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Carattere: insicuro ma insoddisfatto
Emozione primaria: frustrazione
Conflitto: di svalutazione
Diritto negato: di imporsi sugli altri
Paura: della libertà
Illusione di sé: se faccio il bravo bambino sarò amato
Comportamento: remissivo e provocatorio
Energia fisica: medio-bassa;
Energia mentale: alta (+ecto, -meso, +endo)
Colore utile: rosso, dà la forza di reagire e il coraggio di vivere

Le tre fasi della vita in un batter d’occhio: nel passato sono stato oppresso, vivo il presente in virtù del futuro per non essere frustrato, ma ho Paura del futuro perché potrei sentirmi libero.

Un’anima oppressa è la più insicura tra tutte le anime ferite; questo è lo stato emotivo che conduce la personalità a considerarsi incapace; l’oppresso accetta completamente il volere dell’altro, che è  visto come colui che sa e lo può proteggere dalle insidie del mondo. Diventa facilmente succube dell’amore egoistico e possessivo. Proverà frustrazione ogni volta che gli verrà chiesto o imposto un atteggiamento, una scelta, una decisione di vita. Spesso alla base di tale atteggiamento c’è il bisogno di sentirsi amato e protetto, oltre che il senso di incapacità.

L’oppressione arriva avvolgente come una finta certezza di un luogo sicuro in cui si percepisce come “bello” il fatto di lasciarsi opprimere. L’oppressione è esercitata nel rapporto a due, l’oppressore trasforma l’amore in un’arma e giustifica le sue azioni, il suo agire negativo dichiarando che “lo fa per il bene dell’altro”, nell’oppresso c’è la compiacente remissione ai voleri dell’oppressore. La conseguenza finale che si instaura in quest’anima è una profonda frattura interna nella persona, che non sa più riconoscersi come soggetto e non sa più entrare in contatto con la sua anima. La strada per la libertà dovrà passare attraverso il riconoscimento della propria debolezza, del non pensarsi più come “figlio di quella madre” o “marito di quella moglie”. La libertà dell’anima oppressa sta nel non esistere più in funzione di quel solo rapporto, ma spezzando le catene o il cordone ombelicale e accettando con coraggio la separazione e la conseguente solitudine affettiva.

Il carattere è insicuro ma insoddisfatto. Il soggetto oppresso è il classico figlio di papà, il cocco di mamma che a 40 anni vive ancora a casa perché si sente protetto e accudito. Fin da piccolo è stato costretto a non fare, perché ogni sua azione, ogni sua decisione poteva essere pericolosa o non in sintonia con l’ideale di educazione perfetta della famiglia di appartenenza. Il dover sempre stare attento e aspettare che fossero gli altri a decidere per lui lo ha costretto ad assumere un comportamento di totale sfiducia in se stesso; è sempre succube delle scelte altrui, non sa decidere e se lo deve fare cade in uno stato d’ansia patologica con tremori, disturbi intestinale, sudorazione specialmente alle mani. Accetta ciò che gli viene imposto nel nome dell’amore e del suo bene, ma dentro di sé cresce una forma di ribellione rabbiosa che a volte sfocia in crisi violente verbali e/o fisiche. La frustrante sensazione di non poter crescere, lo rende nervoso e impaziente, vorrebbe ribellarsi ma ha paura di conquistarsi la libertà che sarebbe sinonimo di autonomia. Questa guerra interiore si trasforma in vittimismo, tutto il mondo sembra tramare contro di lui, non c’è niente che possa renderlo felice o gratificato.

Ogni scelta dipende dalla scelta del genitore, del partner, dell’amico. Non compie mai una scelta autonoma, dunque come può essere felice e gratificato? E allora vige la legge della lamentela, non c’è nulla che va bene perché nulla è conseguenza delle sue decisioni. Il remissivo vittimismo accompagnato a un costante atteggiamento lamentoso rappresenta l’unica arma per provocare e umiliare chi lo opprime; è una forma estrema per esasperare e condurre all’azione finale il suo oppressore: farsi lasciare.

La ferita dell’oppresso compare fin dai primi vagiti quando ogni azioni fisiologica e naturale (defecare, mingere, eruttare, piangere, urlare) diventano non la normale espressività di chi sta imparando a chiedere, ma una preoccupazione per i genitori. Spesso era la madre ad innescare questa ferita perché è lei che viveva con estrema ansia e amore possessivo la venuta del primogenito, ma oggi nelle coppie  l’ansia avvolge entrambe i genitori e spesso è il Padre a preoccuparsi eccessivamente della salute del proprio figlio, “è l’unico figlio che mi posso permettere economicamente, deve stare bene non può stare male per” … stare male Io stesso.. “Non piangere, mangia questo, cosa succede, hai mal di pancia, bevi questo, non fare questo ma fai quest’altro, cosa ti senti, e via dicendo”. Ogni azione del bambino è limitata al volere del padre-padrone o della madre-matrona: deve sottostare alle scelte di un genitore che decide per lui nel bene e nel male. Il tipo  oppresso si sviluppa in una famiglia che lo ha investito di troppo amore, un affetto soffocante e opprimente, l’attenzione ricevuta nel quotidiano ha reso il bambino insicuro e incapace di intendere e di volere, mentre dentro di sé la rabbia repressa si trasforma in provocante ribellione che, se non espressa nella ritrovata libertà, diverrà una frustrante vita di omertà. Il risultato finale sarà remissione o ribellione, non c’è una via di mezzo.

L’emozione innata in chi cerca di sanare la ferita dell’oppressione, è la frustrazione, un stato psicologico risultante dal mancato o inibito soddisfacimento di un bisogno per cause esterne o per conflitti interni al soggetto, che consegue a ripetute delusioni o umiliazioni. L’ottusità è una delle cause principali che scatenano la frustrazione. Fra le altre, potremmo aggiungere l’egoismo, l’insensibilità, l’immaturità, l’incapacità di uscire dalla visione soggettiva della realtà, in poche parole la frustrazione uccide ogni energia.

La paura Esistenziale è quella della libertà, di poter decidere, di avere impegni o doveri non desiderati, della famiglia, delle responsabilità, dei genitori, degli orari, di essere un dipendente, dell’impotenza, delle malattie, degli sport estremi, delle dipendenze affettive.

Dott. Mauro Piccini
https://embriologiaemozionale.vpsite.it/bussola-costituzionale

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