TECNICA METAMORFICA IL VIAGGIO ATTRAVERSO I SENTIERI DELL’ANIMA

viaggio

Tecnica Metamorfica: il Viaggio attraverso i sentieri dell’anima

Nel momento in cui decidiamo di intraprendere il nostro Viaggio nella vita occorre coraggio ed energia. La strada da percorrere può essere scorrevole come tortuosa ed impervia ma quella strada è il nostro destino.
Il luogo d’arrivo è il riuscire a vivere i talenti che la vita ci ha offerto, quelle potenzialità dormienti ma vive.

Coraggio è osare, andare oltre il lato esteriore e visibile, è superare l’immagine che presentiamo agli altri e al mondo, è riconoscere le parti nascoste senza dover offuscare i doni che per inerzia si sono cristallizzati in un immagine voluta dall’ambiente o dalle circostanze della vita, permettere a ciò che è separato di fondersi e purificarsi affinché l’Unità sorga dalle ceneri.

Scoprire chi siamo veramente, esprimerlo e realizzarlo è nostro compito, è armonizzazione, è evoluzione, è realizzazione del “Sé”, il risveglio dell’Eroe addormentato.

Recuperiamo la capacità di sentire e vedere, impariamo a vivere e non sopravvivere, attiviamo il nostro potenziale interiore con la luce della coscienza.

Salviamo la nostra natura, usciamo dalla gabbia dei nostri schemi, scongeliamo i nostri sogni, viviamo ed esprimiamo il nostro “essere” nel mondo; che il Viaggio della Vita diventi Viaggio dell’Anima.

Ricongiungiamoci all’Uno in noi, incontriamo il Saggio e il Folle, moriamo a vecchie forme per rinascere rinnovati da una nuova consapevolezza.

Le vie da percorrere sono tante, ciascuno seguirà la propria, il Viaggio è esperienza, conoscenza e vita.

Il Viaggio è l’incontro fatale con lo sconosciuto che cambierà il nostro destino, è magia e mistero.

Il Viaggio è trasformazione.

Cristin Naldi

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TECNICA METAMORFICA E MOVIMENTO

 

energia movimento 2

La nostra vita va molto al di là della quotidianità e di ciò che è percepibile con i sensi, non siamo limitati al solo mondo materiale e tangibile ma siamo anche parte di qualcosa di più grande e indefinito.

Ritornare alla propria originalità, a sentire e vivere ciò che siamo nella nostra grandezza, a prenderci per mano e condurci con grande responsabilità verso il centro di noi stessi è l’impegno che ciascuno di noi può assumere.

Viviamo un ritmo alternato di alti e bassi, pieni e vuoti, nulla avviene nello stesso momento, ma seguiamo un ordine che nella sua alternanza ci conduce, a volte inaspettatamente ed improvvisamente su frequenze diverse, liberando un energia che se non direzionata è in grado di trovare la sua propria via di trasformazione.

La vita è un continuo movimento di energia ed ogni movimento che generiamo crea una reazione per niente casuale, che rispecchia l’individuo, la sua realtà e il mondo. Ciò che è fuori di noi appare anche dentro e ciò che è in noi è nelle persone e nella realtà che ci circonda, in misura e livelli di profondità diversi.

In questo perenne movimento possiamo nutrire il potere della vita e, liberando la nostra forza vitale, trasformare e abbattere ogni barriera lasciandoci sorprendere dalla forma che la vita assume ad ogni istante, senza cercare cause, ragioni od obiettivi ma scegliere, attraverso la presenza, “l’essere” nella sua totalità.

Se c’è vita, se siamo vivi tutto è sempre in continuo movimento, eternamente.

La Tecnica Metamorfica può essere la nostra meravigliosa danza che ci accompagna silenziosamente nel flusso della vita, rispettando i nostri tempi, i nostri ritmi, ma soprattutto la nostra unicità.

Cristin Naldi

LA TECNICA METAMORFICA E IL VERO VUOTO

SPAZIO

Viviamo gran parte della nostra vita in modo conflittuale dominati dagli schemi e dalle influenze che abbiamo in parte ereditato ed in parte creato.
Molti approcci puntano, chi più chi meno, verso la necessità di trascendere la carne e liberare lo spirito cercando di raggiungere chissà quale visione e di chiudere allo stesso tempo con tutto ciò che è materialistico.Nel lavoro con i Principi Universali possiamo stimolare i due lati della nostra natura, sviluppare un movimento naturale tra i due regni (materiale e spirituale) e vivere attraverso questo rituale la realizzazione di una metamorfosi che ci conduce dal conflitto all’armonia e dall’oscurità alla luce. E’ vero… siamo esseri di luce ma non dimentichiamoci che siamo rivestiti di materia e che possiamo abbracciare e godere della stessa dentro i suoi limiti. 

