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Un lungo déjà-vu quello dello scorso fine settimana, segnato dalla tragica morte di un bambino di quattro anni avvenuta a Tricase, un paese in provincia di Lecce. L’odore dello scandalo più forte di quello della tragedia: è morto un bambino, ma era figlio di un omeopata, ma era curato con l’omeopatia.

di Simonetta Bernardini

Siti internet e quotidiani mobilitati e giornalisti indaffarati alla ricerca di dichiarazioni. E a fare le dichiarazioni, dalla parte della “scienza”, i soliti noti, gli antiomeopatici nazionali. Dichiarazioni che si potevano leggere ad occhi chiusi, tanto erano uguali alle stesse di sempre. “I farmaci omeopatici non hanno alcuna efficacia” sentenzia il Prof. Ugazio, presidente della SIP; “Nei medicinali omeopatici non c’è nulla” ribadisce il Prof. Garattini (incurante di sapere che, invece, almeno nei medicinali omeopatici molecolari c’è un universo di molecole attive). E ancora: “Omeopati come astrologi” (una variante degli stregoni, per intendersi). Ma ecco la nuova proposta del professore: che li radino, gli Ordini dei Medici, questi medici che praticano l’omeopatia o l’agopuntura! Che importa se in tutto il mondo in prestigiosi ospedali universitari si aprono centri ospedalieri di medicina integrata? Basta ignorarlo. Quel che conta è cercare di riprendersi i cittadini che si auspica siano smarriti da cotali dichiarazioni e riportarli dalla parte della medicina “giusta”, quella per la quale, se i bambini muoiono, non è mai colpa della medicina. Ne approfitta anche il Comitato nazionale di Bioetica per ribadire che i genitori non hanno il diritto di scegliere l’omeopatia per la cura dei loro bambini. Via anche la patria potestà, quando si tratta di omeopatia. Eppure in venti anni non ricordo più di tre casi di pazienti deceduti per i quali si poteva avanzare l'”aggravante” della cura omeopatica o pseudo tale. Certo, un numero enorme di perdite, giacché anche una sola perdita è enorme. Ma un numero insignificante, purtroppo, nel novero delle cause di morte imputabile all’errore medico. Ed è proprio questo il punto. L’errore medico è il punto. Una vita umana che viene perduta quando si cura con la medicina convenzionale si chiama “errore medico” e la medicina non c’entra, non è colpevole. Ma quando quel paziente si cura con l’omeopatia, allora tutta la medicina omeopatica è colpevole, tutti i medici diventano, nella bocca del Solone di turno, colpevoli e con loro anche tutti i pazienti diventano colpevoli di curarsi con “l’acqua fresca”. Speriamo che un domani si possa assistere ad un cambio di scenario e che, davanti ad un altro disgraziatissimo evento, i giornalisti si affannino a cercare altri pareri (ve ne sarebbero tanti) altri medici, convenzionalissimi e per niente sensibili all’omeopatia, ma disponibili ad argomentare con contenuti non preconcetti. Guadagneremmo tutt’altra informazione e qualche pagina di buon giornalismo al servizio della verità.

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