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Quello che stiamo vivendo segna un importante passaggio dalla vecchia alla nuova forma. Tutto si sta sgretolando, il vecchio sistema non funziona più e il nuovo è ancora un piccolo seme.
Il vecchio ci ha abituato a colmare il vuoto con il “fare”: fare meditazione, indagare, capire, analizzare, trovare una soluzione, alleviare un dolore, nella costante azione esterna per riempire uno spazio interno fragile.
Un inquieto dolore continua a stuzzicare, tormenta e soffoca, ci spinge a fuggire come abbiamo sempre fatto senza condurci da nessuna parte, se non sempre più lontano…forse la soluzione è proprio lì in quel dolore, nello “stare” con il dolore, nel cullarlo con amore come con un bimbo impaurito, quella culla che tutto accoglie senza giudizio, in un abbraccio che unisce e diffonde, quasi improvvisamente, pace.
Quello spazio diventa così da vuoto a sacro, magico e numinoso, dove poter incontrare nella dualità la nostra unica e speciale totalità.
Il nuovo esorta ad incontrarci in quello spazio, oltre la forma, oltre il caos, oltre gli opposti. Tutto è connesso e allo stesso tempo in contrasto.
Stiamo, STIAMO NEL CENTRO, senza farci travolgere dall’uragano, inoltrandoci senza paura nella profondità/abisso di ciò che siamo per riemergere magicamente rinnovati e trasformati.
Non possiamo aspettare che gli altri cambino per noi, siamo solo noi che possiamo cambiare.

Tutto è in noi e tutto parte da noi.

Carl Gustav Jung da ‘il Libro Rosso’
Credetemi: “Quello che vi do, non è né una dottrina né un insegnamento. E da quale pulpito potrei indottrinarvi? Vi informo della via presa da quest’uomo, della sua via, ma non della vostra. La mia via non è la vostra via, dunque non posso insegnarvi nulla. La via è in noi, ma non in dèi, né in dottrine, né in leggi. In noi è la via, la verità e la vita.
Guai a coloro che vivono seguendo dei modelli! La vita non è con loro. Se voi vivete seguendo un modello, allora vivrete la vita del modello, ma chi dovrebbe vivere la vostra vita, se non voi stessi? Dunque vivete voi stessi.
Gli indicatori di via sono caduti, davanti a voi si aprono incerti percorsi. Non siate avidi dei frutti nati nei campi altrui. Non sapete di essere voi stessi il campo fertile che fa crescere tutto ciò che vi serve?
Ma oggi chi lo sa più? Chi conosce la strada verso i campi eternamente fertili dell’anima? Voi cercate la via attraverso le apparenze, leggete libri e ascoltate opinioni: a che può giovare tutto questo? Esiste solo una via ed è la vostra via.
Cercate la via? Vi metto in guardia dall’imboccare la mia, di strada. Per voi può essere quella sbagliata.
Ciascuno percorra la sua via.
Non voglio essere il vostro salvatore, né darvi leggi o educarvi. Non siete più dei bambini.
Imporre leggi, migliorare o rendere facili le cose è diventato un errore e un male. Ciascuno cerchi la propria via. La via ci porta all’amore vicendevole nella comunione. Gli uomini vedranno e sentiranno la somiglianza e la comunanza delle loro vie.
Leggi e insegnamenti comuni spingono l’essere umano all’individualismo per sottrarsi alla pressione di una comunanza non voluta, la solitudine rende però l’uomo pieno di ostilità e venefico.
Date dunque all’uomo la dignità e lasciatelo essere individuo, affinché trovi la sua comunità e la ami.
La violenza si contrappone alla violenza, il disprezzo al disprezzo, l’amore genera amore. Date dignità all’umanità e abbiate fiducia che la vita troverà la via migliore.
Uno degli occhi della divinità è cieco, uno dei suoi orecchi è sordo, il suo ordine è attraversato dal caos. Siate dunque tolleranti verso le storture del mondo e non ne sopravvalutate la compiuta bellezza.”

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