Noi siamo costantemente in presenza della perfezione e creiamo in quello che ci circonda una perfetta immagine di noi stessi e della nostra coscienza, proprio in base al principio di corrispondenza quando noi cambiamo anche il nostro ambiente cambia.

Come scrive Gaston “verranno dei periodi in cui ci sarà uno sfasamento nel tempo tra il nuovo ‘te’ e il suo ambiente. La coscienza si muove ad una velocità di vibrazione superiore a quella della materia, e il tuo livello di consapevolezza può cambiare più rapidamente della tua struttura fisica. Quando ciò accade è possibile che tu provi la sensazione di essere preso dentro in una specie di vuoto; non il vuoto dei mistici…ma piuttosto un inquietante senso di disorientamento, in cui le cose pare non abbiano senso…questo vuoto va accolto come un segno che stiamo avanzando su un sentiero di entusiasmanti scoperte. Se ci arrendiamo a queste nuove energie e passiamo a nuovi livelli di consapevolezza, il vuoto della confusione farà posto al vero vuoto.”
“Quando il vuoto è pieno” (Emilio del Giudice e Giuseppe Vitilello) diventa un vuoto che contiene, come un grembo di madre, il Caos che genera la vita e tra le sue trame, l’armonia nascosta…

Il vero vuoto è ben lungi dall’essere vuoto ma rappresenta e contiene una mare infinito di potenzialità creative. Se poniamo l’attenzione al distacco e pratichiamo la vera presenza nel qui ed ora piuttosto che sulla mente, se attraverso quel silenzio sano e consapevole entriamo in noi stessi, iniziando un dialogo intimo e ci accostiamo come dice Gaston ‘all’amore nel cuore’ questo vuoto diventa un’occasione sacra dove tutto è possibile, dove siamo in comunione con noi stessi e il tutto, risuonando e armonizzandoci con la luce della vita.

Possiamo ogni giorno decidere di riconoscerci, amarci ed essere nel luminoso tempio del nostro cuore o di lasciarci travolgere dall’avvoltoio mente che tutto controlla e dirige. La mente è un ottimo strumento nel momento in cui ci ricorda ed evoca la nostra vera natura (dentro e fuori tempo, spazio e materia, materia e spirito).

Cristin Naldi

 

TECNICA METAMORFICA E IL NATALE

CAMBIARE

 Oggi tutti vogliamo cambiare, almeno a parole.

In realtà una parte consistente del nostro essere non vuole cambiare affatto, e anzi teme con paura qualsiasi minimo spostamento delle proprie abitudini mentali e comportamentali. A livello personale infatti cambiare, nella direzione di una maggiore libertà e di una felicità più piena, significa ogni giorno riconoscere, con coraggio, umiltà e fiducia, aspetti sempre più profondi delle nostre distorsioni interiori. Non ci sono altre vie né scorciatoie.

Entrare in un processo reale di trasformazione significa riconoscere dentro noi stessi questi moti distruttivi del cuore, vederli con sempre maggiore lucidità, confessarli, e staccarsene: li identifico dentro di me, ma non mi ci identifico più, anzi me ne differenzio, non li faccio più miei, li vedo, ne prendo atto e lascio che sia.

Più il riconoscimento dei nostri aspetti, delle nostre illusioni, dei nostri errori di giudizio, diviene profondo e sincero, e più la nostra trasformazione procederà spedita.

La nostra vita ha uno scopo più alto; abbiamo la possibilità di essere sia figli della terra che figli del cielo, riunificando ciò che nell’esistenza si è separato: visibile e invisibile, finito e infinito, carne e spirito.

In questi giorni di grandi cambiamenti cosmici, le vibrazioni che vengono inviate dal cosmo ci possono guidare verso la rinascita interiore.

Siamo in prossimità del Natale. Il Natale è simbolo di rinascita, rinnovamento e di fiducia che attraverso le “oscurità” della vita si rafforzi la conoscenza e consapevolezza delle proprie risorse. È in quest’attraversare gli “inverni” dell’esistenza che si annidano, infatti, le potenzialità creatrici e rigeneratrici che ciascuno di noi ha forse congelato nel tempo, quelle potenzialità in grado di promuovere una maggior consapevolezza interiore. Un’ occasione, per riconnettersi alle proprie energie di rinnovamento e trasformazione.

Ci avviciniamo alla Tecnica Metamorfica perchè c’è una fame di trasformazione, e per questo creiamo un piccolo rituale. La forza vitale presente in ciascuno di noi provvede alla trasformazione degli schemi che a volte “gelosamente” tratteniamo permettendo alle nostre potenzialità assopite di risvegliarsi e riconnetterci a ciò che siamo in origine e non di vagare come ciechi tra i flutti dell’esistenza. Solo quando ci “risvegliamo” alla nostra completa natura cominciamo ad apprezzare davvero tutto quanto la vita offre.

Il Natale dunque ci ricorda che il significato dell’esistenza umana è quello di risvegliare il sé inferiore al cospetto dell’anima e ciò avviene, mediante l’arte di vivere. Noi siamo vivi e la vita è intelligenza.

