Se teniamo i semi negli occhi, ci rendiamo prigionieri delle scure energie della terra, che può farci strisciare al suolo, sulla pancia. Se sfidiamo arrogantemente le leggi della natura, veniamo distrutti dai raggi e dai coltelli, se osiamo porre la domanda: “chi sono io?” allora ci impegnamo nella responsabilità di levigare la nostra strada verso la nostra verità interiore. Nel silenzio della crisalide il nostro calice d’argento, il calice che genera il bambino d’oro, viene forgiato. Meditare nel cuore non è un viaggio sentimentale verso la dea. Meditare nel cuore implica la gioia e l’agonia del permettere coscientemente al nostro stesso “io sono” di ingigantirsi nel grande
“IO SONO”
La guarigione dipende dal saper ascoltare con l’orecchio interiore. Finirla con l’incessante, inutile chiacchiericcio e ASCOLTARE. E’ la paura che ci fa continuare a parlottare. La paura che emerge dal passato, la paura di lasciarci scappare quello che davvero ci spaventa, la paura delle ripercussioni future. E’ la nostra tremenda paura del futuro che distorce l’ORA che potrebbe portarci ad un diverso futuro, se solo avessimo il coraggio di essere interi nel presente. Il distacco libera il cuore dal passato e dal futuro. Ci dà la libertà di essere quello che siamo e di amare gli altri per quello che sono.
Da “Puoi volare farfalla” Marion Woodman
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Una malattia del nostro tempo è il troppo pensare. Ne sono convinta. Ragionare, valutare, considerare, calcolare… basta! Il troppo meditare fa male al nostro “Io”, alla nostra essenza. Dobbiamo imparare a lasciare fluire più liberamente i nostri pensieri, le nostre emozioni, i battiti della nostra anima, qualunque essi siano, belli, brutti, giusti, sbagliati. Sentirli arrivare, accoglierli e sorridere. Nient’altro.
Noi uomini cerchiamo di dare un nome a tutto, di classificare ogni comportamento, di esprimere un giudizio su ogni cosa, di avere la presunzione di poter valutare se siamo giusti o sbagliati e, ancor peggio, decidere ogni giorno chi dobbiamo essere. Perchè??? Solo quando si smette di fare ciò si può capire quanto la vita sia bella. Non dobbiamo temere le nostre emozioni o legarle sempre al passato o futuro. La vita è adesso. Non dobbiamo svegliarci pensando di sapere già come andrà la giornata. Ci sono mille sfumature in un quadro.
La farfalla non si chiede se si è posata sul fiore giusto, se i colori delle sue ali sono i più belli, cosa penseranno le altre farfalle del suo volo…si posa dove il suo istinto la guida ed è serena. Dobbiamo rispettare già troppe costrizioni dettate dalla società, dal quieto vivere, dal buon costume, dal lavoro, dal buon senso. Almeno le nostre emozioni viviamole liberamente senza troppo pensare.
Solo così possiamo trasmettere agli altri e soprattutto regalare a noi stessi il meglio di quello che siamo.
Io volo alta nelle gioie, nei pensieri, nelle passioni che la vita mi offre ogni giorno, me le godo così come vengono e le esprimo senza giudicarle o pormi troppi problemi, non mi interessa farlo, mi rendono felice e ciò mi basta…
e mi sa che devo essere proprio una bella farfalla, colorata, luminosa e speciale perchè chi mi è intorno mi cerca, mi ammira, mi desidera e se si aggrappa al battito delle mie ali scopre paesaggi che non sapeva di aver sempre avuto intorno…
Favola_81
Complimenti! In un mondo dove ormai molti non hanno nemmeno il coraggio di sentirsi bruchi, qualche crisalide, simbolo delle potenzialità dell’essere dell’uomo diventa farfalla , simbolo di resurrezione.
…prima di volare però dobbiamo riuscire a scrollarci il peso delle nostre zavorre, i nostri scheletri , …non è sempre così facile… a volte…..quando pensi di esserci riuscito e inizi a spiccare il volo……ecco un’altra zavorra che ti schiaccia al suolo e non ti fa volare…e allora devi ricominciare tutto daccapo..sempre più consapevole…sempre più nel profondo….per fare sempre più chiarezza dentro di te……..questo comporta sacrificio………non è facile….
