Fiori di Bach: Sweet Chestnut

Fiori di Bach: Sweet Chestnut

Descrizione originale di Bach:
Per le persone in cui in certi momenti l’angoscia diventa così grande da sembrar loro insopportabile. Quando la mente o il corpo sentono di aver raggiunto il limite estremo della sofferenza e stanno per cedere. Quando sembra che ormai non rimanga altro da affrontare che la distruzione e l’annientamento.

Parole chiave: Angoscia estrema, limite della sopportazione, disperazione, desolazione mista a inquietudine, sconforto, angoscia esistenziale.

Sweet Chestnut come tratto di personalità
I tratti SCH si vivono spesso come un afflizione inquieta, un’angoscia esistenziale che colma un vuoto preesistente.  Probabilmente questa angoscia si trova nel nucleo della personalità, motivo per cui costruiscono dei personaggi ipersocievoli che li allontanino da questa drammatica situazione.
In conclusione, questa angoscia esistenziale è quella che con tutta probabilità genera la paura della solitudine.

Sweet Chestnut come stato
SCH è uno degli stati meno compresi del sistema. Bach parla di quando la mente o il corpo sentono di aver raggiunto il limite estremo della sofferenza.
Quando Bach si riferisce alla “mente” in genere ingloba in questo concetto anche le emozioni, perchè la struttura duale che solitamente utilizza per riferirsi alla personalità è quella di corpo/mente. Più avanti,  però, Chancellor includerà nelle sue famose parole chiave il concetto di angoscia mentale, che verrà ripreso da alcuni autori posteriori.

SCH è correlato al concetto di angoscia.
Oltre al coinvolgimento emozionale, l’angoscia ha una correlazione più fisica rispetto all’ansia. E’ molto simile a quello che il soggetto identifica come paura, perchè l’organismo reagisce come quando deve fuggire o affrontare un pericolo esterno: aumenta la frequenza cardiaca per portare più sangue ai tessuti e agli organi, quella respiratoria per ossigenarli, sale la pressione arteriosa, si tendono i muscoli per fuggire o difendersi, aumenta la sudorazione per eliminare il calore ecc. In condizioni normali, questi meccanismi istintivi di sopravvivenza servono a difendersi da potenziali minacce. Tuttavia, se la paura si può considerare una reazione normale di fronte a pericoli o minacce provenienti dall’esterno che l’individuo può chiaramente riconoscere, l’angoscia nasce invece come un’emozione apparentemente immotivata e, nella maggioranza dei casi indipendente dalle circostanze oggettive esterne.
Nell’angoscia, i protagonisti sono il sistema nervoso ed endocrino, ed intervengono prima della mente, che forse si limita solo a pensare se si tratta o no di morte. In conclusione, il concetto di “angoscia mentale” sembra inappropriato, salvo forse per le angosce filosofiche di carattere particolarmente lieve.
Molte descrizioni di SCH, quando si riferiscono a un episodio limite, “dove la distruzione dell’essere sembra imminente” e che “non possono durare oltre un breve periodo di tempo”, alludono a quello noto come attacco di panico. E’ evidente che la sensazione di mancanza d’aria o la percezione di aritmia o tachicardia risultano abbastanza inquietanti. Questi casi hanno una durata limitata (circa mezz’ora, con un picco massimo di 10 minuti circa) e la morte sembra realmente imminente. La maggioranza delle persone si reca al pronto soccorso  e quando ci arrivano di solito l’attacco è diminuito d’intensità o addirittura finito. La sorpresa può essere colossale quando il medico effettua la diagnosi, perchè si ha generalmente  la sensazione di essere sopravvissuti a un miracolo.
Le crisi di panico sono in relazione con l’ansia e non sono legate ad un elemento scatenante oggettivo, per esempio possono verificarsi mentre si è in fila al supermercato o al risveglio.
Esistono però episodi di angoscia più continuativi che hanno delle cause identificabili, come per esempio la morte di una persona cara, una rottura affettiva, una diagnosi o una malattia grave,  il fallimento economico, una guerra ecc. In questi casi, l’angoscia mantiene il suo picco per vari giorni e viene vissuta come una sensazione di desolazione mista a inquietudine e con grande sofferenza. La disperazione è molto forte, perchè la mente  non trova soluzioni, trattandosi spesso di  perdite irreparabili.
Riassumendo, si potrebbe parlare di due classi di SCH, una di origine interna e l’altra che dipende da cause esterne. Per quanto la divisione risulti un pò arbitraria,  può facilitare la comprensione dello stato.
E’ importante capire che la natura stessa dell’angoscia implica una perdita di controllo. D’altro canto, se l’organismo reagisce in questo modo sono venuti a mancare una serie di meccanismi di autoregolazione e autocontrollo.
Non sempre lo stato SCH è così puro come quello descritto finora, nè tanto meno così chiaramente riconoscibile dal terapeuta. In alcuni casi può presentarsi in versioni molto più attenuate, dato che il soggetto no ne ha piena coscienza. A volte lo si vive come una specie di “nostalgia di qualcosa di perduto”, impossibile da precisare.

Livello spirituale
Lo stato SCH si può considerare una vera emergenza spirituale, e in un certo senso si relaziona con l’archetipo della morte e resurrezzione.
Per Katz e Kaminski: “Il rimedio è l’araldo di una grande trasformazione spirituale…Attraverso queste forme di sofferenza intensa, l’Io si arrende di fronte a un Potere Superiore ed è capace di rinascere. E’ proprio in questo modo che la guarigione trasformatrice diventa possibile, perchè quando anche l’anima è stata spinta fino ai suoi limiti diventa trascendente. SCH aiuta l’anima ad arrendersi e ad aprirsi a nuova identità spirituale.”
In SCH si parla di angoscia esistenziale. Essa può provenire da un vuoto preesistente, presentandosi come uno stimolo alla ricerca, una specie di “correttore di volo”, come potremmo definirlo metaforicamente. La personalità si è allontanata troppo dal suo percorso, dal cammino tracciato dall’anima, deviata da diversi eventi e vicissitudini.
L’episodio SCH rappresenterebbe un brusco riallinemamento con la meta originale. Poichè generalmente è il comportamento o la personalità in disarmonia a doversi riallineare, è logico che quest’ultima lo viva come una specie di morte e, soprattutto, con grande sofferenza, che deriva dalla percezione della separazione profonda tra l’anima e la personalità. “…E’ il momento in cui la personalità è completamente sola, con le spalle al muro – per così dire – e si sente indifesa e derelitta come un pulcino caduto dal nido. Si trova tra cielo e terra senza alcun sostegno, come il paracadutista che tira invano la funicella del paracadute…E’ il momento della verità il confronto più rigoroso della personalità con se stessa e nello stesso tempo, il suo ultimo maldestro tentativo di chiudersi e difendersi da un decisivo cambiamento interno. E’ la notte, senza la quale non si può rivedere l’alba. La notte oscura dell’anima di San Giovanni Della Croce descrive dettagliatamente il processo che riporta la personalità sotto il dominio dell’anima.
Dato che la personalità ha deviato così tanto dalla rotta tracciata dall’anima, l’ego deve morire simbolicamente (toccare il fondo) per rinascere dalle sue ceneri trasformato. I codici e i sistemi di valori che fino a quel momento erano stati in qualche modo validi ormai non servono più e si trasformano in cose senza valore, come se si trattasse di un cambio di moneta. I nuovi codici devono fermarsi, perciò chi soffre di questo stato si sente come denudato e del tutto abbandonato. Si tratta di una meravigliosa opportunità di riportare il contachilometri a zero e ricominciare da un altro punto di vista, da una posizione più ricettiva alle direttive dell’anima.
Ma, come si vive di solito questo stato a livello mentale? Nella sua massima intensità, lo si percepisce quantomeno come la fine, uno stato di disintegrazione. Ed emozionalmente e fisicamente? Come angoscia pura e dolorosa, destinata ad essere diagnosticata come l’attacco di panico descritto in precedenza. In quel momento, si crede veramente di poter morire.
E’ opportuno chiarire che lo stato SCH  può manifestarsi in modo imprevisto, come negli attacchi di panico, oppure in seguito a qualche disgrazia personale. In entrambi i casi, i risultati possono essere gli stessi ed evidenziano la necessità di un cambiamento sostanziale dei valori e delle credenze a cui si faceva riferimento prima. E’ facile pensare a tanta gente che, a causa di una grave perdita o di una malattia seria, ha visto sgretolarsi il proprio mondo, il che può essere vissuto come una grande tragedia, e su questo punto non c’è molto da dire. Tuttavia, situazioni così critiche sono servite a molte persone per cambiare, dopo la tempesta iniziale, le loro scale di valori: l’importanza del tempo, il valore delle cose semplici della vita ecc.
L’evento traumatico ha fissato un prima e un dopo, un punto di svolta nella loro evoluzione. Senza dubbio, con l’assunzione di SCH è molto più probabile riuscire ad attraversare meglio questi difficili momenti, a navigare nella tempesta. Ma oltre alla diminuzione della sofferenza, l’essenza  cerca di far fruttare questi momenti affinchè l’individuo possa trasformarsi in un essere più profondo e spiritualizzato.
SCH lavora energeticamente sui concetti di trasformazione, rigenerazione, fede e accettazione.

