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Dopo aver studiato Naturopatia ad Edinburgo, Robert St.John lavora a Londra in istituti pubblici per persone disabili, in qualità di naturopata e terapista del metodo Bates per il miglioramento della vista. Dopo diverso tempo la sua attenzione è attratta dalla riflessologia plantare, un approccio terapeutico che cura i disturbi dei vari organi del corpo attraverso la stimolazione dei loro riflessi sui piedi. Studia in modo profondo le varie mappe utilizzate dalle scuole europea e americana fino a crearne una propria.
Uomo dotato di grande intuito, si rende conto che molti dei disturbi manifestati dai pazienti e presenti sulle relative zone riflesse dei piedi, sono riconducibili alla presenza di cristallizzazioni o blocchi energetici, in corrispondenza dei riflessi spinali, ovvero lungo tutta la cresta ossea del piede. Gli è chiaro, tra l’altro, che è la persona stessa a determinare lo squilibrio che risulta essere, nel tempo, responsabile di malattie più o meno gravi.
Comincia, così, a lavorare esclusivamente sui riflessi spinali (o riflesso della colonna vertebrale) ottenendo ottimi risultati, che si rivelano essere però non permanenti, dal momento che le persone, a distanza di tempo, tornano a richiedere le sue prestazioni terapeutiche per lo stesso malessere.
Egli considera che lungo la spina dorsale scorre il sistema nervoso centrale, e poiché tra mente e corpo non c’è separazione, fu portato dai suoi pazienti a prendere in esame lo studio degli aspetti psicologici che si presentavano negli stessi.
Questo gli permette di osservare che lavorando sulla zona del tallone, i pazienti, spesso, evidenziavano problematiche connesse al rapporto con la loro madre e con le qualità archetipiche di ciò che poi egli avrebbe definito il Principio Materno: attitudine ad accogliere, ad amare, a prendersi cura di sé e degli altri, ad esprimere la propria creatività e, secondo Gaston Saint-Pierre più tardi , ad essere ben radicati, cioè a “tenere i piedi per terra”.
Questa scoperta lo porta di conseguenza a porsi la domanda se esiste sul piede, e se sì dove, il punto riflesso del Principio Paterno.
Trova tale Principio in corrispondenza del bordo della prima articolazione dell’alluce e intuisce che qui si esprime la facoltà di tipo psicologico riguardante la qualità della relazione con la figura paterna, che corrisponde alla capacità di esprimere la propria autorità sia esterna sia interna, nonché l’affermare il proprio diritto ad esistere e ad essere se stessi.

Per conseguenza perviene alla grande intuizione che se sull’area mediale del tallone è attivamente presente il principio materno, e sulla giuntura tra la prima e la seconda falange dell’alluce il principio paterno, lo spazio tra questi due punti riflette il periodo della gestazione. Il lavoro su questa zona riflessa viene chiamato inizialmente Terapia Prenatale.
Solo in seguito, attraverso una sempre più attenta osservazione, Robert perviene ad intuizioni via via più profonde.
Abbandona la definizione di ‘terapia’ in quanto si rende conto che ognuno possiede, al livello latente, la facoltà di auto-guarigione.
Chiamerà Metamorfosi questo nuovo approccio.
Robert St.John è reso celebre dal suo libro “Metamorphosis – a Text Book on Prenatal Therapy” (Metamorfosi – Testo di Terapia Prenatale) che pubblica in proprio nel 1976.

E’ quindi possibile per tutti, col sostegno della Tecnica Metamorfica,
trasformare la propria vita e avvicinarsi sempre di più alla realizzazione del proprio potenziale umano.
da Associazione Tecnica Metamorfica Italiana

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