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Il reflusso gastroesofageo è una condizione patologica cronica che colpisce il 44% della popolazione americana almeno 1 volta al mese, con episodi quotidiani che affliggono circa il 7% dello stesso campione.  Anche in Italia la situazione non è da meno.

Fortunatamente il reflusso gastroesofageo è curabile. Il trattamento di questo disturbo si distingue per un approccio graduale, che include tanto interventi a livello alimentare e di stile di vita, quanto l’uso di farmaci calibrati sulla severità dei sintomi riferiti.

Nella review che proponiamo vengono analizzati tutti i fattori alimentari e di stile di vita che contribuiscono all’insorgenza o all’aggravamento della malattia.

Dieta e reflusso gastroesofageo sono connessi e l’approfondimento si sofferma su come l’alimentazione e le abitudini quotidiane possano essere migliorate per trarne beneficio terapeutico.

Oltre alla terapia farmacologica e all’intervento chirurgico, infatti, modificare lo stile alimentare e di vita rappresenta la terza imprescindibile componente per curare la malattia da reflusso gastroesofageo.

Il professionista della salute può intervenire proprio su questi aspettiindicando al paziente ad esempio, prima di passare alla terapia farmacologica (step-up approach), cosa mangiare e quali atteggiamenti quotidiani adottare per trattare il reflusso gastroesofageo, i sintomi iniziali e la loro evoluzione: un approccio terapeutico molto efficace, ma ancora poco diffuso.

Uno studio dimostra, infatti, che solo il 12% dei pazienti riceve consigli dietetici e comportamentali, nel momento in cui viene diagnosticato il reflusso gastroesofageo. Eppure le evidenze presentate nella review sono molto chiare, tra gli elementi che hanno un forte impatto sulla patologia incontriamo sicuramente:

  • Fumo – Aumenta l’incidenza dei sintomi del reflusso, promuovendo una diminuzione del tono dello sfintere esofageo inferiore e una minore salivazione, con conseguente riduzione della clearance esofagea.
  • Alcol – La letteratura scientifica attesta che il consumo di superalcolici, ma anche moderate quantità di birra e vino, impediscono il corretto movimento peristaltico esofageo, con conseguente prolungamento dell’esposizione all’acido, un incremento della secrezione acida a livello gastrico e una riduzione del tono dello sfintere esofageo inferiore.
  • Stress – L’ipotesi avanzata nello studio è quella secondo cui, per un meccanismo fisiologico, i fattori di stress causano l’attivazione dei mastociti della mucosa che, attraverso la produzione di citochine, generano un incremento della permeabilità epiteliale e la dilatazione degli spazi intercellulari. L’aumentata esposizione epiteliale ad acidi e pepsina determina l’attivazione dei nocicettori, causando i segnali di dolore e i sintomi di pirosi caratteristici del disturbo.
  • Attività fisica – È stato scientificamente provato come 30 minuti di attività fisica svolta almeno 5 volte alla settimana possano ridurre la sintomatologia, accelerando la velocità di svuotamento gastrico.
  • Posizione supina – Tenere la testa leggermente rialzata durante la notte si è dimostrato metodo efficace per attenuare il reflusso gastroesofageo notturno.
  • Obesità – Soprattutto il grasso addominale è responsabile del rilassamento dello sfintere esofageo inferiore e dell’aumento della pressione intraddominale, che contribuisce alla risalita del chimo dallo stomaco all’esofago.

Tra i fattori alimentari che hanno un influsso maggiore sull’insorgenza del reflusso gastroesofageo o sui suoi sintomi annoveriamo:

  • Spezie – Secondo la review americana, circa l’88% dei pazienti sostiene che le spezie aumentino la pirosi da reflusso.
  • Bevande gassate – Dati statistici multivariati, presentati nello studio, mostrano che queste bevande promuovono il rilassamento dello sfintere esofageo inferiore. Lo stesso fenomeno si verifica con l’assunzione di menta e cioccolato.
  • Caffeina – Rappresenta sicuramente un elemento che contribuisce a precipitare gli episodi di reflusso gastroesofageo, ma non sembra essere un fattore predisponente.
  • Fibra alimentare – Alcuni studi analizzati nella review dimostrano che il consumo di cereali integrali diminuirebbe del 50% i sintomi del reflusso gastroesofageo. Le fibre alimentari aiutano, infatti, ad abbassare la concentrazione di nitriti coinvolti nel manifestarsi o aggravarsi del disturbo.
  • Pasti abbondanti e/o ricchi di grassi – Questa abitudine alimentare può portare a un marcato rallentamento della velocità di svuotamento gastrico, che si traduce in una maggiore incidenza di reflusso e/o peggioramento dei sintomi correlati.
  • Rimedi naturali – Alcuni estratti vegetali hanno mostrato un’azione benefica nei confronti della pirosi da reflusso. Tra questi, ad esempio:
    • la Camomilla;
    • l’Olmaria;
    • l’Olmo rosso;
    • la Sutherlandia frutescens;
    • il Finocchio;
    • la Nepeta cataria;
    • l’Angelica;
    • la Genziana;
    • lo Zenzero;
    • l’Aloe.
  • Orario del pasto – Evitare di mangiare la sera subito prima di coricarsi riduce fortemente i sintomi notturni. La cena, inoltre, è sicuramente il pasto in cui far maggiore attenzione a non eccedere con i grassi e i quantitativi.

L’approfondimento presenta ulteriori spunti interessanti e possibili rimedi al reflusso gastroesofageo.
Sottolinea, fondamentalmente, che è essenziale impostare una terapia medica che parta innanzitutto da un intervento profondo sullo stile di vita e sulle abitudini alimentari scorrette, per poi passare alla relativa cura, che dovrebbe essere integrata gradualmente – se necessaria –  per il controllo dei sintomi, piuttosto che rappresentare la soluzione primaria per il trattamento della patologia.

Dott. Mauro Piccini

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da:https://www.acidosimetabolica.it/

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