Abstract: Ricardo Orozco – opere

Fiori di Bach: Elm

Fiori di Bach: Elm

Descrizione originale di Bach
Per quelli che stanno facendo un buon lavoro, che stanno seguendo la loro vocazione e aspettano di fare qualcosa di importante, spesso a beneficio dell’umanità. A volte possono avere momenti di depressione, quando sentono che il compito intrapreso è troppo difficile e va oltre le possibilità di un essere umano.

Parola chiave: Eccesso di responsabiltà, pretendere troppo da se stessi, esagerata dedizione al lavoro, difficoltà a delegare, perfezionismo, metodicità, repressione emozionale, rigidità, ossessività, sovraffaticamento, stress.

Livello tipologico
Gli Elm sono grandi lavoratori e spesso molto intelligenti, troppo responsabili e ligi e molto perfezionisti. Spesso arrivano a farsi carico di responsabilità per via della loro correttezza, serietà e capacità lavorativa, oltre che delle qualifiche che possiedono.
Molti Elm sono cresciuti in ambienti che esigevano troppo da loro, con genitori rigidi e che li tenevano sempre sotto controllo, abbastanza freddi o poco emotivi, dove le trasgressioni alle regole erano severamente punite. Inoltre i risultati si davano già per scontati e in genere non ricevevano alcuna ricompensa, così molti impulsi emozionale del mondo infantile sono stati drasticamente repressi, sia dall’ambiente che dal bambino stesso. Tutto ciò ha generato una grande insicurezza e indecisione, senso di colpa, timore o paura e così come , in alcuni casi, un senso di sporcizia e scarso valore, che li ha portati a muoversi entro limiti ben precisi e a cercare di trasformarsi in qualcosa di simile ad adulti in miniatura per essere accettati o almeno per evitare la punizione. Hanno dovuto perciò reprimere molti degli impulsi emozionali propri di un bambino per trasformarsi, con l’andar del tempo, in adulti iperrazionali. In poche parole, il loro profondo senso di responsabilità è stato costruito a spese di spontaneità.
Per complicare le cose, le attuali società
 sviluppate apprezzano notevolmente caratteristiche come efficienza, puntualità, lavoro duro,  metivolosità, perfezionismo. Li considerano reqisiti necessari per il successo economico e il conseguimento di uno status sociale elevato. Per questo motivo, Elm risulta socialmente rafforzato. Ma non dimentichiamo l’insicurezza soggiacente e il timore di non essere all’altezza, che aumenta quando insorgono difficoltà tecniche nelle loro attività. Se a ciò aggiungiamo la paura di commettere errori, capiremo l’alto livello di stress e ansia che spesso gli Elm vivono.
L’insicurezza di base rende loro difficile delegare agli altri. Devono supervisionare e controllare tutto per sentirsi sicuri che non sarà  commesso alcun errore. Inoltre, anche se le persone cui delegano sono competenti quanto loro, vogliono assicurarsi che eseguano quel determinato compito seguendo gli stessi passi che avrebbero fatto loro, anche quando si dimostra che il risultato è stato altrettanto buono. Nonostante il loro lavoro non sia sempre oggettivamente importante, sono loro stessi a considerarsi imprescindibili.
Gli Elm sono dei professionisti in tutto ciò che fanno, metodici e perfezionisti, per quanto queste due condizioni sembrino principalmente rivolte a procurare loro sicurezza a livello personale piuttosto che per necessità oggettive.
Spesso svolgono un compito che presuppongono sia la loro vocazione, per il quale si sono preparati coscienziosamente, trascurando altri aspetti della loro vita, come il partner, l’ozio, gli hobby. Senza dubbio la loro vita è troppo organizzata.
A questo punto è necessario domandarsi  se veramente si godono quello che fanno o se invece non prevalga in loro il senso del dovere, anche riguardo alla scelta di una professione per la quale sentono la vocazione. Sicuramente, le origini di tutto ciò sono da ricercarsi nel tipo di apprendimento verificatosi nell’infanzia. E’ più probabile che in un ambiente esigente  e rigido dal punto di vista educativo, ma intellettualmente aperto e innovatore, possano svilupparsi Elm più aperti ad altri aspetti che non siano esclusivamente professionali. Può anche accadere che quelli che hanno adempiuto tutti i loro compiti si concedano poi certe licenze all’ozio senza sentirsi in colpa. Questi ultimi sicuramente corrispondo agli Elm più positivizzati, arrivati alla conclusione che nella vita ci si debba anche divertire, soprattutto quando si è adempiuto pienamente il proprio dovere.
I partner degli Elm si lamentano sempre della stessa cosa: sembra non rimanga loro  tempo disponibile per la vita familiare.  Sono sempre troppo occupati e indubbiamente l’amore non è mai una priorità per un vero Elm, perciò spesso divorziano. Inoltre, molti di loro possono ignorare i problemi familiari per non affrontarli.
Purtroppo, i più negativizzati hanno interiorizzato da bambini che l’emozionalità era sinonimo di vulnerabilità o perdita di controllo, di conseguenza non sono molto bravi a captare il clima emozionale  delle situazioni, dando l’impressione dall’esterno di essere un pò freddi e meccanici. Sono troppo seri e controllati, sempre molto educati, misurano e selezionano le parole, esprimendosi in modo troppo impersonale.
Non riuscendo a rilassarsi con facilità, difficilmente possono essere spontanei ed empatici.
Quanto detto, non implica che gli Elm siano egoisti o sprezzanti. Al contrario, di solito sono rigidi con le regole sociali perchè, come altri ossessivi, sono stati educati per essere cittadini esemplari. Danno molta importanza alla scrupolosità, essendo inflessibili in fatto di etica, moralità e valori.
Di solito gli Elm sono veramente bravi nella loro professione, ma è proprio l’eccesso di responsabilità che si sono assunti che a volte li porta a sentirsi sovraccarichi. Cadendo in stress sono assaliti da dubbi, avvilimento, stanchezza e spesso depressione. Il loro stato ansioso è sostenuto da pensieri ripetitivi. Senza dubbio, gli Elm sono molto più bravi ad essere ansiosi che a divertirsi.
Per molti di loro la fissazione eccessiva della mente su certi dettagli di un processo, dovuta alla necessità di microcontrollo, li devia dal tema di fondo al quale vogliono arrivare. E’ come se “gli alberi impedissero di vedere il bosco”, fatto più frequente di quanto si possa immaginare. Questo meccanismo mentale, condiviso da tutti gli ossessivi, ostacola il raggiungimento degli obiettivi tracciati e aumenta notevolmente il livello di ansia e incertezza. In realtà credono che, controllando il minimo dettaglio, riusciranno a garantire l’eccellenza dei risultati. Questa sembra essere l’origine del perfezionamento da sempre attribuito agli Elm.
Altra fonte di problemi è data dalla loro scarsa capacità di adattamento ai cambiamenti, che deriva direttamente dal grande bisogno di controllo e dalla rigidità. Questa circostanza può ostacolare la carriera professionale così importante per loro. La capacità di adattamento e cambiamento sono, ogni giorno di più, i requisiti più ricercati nei professionisti con incarichi di responsabilità. D’altra parte, potrebbero anche avere problemi a lavorare in èquipe, dove dovranno  forzatamente delegare alcuni compiti e accettare che gli stessi vengano eseguiti in un modo diverso ma ugualmente efficace a quello da loro propossto.
La sensazione di surmenage tipica di Elm non è esclusiva di ministri o dirigenti stressati. Ricordiamoci infatti che stiamo parlando di caratteristiche di personalità e non di chi si dedica a una determinata professione.
Alcuni Elm riescono a controllare la loro tendenza al sovraccarico (il loro livello d’ansia) e a ritagliarsi del tempo libero per attività extraprofessionali. In un certo senso dosano il loro perfezionismo senza permettere che si trasformi in un rigido carceriere. Ma la maggior parte di essi vive in un surmenage permanente. Esistono poi certi lavori che sembrano concepiti per mantenere questo tipo di persone in scacco continuo.
Elm è prigioniero della propria trappola, perchè la sua rigidità mentale riguardo al perfezionismo esagerato gli impedisce di prendere decisioni pragmatiche e ridurre occasionalmente la qualità delle sue prestazioni quando le circostanze lo richiedano. Inoltre, il suo atteggiamento eccessivamente responsabile induce molte persone del suo ambiente  a delegargli la loro parte di responsabilità, perchè in tal modo hanno la certezza che il compito che verrà svolto. Il problema non è solo che gli altri lo ritengono imprescindibile, ma che lui stesso si considera tale.
Se lo stress è prolungato, le conseguenze possono essere drammatiche: gravi depressioni, disturbi d’ansia, infarti, embolie, ernie del disco ecc.
Senza dubbio, il corpo e la mente necessitano di riposo, anche quando si considera il tempo in senso utilitario e produttivo.
L’assunzione di Elm può aiutare questi soggetti a vedere  i problemi nella loro vera dimensione e a pianificare il lavoro, tenendo maggiormente in considerazione se stessi, assumendosi le responsabilità che realmente si possono assumere. Ma il problema è che per fare ciò devono modificare alcune convinzioni interne e relativizzare il concetto di obbligo, dovere,  responsabilità.

