Condividi:

ATBENEFICI DI UNA CORRETTA IDRATAZIONE
L’importanza di un’appropriata idratazione è troppo spesso sottovalutata. Il corpo umano è costituito per circa due terzi da acqua. E’ fondamentale garantirne il ricambio attraverso un apporto adeguato.
L’acqua corporea entra attraverso l’assunzione di liquidi e alimenti (tutti la contengono, anche se in percentuali diverse); inoltre viene prodotta durante i processi metabolici.
L’assunzione di liquidi, ed in particolare di acqua, dovrebbe rappresentare la percentuale più importante del ricambio.
Si dovrebbe assumere acqua durante tutta la giornata: poca durante i pasti, in abbondanza lontano da questi. Ciò consente all’organismo, ed in particolare al rene, di lavorare meno e meglio e ai processi digestivi di non essere ostacolati.

Il tipo di acqua da assumere è da scegliere in funzione delle caratteristiche personali.
In presenza di funzione renale normale, le acque devono essere mineralizzate (Residuo Fisso elevato) in modo da poter essere sfruttate come fonte di minerali e di oligoelementi.
Per contrastare l’acidosi metabolica latente, sono da preferire le acque con pH basico (soprattutto negli sportivi, nelle donne in menopausa e nei pazienti oncologici).

L’acqua (ed eventualmente uno/mezzo bicchiere di vino rosso a pasto) dovrebbero completamente sostituire le bibite gassate, colorate, dolcificate o i superalcolici e gli alcolici di scarsa qualità, dei quali molto spesso vi è abuso.

Il tè verde è ricco di catechine; ha azione antiossidante molto potente e protegge da diversi tipi di tumore.
Caratteristiche -queste- che lo rendono la bevanda ideale nella nostra dieta.

BENEFICI DI UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE
L’alimentazione dovrebbe comprendere di tutto, senza osservazioni dettate dalla quantità.
Dovrebbe contemplare principalmente frutta e verdura, e a seguire cereali integrali o decorticati (riso, frumento, farro, orzo, segale, mais, etc.), legumi e talvolta pesce o carne bianca.
Gli alimenti vanno conditi con oli extra-vergine di oliva; frutta secca ed essiccata, semi oleaginosi e centrifugati di frutta e verdura vanno assunti con moderazione.
Il sale è da evitare o da limitare fortemente, sostituendolo con le spezie.

1) VERDURE, ORTAGGI, FRUTTA
Questi devono essere consumati in abbondanza (verdure e ortaggi in tutti i pasti, la frutta meglio negli spuntini o prima del pasto),  poiché ricchi in vitamine e in oligoelementi.

Per quanto concerne la verdura, le quantità sono irrilevanti (tranne nei casi di sindrome del colon irritabile); più se ne mangia meglio è.
L’apporto energetico di verdure e ortaggi è, in generale, molto scarso, dato  il contenuto limitato in carboidrati, proteine e grassi.
Inoltre, le verdure presentano una elevata percentuale di acqua (circa 80%) e importanti quantità di fibra (che aiuta a regolare il transito intestinale, aumentando la massa fecale).
La fibra contenuta in verdure e ortaggi si presenta sotto forma di cellulosa, polisaccaridi non derivati dalla cellulosa e lignina.
La frutta va limitata maggiormente.
Due o tre frutti al giorno andrebbero sempre consumati (meglio lontano dai pasti, come spuntini, onde evitarne la fermentazione, e dunque il conseguente gonfiore di stomaco, quando si assumono a fine pasto).
In alternativa sono utili i centrifugati e i frullati, che possono diventare in caso di inappetenza, ottimi sostituti del pasto.

Per ottenere il massimo risultato dall’introduzione di frutta e verdura andrebbero seguite 3 semplici regole : 1 stagionalità, 2 Km 0, 3 biologico.

E’ opportuno consumare frutta e verdura di stagione, coltivate nelle vicinanze (evitando in qualche modo che il prodotto abbia viaggiato a lungo in celle frigorifere prima di arrivare sulla tavola, perdendo gran parte del potere nutritivo).
Inoltre, andrebbero preferiti alimenti biologici, privi di sostanze chimiche e tossiche come pesticidi, erbicidi, concimi chimici, oltre a tutti i molteplici additivi alimentari come conservanti, coloranti, edulcoranti che, oltre a mascherare le carenze organolettiche dei cibi di scarsa qualità, presentano talvolta azione cancerogena.

– Complessivamente, frutta e verdura dovrebbero rappresentare il 50-70% della quantità di alimenti assunti nella giornata, garantendo due risultati importanti: quello dell’idratazione e quello dell’alcalinizzazione.

