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La mindfulness è un approccio per migliorare la salute mentale, il suo focus è quello di aumentare la consapevolezza del momento presente, migliorare l’osservazione non giudicante del proprio ambiente e diminuire la nostra risposta impulsiva e automatica agli eventi.

Ricerche preliminari con bambini e adolescenti hanno dato risultati positivi in termini anche di incremento delle capacità attentive.

Uno studio pubblicato sul Journal of Child and Family Studies fornisce un più ampio esame dei possibili vantaggi della formazione mindfulness per i bambini con ADHD e i loro genitori (S.van der Ord & SM Bodgel, 2012).

I partecipanti sono stati 22 bambini con diagnosi di ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder o Disturbo da deficit di attenzione e iperattività) di età compresa tra gli 8 e i 12 anni e i loro rispettivi genitori. Il percorso di mindfulness consisteva in 8 sessioni di gruppo settimanali della durata di 90 minuti, sono stati dati incarichi strutturati sia ai bambini sia ai genitori da completare tra le varie sessioni, in modo da consolidare attraverso la pratica le competenze che avevano appreso in ogni riunione del gruppo.

Nello specifico, il protocollo Mindful Child Training (MC) proposto ai bambini comprendevano esercizi sensoriali di sensibilizzazione, esercizi di consapevolezza del corpo, esercizi di consapevolezza del respiro insieme a meditazione, respirazione e yoga, esercizi che promuovono la consapevolezza delle risposte automatiche.

Per i genitori, gli obiettivi promossi dal programma Mindful Parenting (MP) utilizzato in questo studio erano finalizzati ad aiutare madre e padre a:

  • imparare a presenti deliberatamente e pienamente nel qui e ora, con il proprio bambino in modo non giudicante,
  • prendersi cura di se stessi,
  • accettare la difficoltà nel proprio figlio e,
  • rispondere piuttosto che reagire a suoi comportamenti difficili.

Le famiglie sono state chiamate a compiere valutazioni pre e post-trattamento e dopo otto settimane dal termine, attraverso l’uso di strumenti specifici per un valutare i sintomi del disturbo dirompente del comportamento (Disruptive Behavior Disorder Rating Scale), il loro grado di stress (Parenting Stress Index) e il loro stile genitoriale  (The Parenting Scale), il proprio livello livello di attenzione consapevole (Mindfulness Attention and Awareness Scale) e i sintomi dell’ADHD (The ADHD Rating Scale).

I bambini, che hanno ricevuto una formazione mindfulness, sono stati valutati dai loro genitori come meno impulsivi, disattenti e iperattivi; l’entità del calo è stato considerevole per i problemi di attenzione e moderato per l’iperattività. Queste riduzioni sono rimasti evidenti e di grandezza simile anche a distanza di otto settimane di follow-up.

Inoltre, i genitori hanno riferito anche riduzioni del proprio livello di stress e della tendenza a reagire in modo eccessivo al cattivo comportamento del proprio figlio, ed un aumento della propria consapevolezza.


La mia opinione

Nonostante la dimensione del campione utilizzato sia relativamente piccola, i risultati di questo studio sono incoraggianti e suggeriscono che la pratica mindfulness per bambini e genitori può essere un intervento utile per l’ADHD

I bambini con ADHD hanno problemi a mantenere l’attenzione per periodi prolungati di tempo, hanno difficoltà a tenere obiettivi in mente e a inibire risposte automatiche, di conseguenza, il loro comportamento è disattento, impulsivo e iperattivo.

A causa del loro comportamento e delle difficoltà a relazionarsi con i sintomi ADHD, i genitori possono diventare meno pazienti, prestare attenzione non costruttiva al comportamento dirompente e agire in maniera più impulsiva e in modo automatico, sulla base delle proprie esperienze educative. Sotto stress, diventano, infatti, più rifiutanti e reattivi nei confronti del proprio figlio. In sintesi, è come se si venisse a creare una sorta di circolo vizioso che si autoalimenta: il comportamento del bambino aumenta il grado di stress genitoriale, le risposte genitoriali peggiorano a loro volta i sintomi e le risposte nei figli.

Il training mindfulness servirebbe, pertanto, ad interrompere questo circolo: attraverso tale pratica, i genitori imparano a prestare attenzione ai loro figli in maniera non giudicante e a vivere il presente, riducendo anche la messa in atto di risposte automatiche, ne deriverebbe un miglioramento della relazione genitore-bambino; i bambini migliorano i meccanismi di autoregolazione e di inibizione della risposta automatica, di regolazione emotiva e attentiva,  tutti elementi che risultano centrali nell’ADHD.

Daniela Zacchi

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