Elm come stato
Molte persone possono sentirsi temporaneamente sovraffaticate per un accumulo di circostanze, vivendo quindi un alto livello  d’ansia. La società moderna sembra progettata per questo. D’altra parte, non c’è dubbio che molta gente non voglia perdersi una serie di cose e cerchi di riuscire a fare tutto, anche a spese del tempo necessario per il riposo.
Ciò porta a sentirsi eccessivamente responsabili di questioni talvolta secondarie e a vivere in un sovraffaticamento permanente. Tutte queste circostanze determinano quello che conosciamo come stress, problema che colpisce gran parte della popolazione. Come sappiamo, lo stress provoca ansia ed esaurimento cronico; inoltre è il fattore che accellera, o persino genera, molte malattie.
Elm è un fiore importante per ridurre lo stress, che colpisce la maggior parte delle persone, anche se queste non corrispondono ai tratti di personalità descritti. E’ chiaro  che qui non si tratterebbe di un trattamento di fondo, perchè si può considerarlo tale solo quando si lavora con i fiori di personalità. Tuttavia, un trattamento floreale non può mai essere sintomatico o allopatico, perchè le essenze floreali spesso risvegliano frammenti di coscienza in letargo, come abbiamo visto per esempio nella descrizione di Olive.
Nella maggior parte dei casi, lo stress  si accompagna a preoccupazioni e paure diverse, di solito anticipatorie, e spesso irrazionali. Sono molti quelli che non riescono a prendere sonno perchè timorosamente preoccupati per qualche responsabilità che li fa sentire sovraccarichi, e anche se alcuni riescono a dormire, si svegliano con la suddetta preoccupazione dopo aver sicuramente  sognato situazioni stressanti.
Anche i bambini di molte società moderne subiscono lo stress perchè, come abbiamo visto in Hornbeam, di solito sono sottoposti a una pressione eccessiva, con orari scolastici esagerati, troppi doveri e attività extrascolastiche.
Inizialmente, lo stress è positivo perchè aumenta il rendimento e la capacità di reazione. Per esempio, un calciatore in piena partita deve essere stressato. Tuttavia, quando questa condizione si prolunga nel tempo,  diminuisce l’efficacia trasformandosi in ansia. Così la persona in questo stato si trascina un esaurimento cronico, si mostra indecisa e insicura, può diventare irritabile e perde la capacità di concentrazione. Può scoraggiarsi e arrivare a deprimersi, soprattutto quando lo stress è negativo, come tutto quello che non arriva ad un risultato e in più è di lunga durata. Nascono allora i sentimenti di scarso valore e inadeguatezza che sfiorano lo stato depressivo.
A questo punto è necessario tenere in considerazione che l’organismo può incorrere in malattie che in qualche modo servono come pretesto per evitare gli obblighi quotidiani. Come afferma Bach, è il  conflitto ad allontanarci dal cammino dell’anima e ad accellerare la malattia. Comunque, è chiaro che lo stress costituisce un vero conflitto alla base di numerosi quadri d’ansia e malattie di ogni tipo, ed Elm è un fiore eccellente per il loro trattamento.

Livello spirituale
La Scheffer, riferendosi a Elm, sostiene che: “L’errore sta nel fatto che in questi momenti l’uomo si identifica troppo col suo ruolo sociale e crede che non gli sia permesso obbedire alle indicazione del suo Io Superiore che lo esorta alla moderazione. Dimentica che ogni individuo, sempre e in primo luogo, é responsabile di sé stesso e per prima cosa deve rispettare le direttive della sua anima, poi confrontarsi con le aspettative che gli attribuiscono al ruolo.”
In realtà non si tratta di dimostrare niente, nè di trasformarsi in una persona speciale per soddisfare nessuno. La maggior parte degli sforzi di Elm non sono infatti rivolti alla realizzazione perfetta di un compito, bensì a placare la sua voce interna, esigente e restrittiva, sia che questa provenga dai genitori, sia che si tratti di un pretesto per non affrontare altri ambiti della sua vita per i quali non si sente preparato, come per esempio quello affettivo. Ma anche se  raggiungere sempre ottimi risultati e ottenere successi professionali può essere confortante, trascurare altri aspetti della vita danneggia la più elementare ecologia emozionale e alla fine il conto può diventare impossibile da pagare.
Tutto in Elm sembra indicare il bisogno di acquisire consapevolezza di sè, guardando in faccia le sue convinzioni limitanti, i suoi sensi di colpa e le paure. Solo così capirà che nessuno in realtà è imprescindibile che ha diritto di godersi la vita e commettere errori come chiunque altro. Tutto ciò implica però umiltà e accettazione dei limiti umani. Solo in tal modo probabilmente riuscirà, come ho già sottolineato, a relativizzare i concetti di dovere e responsabilità, collocandoli in una dimensione più umana.

