Condividi:

anticorpi

L’immunologia moderna sta acquisendo importanti informazioni sulla nutrizione individuale grazie a una chiave d’interpretazione evoluzionistica della produzione di anticorpi di classe G (IgG) nei confronti degli alimenti. Il vero ruolo delle IgG verso gli alimenti è di indicare una ripetuta assunzione alimentare o una quantità eccessiva di un certo alimento introdotto con la dieta. Per anni si è cercato di identificare gli anticorpi contro il cibo per capire la risposta infiammatoria alimentare, mentre oggi non si può più parlare di anticorpi “contro” il cibo, ma semplicemente del modo in cui l’organismo prende contatto con un alimento e in un certo senso “fa conoscenza” con lui.
La produzione di IgG è l’espressione del modo con cui il corpo umano, nei milioni di anni di evoluzione, ha imparato a conoscere gli alimenti che entrano nell’organismo a portare energia, per selezionare quelli più adatti.
Oggi è finalmente possibile comprendere sul piano evoluzionistico il significato delle reazioni alimentari di tipo infiammatorio, grazie alla possibilità di misurare e seguire i livelli di citochine come Baff e Paf (sostanze infiammatorie e spesso di segnale). Capire il profilo alimentare individuale consente di guidare il cambiamento dei comportamenti dietetici per controllare l’infiammazione. Lied (1) ha evidenziato la comparsa di Baff in modo significativo in tutte le persone che manifestavano sintomi correlati ad un alimento; Baff regola attraverso un controllo di segnale sui recettori delle cellule la risposta allergica, la produzione di IgG, la risposta dolorosa, la cicatrizzazione, l’attivazione metabolica, l’azione muscolare e l’attivazione di malattie come le malattie autoimmuni e la celiachia. Dal 2012 Ligaarden (2) ha evidenziato con chiarezza che il valore di IgG cresce nell’organismo in modo corrispondente alla dieta che una persona sta seguendo con sistematicità. In pratica, se in chi mangia spesso formaggi, pane e vino, quegli alimenti fermentati iniziano a essere “individualmente in eccesso”, ecco che la produzione di IgG cresce e i segnali di allarme nei confronti di quei cibi diventano sempre più evidenti. Questo consente oggi di dosare le IgG per i Grandi Gruppi Alimentari e di identificare attraverso test specifici (3) il profilo alimentare individuale che permette di interpretare finalmente il vecchio e angusto tema delle scientificamente obsolete “intolleranze alimentari” alla luce delle teorie evoluzionistiche, per potere aiutare ogni organismo a guarire e a ritrovare il giusto rapporto con il cibo.

Approfondimenti:
1) Lied GA et al, Aliment Pharmacol Ther. 2010 Jul;32(1):66-73.
2) Ligaarden SC et al, BMC Gastroenterol. 2012 Nov 21;12:166.
3) Speciani AF e Piuri G, J Am Coll Nutr. 2015;34 Suppl 1:34-8.

da Nutrizione 33

Vuoi rimanere aggiornato sulle nostre ultime news?


 

Iscrivendoti al servizio acconsenti al trattamento dei dati secondo l’informativa UE 2016/679 (Leggi di più)


Condividi:
Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.