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Cerchiamo di capire quello che riguarda noi in relazione agli altri.
Abbiamo trattato moltissime volte questo argomento, ma c’è sempre bisogno di puntualizzare alcuni concetti che spesso vengono travisati.
La nostra relazione con gli altri è imprescindibile: non possiamo pensare di essere soli nell’Universo, e perciò abbiamo necessità assoluta di relazionarci.
Nella nostra relazione dobbiamo tenere presente che non è MAI, MAI, MAI un caso il relazionarci con quella persona invece che con un’altra.
Dobbiamo avere la Consapevolezza che NOI ci siamo attirati quell’incontro, quel confronto, perché questi servono a noi.
È sbagliatissimo pensare al dare agli altri come un dovere, come missione, come segno già definito nella nostra Vita; dobbiamo invece essere consapevoli di dare a noi stessi attraverso gli altri.
Io mi attirerò sempre incontri con una certa tipologia di persone che, in prima istanza, servono a me.
Se chi ho di fronte capirà – dal mio modo di porgermi, di essere, dal nostro confronto – ciò sarà perché vuole capire, ma non è mio dovere far capire agli altri qualcosa; piuttosto è mio dovere capire più che posso su di me attraverso l’altro.
Questo è molto chiaro se partiamo dal presupposto che MAI è un caso il nostro incontro con l’altro e il nostro trovarci in quella situazione, in quel confronto.
Nel momento del confronto ci vuole una grande pacatezza d’animo e una grande apertura mentale, senza preconcetti; ma soprattutto quello che può aiutare moltissimo è una grande curiosità: che cosa posso imparare da questa situazione?
Cosa posso imparare da questa persona?
La curiosità deve essere costruttiva e, se è anche esente da preconcetti e vincoli, può veramente dare il massimo dei frutti, perché avrò un animo aperto, una mente libera per poter capire e allora il mio confronto sarà assolutamente costruttivo.
Perché molte volte invece i nostri confronti finiscono con un nulla di fatto o con un senso di amarezza e persino di rabbia?
Perché nel nostro porgerci agli altri abbiamo la pretesa di essere dalla parte del bene e del giusto, perciò pretendiamo che gli altri ci capiscano, che vengano sulla nostra lunghezza d’onda e ci diano ragione.
Noi abbiamo ragione di  pensarla così perché siamo strutturati in quel modo, ma se iniziamo a chiederci il motivo per cui abbiamo attirato proprio una persona con delle ragioni così opposte alle nostre (magari addirittura in contrasto), possiamo capire meglio che abbiamo bisogno di aggiustare il nostro sentire, di confrontarlo, di farlo emergere dal nostro profondo e soprattutto di renderlo stabile dentro di noi.
Questo è un concetto che spessissimo trascuriamo.
Noi siamo convinti di conoscerci. Siamo convinti delle nostre reazioni, ma non sempre queste reazioni sono stabili; d’altra parte se lo fossero non darebbero adito né a rabbia, né a fastidio o a modi di reagire a volte persino violenti.
Se fossimo stabili tutto ciò che ci viene detto e che è in contrasto con il nostro sentire, non in Armonia con il nostro modo di vedere la Vita, non darebbe adito a quello che ho detto: sarebbe semplicemente qualcosa che entra in noi, si sedimenta, ci fa riflettere ma non ci sconvolge, perché in noi c’è stabilità.
La stabilità è un punto di arrivo.
Dobbiamo trovare la stabilità anche nella nostra apertura mentale, nel nostro voler essere continuamente a confronto con gli altri e nella nostra necessità di voler e poter cambiare idea.
Cambiare idea non significa non essere stabili: vuol dire semplicemente arricchire il nostro pensiero con qualcosa che prima non avevamo preso in considerazione.
Se dentro di noi siamo stabili, allora riusciamo a cambiare idea senza traumi e senza conflitti con gli altri.
L’altro è una parte importantissima di noi, quella deputata a farci conoscere meglio noi stessi: è proprio attraverso l’altro che  arricchiamo la conoscenza di noi.
Quello che va evitato in modo assoluto è il voler prevaricare l’altro, il voler a tutti i costi imporre la nostra idea, il voler cercare nell’altro soltanto gli aspetti di similitudine perché così si evitano i contrasti.
I contrasti sono assolutamente costruttivi se siamo in grado di gestirli: è proprio dalla differenza che possiamo trovare lo stimolo per capirci, migliorarci e progredire.
Tralasciamo tutto ciò che nella Vita può farci del male.
Come fare per tralasciarlo?
Non pensando che la Vita possa farci del male, ma ritenendo semplicemente che tutto ciò che viene a contatto con noi – anche se doloroso o diverso dal nostro modo di essere – è comunque qualcosa che ci sta arricchendo, che ci sta insegnando e che ci apporta una miglior conoscenza di noi stessi.
La Vita vissuta in questo modo non è più fonte di traumi e di dolore, ma semplicemente di Conoscenza e Consapevolezza.

 di Carla Parola
Il contenuto di questo articolo può essere liberamente divulgato, per intero o in parte, a condizione che non vi sia alcun addebito per esso e che questo avviso sia allegato. Questo materiale può essere utilizzato, a condizione che tutti i diritti, compresi quelli inerenti il materiale tradotto, rimangano all’autore.

 

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