Abstract: Ricardo Orozco – opere

Fiori di Bach: Pine

Fiori di Bach: Pine

 

Descrizione originale di Bach:
Per quelli che si rimproverano sempre qualcosa. Anche quando hanno successo pensano che avrebbero potuto fare meglio e non sono mai soddisfatti dei loro sforzi nè dei loro risultati. Sono grandi lavoratori e soffrono molto per i loro errori. A volte arrivano ad attribuirsi la responsabilità di errori commessi da altri.

Parola chiave: senso di colpa e di demerito, autorimprovero, avvilimento, autoaggressione, rimorso, ansia.

Pine come tratto di personalità
L’essenza Pine si relaziona con il senso di colpa. Molte persone convivono quotidianamente con profondi sensi di colpa e ciò condiziona pensieri, sentimenti e azioni.
Ma al di là di quello che possiamo pensare dei comportamenti archetipici dell’inconscio collettivo, come la trasgressione, presente in epoche e culture diverse, la maggior parte  del senso di colpa che proviamo è legato all’apprendimento.
“Per sperimentare il senso di colpa, una persona deve sentire di aver trasgredito un codice morale accettato come parte del proprio codice di valori (…). Nell’emozione della colpa, non ci occupiamo della colpa reale – come nella sentenza di un crimine – ma del senso soggettivo di colpevolezza. Quando ci si sente in colpa, è perchè il comportamento è stato valutato come una trasgressione di valori morali, che il giudizio sia realista oppue no.”
Spesso i genitori esigono troppo dai loro figli e pretendono, come abbamo già sottolineato in altre parti del libro, che siano degli adulti in miniatura, imponendo loro comportamenti del tutto esagerati e inadeguati alla loro età. Ogni infrazione è punita implacabilmente, per cui il bambino sviluppa uno stato di insicurezza permanente, in cui il castigo può sopraggiungere in qualsiasi momento e in cui i risultati vengono dati per scontati, mentre l’impegno non viene premiato.
In molti casi, il bambino viene educato in un ambiente restrittivo, nel quale quasi sempre si sente colpevole, inadeguato e mortificato e il più delle volte spaventato. Per rendere più sopportabile una situazione come quella descritta, accontentare i genitori e ridurre l’ansia che ne deriva, il bambino deve reprimere ogni iniziativa individuale spontanea e sviluppare un’ immagine di soggetto irreprensibile, efficiente e responsabile. L’emotività è quasi completamente  sostituita dall’iperrazionalità. Questo meccanismo, dove il senso di colpa gioca un ruolo così importante, è quello che, col tempo  può portare a sviluppare una personalità ossessiva.
Si deve aggiungere inoltre l’influena colpevolizzante della maggior parte dei modelli religiosi imperanti. La colpevolizzazione intesa come  strumento per ottenere potere probabilmente è uno dei mezzi più antichi che esistono. La chiesa, la moschea, la sinagoga lo hanno appreso molto presto. Dobbiamo tener ben presente che, nella maggioranza dei casi, chi si sente in colpa si sente anche sporco, impuro e pertanto ha bisogno di redimersi e di essere redento, cosa che lo pone nella situazione favorevole per essere manipoltato. Ma non pensiamo che questo accada solo in un ambiente religioso. Molti modelli familiari, su basano sul senso di colpa.
Anche altri tipi di genitori o educatori portano il loro granello di sabbia sulla grande spiaggia del senso di colpa, come gli iperprotettivi e i tirannici.
Una citazione a parte merita la repressione sessuale, quando la sessualità non a fini riproduttivi viene equiparata al peccato. Non è necessario evidenziare come ciò possa generare il senso di colpa o come lo stesso si nasconda sotto a blocchi sessuali, frigidità, impotenza ecc.
Si può capire facilmente perchè lo stato Pine colpisca così tante persone. In Pine, i pensieri sono legati a schemi di autocolpevolezza, autorimprovero, scarso valore, indegnità e, in genere, scarso merito. Una vera macchina che distrugge l’autostima!
Le credenze e gli schemi mentali che sostengono la colpa come parte importante della personalità sono mantenuti dalla rigidità mentale. In questa condizione si ipotizzano solo due possibilità, senza sfumature intermedie: buono/cattivo, decente/indecente. Ciò che è possibile solo mediante una semplificazione necessariamente artificiale del mondo, con lo scopo di renderlo più gestibile. Gli schemi mentali che portano a integrare il senso di colpa come componente della personalità implicano, in misura variabile, immaturità e mancanza di profondità mentale. Questo tipo di pensieri determinano il sistema di credenze di molte persone.
Alcuni sentimenti concomitanti al senso di colpa di solito sono l’avvilimento, l’inquietudine, la tristezza, l’angoscia, la rabbia, il risentimento. L’ansia merita una menzione speciale, perchè il senso di colpa è strettamente legato ad essa. Un altro sentimento simile è la vergogna.
Il modo di agire di Pine è molto ampio. Può andare da modelli di sottomissione e dipendenza già analizzati a comportamenti chiaramente masochisti in coloro che cercano di essere denigrati, oppure a reazioni di vergogna, rabbia o aggressività.
Molto spesso  il senso di colpa devia anche in un eccesso di responsabilità, la persona ha cioè la convinzione distorta di doversi far carico di molte più cose di quelle che in realtà dovrebbe. Si comprende quindi che queste persone prigioniere del senso di colpa, di fronte alla minima contrarietà, si rimproverano di non aver previsto tutto in anticipo e di non aver  agito meglio. Di fatto pensano di dover essere perfetti. Dato che la perfezione non esiste, cercano di lenire l’inquietudine che questa idea provoca loro, concentrandosi sul dettaglio e cercando di controllarlo al massimo al fine di prevenire ed evitare errori.
Di solito il senso di colpa è mantenuto da un insieme di paure molto diverse, sia astratte che concrete, sia indefinite sia molto precise.
Ma in alcuni casi la situazione può essere molto peggiore di quella finora descritta. Il senso di colpa, mascherato da iperresponsabilità, porta a considerare l’allegria come un’emozione chiaramente debilitante e deviante, in ogni caso disturbante e contraddittoria. Così, il meritato riposo può  essere giudicato sconveniente o come malavoglia, svogliatezza. Per questo in generale il senso di colpa porta a una specie di “allergia alla felicità”.
Pine sembra sempre avere un motivo per non potersi godere la vita. In questi casi è facile immaginare una specie di giudice incorporato nella mente di queste persone, che si attiva implacabilmente davanti al minimo segnale di rilassamento, emettendo continuamente verdetti di colpevolezza col suo “antipatico martelletto”. Si tratta di elementi o anche ordini integrati nella nostra mente, nel nostro sistema di credenze,come se si trattasse di una voce fuori campo.
L’autostima, come si può dedurre da quanto esposto finora, tende ad essere bassa. Alcuni, come quelli che si costruiscono una personalità ossessiva intorno al senso di colpa, possono mitigare la loro insicurezza mediante una rigida facciata professionale, morale ecc.  In questi casi, il riconoscimento che possono ottenere dall’esterno rappresenta un palliativo all’ansia, anche se più che allegria possono provare sollievo.
Altri, invece, sembrano continuare a scusarsi del semplice fatto di essere nati, mostrandosi umili e persino sentendosi responsabili degli errori o delle colpe altrui. In ogni caso, si mettono nell’ultima fila. Non reagiranno con sollievo neanche di fronte a lusinghe, regali e ricompense, ma immediatamente con disagio, dato che prevale in loro il senso di indegnità.

