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Sulle intolleranze alimentari è stato detto di tutto. E fortunatamente si continuerà a parlare delle allergie alimenteri ritardate ( il vero nome scientifico di questo fenomeno) per molto tempo a venire. La ricerca, a dispetto di chi minimizzava la loro importanza o riduceva il fenomeno all’invenzione di qualche ciarlatano, prosegue nella conferma di un fatto clinico non solo esistente ma di importanza fondamentale per la regolazione degli aspetti infiammatori , immunologici e metabolici di ogni organismo vivente. 

Il recentissimo lavoro del gruppo di gastroenterologi norvegesi, pubblicato a fine luglio 2010 su Alimentary Pharmacology & Therapeutics è in effetti molto semplice. Dopo avere scartato persone con alti livelli di allergia, gli intolleranti al lattosio e tutti i soggetti con una malattia infiammatoria intestinale già esistente (morbo di cronh e colite ulcerativa )sono state studiate attentamente le persone che riferivano una evidente sintomatologia intestinale alla assunzione di cibo e che non avevano delle evidenze allergiche nei confronti del cibo sospettatoo nei confronti di altri alimenti: non avevano cioè Prick o Rast positivi verso i cibi (Lied GA et al, Aliment Pharmacol Ther. 2010 Jul; 32(1):66-73. Epub 2010 Mar 26)

I soggetti rimanenti invece documentavano la presenza molto ben misurabile, con differenze altamente significative rispetto ai controlli, di una particolare sostanza, prodotta dai macrofagi, monociti e cellule dendritiche intestinali (elementi del sistema immunitario ) e anche da altre cellule non immunologiche come le cellule della mucosa intestinale, delle ghiandole salivari e da cellule fibroblastiche o gliali situate nel cervello, nelle articolazioni, nella cartilagine.

Questa sostanza di nome BAFF (B Cell-Activating Factor ) ha delle caratteristiche interessanti. Non solo attiva l’infiammazione, ma regola attraverso un controllo di segnale sui recettori, la risposta allergica, la risposta dolorosa, la cicatrizzazione, l’attivazione metabolica, l’azione muscolare e l’attivazione di malattie come le malattie autoimmuni e la celiachia.

Non è poco per una sostanza che nessuno è mai andato a cercare fino agli ultimi anni. Si tratta di situazioni  e ambiti in cui la reazione dovuta alle intolleranze alimentari è stata spesso chiamata in causa, come nel caso dell’artrite reumatoide, dell’emicrania o delle patologie respiratorie croniche. Oggi altri dati si aggiungono a confermare queste indicazioni. Gli immunologi,i gastroenterologi, gli pneumologi e i neurologi avranno di che discutere a lungo di questa novità

Di fatto oggi possiamo affermare con certezza che:

1   Fenomeni di allergia alimentare ritardata, non dipendenti dalle immunoglobluline E esistono e sono importatanti per l’intera economia dell’organismo.

2 Non riconoscerlo significa essere fuori dalla scienza e solo trincerati nella difesa delle proprie torri d’avorio.

3 Fino ad oggi molti ricercatori e medici si sono sentiti dare dei cretini ( se non di peggio )per il semplice fato di parlare di questa realtà. Oggi possono serenamente restituire l’insulto ( ma speriamo che non si abbassino al livello degli scienziati ascientifici che per primi hanno insultato.

Verrebbe quasi spontaneo finire con una citazione di Totò ricollegandosi alle modalità ormai diffuse in molta scienza di oggi dove anzichè lavorare sui dati si lavora sulle petizioni di principio.Si potrebbe pensare al famoso ” Lei è un cretino…si informi” ben sapendo purtroppo che chi vuole comunque tenere gli occhi chiusi, come nel caso delle accuse a Galileo, potrebbe continuare a farlo per i secoli futuri pur di difendere il proprio orticello.

Attilio Speciani, immunologo

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