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Sempre più frequentemente mi imbatto in situazioni dove il conflitto di relazione impedisce ad entrambi i coniugi di esprimere se stessi, il loro sentire profondo o il loro modo di vedere le cose, vivendo una relazione “infantile” dove predominano controllo, esercizio di potere, manipolazione e dipendenza. E’ interessante osservare come il tipo di legame con i genitori influenzi o abbia influenzato la scelta del partner.
All’interno della relazione è importante  che ogni individuo rispetti la propria integrità e autenticità, sapendo che il migliore amore che si può dare all’altro consiste nel rispettare l’unicità che si è in se stessi, senza esercitare alcun potere gli uni sugli altri.

Riporto una poesia SUL MATRIMONIO di Kahlil Gibran e un estratto da MATRIMONIO COME RELAZIONE PSICOLOGICA di Carl Gustav Jung

Allora Almitra di nuovo parlò e disse: Che cos’è il Matrimonio, maestro?
E lui rispose dicendo:
Voi siete nati insieme e insieme starete per sempre.
Sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni.
E insieme nella silenziosa memoria di dio.
Ma vi sia spazio nella vostra unione,
E tra voi danzino i venti dei cieli.
Amatevi l’un l’altro, ma non fatene una prigione d’amore:
Piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime.
Riempitevi l’un l’altro le coppe, ma non bevete da un’unica coppa.
Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane.
Cantate e danzate insieme e state allegri, ma ognuno di voi sia solo,
Come sole sono le corde del liuto, benché vibrino di musica uguale.
Donatevi il cuore, ma l’uno non sia di rifugio all’altro,
Poiché solo la mano della vita può contenere i vostri cuori.
E siate uniti, ma non troppo vicini;
Le colonne del tempio si ergono distanti,
E la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro.

 

“II giovane in età di sposarsi ha certo acquisito coscienza di sé (le ragazze più dei ragazzi) ma é trascorso ben poco tempo da quando è emerso dalle nebbie dell’inconsapevolezza originaria. Ci sono quindi in lui vaste regioni ancora immerse nel buio dell’incoscienza e che, fin dove giungono, non permettono il crearsi di una relazione psicologica. In pratica significa che al giovane è data solo una conoscenza parziale, tanto dell’altro, quanto di sé stesso, perciò possono non essergli sufficientemente note sia le motivazioni dell’altro, sia le proprie. Egli agisce in genere spinto da motivazioni per la maggior parte inconsce. Naturalmente gli sembra di essere molto consapevole a livello soggettivo; infatti si sopravvaluta sempre lo stato di coscienza del momento, e ogni volta è strano e sorprendente scoprire che quel che pensavamo fosse un traguardo finalmente raggiunto non è in realtà che il gradino più basso di una lunghissima scala. Più è vasta l’inconsapevolezza, più la libertà di scelta in fatto di matrimonio è limitata; il senso di fatalità chiaramente  avvertibile nell’innamoramento è la percezione soggettiva di questa costrizione. Ma anche senza l’innamoramento può esserci costrizione, certo  in forma meno piacevole.
Le motivazioni ancora inconsce sono di natura personale e collettiva. Sono anzitutto motivazioni che traggono origine dall’influsso dei genitori. A questo proposito per il ragazzo è determinante la relazione con la madre, per la ragazza quella con il padre. È in primo luogo il tipo di legame con i genitori a influenzare a livello inconscio la scelta del coniuge, favorendola od ostacolandola. Un amore consapevole per i genitori favorisce la scelta di un partner simile alla madre o al padre. Un legame inconscio invece (che a livello conscio non necessariamente si manifesta come amore) impedisce una scelta di questo genere e determina modificazioni specifiche, per capire le quali bisogna in primo luogo sapere da dove tragga origine il legame inconscio con i genitori e in quali circostanze esso condizioni la scelta a livello conscio, modificandola o addirittura impedendola. Di norma i figli ereditano e fanno proprio tutto ciò che i genitori avrebbero potuto vivere se non se lo fossero impedito con motivazioni fittizie; a livello inconscio essi sono cioè costretti a orientare la loro vita in modo da compensare ciò che è rimasto irrealizzato nella vita dei genitori. Così si spiega che genitori eccessivamente morali abbiano figli cosiddetti immorali, che un padre irresponsabile e fannullone abbia un figlio pieno di morbosa ambizione e così via. Ad avere le conseguenze più gravi è la finta inconsapevolezza dei genitori. Per esempio, una madre che eviti di prendere coscienza di sé per non rovinare   le apparenze di una buona vita coniugale, inconsciamente incatena  a sé il figlio, quasi come sostituto del marito. Questa situazione, se non sempre induce il ragazzo all’omosessualità, lo spinge comunque a modificare altrimenti la sua scelta, in direzioni che in realtà non gli sono proprie. Per esempio sposerà una ragazza palesemente inferiore alla madre (di lui) e che quindi non possa competere con lei, oppure finirà con una donna tirannica e presuntuosa, che in qualche modo lo strappi alla madre. Un sano istinto può guidare la scelta del partner a prescindere da questi influssi, presto o tardi però questi ultimi si faranno sentire, creando delle inibizioni. Dal punto di vista della conservazione della specie, una scelta più o meno puramente istintiva potrebbe certo essere la migliore, dal   punto di vista psicologico però è una scelta non sempre felice, perché  c’è spesso una distanza enorme tra il piano puramente istintivo e quello della personalità differenziata nella sua individualità. In un caso del genere, una scelta puramente istintiva potrà sicuramente migliorare e rinnovare la razza, a prezzo però della felicità dell’individuo”.

(Carl Gustav Jung, Il Matrimonio come relazione psicologica)

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