Pine come stato
Persone che, senza avere il senso di colpa come integrato nella loro vita, commettono qualche trascuratezza o errore che li fa sentire colpevoli. E’ anche possibile che molti di loro si sentano in colpa essendo manipolati affettivamente da un partner o da qualcuno con tratti psicopatici. Una donna può sentirsi in colpa quando è maltrattata da un compagno. Alcuni bambini possono sentirsi colpevoli quando i genitori si separano, credendo che sia accaduto perchè loro si sono comportati male. Allo stesso modo prendere brutti voti a scuola può accrescere il loro senso di colpa.
Si possono vivere episodi di sensi di colpa nel lutto e in un’infinità di situazioni, come il “senso di colpa del sopravvissuto”. Quando una persona cara muore tragicamente, ad esempio in un incidente automobilistico, molti sono convinti che avrebbero potuto evitarlo. In stato Pine si tende irrazionalmente a pensare che una persona avrebbe potuto evitare l’incidente mediante un’onnipresenza o onnipotenza chiaramente impossibili.
In altri casi, molte persone si sentono colpevoli di non aver detto ai genitori defunti che in fondo, malgrado il loro modo di essere, li hanno sempre amati.

Livello spirituale
Nello stato Pine negativo, l’Ego sostituisce il lavoro dell’anima e si erge a giudice e rettore nella vita di una persona. In qualche modo, l’evoluzione spirituale è come stroncata, perchè l’esistenza gira intorno alle presunte mancanze ed errori, senza poterli considerare come parte di un processo evolutivo.

L’autoaccentramento è senz’altro inevitabile nel senso di colpa: “Per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa” risuona nelle chiese. Ed è illuminante pensare a come l’evoluzione spirituale sembri inversamente proporzionale al livello di autoaccentramento.
Evidentemente, il sano e il sincero pentimento successivo a un errore non va confuso con il senso di colpa e l’autorimprovero cronicizzati. In questo caso non si tratta di demonizzare la colpa, nè di considerare la mancanza di senso di colpa una virtù altamente spiritualizzata, basti ricordare che gli psicopatici mancano di senso di colpa e nessuno, in possesso delle sue facoltà mentali, potrà considerarli il modello spirituale da seguire.
Veniamo a questo mondo per apprendere, spesso in base ai nostri errori, e non per soddisfare qualcuno. Per questo sarebbe bene capire che sicuramente  dobbiamo frustrare le aspettative di chi, anche se ci ama, non comprende che abbiamo un cammino tracciato dall’anima, il quale non deve per forza coincidere con i suoi desideri o progetti.
I Pine probabilmente hanno  il più basso livello di autostima possibile. Nei casi più negativizzati di questo modello, l’intelligenza emozionale è decisamente compromessa. L’autocoscienza non è minimamente sviluppata, perchè l’autoimmagine è gravemente distorta e negativa.
La corretta autovalutazione, desiderabile in tutti gli esseri umani, galleggia in un purgatorio che è una perenne condanna. In tal modo, la capacità di automotivazione e d’iniziativa sono fortemente deviate verso obiettivi altrui, per esempio quelli dei genitori. L’autocontrollo è stato sostituito  da un duro carceriere: la repressione.
Nei rapporti interpersonali, le relazioni sono forzate, malsane, e Pine è a volte dipendente, altre tirannico. L’empatia in questi casi non è possibile.
La rigidità mentale, che retroalimenta il senso di colpa, rende l’evoluzione spirituale quasi una prodezza.
L’assunzione di Pine ci aiuta a mettere in discussione i condizionamenti e le convinzioni più irremovibili. Questa reimpostazione è quasi sempre il passo precedente a una trasgressione necessaria. Solo così potremo muoverci con la flessibilità che la crescita personale e il cammino dell’anima richiedono.

Abstract: Ricardo Orozco – opere

Fiori di Bach: Larch

Fiori di Bach: Larch

Descrizione originale di Bach:
per coloro che si considerano inferiori e meno capaci degli altri. Si aspettano sempre di fallire e sentono che non raggiungeranno mai il successo, per questo non rischiano, nè si sforzano abbastanza per riuscirci.

Parola chiave: senso di inferiorità e inadeguatezza, mancanza di fiducia in sè stessi, anticipazione e paura del fallimento, avvilimento, frustrazione, senso di incapacità, sottovalutazione, negatività.

Larch come tratto di personalità

Alcune descrizioni di Larch sostengono che si tratta di persone che si rivelano più capaci della media nelle cose che osano fare. Chancellor afferma: “il tipo Larch è bravo e capace come chiunque altro, e spesso superiore.” La Scheffer conferma questa osservazione : “(…) La maggior parte non solo è capace come gli altri, ma molto di più.”  Credo che il problema non sia se Larch è meno, uguale o più capace degli altri. Il campo d’azione dell’essenza a questo livello sembra circoscritto al miglioramento di alcune caratteristiche di personalità legate alla convinzione di inferiorità, sensazione di inadeguatezza, svalutazione e incapacità. In Larch questi limiti non sono vissuti come qualcosa di temporaneo, ma come se facessero parte di sè, come modo di prendere posizione e reagire di fronte alle sfide della vita. La conseguenza è la sottovalutazione nel compararsi con certi parametri. In Larch, il sentimento di svalutazione di solito si esprime in due modi: sminuendo se stesso o sopravvalutando gli altri. Può persino accadere che il primo e  il secondo meccanismo confluiscano: sminuirsi sopravvalutando contemporaneamente gli altri.
In ogni caso, una tipologia Larch si sente incapace di realizzare una serie di cose alle quali, probabilmente sforzandosi, potrebbe aspirare. Due delle competenze dell’intelligenza emozionale trattate da Larch sono la corretta autovalutazione e la fiducia in se stessi. La prima consiste nel riconoscere e valutare obiettivamente i propri mezzi e limiti ed implica soprattutto il rispetto per se stessi e per gli altri. La seconda competenza si relaziona con lo sviluppo di un forte senso del proprio valore, efficienza e capacità personale. Include la convinzione positiva di possedere o di poter implementare le risorse utili a risolvere o migliorare una situazione. Com’è noto, entrambe le competenze si relazionano con l’autostima, in  Larch troppo bassa.
Molto probabilmente non esiste una personalità completamente Larch, ma esiste Larch come tratto di personalità in varie tipologie. La convinzione fondamentale di essere inadeguati, incapaci o inferiori dipende da vari fattori, che in larga misura risalgono all’infanzia e riguardano specifiche situazioni di apprendimento. In molti casi, il bambino è cresciuto in un ambiente eccessivamente esigente, troppo rigido, intimidatorio, dove niente sembrava sufficiente per soddisfare le aspettative dei genitori e dove spesso il bambino era denigrato. Questa è la storia di molti Mimulus (timidi) o anche della maggior parte degli ossessivi, cresciuti sotto la pressione di un genitore che non voleva un bambino, bensì un adulto responsabile in miniatura. Questa freddezza e questo atteggiamento punitivo dei genitori o tutori ha provocato nel bambino una grande insicurezza e incertezza, oltre ad un senso di inutilità che ha finito per costruire un’ immagine esterna di persone estremamente responsabile, rispettosa e irreprensibile, vale a dire ossessiva.
In moltri altri casi, genitori iperprotettivi, hanno contribuito a creare la convinzione di  inutilità sostituendosi al bambino in ogni momento, facendolo crescere nella bambagia senza permettergli di sviluppare alcuna abilità da solo. In realtà, lo hanno trasformato in una persona dipendente, che non doveva nè poteva esplorare il pericoloso mondo esterno, spingendolo quindi a crescere e a muoversi solo nell’ambito familiare protettivo.
In questo caso la convinzione limitante fondamentale è: “sono inutile, inadeguato, inferiore.” A creare tutto ciò contribuisce la percezione alquanto distorta del mondo esterno e il modo in cui vengono elaborate le esperienze. In ogni caso, il soggetto sarà portato ad adottare una strategia di evitamento dei principali settori della vita, perchè la paura di fallire, di essere valutato negativamente, rifiutato e umiliato è enorme. Si costruirà quindi una linea immaginaria da non oltrepassare, perchè in tal caso la sua angoscia esploderebbe.
Un altro fattore generatore di Larch è rappresentato dalle esperienze traumatiche vissute nell’infanzia che determinano una differenza con gli altri bambini, per esempio rimanere orfani in età precoce, subire un incidente che abbia dei postumi, essere cresciuto in un ambiente dove gli altri bambini avevano dispobibilità economiche superiori, insuccesso scolastico ecc.
Come possiamo constatare, i fattori che alimentano il modello Larch sono numerosi e si ritrovano in diverse personalità, di conseguenza sono molto diversi i modi in cui questa condizione verrà vissuta. Molti la affronteranno con avvilimento e tristezza, quella sensazione di essere una specie di pezzo difettoso, altri con rabbia e ansia, altri si autoemargineranno e si rassegneranno ad una vergognosa esistenza isolata, altri ancora  cercheranno protezione in cambio di fedeltà e dedizione. Molto probabilmente questi soggetti addurranno o soffriranno di qualche malattia allo scopo di non affrontare qualcosa che sembra loro eccessivamente complicato. Molti si trasformeranno in persone rispettabili e lavoratrici o rigidamente puritane. Forse si trasformeranno in dittatori domestici, d’impresa o in politica, in una specie di fuga in avanti. E altri, infine, svilupperanno un forte risentimento e amarezza nei confronti di una società che “li ha danneggiati”. In conclusione, l’apprendimento, i sistemi di convinzioni sviluppati e i vissuti saranno le dinamiche che moduleranno le diverse forme in cui si esprime Larch. Riassumendo, l’approccio a Larch è complesso, perchè  esso è sostenuto da cause multiple e modelli preesistenti che devono essere presi in considerazione nella terapia e trattati con le essenze corrispondenti.

