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I granuli e i globuli omeopatici vengono spesso definiti “palline di zucchero”. Effettivamente sono costituiti da saccarosio ed eventualmente lattosio. Ma questi zuccheri sono solo i vettori del farmaco omeopatico. Infatti il farmaco omeopatico viene preparato partendo da una sostanza lasciata macerare in alcool. Così si ottiene la tintura madre. Questa a sua volta viene diluita 1/100 per ottenere le diluizioni CH e 1/10 per ottenere le DH. In base al numero di diluizioni otteniamo i vari dosaggi 9CH, 7DH, 200CH ecc. Ad ogni diluizione fatta si esegue anche la succussione, cioè la bottiglia contenente il farmaco viene agitata con modi e tempi standardizzati secondo la Farmacopea Europea. A questo punto abbiamo il farmaco omeopatico. All’aumentare delle diluizioni diviene sempre più improbabile incontrare molecole della sostanza di partenza. Quando si supera la 12CH non c’è più traccia della sostanza di partenza.

Quindi come fa a funzionare l’omeopatia?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo affidarci alla fisica. Ed è quello che hanno fatto due ricercatrici dell’università di Berna (Svizzera) dott.ssa Klein e dott.ssa Wolf. Hanno deciso di verificare i globuli omeopatici studiati agli ultravioletti Questo studio è stato pubblicato su Pub Med a febbraio 2016. Queste ricercatrici hanno preso globuli di Aconitum napellus, Belladonna, Phosphurus, Sulphur, Apis mellifica e Quartz a sei diverse diluizioni (6DH, 12DH, 30CH, 200CH, 200CF e 10000 CF (CF, centesimali a flusso discontinuo). Hanno sciolto questi globuli in acqua. Poi hanno sciolto in acqua globuli neutri e globuli impregnati di una soluzione acqua/alcool che ha subito le stesse succussioni dei farmaci omeopatici. A questo punto hanno fatto passare attraverso queste soluzioni luce ultravioletta ed hanno misurato le differenze di assorbimento di questa. Quindi i globuli omeopatici studiati agli ultravioletti hanno mostrato attività. Cercherò di essere più chiara. E’ come avere un vetro. Misuro la luce che passa attraverso questo. Se metto un adesivo sul vetro rilevo una differenza. Se strappo l’adesivo in malo modo avrò ancora colla sul vetro e quindi se misuro il passaggio della luce sarà diverso da quello sul vetro pulito.
I globuli omeopatici mostrano il contenuto

Le nostre ricercatrici hanno rilevato proprio questo. L’assorbanza (questo è il termine tecnico corretto) delle soluzioni che contenevano Apis, Sulphur e Aconitum era diversa da quelle di controllo. Ed era diversa anche alle diverse diluizioni. Quindi, nonostante la totale assenza di materia qualcosa era successo. Decisamente I globuli omeopatici studiati agli ultravioletti davano spettri diversi. La luce ultravioletta passava attraverso quella soluzione in modo diverso.
Questo studio è stato condotto con un grande rigore scientifico (vi invito a leggerlo) ed è stato pubblicato su Pub Med, banca dati gratuita e online. Raccoglie circa 16 milioni di citazioni di articoli scientifici, di ambito biomedico o di scienze affini, dal 1950 ad oggi. Il valore scientifico delle informazioni è garantito dalla selezione umana dei contenuti condotta da qualificati comitati scientifici. Quindi quando un articolo scientifico è pubblicato su Pub Med la sua validità è riconosciuta a livello mondiale.

 

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