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GLUT

Nuovo studio avverte:  la Neuropsichiatria non faccia confusione!

Recentemente un team di ricerca internazionale composto da studiosi della Facoltà di Medicina dell’Università di Baltimora guidati dal dr. Alessio Fasano e della Seconda Università degli Studi di Napoli, coordinati dalla dr. Anna Sapone, ha individuato una nuova malattia, denominata Sensibilità al Glutine, ovvero una ipersensibilità a questa proteina ma con marcate differenze biologiche rispetto alla celiachia. Un nuovo studio, pubblicato il 30 Agosto su PubMed, ha ora dimostrato che questa Sensibilità al Glutine si manifesta, associata a disturbi neurologici e/o psichiatrici nella sua fase iniziale, come atassia, neuropatia, emicrania, schizofrenia, depressione, deficit dell’attenzione e autismo.La celiachia è un disordine autoimmune completamente dipendente dall’ingestione del glutine, una proteina presente in grano, segale od orzo. La sensibilità al glutine è considerata lo stadio iniziale della celiachia ma può esistere anche come malattia indipendente (Sapone et al. 2011). Fino a oggi i medici si erano limitati a collegare a queste malattie solo un piccolo sottogruppo di sintomi intestinali tra cui malassorbimento, diarrea, perdita di peso e ritardo nella crescita, considerandoli sintomi classici della celiachia come il danno dei villi dell’intestino tenue.

La sensibilità al glutine invece si manifesta raramente in questo modo (solo 1/3 dei pazienti per esempio soffre di diarrea), presentandosi invece con sintomi neuropsichiatrici, cosa che purtroppo rende la diagnosi molto difficile e pone i pazienti a rischio di ulteriori malattie autoimmuni nonché a pericolose complicazioni.

Si sa oggi con certezza che la sensibilità al glutine non porta cambiamenti istologici, cosa che rende inaffidabile l’endoscopia, finora ritenuta l’esame cardine per una corretta diagnosi, mentre si riportano invece disfunzioni neurologiche relative. Conseguentemente a queste nuove conoscenze, molti medici stanno iniziando a fare meno affidamento sulle biopsie e a basarsi di più su esami del sangue e a provare direttamente una dieta ristretta senza glutine. Conoscere la complessità dei problemi delle persone sensibili al glutine può aiutare il medico all’atto della formulazione della diagnosi a prendere in considerazione, oltre ai vecchi schemi, anche l’ipotesi di tante diverse possibili malattie causate dalla ingestione del glutine, che si possono manifestare in vari modi e che richiedono tutte lo stesso trattamento, ovvero una dieta priva di glutine.

A proposito dell’autismo nello studio si riferisce:“Nei disordini dello spettro autistico (ASD), una dieta priva di glutine continua ad essere centro di prove discordanti: un piccolo studio (Pavalone et al. 1997) non ha trovato alcuna relazione tra ASD e celiachia in contrasto però con uno studio più ampio, eseguito nel 2008, che ha riportato una diffusione del 3,3% della celiachia nei disordini pervasivi dello sviluppo. Mentre aumentano le prove di una connessione tra ASD e diffusione della celiachia, non è ancora chiaro se una dieta priva di glutine potrebbe alleviare i sintomi (Hill et al. 2004) anche se Genuis e Bouchard (2010) riportano che una dieta priva di glutine favorirebbe la regressione dei sintomi autistici. Inoltre, la recente scoperta di una componente immunologica nell’autismo, permette una nuova comprensione dei problemi associati: alcuni report indicano una reazione immunitaria nell’intestino di un sottogruppo di pazienti con autismo. Questi pazienti hanno mostrato una maggiore infiltrazione linfocitaria dei villi con danno lieve/moderato (Ashwood et al. 2003, Ashwood et al. 2004). Vojdani e colleghi, hanno trovato un aumento degli anticorpi anti-gliadina così come reazioni autoanticorpali in peptidi cerebrali relativi al glutine usando i sieri da paziente ASD (Vojdani et al. 2004a, Vojdani et al. 2004b). Questo suggerisce un’associazione immunitaria mediata tra l’ingestione del glutine e i sintomi dell’autismo”.In conclusione, possiamo dire che celiachia e sensibilità al glutine non dovrebbero essere più considerate malattie dell’intestino bensì un disordine neurologico. E’ vero infatti che possono originarsi nell’intestino, ma i danni non si limitano certamente a quest’area del nostro corpo e si manifestano con disturbi per i quali i pazienti vengono erroneamente presi in carica dal neuropsichiatra. E’ necessario quindi che questi medici abbiano almeno una conoscenza di base sia della celiachia che della sensibilità al glutine per individuarla e diagnosticarne la presenza. E’ importantissimo che imparino a riconoscerne meglio i primi sintomi, valutando come tali non solo i sintomi intestinali (a volte addirittura assenti), ma anche quelli neuropsichiatrici che finora li hanno purtroppo deviati verso altre diagnosi.Abstract

Manifestazioni neurologiche e psichiatriche di celiachia e sensibilità al glutine
Jackson JR, Eaton WW, Cascella NG, Fasano A, Kelly DL.
Psychiatr Q. 2011 Aug 30.

La celiachia (MC) è una malattia immunomediata dipendente dal glutine (una proteina presente in frumento, segale od orzo) che si manifesta nel 1% della popolazione ed è generalmente caratterizzata da problemi gastrointestinali. Più recentemente la comprensione e la conoscenza della sensibilità al glutine (GS) l’ha fatta emergere come malattia distinta dalla celiachia con una diffusione stimata pari a 6 volte quella della MC. Le persone che soffrono di sensibilità al glutine non hanno atrofia dei villi o anticorpi come nella celiachia, ma risultano invece positivi agli anticorpi della gliadina. Entrambe le malattie possono presentarsi con una varietà di co-morbidità neurologiche e psichiatriche, ma i sintomi extraintestinali possono essere il primo segnale negli affetti da sensibilità al glutine. In ogni caso, questa resta poco curata e poco riconosciuta quale fattore che contribuisce alle manifestazioni psichiatriche e neurologiche. Questa revisione si focalizza sulle manifestazioni neurologiche e psichiatriche implicate nella sensibilità al glutine, sottolineando la distinzione della sensibilità al glutine dalla celiachia e riassume i meccanismi potenziali collegati a questa reazione immunitaria.

FONTE: http://www.emergenzautismo.org/content/view/959/48/

 

 

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