Larch come stato
Larch può essere vissuto solo in alcuni ambiti, probabilmente temporali della nostra vita, senza per questo colpire gli altri aspetti. E’ possibile anche essere un Larch per convenzioni che derivano da credenze radicate. Sono numerose le persone che sviluppano stati Larchi in età già adulta, perchè non si adattano ai criteri estetici in voga, non accettano la vecchiaia, non hanno avuto accesso a studi medi o superiori, non hanno buone possibilità economiche, subiscono incidenti o malattie invalidanti che colpiscono l’estetica o la mobilità ecc.
Non sempre l’assunzione di Larch è destinata al trattamento di casi cronici o permanenti. Può essere utile somministrarlo durante alcuni trattamenti floreali, quando nonostante la prospettiva di miglioramento, il paziente tende a credere che in fondo ” non può guarire”. Inoltre, Larch si può prescrivere in presenza di sensi di colpa o di inferiorità che sorgono quando dobbiano affrontare una situazione per la quale non ci sentiamo particolarmente capaci, come un esame, un divorzio, un colloquio di lavoro ecc.
Si possono vivere episodi Larch durante periodi di stress e ansia, in cui l’insicurezza cresce notevolmente e di conseguenza si sente di non avere la solita capacità di prendere decisioni o fare determinate cose. Adatto anche a chi subisce traumi come incidenti automobilistici, e non si sente in grado di tornare a guidare, o aggressioni sessuali, e non è più capace di relazionarsi con gli uomini.

Livello spirituale
Secondo la Scheffler: “L’errore consiste nel fatto che la personalità si aggrappa troppo  a esperienze negative passate, invece di farsi guidare con fiducia dal suo Io superiore, consapevole che i successi e i fallimenti sono preziosi allo stesso modo”.

Bach afferma: “Arriviamo qui con la conoscenza globale del nostro compito specifico; veniamo con l’inimmaginabile privilegio di sapere che tutte le nostre battaglie sono vinte prima del combattimento, che la vittoria è sicura anche prima che arrivi la prova, perchè noi sappiamo di essere i figli del Creatore e, come tali , divini, incorruttibili e invincibili. Con questa conoscenza, la vita è un vero giubilo, le difficoltà e le esperienze possono considerarsi come avventure, perchè se comprendiamo pienamente il nostro potere e siamo fedeli alla nostra Divintà, tutte le difficoltà svaniranno come nebbia al sole.”
La persona con la tendenza Larch dovrebbe comprendere che si prova ciò che si pensa. In altre parole, se crediamo all’esistenza del pensiero positivo e che questo sia creativo, possiamo applicare lo stesso criterio a quello negativo nel senso opposto.
Qualunque sia la lezione che siamo venuti ad apprendere, i limiti che Larch rappresenta ci impediscono di accrescere il livello di autocoscienza, oltre alle già evidenti carenze nelle competenze dell’intelligenza emozionale: corretta autovalutazione e fiducia in se stessi. Ma un’altra competenza intrapersonale importante la motivazione (che comprende a sua volta: definizione dell’obiettivo, spinta verso il successo, impegno, iniziativa e ottimismo), dorme in attesa di tempi migliori o è troppo ostacolata da paure varie. Una persona così confusa incontra molte difficoltà a sintonizzarsi con gli altri e a sviluppare l’empatia, e questa fondamentalmente, è la caratteristica poco evolutiva di Larch.

Abstract: Ricardo Orozco – opere

Fiori di Bach: Holly

Fiori di Bach: Holly

 

Descrizione originale di Bach
Per quelli che a volte sono assaliti da pensieri di gelosia, invidia, vendetta, sospetto, e per curare le varie forme di collera. Queste persone possono arrivare a soffrire interiormente, senza che spesso ci sia una causa reale per la loro infelicità.

Parole chiave: odio, ira, rabbia, gelosia, sospetto, avversione, vendetta, aggressività attiva, violenza, sentimento di umiliazione.

Holly come tratto di personalità
E’ molto più usuale pensare a Holly come ad un’esplosione emozionale piuttosto che a Holly come tratto di personalità, ma sono sicuramente molte le persone che hanno un modo di  elaborare l’informazione e di agire che rientra nel campo delle competenze di questo fiore.” Tipo di personalità che sembra vivere in una situazione di rabbia, diffidenza, invidia, gelosia in modo quasi permanente.”
In ogni caso, Holly si relaziona con un’importante emozione primaria: l’ira. Questo riguarda tutti i suoi derivati o, in alcuni casi, sinonimi: odio, rabbia, irritazione, risentimento, furia, collera, esasperazione, indignazione, irritabilità, ostilità, violenza, avversione ecc.
Anche se tutti possono provare questi vissuti emotivi, esistono alcune personalità più inclini di altre a sperimentarle come modo abituale di reazione, perchè tendono a percepire la realtà esterna in modo distorto. Inolte, è evidente che possiedono dei meccanismi di autocontrollo insufficienti per controllare la loro aggressività.
In effetti, l’assunzione sinergica di Holly e Cherry Plum si rivela sempre una buona opzione, oltre ai fiori tipologici corrispondenti. Le esplosioni frequenti di Holly rappresentano sempre una perdita di controllo.
Un altro nutrito gruppo di repressi sono gli ossessivi. Non che non provino ira, rabbia, odio, ma devono reprimerla in virtù dell’immagine che vogliono esternare. quella di un cittadino responsabile, impeccabile ed esemplare. Molte volte questa rabbia verrà trasferita su quelli che non adempiono alle regole, che loro invece devono rispettare così puntigliosamente. In ogni caso, qualsiasi reazione aggressiva sarà adattata alle regole e leggi, cosa che non basta a tranquillizzare del tutto chi subisce le conseguenze della loro ostilità interna.
Sono molte le teorie che spiegano l’aggressività: teoria del dolore (minaccia), della frustrazione, teorie sociologiche, biochimiche, etologiche ecc. Anche se esiste un’aggressività determinata costituzionalmente, i fattori biologici non sono sufficienti per poterla spiegare, dato che l’aggressione è una forma d’ interazione appresa.
Nella spiegazione di come compaiono i comportamenti violenti, riveste una speciale importanza il ruolo della famiglia, perchè, se l’aggressività come modo per risolvere i problemi interpersonali generalmente ha origine nella prima infanzia, sembra chiaro che in buona parte si debba formare nell’ambiente domestico, che può quindi essere predittivo della delinquenza nei bambini.
Tra i fattori che favoriscono i comportamenti Holly vi sono i seguenti:
* Assenza di ambiti di riferimento di comportamento famigliare e sociale
* Rifiuto del bambino da parte dei genitori
* Temperamento del bambino in interazione con la dinamica famigliare
* Rinforzo positivo dell’aggressività
* Pratiche disciplinari inconsistenti  o troppo punitive
* Uso della violenza fisica come pratica sociale e famigliare
*  Storia famigliare di comportamenti antisociali
* Uso di punizioni corporali
* Isolamento sociale della famiglia
* Esposizione continua alla violenza attraverso i mezzi di comunicazione

