuola: dal 32 al 40% dei bambini ADHD non terminano
          la scuola dell’obbligo; solo il 5-10% arriva all’Università;
       – maggior frequenza di gravidanze prima dei 20 anni e di malattie trasmesse
          sessualmente;
       – problemi medici e sociali (guida spericolata, uso di droghe, alcool e fumo);
       – difficoltà nell’instaurare rapporti interpersonali;
       – problemi legali.

I sintomi di iperattività-impulsività solitamente migliorano col tempo ma, se prevale la disattenzione, tendono a prolungarsi in età adulta. Alcuni sintomi secondari come l’ansia possono aumentare con l’età…

Sarà utile ovviamente lavorare anche sulla dieta e sull’equilibrio intestinale… Il ripristino della flora intestinale  e di una corretta risposta immune saranno quindi ai primi posti negli interventi curativi per questi disturbi…
L’aspetto dietetico, il problema delle intolleranze alimentari e degli squilibri metabolici, devono avere un ruolo nella programmazione della strategia terapeutica, ma sempre dovrà essere data giusta rilevanza all’assistenza psicologica di questi bambini e dei loro genitori.

da Omeopatia oggi 9/14

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