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Da molti considerata acqua fresca e da tanti utilizzata con successo per la salute di grandi e bambini, pochi possono dire di sapere veramente come funziona la medicina omeopatica.

Quali sono le basi scientifiche dell’omeopatia?

Le basi scientifiche dell’omeopatia in questi ultimi tempi vanno rafforzandosi sempre di più, in quanto sta emergendo un nuovo paradigma all’interno del quale l’omeopatia trova la sua ragione di essere. Le basi scientifiche dell’omeopatia vanno ricercate nell’acqua. Tutti sappiamo che l’uomo è formato per il 75-80% di acqua e mentre la medicina tradizionale si occupa del restante 20%, non possiamo fare a meno di chiederci e di indagare quale funzione deve avere l’acqua all’interno del nostro corpo – se è così abbondante qualche funzione importante deve pure averla! Studiando l’acqua e perfezionandosi lo studio della coerenza elettrodinamica quantistica – che è una branca della fisica quantistica – abbiamo cominciato a intravedere la possibile spiegazione dei meccanismi di funzionamento del rimedio omeopatico. Si è visto che l’acqua è in grado di codificare informazioni, in quanto essa può strutturarsi secondo domini di coerenza ovvero un insieme di molecole che si uniscono e, risuonando allo stesso ritmo, ruotano e pulsano all’interno di un campo magnetico. La caratteristica del dominio di coerenza è quella di resistere anche a situazioni molto forti e di impedire alle molecole di uscire fuori dalla coerenza per effetto di altre molecole che circolano nel liquido. Il dominio di coerenza oscilla e l’oscillazione superiore è molto vicina alla soglia di libertà di un elettrone: siccome ci troviamo in uno stato di coerenza di fase, l’elettrone quando “salta” su una molecola vicina si trascina dietro tutti gli altri elettroni per cui il dominio di coerenza comincia a ruotare. Ma noi sappiamo che una carica elettrica che si muove in un campo genera un campo magnetico ortogonale che può interagire con altri campi veicolati dalla sostanza.

L’omeopatia cura le malattie croniche? 

L’omeopatia è nata proprio come cura per le malatie croniche, in quanto Hahnemann fece un trattato proprio su questo tema. Quando la medicina omeopatica lavora sul sintomo acuto si tratta di una adattamento dell’omeopatia, in quanto essa nasce e viene definita come medicina costituzionale: essa cura l’indivuduo nella sua globalità, in quelli che sono nel complesso tutti i suoi aspetti e le sue patologie croniche, se al momento sono manifeste. Ma la cosa seconodo me più interessante che fa della medicina omeopatica una vera e propria forma di medicina preventiva è che una volta fatta l’analisi costituzionale della persona , ecco che l’omeopatia ci indica anche le potenzialità patologiche della persona, ovvero le malattie di cui può ammalarsi nel futuro. Quindi se c’è una patologie cronica aiuta nel miglioramento della persona e quindi nella guarigione della persona dalla malattia, nello stesso tempo se ci sono delle basi che indicano che c’è una possibilità patogena di ammalarsi di una determinata malattia, correggendo il terreno si riesce anche a evitare che delle patologie croniche insorgano.

L’omeopatia è efficace per le malattie acute, come ad esempio l’influenza? 

Con l’omeopatia, nell’acuto si hanno i migliori risultati nei tempi più brevi: se poi andiamo a considerare i bambini li abbiamo in tempi ancora più rapidi, anche rispetto a un antibiotico. Se noi consideriamo che gli antibiotici vanno somministrato mediamente per una settimana, con il rimedio omeopatico spesso basta una terapia di soli tre giorni per il ritorno della salute. Quello che bisogna ben tenere presente è che l’omeopatia lavora sulla cura della malattia e non sulla sparizione del sintomo, che viene visto sempre come l’espressione della nostra difesa dalla malattia. Se noi abbiamo la febbre e vogliamo che la febbre scompaia nell’arco di tre ore prendiamo un antipiretico e il gioco è fatto, ma in questo modo noi abbiamo fatto scomparire il sintomo mentre la malattia rimane latente. Bisognerebbe far passare nuovamente certi concetti che una volta erano veicolati dai pediatri e dai medici di famiglia, come ad esempio il fatto che un’influenza ha una sua durata fisiologica di 4/5 giorni e che se ci imbottiamo di farmaci facciamo sì durare meno i sintomi, ma la malattia rimane.
L’omeopatia usata in acuto – non essendo un “anti”, ovvero un antibiotico, antipiretico, ecc – dà la possibilità all’organismo di creare le proprie difese e di conseguenza le ricadute successive sono molto più rare . Spesso tante persone dicono di aver preso l’influenza cinque volte in un inverno: come mai accade questo? Perché sopprimendo con i farmaci allopatici i sintomi e non rispettando i fisiologici tempi di ripresa dell’organismo non si ha mai una guarigione totale e completa. Noi dobbiamo anche pensare che è indispensabile dare ai bambini e ai ragazzi la possibilità di rinforzare il sistema immunitario tramite l’incontro con la malattia e l’esplicazione di quelle che sono le naturali forme di difesa che l’organismo mette in campo: in questo senso una febbre non va vista in senso negativo e immediatamente repressa, anche quando sfiora appena i 38 gradi.

L’omeopatia ci insegna una nuova visione dell’uomo? 

L’omeopatia ricompone l’uomo nella sua integrità di corpo, mente e spirito: il primo passo da compiere, in questo cammino verso l’unità, è quello di capire che la malattia porta sempre con sé un messaggio e di quale messaggio si tratta.
Il problema di fondo è anche che noi oggi diamo tanta importanza alla malattia perché abbiamo spento qualunque significato, nel senso che oggi si vive per esistere, non per compiere un destino.

Perché dobbiamo affidarci a un esperto omeopata piuttosto che usare i rimedi omeopatici da banco? 

Oggi i rimedi omeopatici vengono utilizzati di più rispetto a vent’anni fa, ma senza cognizione di casua, soprattutto quando si utilizzano come farmaci da banco. In questo senso l’omeopatia ha un tipo di prescrizione diversa dall’allopatia: in seno all’omeopatia rivolgersi al medico o al farmacista dicendo che si ha la tosse non significa nulla. L’omeopata che sia realmente tale ha bisogno di indagare meglio il sintomo, e, ad esempio, cercherà di capire dal paziente come è questa tosse, in quali momenti della giornata di presenta, con quale intensità ecc. ecc. In omeopatia abbiamo 4 o 5 rimedi per la tosse, dipende appunto da che tipo di tosse è.
L’omeopatia da banco, per concludere, non ha molto senso: accanto a una maggiore fruibilità del rimedio omeopatico, che è quello cui assistiamo oggi, dobbiamo lavorare per far capire a medici, farmacisti e pazienti che l’omeopatia non funziona con i criteri dell’allopatia.

da Scienza e Conoscenza

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