Holly come stato
Oltre ai tratti aggressivi di personalità descritti, vi sono reazioni Holly a stimoli esterni come aggressioni, umiliazioni, tradimenti probabilmente condivise dalla maggioranza degli individui.

Anche se non abbiamo forme abituali di reazione Holly, determinate circostanze ci stimolano a reagire in questo modo. La società attuale, o meglio la vita, costituisce un terrreno ideale al prosperare di ingiustizie di ogni tipo (assassini, truffe, aggressioni sessuali, ricatti, ecc.), che lasciano inermi molte persone. Questi avvenimenti possono scatenare una miscela esplosiva di emozioni e sentimenti che vengono riversati all’esterno come un’eruzione vulcanica.
Holly è una violenza che esce dal cuore sotto forma di odio, rabbia, aggressività pura e diretta, desiderio di fare il maggior danno possibile all’altro (o agli altri), di ferire, uccidere, punire. Si tratta di uno stato che,  alla sua massima intensità, è impossibile nascondere e si manifesta in modo esplosivo, un vero sequestro emozionale incontrollabile che riempie le pagine di cronaca sui quotidiani, nei telegiornali e nei vari programmi televisivi.
Non sempre la reazione Holly è la risposta istantanea a un fatto preciso. Come abbiamo già visto, può costituire l’ultimo passaggio di un circolo vizioso di rimuginamenti mentali negativi, di frustrazioni e risentimenti quotidiani.
La cattiva digestione delle emozioni può portare a commettere azioni terribili che rovinano definitivamente  la vita, ma dobbiamo anche considerare che le emozioni e i sentimenti Holly rappresentano  un’energia estremamente tossica e passionale, che cerca di esternarsi mediante azioni violente o manifestazioni organiche, tipo eruzioni cutanee, problemi cardiaci, digestivi ed emicranie o, com’è noto da molti secoli , direttamente sotto forma di disturbi epatici o a carico della vescica biliare.
Molti vivono il loro Holly come fantasie di distruzione che riducono il livello di rabbia,  altri inventano strategie di punizione o vendetta più o meno strutturate.
A seconda delle risorse psicologiche individuali e dalla propria intelligenza emozionale (si intende in sostanza se si possiede una buona dose di empatia), Holly può però essere ben gestito e non deviare quindi in una reazione  drammatica, bensì positiva.
Ciò significa che questo fiore non solo è utile per trattare esplosioni emozionali, ma anche per attenuare e gestire l’emozione dell’ira e tutti i sentimenti affini, qualunque sia l’intensità e il livello di manifestazione.
E’ utile puntualizzare che l’affronto subìto che aziona il meccanismo Holly può essere puramente soggettivo e logico solo per chi lo subisce oppure oggettivamente incontestabile per qualsiasi osservatore neutrale.
E’ evidente che nei casi in  cui l’aggressività o la rabbia sono proporzionate e servono per esempio a salvare un figlio dall’aggressione di una banda di delinquenti o per situazioni dei reale sopravvivenza, si attivano meccanismi istintivi che non saranno modificati dall’assunzione di Holly.
In ogni caso, la reazione violenta di Holly nella nella sua massima intensità è vissuta da chi la sperimenta come una liberazione.
L’essenza si può assumere anche per placare e aiutare a gestire sentimenti come invidia, gelosia e risentimento.
Holly è un fiore d’elezione nell’aggressività  infantile e animale, perchè tratta appunto emozioni primarie. Le gelosie infantili sono territorio esclusivo di quest’essenza floreale evoluta. Insieme a Cherry Plum, è molto valido per le esplosioni emotive degli adolescenti.
Si raccomanda il suo uso nelle rotture affettive, soprattutto quando uno dei due si è sentito tradito affettivamente, con o senza ragione.
L’assunzione di Holly aiuta notevolmente le persone diffidenti che vivono costantemente nel sospetto, nell’invidia e nella critica malevola. La grande diffusione della cosiddetta stampa rosa e l’assuefazione al consumo di tv spazzatura sono un riflesso di ciò.
Così come un vulcano non può rimanere perennemente in eruzione, l’odio e la rabbia alla loro massima intensità non possono continuare oltre l’esplosione. Per questo motivo, si conservano in forma di risentimento cronico. Bisogna considerare inoltre che la rabbia più o meno permanente può essere vissuta come tristezza, al punto che alcuni autori parlano di depressione come rabbia verso se stessi.
Vi sono sufficienti testimonianze che indicano Holly come fiore armonizzante. Nei casi in cui è stato aggiunto all’acqua bevuta in casa ha migliorato la convivenza famigliare. In altre occasioni, sono stati ottenuti buoni risultati vaporizzandolo nell’ambiente in ditte, asili nido, famiglie.

Livello spirituale
Secondo Chancellor: “Holly potrebbe ben essere il più importante di tutti i rimedi visto che è l’antidoto dell’odio”.

La seguente citazione è da lui attribuita a Bach: “Holly ci protegge da tutto quello che non è Amore Universale.”
Holly è uno dei fiori della terza generazione, quelli che Bach definì più spiritualizzati.  Nell’aspetto evolutivo, sicuramente si tratta di uno dei fiori più importanti, perchè si collega a una delle lezioni più difficili dell’apprendimento, quella dell’amore universale.
Holly possiede però una dimensione maggiore, senz’altro universale, perchè l’odio – e le emozioni e i sentimenti a esso collegati – costituiscono un grave ostacolo all’autocoscienza. Senza un livello minimo di autocoscienza non siamo in condizioni di essere empatici. Non riuscendo a immedesimarci negli altri, non possiamo amarli per quello che sono, ma per quello che proiettiamo in loro. Su ciò si basa la grande differenza tra l’amore frutto di attaccamento, condizionato e dipendente, che non tiene in considerazione l’altro, e quello disinteressato e incondizionato che invece è in grado di farlo.
L’assunzione di Holly migliora la capacità di metterci nei panni dell’altro, ossevando la situazione dal suo punto di vista (empatia). In tal modo, la nostra rabbia e l’odio si riducono automaticamente.
Il problema dell’Holly negativo si crea quando la comunicazione armonica tra l’anima e la personalità è interrotta e la personalità rimane quindi alla mercè dei suoi schemi meno evoluti. Il principio positivo di Holly, l’amore universale, che tutti abbiamo innato, codificato nei nostri geni e stimolato dalla nostra anima, si trasforma allora nel suo opposto. In tal caso, ci sentiamo dolorosamente isolati, scollegati dalla nostra fonte di nutrimento (anche inconsapevolmente) e cadiamo prigionieri delle emozioni tossiche corrispondenti a Holly.
Per Barnard: “Come Walnut, Holly offre protezione di fronte alle influenze negative che possono assalirci o, piuttosto, che possono fare presa su di noi. Ma mentre Walnut protegge dalle influenze esterne, Holly ci difende da quelle che abbiamo interiorizzato.”
Kats e Kaminski riportano una bella descrizione dello stato Holly negativo: “Quando ci sentiamo separati dagli altri, non riusciamo a partecipare alla loro allegria, nè a provare un interesse compassionevole per i loro problemi; al contrario, il nostro isolamento è fatto di stati negativi quali la gelosia, l’invidia, il sospetto e l’ira… L’essenza di Holly nutre il cuore, aiutando la persona a passare da una concezione limitata dell’Io a una concezione aperta che comprende gli altri.”

