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AF

Pz: Dottore, probabilmente ho un dente spezzato. Periodicamente ho la guancia destra che si riempie di piccole lesioni. Sono dolorosissime…
D: Vediamo… non mi sembra. Tutti i suoi denti godono di ottima salute!
Pz: Allora sarà lo stress del lavoro. Ultimamente sono sempre più stanca e anche l’intestino fa capricci e…
D: Posso permettermi di consigliarle un prelievo ematico?
Pz: Ma lei è un dentista!?

Poche battute per introdurre un argomento oggi “di moda”: celiachia e dieta gluten free. Il dentista, protagonista del colloquio, ha sicuramente avuto una brillante quanto illuminata intuizione semplicemente ascoltando attentamente il racconto della paziente.

Le afte ricorrenti, meglio note ai professionisti del settore come stomatite aftosa, sono piccole ulcere (lesioni) ovali o rotonde, singole o multiple, con margini rilevati circondati da un alone arrossato e con una parte centrale di colore biancastro, che circa in una settimana regrediscono. Sono manifestazioni di una patologia immuno-mediata e possono essere avvisaglia di celiachia.
La celiachia, una patologia autoimmune geneticamente determinata, peculiare dell’età pediatrica è diagnosticata oggi anche nell’adulto e nell’anziano. Il distretto corporeo bersaglio della patologia e della sua sintomatologia è l’intestino, ma non solo. Diarrea, arresto della crescita, addome globoso ma anche poli-abortività, dolori addominali, alopecia, cefalea, rappresentano i sintomi più ricorrenti.

Nel caso della nostra protagonista, il binomio comprovato da numerosi studi scientifici è celiachia e afte. Poco si sa del meccanismo bio-molecolare che sottende alla relazione afte-celiachia non diagnosticata. Quello che si suppone è che la destrutturazione dei villi, strutture deputate all’assorbimento, peculiare della celiachia porti a carenza di ferro, vitamina B12 e acido folico. La mancanza di questi micronutrienti faciliterebbe la formazione di afte. L’evidenza clinica di correlazione e il riscontro della remissione delle lesioni quando si realizza l’alimentazione priva di glutine rendono queste lesioni un importante dato obiettivo e/o anamnestico nella diagnosi di celiaca.

Il giusto input per una corretta diagnosi è suggerire esami sierologici specifici:
– anticorpi anti-transglutaminasi IgA e dosaggio delle IgA sieriche
– anticorpi anti-gliadina deamidata (AGAD)
– anticorpi anti-endomisio (EmA).

Successivamente si inizierà una corretta alimentazione e un sano stile di vita che prevedono l’allontanamento del glutine, miscela proteica peculiare dei cereali e derivati.

Per approfondimenti:
Z Slebioda et al. Etiopathogenesis of recurrent aphthous stomatitis and the role of immunologic aspects: literature review. Arch Immunol Ther Exp. 2014 Jun; 62(3):205-15. doi: 10.1007/s00005-013-0261-y.

U Volta et al. The changing clinical profile of celiac disease: a 15-year experience (1998-2012) in an Italian referral center. BMC Gastroenterol. 2014 Nov 18;14:194. doi: 10.1186/s12876-014-0194-x.

K Cantekin et al. Presence and distribution of dental enamel defects, recurrent aphthous lesions and dental caries in children with celiac disease. Pak J Med Sci. 2015;31(3):606-9. doi:10.12669/pjms.313.6960.

Letizia Saturni – Da Nutrizione 33

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