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Nei nove mesi di gestazione si forma non solo il nostro corpo fisico ma anche la nostra struttura mentale, emotiva e comportamentale; ecco perché questo periodo rappresenta una fase estremamente delicata, decisiva e fondamentale.
Il vivere ed esprimere il nostro sentire profondo, l’assumerci la responsabilità di noi stessi, della nostra realtà e della nostra vita con dedizione, amore e volontà alleggerirà il nostro essere e quello dei nostri figli, lasciandogli così uno spazio libero da condizioni, memorie e schemi all’interno del quale potersi manifestare nella loro totalità, liberi di essere e di sperimentare la loro unicità, liberi da risentiti generazionali che soffocano la loro possibilità di volare, alleggeriti da pesi che non gli appartengono.

“I problemi della gravidanza indicano sempre un rifiuto del bambino. Questa affermazione sarà probabilmente rifiutata violentemente da qualcuno, ma se teniamo alla verità, se davvero vogliamo conoscere noi stessi, dobbiamo una buona volta liberarci da certe opinioni preconcette. Sono queste che impediscono a noi di essere onesti. Fintanto che si è convinti che esista soltanto un certo atteggiamento o modo di comportarsi per poter essere una brava persona, si continuerà a reprimere tutti quegli impulsi che non rientrano in questo schema. Sono questi impulsi repressi che ristabiliscono l’equilibrio attraverso i sintomi corporei.
Vorremmo sottolineare questo rapporto affinché qualcuno non si affretti a dire con troppa sicurezza: “Ma nel mio caso questo non vale!”, ingannando anche se stesso. L’ostilità ai bambini è uno dei temi più difficili ed è per questo che tante insincerità si trasformano in sintomi. Il vomito delle gravide è un sintomo del rifiuto del bambino: un sintomo che si presenta con particolare frequenza nelle donne delicate e snelle, perché la gravidanza provoca in loro un rialzo notevole di ormoni femminili. Ma proprio nelle donne con minore identificazione femminile questo rialzo (ormonale) della femminilità suscita paura e rifiuto, che si manifestano in malessere e vomito. La frequenza dei malesseri in gravidanza indica semplicemente fino a che punto l’attesa di un bambino possa suscitare gioia ma anche rifiuto. Il che è perfettamente comprensibile, in quanto un bambino rappresenta un enorme ribaltamento della vita che si è finora condotta e l’assunzione di responsabilità che all’inizio spaventano. Se però non si riesce ad elaborare consapevolmente questa conflittualità, il rifiuto scende a livello corporeo e si somatizza.”
Malattia e destino Thorwald Dethlefsen Rudiger Dahlke

Ascoltiamo il nostro corpo e le nostre emozioni più oscure affinché possano illuminare con consapevolezza il nostro cammino e quello dei nostri figli.

Cristin Naldi

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