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La medicina funzionale svolge un ruolo importante nella cura delle malattie della tiroide, come nella sempre più diffusa tiroidite autoimmune e nell’ipotiroidismo che spesso la accompagna.
La medicina convenzionale in questi casi “mette a riposo” la ghiandola e fornisce una terapia sostitutiva ( vengono assunti per bocca gli ormoni che la tiroide in condizioni normali avrebbe prodotto).
Purtroppo, maggiore è il tempo in cui la ghiandola è messa a riposo, minori sono le possibilità che questa riprenda la propria corretta funzione.
Nel frattempo, l’azione degli anticorpi ( su cui la terapia convenzionale non produce alcun effetto) distrugge gradualmente ed inesorabilmente il tessuto tiroideo
Il risultato di queste due azioni congiunte ( messa a riposo della tiroide+ azione degli anticorpi anti-tiroide ) porta inevitabilmente all’ ipotiroidismo, per  cui il paziente è costretto ad assumere ormoni tiroidei per tutta la vita.
L’organismo, in un periodo di tempo variabile, tende ad abituarsi al dosaggio assunto, per cui diventa necessario aumentarlo continuamente.
La maggior parte dei pazienti inizia assumendo L-T4 25 o 50 microgrammi e, in 1-2 anni, arriva ad assumere 100 microgrammi e più. Arrivati ad un determinato dosaggio, non è più possibile aumentarlo per la comparsa di effetti collaterali importanti ( tachicardia, irritabilità, insonnia, ipertensione arteriosa, dolori muscolari diffusi etc. ) L’organismo richiederebbe una maggiore quantità di ormoni tiroidei, ma non è possibile soddisfare questa necessità. A questo punto ricompaiono i sintomi dell’ipotiroidismo.
Alla fine, il risultato è … un paziente ipotiroideo costretto – comunque – ad assumere ormoni tiroidei a vita.
Grazie alla Medicina Funzionale di Regolazione, purchè residui un minimo di attività ghiandolare, è possibile riequilibrare la funzione tiroidea e curare il processo autoimmune causa della tiroidite.
L’approcci della medicina funzionale rappresenta un’efficace alternativa alla terapia sostitutiva convenzionale quando questa non sia strettamente necessaria.
La terapia sostitutiva ingenera numerose problematiche : effetti collaterali correlati alla somministrazione di spesso non esigue quantità ormonali; squilibrio omeostatico della ghiandola che, sotto l’apporto esogeno, non produce più i propri ormoni; più veloce atrofizzazione tissutale delle specifiche ghiandole: la terapia di sostegno diviene indispensabile e si presentano molti sintomi carenziali alla sua eventuale sospensione.
La terapia funzionale è totalmente diversa : con i medicinali low dose dinamizzati non si vuole mettere a riposo la ghiandola, ma stimolare la residua funzionalità, tenendo presente che essa persiste anche dopo l’apparente cessazione dell’attività.
Il tessuto ovarico continua a secernere ormoni, seppure modestamente, per molti anni dopo la menopausa; il timo atrofizzato continua a produrre sostanze immunostimolanti ancora per molti anni.
In egual misura si comportano le altre strutture ghiandolari. Queste funzioni residue delle diverse ghiandole endocrine sono  molto importanti per il mantenimento dell’equilibrio globale  e della reattività dell’intero organismo, anche negli ultimi anni di vita.
La funzione dei medicinali omotossicologici unitari e composti che agiscono sulle varie ghiandole endocrine è quella di rallentare la tendenza all’atrofizzazione delle varie strutture e di stimolare la residua sensibilità tissutale ai vari ormoni.

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