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EPO

I disturbi d’ansia sono correlati all’efficienza con cui il macchinario cellulare all’interno dei neuroni legge e traduce in proteine il gene che codifica per il recettore dell’ossitocina, un ormone coinvolto nella gestione di molti comportamenti sociali.

La suscettibilità ai disturbi d’ansia e ad altre emozioni e comportamenti, come paura e rabbia, è influenzata da fattori epigenetici (cioè che riguardano il modo in cui viene letta la sequenza del DNA, e non il DNA stesso) che modificano l’azione a livello cerebrale dell’ossitocina, un ormone secreto nel sangue dalll’ipofisi. A dimostrarlo è stato un gruppo di ricercatori dell’Università della Virginia a Charlottesville, che firmano un articolo pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”.

Il coinvolgimento dell’ossitocina nel comportamento emotivo e sociale – dal riconoscimento delle emozioni altrui alla fiducia, dall’atteggiamento di cura all’invidia – è testimoniato da numerosi studi; tuttavia stabilire legami diretti tra i livelli plasmatici dell’ormone (molto variabili da individuo a individuo) e specifiche abilità sociali si è dimostrato difficile, e le ricerche in merito hanno dato risultati discordanti.

Anche gli studi che hanno cercato di individuare i rapporti fra specifiche varianti (polimorfismi di singolo nucleotide o SNP) del gene per l’ossitocina e la propensione dei loro portatori a comportamenti o stati d’animo specifici – per esempio, essere facilmente preda di ansia – non hanno dato risultati soddisfacenti.

Invece di guardare alla genetica, nel nuovo studio Jessica J. Connelly e colleghi si sono rivolti all’epigenetica: per esplicare la propria azione a livello cerebrale, l’ossiticina si lega infatti a un recettore che si trova sui neuroni. Il numero e la densità di questi recettori neuronali, però, non dipende soltanto dal gene che li codifica (il gene OXTR), ma anche dal modo in cui quel gene viene letto dal macchinario cellulare che presiede alla produzione del recettore.

I ricercatori hanno quindi misurato i livelli di efficienza della traduzione del gene OXTR nei campioni di sangue di 98 soggetti che erano stati precedentemente sottoposti a risonanza magnetica funzionale mentre osservavano delle facce per interpretare l’emozione che esprimevano.

Dal confronto dei dati è emerso che bassi livelli di efficienza nell’espressione di OXTR erano sistematicamente associati a una maggiore attività nelle regioni cerebrali deputate all’interpretazione dei volti e all’elaborazione delle emozioni, e in particolare a una forte attività dell’amigdala, della circonvoluzione fusiforme, e dell’insula.

Il fatto che alla riduzione dei recettori per l’ossitocina sui neuroni corrisponda un aumento dell’attività di centri cerebrali che innescano uno stato di allarme (e viceversa), indica d’altra parte che l’ossitocina ha un’azione diretta di attenuazione della risposta di paura a una situazione.

Da Le Scienze

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