Il primo è conseguenza del fatto che la verdura e la frutta hanno un contenuto in liquido molto elevato.
Secondariamente, entrambi questi gruppi di alimenti producono un effetto alcalinizzante sull’organismo e dunque contrastano l’effetto dei cereali e delle proteine che sono acidificanti (soprattutto le proteine animali).
Per valutare il potenziale alcalinizzante/acidificante di un alimento è possibile fare riferimento ad Indici reperibili in articoli e testi di alimentazione.
Quello più utilizzato è il PRAL (Potential Renal Acid Load – Potenziale di Carico Acido Renale), calcolato sulla base del contenuto di proteine, Fosforo, Magnesio, Potassio e Calcio di un alimento, tenendo conto della capacità di assorbimento intestinale dei singoli elementi.
In pratica, determina l’effetto chimico acido-base di quell’alimento sull’organismo.

Vi sono vari alimenti tra la frutta e la verdura che sono di uso frequente e che possiedono anche proprietà anticancro. I più studiati attualmente sono quelli della Famiglia Cruciferae e Brassicaceae (cavoli, broccoli, cavoletti di Bruxelles, crescione, rape e verza, etc.) attraverso alcune sostanze in essi contenute, i glucosinolati, ma in particolare il sulforafano che si forma durante la masticazione, sono in grado di sviluppare un’azione antitumorale diretta, ma anche anti-proliferativa e disintossicante. Altri alimenti che rivestono un ruolo protettivo  contro i tumori e che contengono Zolfo organico, un elemento fondamentale per i meccanismi di difesa, sono aglio, cipolla, porro, scalogno ed erba cipollina.
Tutti questi ortaggi, per esplicare la propria azione, devono essere consumati crudi o poco cotti (saltati in padella per tempi molto brevi o al vapore).
Il pomodoro, grazie al suo elevato contenuto in licopene, è un alimento utile nella prevenzione di alcuni tumori; il licopene viene estratto con maggiore efficacia dal pomodoro quando questo è cotto in presenza di olio.
Alcuni studi hanno dimostrato che estratti di alghe rallentano la crescita delle cellule neoplastiche; i principi attivi in gioco in questo caso sono le fucoxantine e il fucoidano.
Le alghe sono ancora poco utilizzate nei Paesi occidentali nonostante siano ricche in minerali, aminoacidi essenziali e fibre.
La loro introduzione nella dieta è fortemente raccomandabile.

Anche la frutta svolge un ruolo importante; i frutti di bosco sono ricchi in pigmenti antiossidanti e sostanze antitumorali efficaci come l’acido ellagico, fenilico e clorogenico, mentre gli agrumi sono ricchi in polifenoli e flavonoidi e mostrano interessanti proprietà in campo oncologico (soprattutto nei tumori dell’Apparato Digerente).
Infine, è necessario menzionare i funghi che contengono polisaccaridi con proprietà anticancro [il lentinano, quello più studiato (sintetizzato da Lentinula edodes (Berk.) Pegler, 1976 – shiitake) sembra avere un’azione immunostimolante].
Quelli più noti sono il shiitake e l’enokitake, ma sono consigliati anche i comunissimi champignon.

2) CARBOIDRATI
La miglior fonte di carboidrati è rappresentata dai cereali integrali e decorticati.
Il cereale raffinato ed il perlato sono stati impoveriti di vitamine, oligoelementi, grassi essenziali e fibre.
L’assorbimento degli zuccheri contenuti nei cereali o farine trattate è molto (troppo) rapido e la glicemia, dopo una fetta di pane  o un piatto di riso raffinati, aumenta rapidamente determinando un anomalo incremento dell’insulinemia.
– Il risultato è che il glucosio viene “spinto” troppo rapidamente dentro le cellule dove la sua abbondanza fa sì che una parte, anziché essere utilizzata a fini energetici, venga convertita in deposito adiposo.
Intanto scende la glicemia con conseguente incremento dell’appetito e senso di stanchezza e sonnolenza che compaiono regolarmente da una a due ore dopo il pasto.
Le farine raffinate (0  e 00), così come i cereali perlati, non differiscono molto dallo zucchero in quanto a Indice Glicemico, né come potere nutrizionale.
Contrariamente, tutti i cereali integrali/decorticati sono raccomandati e andrebbero alternati nel corso  della settimana; il riso, nelle sue differenti varietà (integrale, rosso, venere, etc.) è tra i più indicati, ma sono consigliabili anche tutti gli altri cereali (segale, avena, farro, orzo, miglio, etc.) e gli pseudo cereali come grano saraceno, amaranto, quinoa; questi ultimi per di più possiedono una componente proteica sovrapponibile a quella dell’albume d’uovo, la più completa per l’uomo.

