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fitoterapia

In Italia, si calcola che circa il 15-25 % dei pazienti oncologici fa ricorso a terapie non convenzionali e tra queste principalmente alla fitoterapia; negli USA tale percentuale supera il 50%.
Il paziente oncologico, colto da ansia e disperazione, alla ricerca di speranze insieme ai suoi famigliari, è tentato di affidarsi a qualsiasi cosa gli venga presentata come utile a risolvere il suo problema, anche se non di comprovata efficacia e priva di fondamento.
Su questa scia si può giungere all’uso delle erbe officinali sotto forma di automedicazione, seguendo consigli di persone non qualificate che attingono a preparati della medicina popolare spesso privi di qualsiasi presupposto scientifico, di verifiche sulla qualità e la sicurezza e soprattutto, della valutazione di compatibilità con altre terapie in atto.
D’altro canto la ricerca scientifica in campo oncologico ha compiuto notevoli passi in avanti e molti dei principi farmacologici oggi usati sono derivati da piante. Si calcola che oltre il 60% dei farmaci in commercio non sia altro che la riproduzione sintetica di molecole già esistenti in natura nelle piante. Sempre più spesso dei preparati fitoterapici vengono usati in protocolli ufficiali affiancando altri mezzi terapeutici, allo scopo di potenziare questi ultimi o di ridurne gli effetti collaterali e tossici.
In un’ottica di integrazione, molti Istituti Oncologici affiancano ormai terapie naturali, soprattutto la fitoterapia, ai mezzi tradizionali di cura: famoso il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, ma anche in Italia c’è grosso fermento in tal senso tanto che si è giunti da poco ad costituire l’ARTOI, associazione di medicina oncologia integrata.
Tale indirizzo non segue mode preconcette, non è il tentativo di dare risposta a desideri di pazienti che spesso non sanno più a che santo votarsi, bensì rappresenta la naturale evoluzione di una ricerca in campo epidemiologico, preclinico e clinico, va nella stessa direzione.

UTILIZZO DELLE PIANTE OFFICINALI IN ONCOLOGIA

Possiamo distinguere i seguenti scopo terapeutici:

Piante ad azione immunostimolante
Sono tante oramai le piante individuate, scientificamente studiate e convalidate per questa azione, In campo oncologico si tratta di scegliere quelle giuste in rapporto ai casi clinici specifici, individuandone modi e tempi ottimali per la loro somministrazione.

Piante ad azione chemiopreventiva
Molte piante sono risultate utili nell’inibire i fattori di crescita tumorale, altre nell’ostacolare la degenerazione di cellule sane sottoposte all’azione di sostanze cancerogene soprattutto alimentari, altre ancora nello stimolare l’apoptosi di cellule già rese maligne.

Piante ad azione di sostegno
 Il paziente oncologico presenta di solito un quadro clinico caratterizzato non solo dai sintomi propri della neoplasia che lo affligge, ma anche da altre patologie che direttamente o indirettamente ad essa possono correlarsi. Molti sono i principi fitoterapici che in tali situazioni possono risultare utili da non aggravare, per gli effetti collaterali, protocolli terapeutici di per sé già molto pesanti.

Piante ad azione potenziante o protettiva di altri mezzi terapeutici
 Sono molte le piante che sono state studiate e, risultano utilissime, non solo per alleviare gli effetti collaterali e tossici della chemioterapia e della radioterapia, ma anche per potenziarne l’effetto in forma mirata tanto da poter ridurre dosi e tempi terapeutici.

Piante ad azione citotossica diretta
Molte piante sono state studiate e altre ancora, a tutt’oggi, sottoposte ad interessanti studi per validarne un effetto citotossico diretto nei confronti delle cellule tumorali. Alcune di esse vengono usate come tali, altre forniscono la base per l’estrazione di principi semisintetici, spesso se ne concretizza un uso sinergico.

Si calcola che esistono circa 600.000 specie vegetali sulla Terra e, di queste, solo il 5% è stato studiato dal punto di vista chimico e farmacologico; molto c’è da fare dunque, ma ciò non toglie che quel poco che si è fatto ha già portato ad interessanti e validi risultati. La strada è lunga ma basta percorrerla per raggiungere l’obiettivo.

Abstract da Officine Naturali

Grazie all’approccio della Medicina Funzionale di Regolazione il paziente oncologico può essere seguito attraverso un percorso personalizzato che permette di valutare quale sia il miglior approccio di cura , non solo sotto l’aspetto fisico, ma anche psico-emozionale.

 

 

 

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