Buon Natale metamorfico a tutti.

Cristin Naldi

TECNICA METAMORFICA, SPAZIO SILENZIOSO

luce

 

Siamo abituati a creare, a fare cose, a riempire il vuoto, a riempire il tempo, a riempire gli spazi allontanandoci così, sempre più da ciò che siamo, proiettando la nostra vita nel passato o nelle paure future, perdendo noi stessi, perdendo il momento presente, allontanandoci dal qui ed ora.Con la Tecnica Metamorfica possiamo ricontattare, attraverso il distacco e la presenza, quello spazio all’interno del quale tutto è possibile, dove siamo in comunione con noi stessi e il tutto, dove si respira il profumo della libertà. Uno spazio che ci consente, attraverso il silenzio della mente di essere ciò che siamo, senza condizionamenti od interferenze .Non abbiamo bisogno di sapere cosa siamo, ma se ci abbandoniamo e ci immergiamo in questo spazio silenzioso, quell’intelligenza innata che guida la nostra forza vitale ci immergerà in un movimento di trasformazione dove tutto avviene o può avvenire operando qualcosa di infinitamente più grande di ciò che le nostre limitazioni mentali  non ci consentono di fare. In questo spazio, tutto è movimento, ascoltando il silenzio intorno e dentro di noi, entriamo in contatto con l’immagine originaria e incontaminata di ciò che già siamo, vivendo uno stato di quiete interiore nel luogo del silenzio che ci abita. In questo luogo-spazio silenzioso nessuna forza ha potere su di noi, nulla raggiunge questo luogo- spazio, nessuna critica, nessuna pretesa, nessuna aspettativa, se non un gran senso di libertà dove possiamo respirare a pieni polmoni.

“La verità di ciò che siamo è al di la della mente, oltre la memoria oltre il tempo”.
In questo luogo-spazio tutto vive in noi.
In questo luogo-spazio siamo nella “casa” del nostro essere.

Cristin Naldi

 

LA TEORIA DELLA GHIANDA

quercia

 Possiamo collegarci a questo articolo parlando del potenziale che ciascuno di noi “se vivo” ha a disposizione, ma che per una serie di ostacoli interni od esterni rimane inespresso o inascoltato. Attraverso il rituale della Tecnica Metamorfica possiamo “omaggiare” il nostro potenziale e riconnetterci ad esso. C N

“La teoria della ghianda di James Hillman è molto interessante perché parte dal presupposto che ognuno di noi possegga un talento innato, un daimon che aspetta solo di essere riscoperto, un destino cui siamo chiamati fin dalla nascita e che spesso si manifesta più liberamente nell’infanzia. Per rendere meglio il concetto, pensiamo agli alberi. Un seme di quercia nel corso del tempo darà vita necessariamente a una quercia, non a un pino né a un frassino o a un abete. Ogni quercia ha infatti delle peculiarità che la rendono unica, tuttavia sempre di quercia si tratta. E così, secondo Hillman, succede a noi umani, che nasciamo con uno o più talenti peculiari, dimenticandocene spesso strada facendo.

Hillman sostiene che “ognuno di noi percepisce che la propria vita, contiene molte più cose di quante le mille teorie fin qui formulate riusciranno mai a definire. Chi non ha mai avuto, almeno una volta nella vita, una sorta di illuminazione che ci ha condotto dove siamo. Questo qualcosa ci ha colpiti come un fulmine. Dopo la ‘fulminazione’ avevamo chiaro in mente ciò che dovevamo fare e lo abbiamo fatto. Improvvisamente abbiamo avuto una maggiore coscienza di noi.”

Quindi siamo come ghiande potenzialmente querce, a dispetto delle teorie che ci vogliono frutto del contesto antropologico, ambientale, sociale, famigliare. In realtà questi condizionamenti esterni agiscono su di noi, ma siamo altro oltre ad essi. Il problema della vocazione è che nella stragrande maggioranza dei casi la dimentichiamo. Ma attenzione, il punto di vista di Hillman non è fatalista come potrebbe apparire al primo sguardo, egli infatti ritiene che l’individuo sia responsabile delle proprie scelte e in effetti dipende proprio da lui la capacità o meno di ricontattare il daimon, la vocazione innata che è poi il motivo per cui abbiamo scelto di vivere qui.

Non è nemmeno detto che la ghianda diventi quercia perché, sebbene in potenziale lo sia, potrebbe benissimo essere distrutta prima che questo si liberi, oppure potrebbe rimanere piccina per una serie di motivazioni, ammalarsi e via dicendo. Ma il daimon è anche una presenza invisibile che si prende cura di noi quotidianamente. Una presenza che nell’antichità veniva omaggiata con rituali e ringraziamenti, oggi totalmente ignorata…”

Stralcio di Laura De Rosa-yinyangtherapy.it pubblicato su Eticamente
Cristin Naldi

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