Cara Luciana, dal tuo commento appare la tristezza e l’amarezza nel vedere che a volte ,nonostante sforzi e sacrifici tutto ci precipita addosso e diventiamo sempre più convinti che forse non vale la pena di ripartire di nuovo .
Chi ti scrive , in questo momento ,sta vivendo in felicità, ma ti assicuro che zavorre da scaricare e scheletri da togliere dall’armadio ne ha avuti molti, esperienze fatte e finite, sensi di colpa, a volte logoranti ,vissuti per anni nella più più assoluta solitudine. NON ho nonostante tutto mai perso la speranza. Però ti garantisco che quando meno te lo aspetti tutto si scioglie come neve al sole. Ho scoperto che l’abbandono, quello vero ,” sia fatta la tua volontà” libera l’anima dai suoi dolori e dai veleni del cuore. Non bisogna MAI rassegnarci, dobbiamo vivere l’esperienza della vita perchè è la nostra esperienza. C’è un passo di una canzone di Battiato che dice ” il mio maestro mi insegnò come è difficile vedere l’alba dentro all’inbrunire” ma che esperienza meravigliosa LASCIARSI andare alla notte sapendo che la luce ritornerà. Non consideriamoci migliori o peggiori degli altri ,perdoniamoci e perdoniamo.
Ti allego una poesia che mi ha aiutato molto a capire e ad abbandonarmi.
Ho conosciuto bene e male / peccato e virtù / giustizia e ingiustizia / ho giudicato e sono stato giudicato / sono passato attraverso la nascita e la morte / attraverso la gioia ed il dolore / il cielo e l’inferno / e alla fine ho capito / che io sono nel tutto / e il tutto è in me. Hazrat knayat khan ti saluto ed abbraccio
grazie delle tue belle parole…mi viene in mente una frase che ho letto da qualche parte : ” alleati con le tue emozioni e danza con le tue paure”.
…la trovo molto significativa…e mi sforzo di fare così ,e di vivere ” leggera”…me lo ripeto tante volte al giorno……ti mando un sorriso!!
Esaustiva non trovate?
ISTANTI
Se potessi vivere di nuovo la mia vita.
Nella prossima cercherei di commettere più errori.
Non tenterei di essere così perfetto, mi rilasserei di più.
Sarei più sciocco di quanto non sono stato,
di fatto prenderei ben poche cose sul serio.
Correrei più rischi,
farei più viaggi,
contemplerei più tramonti,
salirei più montagne,
nuoterei in più fiumi.
Andrei in più luoghi dove non sono mai stato,
mangerei più gelati e meno fave,
avrei più problemi reali e meno immaginari.
Io sono stata una di quelle persone che ha vissuto ogni minuto
della propria vita in maniera sensata e produttiva;
certo che ho avuto momenti di allegria.
Ma se potessi tornare indietro, cercherei¶
di avere soltanto momenti buoni.
Ché, se non lo sapete, di questo è fatta la vita,
solo di momenti: non perderti l’adesso.
Io ero uno di quelli che
non andavano mai da nessuna parte senza un termometro,
una borsa dell’acqua calda,
un ombrello e un paracadute;
se potessi tornare a vivere, viaggerei più leggero.
Se potessi tornare a vivere
comincerei ad andare scalzo all’inizio
della primavera
e resterei scalzo fino alla fine dell’autunno.
Farei più giri in calesse,
contemplerei più albe,
e giocherei con più bambini,
se avessi un’altra volta la vita davanti.
Ma vedete, ho 85 anni e so che sto morendo.
[Jorge Luis Borges]
Itaca
di Konstantinos (Costantinos) Kavafis
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni o i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere:
non sara’ questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi o Lestrigoni no certo,
ne’ nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga,
che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre,
tutta merce fina, e anche profumi
penetranti d’ogni sorta, piu’ profumi
inebrianti che puoi,
va in molte citta’ egizie
impara una quantita’ di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca –
Raggiungerla sia il tuo pensiero costante.
Soprattutto, pero’, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avra’ deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia’ tu avrai capito cio’ che Itaca vuole significare.
(1911 – Konstantinos Kavafis)