3) PROTEINE
Queste possono essere suddivise in base alla loro origine in proteine animali (carne, pesce, uova, latte e latticini) e vegetali (legumi come arachidi, ceci, fagioli, fave, lenticchie, lupini, piselli, soia, etc., oppure derivati dei legumi come latte di soia, tofu, tempeh, ma anche semi oleaginosi come anacardi, nocciole, noci, mandorle, pistacchi, sesamo, etc.)

I legumi sono validi sostituti della carne; la combinazione dei cereali integrali con i legumi consente di ottenere un alimento completo e bilanciato dal punto di vista amminoacidico. Inoltre sono ricchi in carboidrati a basso Indice Glicemico e poveri in grassi (quei pochi presenti sono peraltro essenziali per l’organismo).

Questa combinazione può essere considerata uno dei punti di correttezza nutrizionale delle diete tradizionali di tutto il mondo che prevedono: riso e soia in Asia, frumento e ceci in Africa, mais e fagioli in America Latina, etc.
La stessa dieta mediterranea ne era ricca (pasta e fagioli, riso e piselli, polenta e lenticchie) con ricadute positive sulle malattie cardiovascolari e degenerative tumorali.

Tra i legumi, merita una menzione la soia che contiene fitoestrogeni in grado di proteggere dalla maggior parte dei tumori ormono-dipendenti come il cancro della mammella e della prostata.
Il consumo di proteine animali, specie quelle derivate da carni e latticini, dovrebbero essere ridotte drasticamente.
Per coloro che mangiano carni rosse e lavorate è nota l’associazione con un maggior rischio di tumori del colon.
Viceversa, il pesce contiene gli acidi grassi omega-3 essenziali per l’uomo e ottimi per la prevenzione del cancro e della patologia cardio-vascolare (in Pelosi, 2010).
Il pesce azzurro, il salmone, e il tonno ne sono particolarmente ricchi ed il loro consumo andrebbe raccomandato 2-3 volte/settimana.
Le sostanze chimiche contenute negli additivi alimentari, oltre ad essere direttamente cancerogene, fungono da interferenti endocrini sulla sintesi, secrezione e trasporto degli ormoni predisponendo l’organismo ad ulteriori squilibri.

4) GRASSI
La maggior parte dei grassi animali andrebbero esclusi.
Andrebbero prediletti, tra i vegetali, l’olio di  oliva extravergine spremuto a freddo.
Sono raccomandati anche gli oli di semi di sesamo, di girasole e di lino (quest’ultimo molto ricco in Omega-3), ma solo se spremuti a freddo.
Tra i grassi è utile ricordare il cioccolato fondente, che contiene polifenoli, sostanze con importanti proprietà antiossidanti.
Piccole quantità di cioccolato fondente potrebbero pertanto essere incluse in una dieta anticancro.

Da segnalare infine:
– le spezie, in particolare la curcuma (curcumina) e lo zenzero (gingerolo) che hanno importanti proprietà anti-infiammatorie, anticancro ed antimicrobiche.
La loro principale azione  è quella di bloccare la cicloossigenasi 2, enzima implicato nel processo infiammatorio.
– i  probiotici (Lactobacilli e Bifidobatteri, presenti in yogurt e lattte fermentato) sembrerebbero svolgere un’azione antiproliferativa; inoltre  rinforzano il Sistema Immunitario e riducono l’assorbimento del colesterolo.

CONCLUSIONI
La prevenzione  primaria/secondaria della patologia neoplastica dovrebbe associare abitudini alimentari, attività fisica e nuove modalità per la gestione del carico di stress.
Questo approccio alla patologia oncologica non esclude né è in conflitto con quello convenzionale rappresentato dalle cure chirurgiche, chemioterapiche ed immunologiche.
– Si tratta di riappropriarsi di uno stile di vita che consenta all’organismo di recuperare la propria omeostasi e in questo modo di fortificarsi e tornare ad essere nelle condizioni di guarire se stesso.
Tutto ciò richiede l’abbandono dei cibi “spazzatura”, la riduzione del consumo delle proteine animali, delle farine raffinate, il recupero di sane abitudini di vita che includano attività fisica moderata come camminare, andare in bicicletta o lavorare nell’orto, insieme ad un migliore gestione/riduzione del carico di stress.

– “Cose” semplici, di facile attuazione, note ormai a tutti i medici ma, spesso dimenticate, poco o non diffuse se non addirittura trascurate.
Cambiare il proprio stile di vita, recuperando in salute e benessere si può e si deve.
In definitiva per incominciare, basta volerlo.

Ettore Pelosi

Vuoi rimanere aggiornato sulle nostre ultime news?


 

Iscrivendoti al servizio acconsenti al trattamento dei dati secondo l’informativa UE 2016/679 (Leggi di più)


Condividi:
Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.