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La vita ora chiede verità, una verità profonda che riconduce alla nostra vera natura a costo di perdere il nostro status quo, la nostra immagine o il nostro stile di vita; sacrifichiamo ciò che non ci appartiene , non aggrappiamoci all’inessenziale, non mentiamo a noi stessi, non abbiamo nulla da perdere o da difendere ma solo da vivere.

Come diceva Gaston: “lasciamo che sia” , lasciar essere non significa subire passivamente la vita, gli eventi o le emozioni o lasciarsi sopraffare da essi ma fermarsi ed osservare ciò che accade lasciando ad ogni manifestazione uno spazio libero e la possibilità di rilasciare ciò chiede di poter fluire senza trattenere nulla ma vivendo interamente la vita, nella gioia e nel dolore, nelle difficoltà e nelle opportunità. Diamoci il permesso di dare spazio a ciò che si muove dentro di noi, a questa energia, senza filtri, senza cercare di cambiarla, di scappare o di sedarci nei più svariati modi, ma… stiamoci dentro.

Appoggiamo il cuore sul nostro dolore, sulla nostra paura, sulla nostra rabbia e …sentiamoli nella loro potente intensità, onoriamo la loro esistenza, non sono tutto ma come afferma Jeff Foster sono solo un’onda di un vasto oceano. Siamo l’oceano e l’onda è una delle sue innumerevoli manifestazioni. Onda, un giorno calma e rasserenante , un giorno impetuosa ed improvvisa.
Non dimentichiamo chi siamo.

Nuotiamo nelle acque misteriose dell’oceano che noi siamo, entriamo in comunione e comunicazione con noi, con le nostre ombre, con le nostre sfaccettature, con le nostre bugie, con le nostre bellezze, non separiamoci ma abbracciamole e permettiamo ad ogni cosa semplicemente di essere.

Non dobbiamo sempre essere felici, spensierati  e in pace per vivere una vita perfetta e comoda, non abbiamo bisogno di continui obiettivi o mete da raggiungere ma semplicemente di iniziare a fare ciò che ancora ci emoziona e ci connette al nostro sentire profondo, di aprire il cuore ogni giorno a ciò che la vita ci offre nella sua infinita stranezza, incontrare ogni nuovo giorno con stupore ed osservare con occhi vivi e sempre nuovi ciò che si presenta.

Potremmo correre il rischio di vedere le nostre infinite maschere sgretolarsi e seppur con paura iniziare a respirare nello spazio che siamo abbracciando ogni cosa senza giudizio o interpretazioni, non c’è nulla da sistemare perché nell’immenso oceano che siamo ogni manifestazione è la benvenuta.

Concludo con uno scritto di Jeff Foster:

Lavoro sacro
Amate i vostri dubbi. Sono il seme del Mistero.
Abbracciate la vostra tristezza. Una grande gioia giace al suo interno.
Voltatevi a guardare le vostre paure. Nelle loro profondità c’è una pace che va al di là delle parole.
Celebrate la vostra noia. E’ radicalmente viva.
Stringete la vostra sofferenza. Lasciate che vi apra il cuore a metà.
Fate amicizia con la vostra  rabbia. Conoscetela intimamente come forza vitale che fa bruciare i soli.
Riconoscete il vostro dolore. E’ la supplica di cortese attenzione che fa il corpo.

Tutti i sentimenti sono profondamente intelligenti.
Toglietevi di mezzo.
Lasciate che facciano il loro lavoro sacro, universale.

Cristin Naldi
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