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Sebbene sia ormai provato il ruolo chiave dell’alimentazione per la nostra salute e anche in casi di tumori, la maggior parte degli ospedali propina ai pazienti una dieta sbagliata in quanto non tiene conto delle indicazioni contenute nel “Codice europeo contro il cancro” che nel documento del “Fondo mondiale per la ricerca sul cancro”.

“In generale, la classe medica non ha una preparazione adeguata sul ruolo della dieta per favorire la guarigione e prevenire l’insorgenza di recidive. In particolare, un giovane appena laureato in medicina non ha studi del genere alle spalle. Questa mancanza di cultura si riflette in una bassa attenzione alla dieta e alle linee guida alimentari all’interno degli ospedali”. Ad affermarlo è il professor Franco Berrino, epidemiologo di fama mondiale che ha incentrato negli anni i suoi studi nella prevenzione delle malattie giungendo a risultati sorprendenti. Gli studi di Berrino si sono concentrati in particolare sul comprendere come “cambiare l’alimentazione al fine di cambiare il nostro ambiente interno, in modo che le eventuali cellule tumorali non si riproducano”.

Berrino rileva che se da una parte la ricerca individua un nesso tra l’eccesso di zuccheri e la crescita dei tumori, in quanto l’aumento di insulina che ne deriva favorisce la divisione cellulare, negli ospedali vengono somministrati cibi che fanno molto aumentare la glicemia, ovvero il contenuto di glucosio nel sangue. Tra questi il professore cita il prosciutto con il purè di patate comunemente serviti nelle strutture ospedaliere.

Eppure il Codice europeo contro il cancro consiglia di evitare le carni lavorate(fondamentalmente i salumi) e limitare le carni rosse. Le carni rosse sono associate al cancro dell’intestino, soprattutto per colpa della presenza del ferro: esso è molto ossidante e aiuta la sintesi di sostanze cancerogene. Le carni conservate, invece, sono da evitare perché oltre a essere ricche di ferro, vengono trattate con nitriti e nitrati.

Il Codice europeo per la prevenzione dei tumori – redatto da una serie di commissioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS1), su incarico dell’Unione europea per dare consigli ai cittadini per non ammalarsi – raccomanda inoltre di evitare farine raffinate, bevande zuccherate e cibi ricchi di grassi e zuccheri.

Malgrado la scarsa attenzione generale di molti ospedali verso queste indicazioni, esistono degli esempi virtuosi. È il caso, ad esempio, del Policlinico San Donato di Milano, del Policlinico Sant’Orsola di Bologna o l’Ospedale di Mantova. In queste strutture vengono rispettate le linee guida alimentari in campo oncologico, i pazienti vengono visitati da un nutrizionista o ricevono indicazioni chiare in merito all’alimentazione da seguire anche una volta usciti dall’ospedale.

Una dieta appropriata può essere infatti molto utile ai malati di tumore operati per evitare recidive. Uno studio, pubblicato su Plos One, che ha preso a campione oltre 500 pazienti oncologici dimessi dopo un intervento ha evidenziato proprio come dieta e attività fisica siano un binomio vincente per evitare il rischio di una morte precoce.

http://www.informasalus.it/it/articoli/alimentazioni-ospedali-linee-guida-cancro.php?fbclid=IwAR2YXdAVFbp0yJ9bau33gEwsml8C3snfkEYQGqXY0MiLCKsTxGSK34-vdEw

Dott. Mauro Piccini Agopuntura Omeopatia

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