Abstract: Ricardo Orozco – opere

Fiori di Bach: Walnut

Fiori di Bach: Walnut

 

Descrizione originale di Bach:
Per chi nella vita ha ideali e ambizioni ben precise e le realizza, tuttavia in alcune occasioni l’entusiasmo, le convinzioni, le forti opinioni altrui possono distoglierli dalle loro idee e dai loro obiettivi. Il rimedio induce costanza e protegge da influenze esterne.

Parole chiave: protezione contro influenze esterne, taglio, cambiamento, inadattabilità.

Walnut come stato
La descrizione di Bach non si riferisce a un tipo di personalità, ma allude a uno stato temporaneo, un momento chiave della vita di ogni individuo. In queste circostanze, si devono prendere delle decisioni cruciali per il soggetto, che probabilmente presuppongono un certo livello di richio,  o quanto meno di cambiamento. Può anche accadere che la persona in questo stato metta tutto in gioco,  perchè certe decisioni implicano l’impossibilità di tornare indietro: lasciare un lavoro , una relazione, trasferirsi in un altro Paese, intraprendere una nuova attività ecc. L’aspetto da sottolineare è che si tratta sempre di cose importanti per lei. Molto probabilmente la persona ha già preso questa decisione di cambiamento dentro di sè, ma questa non è stata ancora convertita in azioni concrete . Il problema generalmente è dovuto a legami o impedimenti che ostacolano l’attuazione della decisione. Tali impedimenti derivano principalmente da convenzioni sociali, inerzia, convinzioni proprie e altrui, ordini paterni, opinioni e pressioni di persone molto vicine ecc. E’ in questi momenti, dove il passato sembra ormai una fase superata e il futuro è ancora una promessa incerta, che l’ambiente ci può influenzare e far deviare dal nostro cammino.
Walnut è l’essenza  più efficace a livello mentale che emozionale. Walnut permette di tagliare i vincoli immobilizzanti e vivere  la propria vita. Aiuta a difendersi dalle opinioni negative e denigratorie delle proprie azioni e contribuierà a sostenere la decisione presa.
Bach scrisse di Walnut:”E’ il rimedio per quelli che decidono di fare un grande passo avanti nella vita, per rompere le vecchie convinzioni, per allontanarsi dai vecchi limiti e restrizioni e intraprendere un nuovo cammino. Spesso ciò accade con sofferenza fisica dovuta ai sottili rimorsi e alle angosce per la rottura dei vecchi legami, delle vecchie associazioni, dei vecchi pensieri. Un grande distruttore di incantesimi, sia delle cose del passato che di solito si chiamano eredità, sia delle circostanze del presente.”
Per eredità, possiamo intendere i sistemi di convinzioni, la base genetica, probabilmente le questioni irrisolte dei nostri antenati, il peso di incarnazioni precedenti, il concetto del Karma ecc.
Come in quasi tutte le essenze del sistema floreale, possiamo constatare che anche Walnut aiuta a superare un tipo ben preciso di paura: quella che riguarda l’eventualità che la decisione presa non sia quella giusta, senza poter tornare indietro perchè, come abbiamo descritto, la decisione di cambiamento presuppone la convinzione di non ritorno.

Livello spirituale
I dettami intuitivi dell’anima pretendono di essere realizzati in azioni concrete, nella realtà fisica, qui e ora, in questo giorno di scuola che conosciamo come vita. Secondo Bach, la personalità deve rispettare tali dettami, senza sotterfugi, dilazioni, nè interpretazioni con secondi fini. Spesso la mente cerca di deviare o si fa deviare da cammini molto diversi da quelli tracciati dall’anima ed è in questi momenti che si possono perdere occasioni uniche di sviluppo spirituale. E’ importante comprendere che Walnut stimola le risorse personali  solo quando le iniziative della persona sono avallate dall’anima, e non quando rappresentano una fuga.

Secondo Kats e Kaminski:”Walnut è indicata per quei momenti di transizione della vita in cui l’Io deve essere trasformato in modo completo e irrevocabile per poter continuare la sua evoluzione.”
Per la Scheffer :”Spesso le cause dei vincoli di Walnut risalgono ad altre forme di esistenza; possono essere legami karmici non riconosciuti, antiche decisioni sbagliate che esercitano un’influenza autosuggestiva a livello inconscio”.
Dal punto di vista dell’intelligenza emozionale, Walnut si relaziona con le competenze di adattabilità e rinnovamento. La prima riguarda la flessibilità nelle situazioni di cambiamento, la seconda riguarda la capacità di sentirsi a proprio agio nell’assimilare nuove informazioni. Walnut si relaziona anche con la motivazione, nelle competenze di definizione dell’obiettivo, spinta verso il successo e iniziativa, perchè facilita la canalizzazione dell’intuizione in azioni concrete, rispettose verso se stessi e gli altri.

Walnut essenza con grande azione transpersonale:

  • Adattamento al cambiamento di ogni tipo: biologico, situazionale, climatico ecc. Si tratta dell’essenza che aiuta ad entrare nel piano fisico (nascita) e ad uscirne (morte). Durante il periodo di tempo compreso tra questi due punti, è utile nei processi di cambiamento più importanti: dentizione, pubertà, gravidanza (fiore d’elezione), menopausa, dolori articolari degli adolescenti ecc.
    Contribuisce a migliorare l’adattamento nei cambiamenti sfavorevoli: incidenti, interventi chirurgici, traumi diversi, farmaci aggressivi, perdita di persone care, ma deve anche essere tenuta in considerazione nei cambiamenti favorevoli, perchè un cattivo adattamento agli stessi può rappresentare una tragedia: grandi vincite alla lotteria, promozioni e miglioramenti lavorativi. Inoltre, l’assunzione o l’applicazione locale dell’essenza interviene nell’adattamento al cambiamento di clima: peggioramento di artrosi in autunno e inverno, geloni nei climi freddi, cattivo ritorno venoso in estate.
    Si raccomanda vivamente nell’adattamento a nuove situazioni: bambini che cominciano ad andare all’asilo, cambiamenti di scuola, lavoro, Paese, partner.
    Protezione. Collabora ottimamente alla protezione da influenze esterne di vario tipo: opinioni, energie, clima. E’ molto utile quando il paziente si sente preda di una forza sconosciuta, che si chiami karma, destino o qualche condizione ereditaria che si percepisce come insesorabile.
    Emostatico. E’ un eccelente coagulante, sia per applicazion esterne (tagli, epistassi, estrazioni dentarie) sia interne  (mestruazioni abbondanti).
    Sostegno sinergico alle altre essenze.
    Importante catalizzatore secondario.
    Può migliorare la capacità di adattamento resa necessaria dall’assunzione di altre essenze, rivelandosi quindi un importante modulatore o accelleratore del loro effetto.
    Abstract: Ricardo Orozco – opere
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