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Se teniamo i semi negli occhi, ci rendiamo prigionieri delle scure energie della terra,  che può farci strisciare al suolo,  sulla pancia. Se sfidiamo arrogantemente le leggi della natura, veniamo distrutti dai raggi e dai coltelli, se  osiamo  porre la domanda: “chi sono io?” allora ci impegnamo nella responsabilità di levigare la nostra strada verso la nostra verità interiore. Nel silenzio della crisalide  il  nostro calice d’argento, il calice  che genera  il bambino d’oro,  viene forgiato. Meditare  nel cuore  non  è  un  viaggio sentimentale  verso la dea. Meditare  nel  cuore  implica  la  gioia e l’agonia del permettere coscientemente al nostro stesso  “io sono”  di  ingigantirsi  nel  grande

“IO SONO”

La guarigione dipende dal saper ascoltare con l’orecchio interiore.  Finirla con l’incessante,  inutile chiacchiericcio e ASCOLTARE. E’ la paura che ci fa continuare a parlottare. La paura che emerge dal passato, la paura  di  lasciarci scappare quello  che davvero ci spaventa, la paura delle ripercussioni future. E’ la nostra tremenda  paura  del futuro che distorce l’ORA che potrebbe portarci ad un diverso futuro,  se  solo avessimo il coraggio di essere interi nel presente. Il distacco libera il cuore dal passato e dal futuro. Ci dà la libertà di essere quello che siamo e di amare gli altri per quello che sono.

Da “Puoi volare farfalla” Marion Woodman

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